Bibby esulta, Atlanta pure!
In una delle stagioni più calde degli ultimi anni, dal punto di vista delle trades, e con l'incessante susseguirsi di rumors ed indiscrezioni attorno ai soliti nomi ed alle solite città , l'ultima novella, la più fresca, è anche la più inattesa: Mike Bibby è un giocatore degli Atlanta Hawks.
Lo scambio, materializzatosi nel sabato delle stelle a New Orleans, è un “quattro per uno” molto simile, nei principi e con le dovute proporzioni, al “cinque per uno” che coinvolse Kevin Garnett e buona parte del roster dei Boston Celtics nel Luglio del 2007.
I quattro che, valige in mano, hanno percorso nel weekend il tragitto Atlanta-Sacramento sono Shelden Williams, ex Duke con due anni di contratto davanti a sé, e tre ultra-trentenni in scadenza rispondenti ai nomi di Anthony Johnson, Tyronne Lue e Lorenzen Wright.
La trade, divenuta ufficiale negli stessi istanti in cui iniziavano a circolare le prime indiscrezioni, rivaluta notevolmente la figura di Billy Knight, general manager della franchigia georgiana, noto finora per aver liquidato scelte del calibro di Deron Williams, Chris Paul e Brandon Roy con una serie clamorosa di “No, grazie!”, preferendo loro il deludente prodotto di Duke, e l'incompiuto Marvin Williams.
La rapidità d'azione dello stesso Knight ha lasciato a bocca asciutta i diversi estimatori di Bibby, Cavaliers e Heat in primis, che negli ultimi mesi si erano mossi, con alterna convinzione, per aggiudicarsi i servigi dell'ex Arizona.
Ora però che il play si è accasato alla corte di coach Mike Woodson, gli scenari che si aprono si possono definire quantomeno interessanti, sia per quanto riguarda la corsa ai playoff ad est, sia per il futuro dei Sacramento Kings e di alcuni suoi giocatori, ad ovest.
Le prospettive di Atlanta
L'immagine di Mike Bibby in navy blue e rosso sembra troppo bella per essere vera. E' per questo che è necessario fissare immediatamente dei paletti che delimitino l'entusiasmo entro confini ammessi dall'umana ragione.
L'arrivo dell'ex Grizzlies in Georgia non rende gli Hawks una contender, tantomeno aprirà loro la strada verso un'agevole conquista dei playoff 2008. Il nativo di Cherry Hill, New Jersey, inoltre, ha saltato le prime 36 gare della stagione 2007-2008 dei Kings per un infortunio alla mano sinistra, ed è tornato ad allacciarsi le scarpe a metà gennaio, mettendo in subito in archivio un'incoraggiante serie di nove prestazioni in doppia cifra consecutive.
La ritrovata integrità del play è quindi un dato di fatto pressoché appurato, mentre l'alchimia e l'intesa con i nuovi compagni sono condizioni ancora tutte da verificare.
Lo spogliatoio degli Hawks ha accolto con ovvio entusiasmo l'arrivo di Bibby, gradendone la spiccata attitudine a spingere il contropiede, dote che calza a pennello con le caratteristiche dei vari Johnson, Williams e Smith, e l'indubbia esperienza ad alti livelli accumulata negli anni più rosei della franchigia californiana. JJ in particolare, andrà a formare con Bibby uno dei backcourt con più punti nelle mani in tutta la Eastern Conference.
Questa la sua dichiarazione all'Atlanta Journal riguardo alla trade:
This is another huge step for us, you're talking about a guy who can make shots and can run a team, he embodies all the things we've wanted in a veteran point guard and he's also a guy that's known for taking and making big shots; and you can never have too many guys like that in the Nba, as tough as it is to see guys like Tyronne, Anthony, Lorenzen and Shelden leave, we all realize that this is a business and decisions are made and you make the best of things and move on, but there's no doubt we're getting a guy that can help make us better
Il miglior marcatore stagionale di Atlanta, coglie alla perfezione gli aspetti del gioco che rendono Bibby l'uomo giusto per far fare al team un discreto salto di qualità : è un veterano, con nove stagioni alle spalle ed oltre 50 partite giocate nei playoff tra il 2001 ed il 2006, ed è conosciuto nella lega come una delle mani più ferme e glaciali negli ultimi istanti delle partite, anche quelle che contano di più.
Esperienza e freddezza, quindi, caratteristiche che sono sempre mancate alla franchigia georgiana da qualche stagione a questa parte, e che si spera possano far risalire gli Hawks, attualmente noni ad est, fino a quella zona playoff cui si erano abituati nelle ultime settimane.
L'inevitabile rovescio della medaglia, però, sta nella considerevole riduzione del roster, con la perdita di due delle tre point guard più utilizzate nella rotazione, e di una coppia di lunghi che combinava oltre 20 minuti a partita. Fermo restando i contributi di Childress e Pachulia, verrà quindi chiesto ai vari Stoudamire, West e Jones di far fruttare al meglio lo spazio che verrà loro offerto, in attesa di valutare a breve, se sarà necessario rintuzzare la rosa a disposizione di coach Woodson prima della deadline di giovedì 21 Febbraio.
Il debutto di Bibby avverrà verosimilmente Martedì allo Staples Center di Los Angeles, contro i Lakers di Kobe e Gasol, mentre la sera successiva il destino lo metterà immediatamente di fronte al suo più recente passato, alla Arco Arena di Sacramento. Come in un film.
Le prospettive di Sacramento
In California, intanto, mentre in Georgia si progettavano ambiziose risalite, si cercavano di pianificare le mosse seguenti alla trade MB10, la quale non è stata portata a termine per accontentare semplicemente uno dei molti musi lunghi della lega, ma per iniziare una rifondazione resa necessaria dall'anonimato in cui erano precipitati i Kings nelle ultime stagioni.
Una base più che valida dalla quale ripartire è già in mano a coach Theus, con la definitiva consacrazione di Kevin Martin, l'esperienza e la fisicità di Brad Miller, e l'inaspettata ascesa di Beno Udrih. L'arrivo di tre giocatori in scadenza di contratto, poi, permette ai Kings di guardare con giustificato ottimismo al mercato dei free agent della prossima estate.
Un ottimismo che verrebbe ulteriormente rafforzato se uno dei molti rumors che gravitano attorno a Ron Artest dovesse concretizzarsi nelle prossime ore. Le franchigie più interessate a Ron Ron sono, notoriamente, i New York Knicks ed i Denver Nuggets, entrambe con abbondante materiale umano da mettere sul piatto della bilancia, mentre il giocatore non ha mai nascosto la sua preferenza per la propria città natale, the Big Apple.
A meno che non salti fuori il Billy Knight di turno, quindi, la destinazione dell'ex Pacers appare piuttosto prevedibile, e le uniche incognite rimaste sono legate ad eventuali “accessori” da allegare al numero 93, primo tra tutti il pesantissimo contratto di Kenny Thomas, ed alla contropartita che dovrà approdare sulla costa ovest degli Stati Uniti: ovvero, il giusto mix tra giocatori in scadenza nell'estate del 2008 e giovani futuribili da affiancare alle buone carte già in mano ai Kings.
Un progetto che diverse franchigie sembrano aver abbracciato nel corso di questa stagione, chi in maniera piuttosto drastica, chi con più morbidezza. Tutte, però, hanno in comune la rinuncia ad un cestista di primo livello come mossa iniziale. Garnett quest'estate, Gasol ad inizio Febbraio e Bibby nel sabato dell'all star game.
Il successo delle operazioni, ad ogni modo, non è per nulla assicurato.