I Cavs hanno iniziato male la seconda parte di stagione perdendo contro i lanciatissimi Rockets
Quando arriva l'All Star Game è di solito il primo momento di bilanci per una squadra NBA. Cleveland arriva alla metà stagione con un bilancio di 29 vittorie e 23 sconfitte, record buono per il quarto posto nella Eastern Conference.
Record e posizione che mantengono vive le speranze di Cleveland di fare i play off con un ruolo da protagonista.
Oggi a Est Boston e Detroit sembrano squadre più complete e attrezzate per arrivare alla finale di conference, tutte le altre squadre sono in lotta per andare il più avanti possibile nella post season.
I Cavaliers hanno giocato un mese di Gennaio strepitoso, o meglio Lebron James ha giocato un mese di Gennaio incredibile, dove hanno ottenuto 11 vittorie e 3 sconfitte, poi a fine mese sono ricominciati i problemi per Cleveland, e solo le continue prestazioni da MVP di Lebron hanno permesso ai suoi Cavaliers di rimanere in linea di galleggiamento con 5 vittorie e 3 sconfitte nel mese di Febbraio
Così commenta Mike D'Antoni dopo che Lebron ha messo alle corde i suoi Suns: “Ragionevolmente Lebron è il miglior giocatore della Lega e sembra che stia continuamente migliorando. Ha un incredibile talento, forza e potenza. Fisicamente gioca in una lega tutta sua.”
Come dicevamo nella partita con i Suns si sono manifestati i primi problemi per Cleveland, infatti è partito in quintetto Ira Newble a causa di un infortunio, caviglia slogata, che lo terrà lontano dal parquet per almeno 6 settimane.
L'infortunio di Pavlovic ha ulteriormente accorciato la rotazione di Cleveland costringendo Mike Brown a scongelare Newble e a dare più minuti a Damon Jones, non necessariamente sfolgorante fino a questo punto della stagione.
Nella partita contro i Lakers i Cavaliers sono riusciti a vincere, Lebron sentendo profumo di Hollywood ha messo a referto 41 punti, 14 nell'ultimo periodo, grazie ai quali Cleveland ha vinto 98 a 95.
La vittoria di Los Angeles non è stata indolore, difatti alla fine del terzo quarto si è infortunato Anderson Varejao, che proprio in quel momento stava recuperando la condizione fisica necessaria per essere efficacie sul campo.
Così a inizio Febbraio i Cavaliers si sono ritrovati come a inizio stagione senza Varejao e Pavlovic, con una rotazione inadatta a farli lottare con le altre squadre NBA.
L'unica soluzione ai problemi di Cleveland sono state le prestazioni di James che è riuscito, almeno in parte a sopperire alle assenze dei suoi compagni.
Piccola prova di quanto detto, la sconfitta dei Cavaliers contro i derelitti Seattle Sonics per 101 a 95 con Lebron James fuori causa per una caviglia malandata.
Quella di Seattle è stata però la prima partita da lungo tempo in cui Larry Hughes ha dato segni di risveglio, mettendo assieme 28 punti, Hughes ha dovuto prendersi parte dei tiri e delle responsabilità di solito riservate a James e ha messo assieme la sua miglior prestazione balistica dall'inizio dell'anno.
Al ritorno in campo di Lebron corrispondo due vittorie, contro i Clippers e contro i Celtics, seppur privi di Garnett hanno costretto Lebron James a sfiorare, mancava un rimbalzo, la tripla doppia per condurre alla vittoria i suoi sulla miglior squadra, record alla mano, della interna NBA.
Piccoli acciacchi hanno poi coinvolto per un paio di partite anche Gooden e Gibson lasciando davvero gli uomini contati a Mike Brown che ha dovuto aprire le gabbie e mettere in campo chiunque fosse abile per cercare di sopperire alle tante assenze della sua squadra.
Poi dopo una serie di buone prove, circa 15 punti di media a partita, è apparso sul parquet degli Orlando Magic Larry Hughes, no, non il fratello acciaccato, depresso e deconcentrato che si è visto spesso in maglia Cavs, ma il giocatore che ha convinto Danny Ferry a fargli firmare il contrattone e a dargli l'investitura di spalla ideale di Lebron James.
23 punti nel terzo quarto, 40 punti alla fine della gara e la sensazione, finalmente, di essere completamente calato nei ritmi dell'attacco dei Cavs, Hughes è riuscito a giocare gli spazi che i Magic gli hanno lasciato per raddoppiare James, ha sfruttato la sua maggior statura rispetto a Arroyo e Jameer Nelson sia in post basso, sia trovando il ritmo al tiro con dei jumper dalla media distanza.
Hughes ha mostrato in una partita quanto potrebbe essere adatto a giocare a fianco di Lebron James senza problemi fisici, senza problemi di continuità ed emotivi, che lo hanno sempre, per un verso o per l'altro, limitato nelle sue stagioni in Ohio.
La gara successiva, sconfitta contro gli Spurs di un Ginobili di 46 punti, Hughes ha mostrato ancora incoraggianti segni di presenza mentale e tecnica mettendo assieme 26 punti con 11 tiri e aiutando Lebron James nell'organizzare e finializzare il gioco dei Cavaliers.
Finalmente Hughes sembra aver trovato un po' di continuità offensiva, un po' di fiducia registrando una media di 19.1 punti a partita nelle ultime tre settimane e andando in doppia cifra consecutivamente nelle ultime sette partite.
A tal proposito Hughes ha dichiarato:“Sto ancora cercando di assestarmi e abituarmi alle posizioni in cui posso avere i miei tiri. Sta andando sempre meglio, mi aiuta molto poter avere il pallone con il palleggio da spendere e poter mixare le soluzioni: tiri da fuori e entrate a canestro.
Se davvero Hughes continuerà su questi livelli, con i rientranti Pavlovic e Varejao i Cavaliers possono ancora essere competitivi per le finali di conference, e con l'MVP della lega a controllare tutto i Boston Celtics non sembrano più così imbattibili.