La grinta di Jeff Foster non è abbastanza per superare questo momento negativo
Una striscia di sei sconfitte consecutive non hanno fatto altro che peggiorare una serie di situazioni sfavorevoli con le quali i Pacers stanno convivendo da un paio di mesi.
Lo stop di Jermaine O'Neal fa parte di quelle situazioni. La sua assenza si sta facendo sentire, soprattutto quando le partite arrivate nell'ultimo quarto si devono cercare di portare a casa e servono punti dal post basso invece che sparacchiare dalla linea dei 3 punti come ha fatto nelle ultime occasioni Indiana.
“Abbiamo una presenza di un All-Star come Jermaine ma non possiamo usufruirne” – ha detto il coach Jim O'Brien – “Penso che questa squadra sarebbe un pò diversa con una presenza All-Star sottocanestro. Credo che questa squadra, nel modo in cui è assemblata adesso, può ancora centrare i playoffs“.
I Pacers sarebbero 10 gare sotto l'ultimo posto disponibile per i playoffs se giocassero nella Western Conference, ma essendo ad Est tutti possono giocarsela e non ci sono motivi per abbandonare le speranze di raggiungimento della post-season.
Il gioco sottocanestro ai Pacers sta mancando come il pane, perché molti dei suoi lunghi non hanno attitudine in questo senso: Troy Murphy è un giocatore perimetrale, Jeff Foster non possiede una gamma di movimenti offensivi spalle a canestro e David Harrison è sempre alle prese con dei problemi di falli.
Ci si chiede però dove sia finito Ike Diogu, il giocatore più simile a O'Neal per caratteristiche tecniche. Dopo un inizio di stagione bruciante con quasi 15 punti e 7 rimbalzi di media, ha subito un infortunio ma dopo il rientro è finito ai margini della panchina per scelta tecnica. In molti non condividono questa scelta, soprattutto in questo frangente di stagione.
Per far fronte ai problemi del gioco in post, si sono visti dei Pacers che hanno corso tantissimo su e giù per il campo originando più possessi, che hanno tirato tantissimo da 3 punti e che di conseguenza sono risultati tra le squadre che realizzano più punti.
“Siamo consapevoli dei nostri limiti nel gioco in post” – ha detto O'Brien – “Proprio per questo stiamo cercando di compensare giocando molti pick and rolls, molto movimento e molti passaggi nel gomito. Se questa è la migliore cosa per segnare, lo sarà anche per i finali di gara“.
Eppure nell'ultimo quarto i Pacers in questa stagione ne hanno perse parecchie di gare. Nell'ultima gara persa contro i Magic per 121-115 ad esempio nell'ultima frazione di gioco si è tirato 9-23 dal campo con un 3-11 dai 3 punti.
Aldilà dei problemi nell'ultimo quarto Indiana concedeva 121 punti. “Concedere più di 120 punti vuol dire che non è stata una buona difesa” – diceva Dunleavy – “Abbiamo lavorato su questo, loro sono una buona squadra, forse al top ad Est“.
Si tornava al quintetto piccolo con Danny Granger che segnava 29 punti, Mike Dunleavy 19 ma tirando 5-15 e Troy Murphy 17 uscendo dalla panchina. I Pacers tiravano 14-34 dai 3 punti (41%) e perdevano solo 12 palloni nonostante il rientro di Jamaal Tinsley che smazzava 5 assists in 21 minuti di impiego.
Continuava invece a girar bene Travis Diener che nonostante qualche problemino fisico riusciva a totalizzare il massimo in carriera in assists a quota 10. Da qualche partita era diventata la point guard titolare.
Altre due sconfitte al fotofinish arrivavano alla Conseco Fieldhouse. La prima contro i Pistons per 110-104 in una gara in cui O'Brien riproponeva il quintetto con due lunghi di ruolo dopo 9 partite consecutive giocate con lo "small lineup", in quell'occasione l'accoppiata Murphy-Foster che insieme produceva 29 punti e 22 rimbalzi. “Ci sono squadre che hanno centimetri e stazza sotto, vedi ad esempio New York o Detroit” – diceva O'Brien – “Decidiamo in base alla partita se giocare con un quintetto piccolo o no. In questa occasione ho preferito di no“.
L'assenza di O'Neal si faceva sentire ancor di più, infatti Rasheed Wallace segnava 24 punti di cui 17 a cavallo fra il terzo e il quarto periodo in 6 minuti di fuoco in cui né Murphy né Foster riuscivano ad opporsi. “Ce l'abbiamo messa tutta. Loro hanno concretizzato al meglio alcune giocate sul finale e Rasheed ha fatto la differenza” - diceva nel post-match Diener – “Ce la siamo giocata ma non siamo stati bravi a trovare la soluzione per vincerla questa partita“.
Ancora una volta Dunleavy giocava molto bene totalizzando 25 punti, 7 rimbalzi e 7 assists ma come ormai da qualche tempo a questa parte la stragrande maggioranza del suo fatturato veniva prodotto nel primo tempo per poi scomparire nel secondo. Contro Detroit aveva segnato 18 punti con 7-10 dal campo e 3-3 nelle triple con i Pacers avanti di 11, nel secondo tempo invece appena 5 tiri presi con altrettanti punti tirando solamente 2 liberi e non prendendo un tiro negli ultimi 4:18 minuti di gioco. Era successo anche nella partita prima a Miami quando nel primo tempo aveva realizzato 16 punti e i Pacers conducevano di 11, ma solamente 9 punti nei successivi 21 minuti di gioco.
Contro Houston arrivava un'altra sconfitta di misura per 106-103. Il duo Yao-McGrady era ben contenuto concedendogli un 10-31 dal campo, ma a sorpresa si concedevano al rookie Carl Landry (giocatore da post…) 22 punti di cui 13 nell'ultimo quarto. Proprio in quest'ultima frazione i Pacers tiravano appena 1-11 dal campo negli ultimi 4 minuti e mezzo.
“A volte perdi nonostante hai giocato bene” – diceva coach O'Briena fine gara – “Abbiamo perso le ultime due partite e abbiamo giocato delle solidissime partite“.
Granger iniziava con un 1-9 dal campo ma finiva con 22 punti, aggiungendo anche 6 rimbalzi e una solida difesa contro McGrady, segnando però solamente 2 punti nell'ultimo quarto e sbagliando il canestro che avrebbe dato la parità ai Pacers con un minuto da giocare. Jeff Foster che in settimana è stato protagonista di qualche rumors che lo volevamo in forza ai Jazz, aggiungeva 13 punti e ben 17 rimbalzi.
Dalla panchina Shawne Williams portava alla causa 17 punti tirando 7-9 dal campo. “Preferirei scambiare queste stats con una vittoria, abbiamo giocato duramente ma non è stato abbastanza per vincere, dobbiamo migliorare in difesa“. Il commento di Williams.
Prima della partita della pausa per l'All Star Game i Pacers giocheranno cinque partite. Alla Conseco Fieldhouse arriveranno Spurs, Blazers e Celtcs, mentre in trasferta si giocherà a New York e Detroit.
Alla prossima.