Kobe Bryant contro Kevin Durant. Bryant, senza Bynum, dovrà aumentare il livello del suo gioco
«Con Andrew Bynum in quintetto, siamo da anello». Parola di Kobe Bryant. Si proprio lui, quello che nella scorsa estate voleva abbandonare la barca dopo aver visto sfumare l'arrivo della tanto attesa "star". Eppure Andrew Bynum, nello spazio di soli tre mesi, ha convinto il 24: questa squadra può vincere l'anello, questa squadra, con lui in campo, è da finali NBA.
Destino ha voluto, però, che proprio nel momento in cui il figlio di Jelly Bean si era convinto di questa aspetto, il ginocchio sinistro di Bynum, cadendo malamente sul piede di Odom per un banale rimbalzo, si sia girato in maniera innaturale, provocando una sublussazione della rotula che costringerà il giovane centro lacustre a due mesi di riposo. È andata bene, diciamolo subito. Il danno poteva essere molto più grave e se tutto andrà per il meglio i Lakers riusciranno ad arrivare ai playoff con un Bynum al 100%.
Nel frattempo, in attesa di notizie ulteriori sulla riabilitazione del #17, i Lakers sono saliti in vetta alla Western Conference, vincendo sette gare consecutive (fatto questo che non si verificava dal mrzo 2004) e conquistando, con Bynum in campo, anche un parquet difficile ed ostico come quello di New Orleans con una prova che verrà ricordata per molti anni: +29 in trasferta, evento che raramente, anzi quasi mai, si era visto nell'era del dopo Shaquille O'Neal.
RISULTATI
Venerdì 4 gennaio: Los Angeles Lakers - Philadelphia 76ers = 124-93 (W)
Domenica 6 gennaio: Los Angeles Lakers - Indiana Pacers = 112-96 (W)
Martedì 8 gennaio: Memphis Grizzlies - Los Angeles Lakers = 117-101 (W)
Mercoledì 9 gennaio: New Orleans Hornets - Los Angeles Lakers = 80-109 (W)
Venerdì 11 gennaio: Los Angeles Lakers - Milwaukee Bucks = 110-105 (W)
Domenica 13 gennaio: Los Angeles Lakers – Memphis Grizzlies = 100-99 (W)
Lunedì 14 gennaio: Seattle Sonics – Los Angeles Lakers = 121-123 D1TS (W)
LA SQUADRA
Il nostro report non può prescindere da un doppio discorso. I Lakers con Andrew Bynum ed i Lakers senza la decima scelta del draft 2005. Sostanzialmente con Bynum in campo i gialloviola sono una squadra molto più concreta, molto più affidabile in fase offensiva e che in difesa riescono ad essere molto più incisivi nonostante A-Bomb non abbia sviluppato ancora tutte le sue qualità . Eppure, quando nel pitturato c'è lui, gli avversari fanno molta più fatica e i tiri dalla distanza, dunque a più bassa percentuale, erano la scelta preferita, considerata in qualche caso come l'opzione migliore per centrare il bersaglio. Penetrare nel cuore dell'area lacustre, infatti, significava il più delle volte incontrare una sicura stoppata od incappare, in alcuni casi, nella più classica delle palle perse, nel tentativo di trovare qualche compagno libero fuori dal pitturato.
L'infortunio contro Memphis, giunto all'inizio del terzo periodo, ha portato a molti cambiamenti. Innanzitutto ha stravolto la rotazione gialloviola che per la prima volta da inizio stagione aveva trovato una sua stabilità . Ora in campo c'è Kwame Brown. Un giocatore che in fase offensiva è mille volte inferiore rispetto a Bynum e che in difesa deve ancora ritrovare il ritmo giusto. Come i più attenti di voi ricorderanno la stagione era iniziata con Bynum sotto le plance, per poi essere preferito a Kwame Brown che lo aveva sostituito nello "starting five" fino all'infortunio rimediato nel match casalingo contro i Chicago Bulls. Ecco, quei Lakers, da un punto di vista difensivo non erano affatto male: buone rotazioni, buon pressing, discreta presenza sotto i tabelloni e capacità di portare blocchi efficaci e molto fisici.
Sfortuna ha voluto che l'infortunio di Bynum arrivasse nel bel mezzo di un back-to-back stravolgendo un ritmo e una continuità che si erano ormai saldate in maniera naturale al DNA della squadra. Phil Jackson ha dovuto stravolgere interamente la squadra che si è dovuta adattare, soprattutto in fase offensiva, ad un nuovo giocatore. Bynum, infatti, in post basso è una sentenza e, soprattutto, faceva girare il triangolo in maniera divina. Brown in attacco è peggio della peste e non può fare quelle cose (gioco di volo e schiacciate) che il più delle volte coinvolgevano Bynum sui pick'n'roll, ora con Derek Fisher, ora con Jordan Farmar ora con Bryant.
Volenti o nolenti i Lakers post infortunio a Bynum diventeranno più perimetrali, diventeranno più "jump shot" dipendenti che efficaci nel pitturato e una maggiore precisione sarà il primo passo da effettuare considerando il minor numero di rimbalzi offensivi che si potranno mettere in cassaforte. Bisognerà , inoltre, sperare nelle grandi prestazioni di Turiaf od Odom sotto le plance per portare a casa qualche match dei 26 che i lacustri dovranno giocare senza il loro centro titolare. Molto probabilmente verrà sfruttato anche Vladimir Radmanovic da "4", come back-up di Lamarvellous appena il serbo sarà di nuovo a disposizione dopo l'infortunio subito alla caviglia.
C'è poi l'opzione mercato che a questo punto diventa molto più significativa. C'è un assoluto bisogno di gente di peso sotto i tabelloni. La dirigenza ne è consapevole e sembra ormai cosa fatta l'arrivo o di Chris Webber o P. J. Brown. C'è chi parla dell'arrivo di entrambi, ma al momento l'ipotesi più accreditata è che l'ex Sacramento Kings, Philadelphia 76ers e Detroit Pistons possa indossare la maglia gialloviola. Difficile dire se C-Webb possa essere un innesto di valore considerando il tempo che ha passato ai box e soprattutto, anche se in forma, la sua predilezione per la fase offensiva rispetto a quella difensiva. C'è anche da sottolineare, però, l'altra faccia della medaglia: Webber all'interno di un sistema di gioco come il triangolo potrebbe essere un potenziale "crack". Staremo a vedere. Di sicuro c'è che i gialloviola hanno un disperato bisogno di un "4" come giustamente ha sottolineato proprio ieri (16-01-2008) Phil Jackson nelle interviste successive all'allenamento del pomeriggio.
Tornando ai Lakers che abbiamo potuto osservare prima dell'infortunio di Bynum, bisogna sottolineare la qualità del gioco che i gialloviola avevano raggiunto. Una qualità che, con il contemporaneo quanto fisiologico calo dei Boston Celtics, aveva condotto i Lakers non solo in cima alla Western Conference, ma anche in vetta alle preferenze di analisti ed osservatori. Bynum aveva reso questi Lakers una contender. Partiamo da un presupposto: con Andrew in campo i gialloviola sono molto forti.
Sostanzialmente hanno un giocatore di post basso che la mette spesso, che recupera rimbalzi offensivi con estrema facilità e che tende a correre come un gazzella anche quando il ritmo si alza. In difesa però il giovane centro ha mostrato ancora molti limiti e troppo spesso si è adagiato sulla sua capacità di stoppare, permettendo troppo spesso facili penetrazioni agli avversari più scaltri. Almeno fino al match contro New Orleans dove Bynum ha mostrato più abnegazione difensiva rispetto alle precedenti uscite, stoppando non con le mani, ma con il fisico sia Chris Paul che Tyson Chandler. Un vero peccato l'infortunio al ginocchio.
Parlare di statistiche a questo punto ci sembra inopportuno. I Lakers di Bynum erano una cosa, quelli di Brown saranno un'altra cosa. E neanche bisogna prendere come punto di riferimento il match contro i Seattle Sonics. Quella partita, che ha visto Kobe Bryant tirare 44 volte in 42 minuti segnando 48 punti, è stata un "unicum". Proprio il giorno della partita l'attenzione di tutti era alla clinica in cui Bynum si è sottoposto a risonanza magnetica e al bollettino medico che ha sancito le otto settimane di convalescenza. Non c'è stato tempo per preparare il match né da un punto di vista tattico, né da un punto di vista psicologico, considerando soprattutto il fatto che si veniva dalla partita contro Memphis in cui Bynum si era infortunato ammutolendo l'intero Staples Center.
Molto probabilmente Phil Jackson ha dato il suo "ok" a Bryant per vincere il match con molti tiri da parte del 24, togliendo da subito le castagne dal fuoco. Purtroppo il nove volte campione NBA non aveva considerato che i Lakers, in difesa, sarebbero stati molto peggiori rispetto alle previsioni e solo la benedetta sorte ha premiato proprio negli ultimi secondi dell'overtime questo tipo di scelta.
La partita che secondo me deve essere presa come punto di riferimento per ragionare sui Lakers "di Brown" è quella contro i Detroit Pistons, dello scorso 16 novembre, come i più attenti di voi ricorderanno sicuramente. In quella partita non solo i gialloviola hanno steso una delle squadre più forti della Lega, ma hanno giocato con Kwame Brown sin dalla palla a due. Alla fine Bryant si è preso solo 18 tiri, non 44. Odom 15, Fisher 12, Farmar 10 e Radmanovic 10. Bynum 11, ma non giocò Turiaf, infortunato alla caviglia.
In quella partita Lamarvellous è diventato seconda, se non prima, scelta offensiva (25 punti a referto, massimo in stagione), garantendo comunque anche un ottimo lavoro a rimbalzo (15 totali di cui 6 offensivi). Se i Lakers vorranno avere qualche chance in più di limitare i danni in attesa del ritorno del loro centro titolare, dovranno giocare in quel modo. Non Bryant dipendenti, ma, paradossalmente, Lamar dipendenti, o comunque "panchina dipendenti" se mi passate il termine. Tutti dovranno alzare il loro livello di gioco e, soprattutto, si dovrà giocare di squadra.
Da un certo punto di vista, l'assenza di Bynum testerà i Lakers in ottica playoff. Possono questi Lakers essere comunque vincenti come sistema? Possono essere questi Lakers affidabili anche senza il loro secondo miglior giocatore? Se la risposta a queste domande sarà si avremo una squadra da titolo e il ritorno di Bynum non farà altro che rinsaldare ancora di più questa convinzione.
I SINGOLI
Anche in questo report non può mancare la classica rubrica dei "promossi e bocciati" che meglio di ogni altra cosa può far rendere conto sull'andamento della stagione gialloviola.
Promossi
Bryant 8,5: In questo periodo, a parte qualche eccezione, non sta tirando molto bene. 8/22 contro Memphis in trasferta, 10/25 nel match di ritorno e 21/44 nella partita contro Seattle. Eppure sta dimostrando, ancora una volta, di essere il migliore. Si prende sulle proprie spalle tutte le responsabilità del mondo dopo l'infortunio ad Andrew Bynum e decide, con concessione di Jackson annessa, di portare a casa il match contro Seattle. Mette dentro il tiro della vittoria e dà ai Lakers la testa della Western Conference dopo quattro anni di attesa. In stagione tira con il 44% dal campo, il 34% da tre e l'85% ai liberi. Raccoglie 5,8 rimbalzi a partita e infila in ogni caso 5 assist di media. Numeri da MVP. Ad oggi nessuna discussione su chi sia il Most Valuable Player Leader.
Bynum 8+: Non ci voleva l'infortunio. Stava giocando una stagione fantastica. Stava aumentando il suo apporto offensivo ed i compagni credevano sempre di più nelle sue capacità di gestire il pallone. Perfettamente inserito nel triangolo, in attacco era una sentenza. Secondo giocatore con più schiacciate della Lega dopo Dwight Howard, convertiva a canestro il 63% dei suoi tiri, mettendo in mostra anche tocchi di palla e movimenti spalle a canestro impressionanti. In difesa mostrava ancora qualche lacuna, ma il suo corpaccione intimidiva anche il più impavido dei penetratori. Starà fuori per due mesi, ma la riabilitazione è già cominciata Brillante.
Phil Jackson 8: Ora è tutto chiaro. Phil Jackson aveva capito già ad inizio stagione quale sarebbe stato il suo destino. Gli è bastato dare un'occhiata a Bynum il primo giorno di raduno e aver fatto una chiacchierata con Kareem Abdul Jabbar sulle qualità del ragazzo. Ha capito di avere di nuovo in mano due giocatori pazzeschi. Lui e Bryant. A quel punto rifirmare il contratto era solo una formalità . Porta in cima alla Western Conference una squadra che alla vigilia veniva considerata pura spazzatura da primo turno. Inoltre quest'anno sta allenando per davvero e reagisce con molta più convinzione ad ogni errore gialloviola. L'uomo con il farfallino ci crede davvero in questa squadra. D'altronde non si vincono nove anelli per caso. Vecchia volpe.
Fisher 7,5: Ok, fermiamoci un attimo ad applaudire questo giocatore. In difesa, soprattutto quando il fisico lo segue ancora, è difficile da superare, in attacco fa praticamente quello che vuole mettendo in cascina prestazione semplicemente strabilianti! Contro Philadelphia realizza 17 punti con 7/12 dal campo. Contro Indiana sono 22 con 6/13 dal campo e contro Memphis sono 26 (a soli tre punti dal massimo in carriera) con 10/11 dal campo. In stagione è sui 12 punti di media, ma soprattutto sono i momenti in cui li realizza, quelli di grande difficoltà , che ne fanno un giocatore assolutamente indispensabile per questi Lakers. Decisivo.
Ariza 7,5:L'uomo che insieme a Andrew Bynum ha cambiato questi Lakers. In difesa gioca un basket fantastico e quando è chiamato in causa fa un ottimo lavoro anche in attacco. Ha aggiustato il suo tiro dalla lunga distanza ed ad esempio contro Seattle gli è entrata una tripla nel finale del quarto periodo davvero niente male. È già fra i prediletti di Kobe Bryant che lo ritiene indispensabile per dare un determinato ritmo alla squadra. Bellissima la "reverse dunk" che Bryant gli serve con passaggio dietro la testa contro i Milwaukee Buks. Se diventa uomo da 10 punti di media i Lakers hanno trovato l'ala piccola per i prossimi dieci anni. Tenace.
Farmar 7:In netta crescita rispetto al passato report. È tornato quello di inizio stagione, quello che trovava con una certa continuità la via del canestro. Abilissimo nell'uno contro uno dimostra una forza nella parte superiore del corpo che gli permette di andare via alla maggior parte dei pari ruolo che si trova di fronte. Bellissima la sua tecnica di tiro, soprattutto dalla lunga distanza. In difesa deve ancora lavorare anche se già si vedono alcuni miglioramenti, soprattutto negli spostamenti laterali. Qualche volta dovrebbe provare a passare sopra i blocchi, piuttosto che girargli dietro, in modo da levare maggior spazio al tiratore avversario. Da segnalare anche la sua capacità di schiacciare. Convinto.
Turiaf 6,5: Nelle ultime partite è rientrato con la voglia di inizio stagione. Superato il brutto periodo dopo l'infortunio è tornato il giocatore generoso che conoscevamo, quello che si butta su tutti i palloni cercando di fare sempre la cosa giusta al momento giusto. Qualche volta ci mette addirittura troppa energia, ma è assolutamente comprensibile per un giocatore che fa dell'esplosività il suo marchio di fabbrica. Ha sviluppato un buon tiro dai cinque-sei metri e se messo in ritmo è letale. Molti miglioramenti anche in difesa dove spesso chiude la porta agli avversari con stoppate stereofoniche. Generoso.
Javaris Crittenton 6,5: Sta migliorando. Finalmente è impiegato all'interno della rotazione grazie soprattutto all'infortunio di Sasha Vujacic (schiena e caviglia). La miglior partita è quella contro Philadelphia dove realizza ben 19 punti con 7/9 dal campo. Bene anche nelle ultime due partite, quelle più difficili, garantendo ai Lakers punti assolutamente vitali per portare a casa entrambi i match: 7 contro Memphis, 8 ai Sonics. Un'addizione fondamentale per i Lakers, soprattutto considerando che Javaris non teme assolutamente niente e nessuno. Neanche la paura di sbagliare lo ferma. Coraggioso.
Lamar Odom 6,5: Intendiamoci: questo è il giocatore che può sostenere i Lakers fino a quando non rientrerà Bynum. Fino al momento dell'infortunio aveva trovato la propria dimensione di terzo violino. Il giocatore a cui non si chiede di segnare tanti punti, ma che invece è destinato al grande lavoro a rimbalzo e a mettere in piedi le classiche "intangibles" che portano una squadra ad eccellere. Nelle ultime sei partite ha messo a referto la doppia cifra a rimbalzo in cinque occasioni mancandola solo contro New Orleans. Segna sempre troppi pochi punti, anche da terzo violino, figuriamoci da secondo. I Lakers hanno bisogno di un Lamarvellous formato Detroit Pistons (25+15) per sperare di restare ancorati al primo posto della Western Conference. Timoroso.
Cobe Karl 6: Non fa molto, ma entra in campo e cerca di dare il suo contributo. Si è guadagnato il suo contrattino garantito da 400.000 dollari e nel match contro New Orleans mette anche cinque punti a referto. Le qualità ci sono, questo è ovvio, ma attualmente è ancora troppo acerbo per entrare nella rotazione. Intanto può continuare a farsi le ossa in D-League, ma il sei nel pagellone se lo merita tutto. Encomiabile.
Bocciati
Luke Walton 5: I Lakers stanno soffrendo tantissimo gli alti e bassi di Walton. L'aspetto su cui il figlio del grande Bill deve migliorare è quello difensivo, contribuendo molto di più non solo sulle rotazioni, ma anche a livello di pressing e di tenere materialmente il suo avversario, cosa che fino ad oggi non è accaduta praticamente mai. Altro aspetto sul quale deve migliorare sono le palle perse. Troppe. In alcuni casi dovute a penetrazioni o movimenti spalle a canestro che poco hanno a che vedere con il triangolo. Sufficiente la sua partita contro Seattle, che testimonia un miglioramento della condizione di forma. Al tiro deve trovare maggior continuità . Anonimo
Kwame Brown: 5 Ora tutta la responsabilità pesa sulle sue spalle. Dopo l'infortunio a Bynum i Lakers dipendono interamente dalle sue mani (piccole). La verità è che Kwame, anche nei suoi momenti migliori, non potrà mai essere dominante. Soprattutto in attacco dove anche un Collins qualsiasi lo scherza a piacimento. Collins, non Duncan. Fatto sta che ora i Lakers dovranno fare fede su di lui, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto difensivo. Fino al ko di Andrew, nel suo ruolo di back-up non stava facendo bene. Non entrava mai nel ritmo gara e aveva l'unico compito di dare un po' di fiato al centro ventenne. Ora dovrà cambiare questa sua attitudine, giocando da subito ad alti livelli. Per i Lakers sarebbe perfetto avere il giocatore che i gialloviola ammirarono nell'appassionante primo turno contro i Phoenix Suns. Speriamo non resti solo una chimera. Sciagurato, per ora"
Ingiudicabili
Chris Mihm: NG
Vladimir Radmanovic: NG
Sasha Vujacic: NG
IL CALENDARIO
Nei prossimi giorni il calendario per i Los Angeles diventerà infuocato. E di certo l'infortunio ad Andrew Bynum non poteva capitare in un momento peggiore. In rapida successione i lacustri affronteranno, con l'esclusione dei New York Knicks, avversari che in ottica anello NBA potranno tutte svolgere un ruolo di primo piano. E proprio dopo il match contro i Knicks avrà inizio il più lungo viaggio ad est che la franchigia possa ricordare da cinquant'anni a questa parte: nove trasferte consecutive, roba che non si vedeva dal 1960. L'appuntamento con tutti i tifosi gialloviola e non, è subito dopo il back-to-back contro i Detroit Pistons e i Toronto Raptors, prime due delle nove trasferte che ci diranno la verità sui Lakers 2008.
Giovedì 17 gennaio: Los Angeles Lakers - Phoenix Suns = 98-106 (L)
Lunedì 21 gennaio: Los Angeles Lakers - Denver Nuggets = 116-99 (W)
Mercoledì 23 gennaio: San Antonio Spurs - Los Angeles Lakers = 103-91 (L)
Venerdì 25 gennaio: Dallas Mavericks - Los Angeles Lakers = 112-105 (L)
Domenica 27 gennaio: Los Angeles Lakers - Cleveland Cavaliers = 95-98 (L)
Martedì 29 gennaio: Los Angeles Lakers - New York Knikcs = 120-109 (W)
Giovedì 31 gennaio: Detroit Pistons – Los Angeles Lakers = 90-89 (L)
Venerdì 1 febbraio: Toronto Raptors – Los Angeles Lakers = 101-121 (W)
Stay tuned