Potrà il numero 32 portare nella Valle del Sole il tanto anelato titolo?
A Phoenix, dopo l'All Star weekend, c'è ancora chi si sta recuperando dallo schock del maxi scambio Marion-O'Neal. Sono tutti in attesa di vederlo in azione, di vedere se quello che all'inizio sembrava soltanto uno scherzo, uno dei tanto "rumor" che appaiono sulla rete, potrà davvero funzionare. Il debutto di Shaquille O'Neal è previsto stasera contro i Lakers di Bryant e Gasol.
I Suns prima dell'inaspettato scambio erano primi nella Western Conference e non sembrava certo che fossero sul punto di stravolgere la squadra come poi hanno fatto. "Nessuno verrà scambiato, ve l'assicuro" aveva dichiarato a Gennaio Robert Sarver, il proprietario della squadra.
Eppure pare sia partita proprio da lui la trattativa durante una conversazione con il proprietario degli Heat, Micky Arison. Quello che però potrebbe sorprendere i più è che l'ultimo a dare l'ok a questo scambio non è stato Mike D'Antoni ma Steve Kerr, che era consapevole del rischio di uno scambio del genere e sa benissimo che "Se funziona, sono un genio. Se non funziona sono uno stupido".
Sì perchè è evidentemente un rischio, come tutti i giornalisti dall'America, dall'Europa e da qualsiasi angolo del mondo si sono affrettati a ricordarvi. Shaquille O'Neal ha quasi 36 anni. Shawn Marion ne ha 29. Il centro ha ancora due anni di contratto dopo questa stagione, Marion ne aveva un altro soltanto. Ma quello che ha suscitato ancor più critiche è la credenza che O'Neal non possa nemmeno giocare nei Suns e che li porterà ad essere una squadra diversa, facendo perdere loro la propria identità e rallentandoli troppo.
Quello che però molti non hanno detto è che i Suns avevano bisogno di questo scambio. È vero che erano già uno dei favoriti al titolo anche con Marion, ma non sfuggiva a nessuno che c'era qualcosa che non andava, qualcosa di grosso. Non erano le cascate di rimbalzi offensivi concessi ai rivali, non erano le partite perse contro le "big" del West, era qualcosa di più difficile da vedere: la chimica di squadra.
"Credo avessimo bisogno di una spinta - ammetteva Steve Nash - probabilmente avevamo bisogno di migliorare l'ambiente nello spogliatoio". Non fraintendete però le parole del capitano, lo scambio non è stato fatto per disfarsi di Marion ma piuttosto per avere Shaq. "O'Neal è il tipo di giocatore che ovunque è andato ha sempre galvanizzato i compagni" spiegava Steve Kerr.
L'ex Heat non ha aspettato di arrivare a Phoenix per farlo. Già sul volo che lo portava nella Valle del Sole per i necessari controlli medici ha chiamato svariati giocatori dei Suns tra cui Nash e Stoudemire ai quali ha detto : "Non vi deluderò". L'ambizione di Shaq è trapelata anche quando ha fatto atto di presenza alla partita contro gli Hornets, poco dopo la conferma ufficiale dello scambio. Nel mezzo degli applausi, ha salutato il pubblico indicando l'anello che portava al dito, uno dei quattro che ha vinto nella sua splendida carriera.
"Vuole un quinto anello - dichiarava D'Antoni - ce l'ha detto chiaramente". Pochi credono possa vincerlo e questo potrebbe essere un'altra, l'ennesima, motivazione per lui. Durante una riunione con lo staff tecnico e Steve Kerr, O'Neal ha indicato una Tv accesa nella sala che mostrava il risultato di un sondaggio dell ESPN sullo scambio: "Il 71% della gente in America non crede in me. Questo mi fa arrabbiare e gioco meglio quando sono arrabbiato".
Forse era proprio questo atteggiamento di cui avevano bisogno a Phoenix, forse avevano bisogno di un duro, come si impegnava a ricordare Charles Barkley sulla tv americana TNT. "Quando il tuo giocatore più duro è Steve Nash è come se nella tua squadra di Football il più duro è il kicker" aveva detto qualche settimana prima dello scambio. Non sappiamo cosa pensi Barkley della trade ma un'altra leggenda della NBA ha detto la sua. Per Bill Walton "sarà molto difficile che Shaq abbia successo a Phoenix. Poche settimane fa era infortunato e non stava facendo nulla a Miami e ora dice che vuole vincere un anello?".
La risposta di "The Big Cactus" (nuovo soprannome che si è auto-affibiato all'arrivo a Phoenix) non si è fatta attendere: "Vorrei un po' di rispetto da quest'uomo. Non so perchè ha detto quello che ha detto e nemmeno mi interessa più di tanto.Mancare di rispetto a me è come mancare di rispetto a Bill Russel. Walton ha vinto un anello e mezzo, forse due. Io ne ho vinti quattro. E' come se il proprietario dell'Atari insultasse Bill Gates".
Per vincerne un altro dovrà correre, cosa che nessuno crede sia possibile. Eppure per un centro "vecchio" è molto più stancante prendere "botte" sotto canestro piuttosto che correre. D'Antoni non ha nessun dubbio: "La gente si dimentica di quanto possa essere veloce. Non c'è nessuna ragione per cui non possa giocare nel nostro sistema".
L'unico vero dubbio è, in realtà , la condizione fisica di O'Neal, che ha dovuto combattere vari infortuni negli ultimi due anni. Ma nemmeno questo sembra essere un argomento di preoccupazione per la franchigia dei Soli. "Sta molto meglio fisicamente di quanto pensassimo” diceva D'Antoni; “Non vedo dove sia infortunato" sosteneva Stoudemire; "Ha un fisico in miglior condizioni della maggior parte dei big-man della lega" affermava il "trainer" Aron Nelson.
A questo punto rimane una domanda fondamentale: i Suns hanno più possibilità di vincere l'anello con Shaq piuttosto che con Marion?
"Credo che siamo in una miglior posizione adesso che prima dello scambio" affermava un sorridente Stoudemire, contento dell'arrivo del suo "mentore".
A partire da stanotte potremo giudicare noi stessi.
Around the Valley
O'Neal ha concentrato tutte le attenzioni nella Valle del Sole nelle ultime due settimane, ma potrebbe non essere l'ultima operazione di mercato della stagione. I Suns hanno infatti bisogno di firmare un giocatore per raggiungere i 13 obbligatori. Le opzioni sono varie: dai free agent Linton Johnson, Bobby Jones, Ronald Dupree e Carlos Powell, a uno scambio (per una scelta del secondo round del draft) oppure attendere e vedere se qualche giocatore più interessante raggiunge un accordo di buy-out con la sua squadra. L'intenzione sarebbe prendere un'ala atletica e che possa dare una mano in difesa, facendo rifiatare Grant Hill che sta ricoprendo il ruolo di Marion in difesa, marcando spesso il miglior giocatore avversario, come giovedì scorso contro Nowitzki.
Nel frattempo i Suns hanno annunciato che giocheranno una partita all'aperto, ad Indian Wells, il prossimo 11 Ottobre contro i Denver Nuggets in una partita di "preseason". Rick Welts, dirigente della franchigia, spiegava che "sarà un'esperienza unica e un grande successo". La partita si giocherà in una pista di tennis che può contenere 16'000 persone. Sarà la seconda partita all'aperto della storia della NBA. La prima fu nel 1972 e la giocarono proprio i Suns, a Puerto Rico, in uno stadio di Baseball. Stavolta sarà sicuramente un'esperienza diversa.
Per finire un piccolo aneddoto dall'ultima visita dei Suns a Los Angeles, dove Leandro Barbosa è stato vittima di uno scherzo telefonico. Pare che qualcuno lo abbia infatti chiamato nella sua stanza d'Hotel per informarlo del suo scambio ai Knicks e chiedendogli di scendere a parlare con Steve Kerr. Incredulo e scosso, Barbosa ha incontrato Dan D'Antoni nel corridoio e, quasi in lacrime gli ha detto: "Credevo che io vi piacessi". Dopo le dovute spiegazioni il fratello di Mike l'ha tranquillizzato e gli ha ricordato che è meglio non registrarsi col proprio nome agli Hotel mentre si è in trasferta.