Non è bastato un Jermaine O'Neal in grande forma per concludere positivamente il viaggio ad Ovest
Per i Pacers un viaggio nella Western Conference che non ha portato buoni risultati. Nel complesso è arrivata solamente una vittoria sul campo dei Kings, a dispetto di brutte sconfitte come contro i Lakers e i Jazz o di partite perse al fotofinish come Phoenix e Golden State. “E' dura, ma ultimamente non abbiamo fatto abbastanza per vincere le partite“. Ha detto Mike Dunleavy.
Nel frattempo di cose ne sono successe. Ad esempio David Harrison ha ricevuto una sospensione dalla lega per 5 partite, in quanto è risultato positivo ad un controllo di marijuana per la terza volta in carriera e potrebbe rientrare solo il 23 gennaio contro Chicago. L'ennesima "sfortuna" di una non invidiabile carriera per Harrison, ormai all'ultimo anno di contratto con i Pacers che difficilmente gli rinnoverà (si è parlato addirittura di un taglio anticipato visto l'accaduto). Il giocatore comunque sta continuando ad allenarsi col resto del gruppo.
Sono successi anche dei cambiamenti. Dopo la disfatta di Utah (chiaramente la più brutta partita giocata dai Pacers in questa stagione), Jim O'Brien aveva dichiarato che per l'apprendimento del suo sistema di gioco fosse necessario del tempo, facendo dei parallelismi tra questi Pacers e le squadre che ha allenato.
“La mia Boston e la mia Philadelphia neanche partirono particolarmente bene, specialmente in difesa” – ha affermato il coach – “Ho detto esattamente questo ai miei giocatori. Al momento non stiamo eseguendo le cose per cui abbiamo lavorato fino ad ora“.
Nella partita successiva, vuoi il tipo di squadra che si affrontava o vuoi una chiara bocciatura ai lunghi del roster (Murphy in testa), contro i Suns si è passati al quintetto piccolo con Jermaine O'Neal a fare il centro e l'introduzione di Kareem Rush come guardia tiratrice, retrocedendo Troy Murphy in panchina, scartando Ike Diogu, dimezzando i minuti di Jeff Foster (ad oggi uno dei migliori) e rivalutando invece dei giocatori quali Shawne Williams e Travis Diener.
Con lo "small lineup" si sono visti dei Pacers migliori, che hanno saputo ben correre sul campo ma che contro degli ormai maestri del campo aperto come Warriors e Suns hanno dovuto arrendersi nei momenti topici.
"Stiamo provando a cercare dei lineup che ci possano far vincere con consisitenza" – ha detto il coach O'Brien riguardo i cambiamenti – "Le nostre ali di partenza (Dunleavy e Granger) sono alti rispettivamente 2,06 e 2,03 e abbiamo bisogno che sfruttino la loro rapidità , questa è la ragione per cui siamo passati col quintetto piccolo. Per gli avversari è più difficile marcarci rispetto a quando giochiami con due lunghi di ruolo".
Nella sconfitta contro i Jazz per 111-89 invece Indiana si è arresa troppo presto, nonostante il rientro di Jamaal Tinsley dopo 5 partite di stop. Bastavano già i primi 16 minuti per creare un grande varco tra le due squadre (ben 28 punti di svantaggio) con 13 palle perse e appena 7 canestri dal campo. “Loro hanno subito preso un grande vantaggio nel primo quarto e noi non siamo mai riusciti a ricucirlo” - diceva a fine gara un amareggiato O'Brien – “Ci hanno battutto in tutti gli aspetti della gara e 26 palle perse non sono ammissibili per vincere una partita".
Quella di Salt Lake City è considerata la peggiore partita dei Pacers perchè il team è apparso abbastanza rinunciatario e incapace di reagire allo strapotere degli avversari. Addirittura a fine partita anche la rabbia di Larry Bird veniva fuori, minacciando di non essere sicuro che il roster rimarrà invariato prima del 21 febbraio, ultimo giorno utile per organizzare degli scambi.
“Faremo qualcosa? Non lo so” – le parole di Bird – “Naturalmente le squadre stanno cercando di migliorare i loro roster, non abbiamo ancora discusso di trade, ma non si sa mai“. Il problema di questa squadra secondo Bird è l'inconsistenza. “Non stiamo giocando con la consistenza che vorrei vedere” – Continua Bird – “Facciamo bene per due quarti e mezzo, tre quarti, ma poi non facciamo il passo decisivo. La difesa non sta giocando bene e concediamo troppi canestri“.
Altra squadra quella vista a Phoenix dove la sconfitta per 129-122 avveniva dopo un tempo supplementare e dopo aver avuto addirittura un vantaggio di 16 punti nel terzo quarto. “Lo sforzo è stato grande” – le parole di O'Brien – “E' un peccato aver perso, penso che ce la siamo giocata". Indiana falliva gli ultimi 11 tiri tentati realizzando solamente 1 punto negli ultimi 5 minuti e mezzo, addirittura Tinsley prendeva 13 degli ultimi 14 tiri della squadra.
Senza O'Neal per la settima volta in questa stagione, il quintetto piccolo veniva completato da Jeff Foster e lanciava lo swingman Shawne Wiiliams, autore di 22 punti in 29 minuti uscendo dalla panchina grazia ad un ottimo 9-12 al tiro. Con un gioco più veloce, Williams è esploso dando tanto atletismo, segnando dal perimetro e difendendo anche in post.
Nelle precedenti 14 uscite Willams aveva giocato appena 83 minuti. “Sento che col quintetto piccolo posso guadagnare sempre più minuti” - ha detto Williams – “Ognuno vuole sempre giocare di più, ma sono più felice se centriamo le vittorie“.
Nell'unica vittoria di questo tour, ottenuta all'Arco Arena di Sacramento per 111-105 emergeva finalmente Travis Diener che realizzava il suo massimo in carriera con 19 punti figli di un ottimo 5-7 nelle triple, interrompendo una striscia di 7 sconfitte consecutive in trasferta. “Le opportunità per me non sono state moltissime in questa stagione” – diceva Diener – “Ho avuto buoni tiri a disposizione, ma la cosa importante è che abbiamo interrotto la striscia negativa“.
Sette giocatori raggiungevano la doppia cifra, guidati anche dai 23 punti di Dunleavy, protagonista nel finale. Proprio quest'ultimo era il bersaglio preferito del pubblico della Oracle Arena il giorno dopo, dove i Pacers hanno buttato via una vittoria che le toccava in quanto aveva condotto per tutta la gara.
Alla fine contro Golden State l'ennesima sconfitta è arrivata per 106-101, dopo aver avuto 19 punti di vantaggio nel primo tempo e 11 sul finire del terzo quarto.
I Pacers correvano quanto i Warriors, ma anche con una grande prestazione da parte di Jermaine O'Neal (autore di 27 punti tirando 11-19 dal campo, 9 rimbalzi e ben 6 stoppate) non riuscivano a contenere il duo Davis-Ellis che realizzava 56 punti, a fronte delle guardie gialloblu Tinsley-Rush con appena 11.
Ma sono diventate purtroppo una costante per i Pacers le palle perse, ancora una volta determinante per la sconfitta. “Le palle perse ci hanno condizionato ancora una volta. Abbiamo col 48% dal campo e concedendo il 41% agli avversari rovinando tutto con le palle perse, questa è la ragione della nostra sconfitta". Il commento del coach.
Gli ex Jackson e Harrington non giocavano una grande partita, specialmente il primo, confezionavano insieme un 10-34 dal campo. Mike Dunleavy da ex fischiatissimo non era molto continuo ma alla fine si faceva sentire con 18 punti, 10 rimbalzi e 7 assists. “E' arrivato a 3 assists dal realizzare una tripla doppia. Ha giocato una buonissima partita ed è stata una straordinaria addizione a questo team, non lo scambierei con nessuno“. Le parole di stima del coach.
Golden State e Sacramento rigiocheranno con i Pacers alla Conseco Fieldhouse, per le uniche partite di questa settimana che vi racconteremo nel prossimo report.