L'assenza di Jermaine O'Neal si sta facendo sentire
Di momenti difficili i Pacers in questa stagione ne hanno dovuti affrontare più di uno, ma questa volta i dati per la squadra di coach Jim O'Brien sono impietosi: 13 sconfitte nelle ultime 17 partite e una striscia aperta di tre stop nelle trasferte rispettivamente di Chicago, Milwaukee e Miami.
Un team che da più di una settimana deve fare a meno del suo miglior giocatore, quel Jermaine O'Neal che addirittura era ritenuto l'uomo di troppo di questi Pacers secondo qualcuno, solo per qualche partita vinta in sua assenza ad inizio di stagione. Eppure alzi la mano chi rinuncerebbe al suo giocatore franchigia, soprattutto nella NBA.
Ma anche l'assenza di Jamaal Tinsley, ormai fuori da qualche partita e limitato tantissimo dai problemi fisici degli ultimi tempi si è fatta sentire. Quante squadre farebbero a meno dell'asse play-pivot titolare?
Una serie di situazioni avvenute nel momento peggiore possibile, ovvero quando i Pacers hanno giocato 9 delle loro 11 partite in trasferta, 5 di queste contro squadre della Western Conference.
Uno spiraglio di ottimismo, nonostante un record di certo non bellissimo da vedere (19-26), arriva dal proseguo. Infatti 22 delle prossime 37 partite saranno giocatore alla Conseco Fieldhouse, anche se Indiana davanti al suo pubblico fino ad ora non è andata a più di 9 vittorie in 19 partite disputate.
“Bisogna solamente giocare un buon basket” – ha detto O'Brien – “Non importa dove“. Per i Pacers una difesa che nelle ultime settimane ha lasciato troppo a desiderare, nonché una continuità al tiro che non è arrivata ha peggiorato le cose, il tutto con due componenti dello starting five (di cui l'uomo franchigia) fuori per infortunio.
Ultime 3 partite. La difesa ha concesso rispettivamente 38 punti ad Kirk Hinrich, il giorno dopo 37 punti a Michael Redd e infine 35 punti a Dwyane Wade. In corrispondenza l'attacco non ha prodotto neanche 100 punti come in media era abituato a produrre. La conseguenza è una crisi di risultati.
La sconfitta a Chicago 108-95 era frustrante perché ottenuta contro una squadra a cui mancavano i due miglior realizzatori. Sotto anche di 17 punti i Pacers riuscivano a ricucire lo svantaggio fino al -2 nel quarto periodo ma un altro crollo li ricacciava indietro.
Danny Granger realizzava il massimo in carriera con 33 punti tirando 11-18 dal campo (4-5 nelle triple), ma non veniva assistito degnamente dai compagni: Dunleavy, Rush e Tinsley combinavano un 8-30 dal campo, mentre dalla panchina Daniels, Williams e Diener un 7-24.
Una panchina che il giorno dopo nella sconfitta in quel di Milwaukee per 104-92, non riusciva a fare di meglio. “Penso di aver fatto giocare parecchi minuti ai nostri starter per essere un back-to-back, ma non abbiamo avuto molto aiuto dalla panchina” – diceva O'Brien – “Ho fiducia in loro e abbiamo bisogno che egli producano di più“. Dice il coach O'Brien a fine gara.
Solamente 8 punti dalla panchina per i Pacers, mai successo in questa stagione, il tutto tirando 4-21 dal campo e appena 1-10 nel secondo tempo. Williams (0-6. 2 palle perse in 10 minuti) e Daniels (1-7 dal campo in 18 minuti) non erano in giornata e non riuscivano a far rifiatare degnamente gli starter.
Nonostante una panchina che non dava il suo contributo, continua a "marcire" l'atletica ala Stephen Graham che in rapporto ai minuti giocati ha fatto vedere buonissime cose. In tutta la stagione ha totalizzato 32 minuti tirando 12-18 dal campo. “Stephen ha trovato degli ostacoli fino ad ora” – ha detto O'Brien – “Meritrebbe più spazio, ma abbiamo preferito andare con gente con più esperienza“.
“Abbiamo giocato in maniera solida fino all'inizio dell'ultimo quarto e non abbiamo fatto quello che dovevamo per vincere questa partita” – diceva coach O'Brien – “Credo che abbiamo giocato indiavolati, ma non abbiamo messo il necessario nell'ultimo quarto dopo. Penso anche che abbiamo fatto un buon lavoro in difesa, sacrificandoci e comunicando, ma non è stato abbastanza“.
Era la prima volta in questa stagione, dal primo minuto, per Travis Diener. La point guard giocava 40 solidi minuti segnando 15 punti e smazzando il massimo in carriera di 9 assists. “C'è disappunto per la sconfitta ma ce la siamo giocata” – diceva l'ex Marquette a fine gara – “A Chicago non lo abbiamo fatto, stasera abbiamo invece la loro vena nell'ultimo quarto“.
Addirittura arrivava anche una sconfitta per 98-96 contro Miami, una squadra che non vinceva da ben 15 partite, il tutto dopo avere avuto 11 punti di vantaggio per buona parte della gara. Per la cronaca, era la decima volta in questa stagione che i Pacers buttano un vantaggio in doppia cifra per poi perdere.
Dunleavy era il miglior realizzatore con 25 punti, segnando anche 16 dei primi 19 punti dei Pacers. Senza Tinsley il duo di scorta Diener-Owens totalizzava 21 punti e 8 assist ma nel secondo tempo si scioglieva come neve al sole.
Kareem Rush, vuoi anche l'infortunio subito nella partita precedente non contribuiva come di consueto, tirando 2-10 dai 3 punti, dopo che in questa specialità nelle precedenti 5 partite aveva collezionato in totale un ottimo 19-32.
“Abbiamo difeso maluccio nel terzo quarto” - diceva O'Brien – “Questo è il problema. Abbiamo difeso bene nel primo tempo e nell'ultimo quarto, ma non possiamo regalare un quarto“.
Ora per i Pacers è arrivato il momento di mettere a segno una serie di vittorie che le assicurerebbe di raggiungere i playoffs, considerando che nella Eastern Conference tolte 2-3 squadre tutti se la possono giocare.
Importantissimo sarà il fattore casa. Detroit, Houston e Orlando saranno le prime tre squadre ospiti alla Conseco Fieldhouse.