No, non è un fotomontaggio!
Quello che sembrava l'ennesimo rumor che ogni giorno appare sui vari blog made in USA, si è in realtà concretizzato nella notte: Shaquille O'Neal lascia Miami e si accasa in quel di Phoenix.
La trade è di quelle che fanno discutere. Primo perché i Suns hanno offerto come contropartita Shawn Marion e Marcus Banks. Secondo perché l'ex Heat non è propriamente il tipo di giocatore nato per il run and gun D'Antoniano.
Miami è riuscita nell'impresa di scambiare The Diesel, ed il suo contrattone da 40 milioni di Dollari, quando nessuno pensava fosse possibile. Anagraficamente ci guadagnano gli Heat, ai quali va uno degli atleti più forti della lega (the Matrix è probabilmente il giocatore "più verticale" dell'NBA) ed un play giovane come Marcus Banks che ai Suns non ha mai avuto spazio. Anche sulla carta sembra una trade insensata, e di sicuro molto rischiosa per i Suns, visto lo stato di salute del centrone di Newark.
Analizzando nel dettaglio le ragioni che hanno portato a questo scambio di metà stagione si possono trovare molteplici spiegazioni.
In primis l'insoddisfazione di Marion, che dopo aver chiesto un prolungamento in estate, si è visto rispondere picche dalla dirigenza dell'Arizona, non disposta a pagare le cifre richieste dal giocatore. Le numerosi voci di mercato che collegavano The Matrix a questa o quella trade non hanno certo giovato al giocatore ed al team; tant'è che la sensazione era quella di un Marion meno incisivo e più svogliato in campo rispetto al passato.
In realtà già dagli scorsi play off si era capito che a Shawn difficilmente sarebbe stata concessa un ulteriore chance. La motivazione del mancato rinnovo e della successiva trade è stata sicuramente il suo calo di rendimento e la mancanza di leadership nei play off. Non da ultimo il suo reale valore di mercato, visto che le sue cifre sono da leggere anche alla luce del tipo di gioco dei Suns, di conseguenza difficilmente replicabili altrove.
Se Marion era insoddisfatto, il 32 di Miami non sprizzava certo gioia da tutti i pori in Florida.
Gli Heat sono una squadra allo sbando, con Wade a mezzo servizio, Mourning fuori ed il resto a far da cornice.
The Big Fella non era certo entusiasta di terminare la carriera in un lottery team. Del resto è arcinota la scarsa attitudine di Shaq agli allenamenti ed alla regular season, tant'è che in molti hanno ironizzato circa l'effettiva gravità dei suoi ultimi infortuni.
La carta d'identità dice 36 a marzo, la velocità e l'esplosività dei bei tempi sono un ricordo, tuttavia se il fisico regge la presenza in area è ancora di rilievo. Sicuramente verrà coinvolto maggiormente rispetto agli ultimi tempi di Miami.
L'azzardo per Phoenix è quello di scommettere su Shaq per vincere subito, ed avere un centro di rilievo in ottica play off. A prescindere dai minuti che potrà garantire, bisognerà verificare il suo inserimento negli schemi e ai ritmi congeniali ai Suns. Da vedere anche la coesistenza con Amare, che potrà tornare a tratti nel ruolo di ala grande.
In passato Stat si era lamentato di non essere un centro di ruolo e di preferire il ruolo di quattro, vedremo se potrà coesistere con O'Neal. Da un punto di vista tecnico l'ago della bilancia sarà Boris Diaw, chiamato ad un ruolo di protagonista e di conseguenza ad un pronto risveglio dalla letargia delle ultime due stagioni.
Lo spogliatoio dell'Arizona (Nash e Stoudemire in primis) e Mike D'Antoni sembrano entusiasti dell'arrivo di Shaq, anche alla luce dei rapporti non idilliaci sviluppatisi negli ultimi tempi con Marion e con lo scontento Banks.
A Miami non pare vero di essersi liberati del contrattone di O'Neal. Riley aveva scommesso su Shaq a suo tempo per vincere subito, e la strategia aveva immediatamente pagato; successivamente ha scontato il prezzo delle sue decisioni, alle quali si sono aggiunte la mala sorte legata agli infortuni di Wade, ed al calo di Shaquille in seguito.
Lo stesso Riley ha dichiarato che gli è spiaciuto cedere O'Neal, per il quale ipotizzava la fine della carriera in Florida. Ma l'NBA è prima di tutto business, anche se il vecchio Pat rimarca di aver avuto molto rispetto per O'Neal, consentendogli di giocarsela in un team che punta all'anello.
Gli Heat con l'innesto di Marion e Banks danno nuova linfa ad una squadra apparsa rassegnata e molle. Rimane da verificare se i due innesti saranno in grado di far progedire quella che al momento pare essere solo una squadra in attesa del draft per potersi rinnovare. Di sicuro faranno comodo i rimbalzi ed il gioco perimetrale ed in entrate di Shawn, mentre Banks potrà dimostare sul campo di valere i soldi (tanti) del suo contratto. Senza contare che Marion può uscire dal suo contratto questa estate (ipotesi improbabile) creando spazio salariale per Miami.
Molti storcono il naso di fronte a questo scambio, le cui ripercussioni potrebbero essere devastanti per i Suns più che per gli Heat (il cui compito era esclusivamente quello di cedere Shaq).
Personalmente sono colpito dal cambio di strategia di Kerr, che dopo aver ceduto prematuramente Kurt Thomas e James Jones per non pagare la luxury tax, in un botto solo ha deciso di stravolgere le strategie societarie.
Supposto che D'Antoni abbia dato il proprio veto e sia fiducioso sull'inserimento di O'Neal, la certezza è che a Phoenix l'aria che tira è quella di tutto e subito, con le incognite del caso. Gli equilibri ad Ovest sono molto cambiati durante questo mese di Febbraio; il campo dirà se i Suns saranno realmente in grado di competere per la vittoria finale, e se Shaq potrà dare a Nash, Hill & Company la mano necessaria per tentare l'ultimo assalto al titolo.
Staremo a vedere se la mossa di Kerr darà i frutti sperati o se i Suns dovranno pagarne le conseguenze. Nel frattempo O'Neal se la ride, da il solito spettacolo in conferenza stampa, ma soprattutto a fine carriera vede di nuovo una chance concreta di lottare per il titolo NBA al fianco di Steve Nash.
Chi lo avrebbe detto solo un mese fa?