La ricostruzione dei TWolves

L'unico denominatore comune della breve carriera di Al Jefferson è costituito dalle sconfitte…

Estate 2007: fine di un ciclo. La dirigenza dei Minnesota Timberwolves è obbligata a scambiare Kevin Garnett, l'uomo franchigia, colui che contende a Tim Duncan e Dirk Nowitzki il titolo di migliore ala forte dell'NBA, con lo stesso Duncan forse il più completo lungo attuale.

Come si è arrivati a ciò? Senza sprecare troppe parole, con una serie di errori, sopratutto compiuti dal GM Kevin McHale, che hanno via via impoverito la rosa dei giocatori, con la sostituzione di giocatori esperti ma molto validi, come Cassel, Sprewell, Gugliotta, con giocatori più giovani ma meno validi e, soprattutto, con contratti pesanti, lunghi e non scambiabili, oltretutto poco adatti a giocare insieme, con la scelta sbagliata degli allenatori, non idonei al compito ed alla rosa affidatagli.

Probabilmente si poteva far meglio anche nello scambio di Garnett, non tanto nella scelta della controparte, i Celtics infatti avevano sia giovani interessanti che scelte al draft che contratti in scadenza, ma nella scelta della contropartita, che probabilmente si limiterà  ad Al Jefferson (che ha già  strappato un contratto molto munifico), la scelta nel draft 2008 precedentemente gettata dal GM McHale e circa 10 milioni di spazio salariale.

L'allenatore Wittman è inesperto ed attualmente inadatto ad una franchigia ambiziosa, ma potrebbe rivelarsi adatto ad una squadra in ricostruzione. Il dubbio è che la stessa cosa si poteva dire per il silurato Casey; se si voleva puntare in alto giusto cacciarlo, ma se si voleva cedere Garnett e rifondare si sarebbe meritato una nuova possibilità .
I pochi veterani rimasti sono abbastanza deludenti nel rendimento, ma sono tutti pressoché impossibili da scambiare, a causa di contratti lunghi ed omerosi.

Tralascio l'analisi delle singole partite, mi limito a ricordare che solamente 5 sono state vinte dai Wolves, una sola vittoria nel 2008, con il peggiore attacco della NBA ed una difesa migliore solamente di quella dei Warriors, dei Sonics, dei Pacers, dei Knicks e dei Nuggets, in quanto mi sembra che le nude cifre siano molto indicative della reale forza attuale della squadra che sperava di riportare a Minneapolis i fasti dei Lakers di George Mikan. L'unico obiettivo possibile è, con tutta evidenza, la prima scelta assoluta al draft.

Esaminiamo piuttosto la rosa ed le sue prospettive future.

Reparto guardie: i tre giocatori su cui Wittman e McHale sembrano voler puntare sono McCants, Foye e Telfair, che però è in scadenza di contratto ed ha rifiutato un rinnovo a cifre da Mid Level Exeption (più o meno $ 5 milioni all'anno).

Resterà  ovviamente anche Jaric, per via del suo contratto pesantissimo, anche se sia lui che i Wolves sembrano scontenti. Il mix però non sembra ottimale, in quanto McCants è un buon tiratore, sta lentamente trovando una propria dimensione, ma al momento è troppo specialista e troppo concentrato nella fase offensiva, Foye e Telfair ad ora sono buoni portatori di palla, con un tiro ondivago, discreti realizzatori, ma inadatti a dirigere il gioco e cattivi difensori.

Jaric è più regista di loro e migliore difensore, gioca tanto, ha le cifre migliori della carriera, ma non sembra coinvolto più di tanto e sembra non vedere l'ora di cambiare aria. Foye è stato a lungo assente per un guaio al ginocchio, ma si spera che in questi gorni possa tornare ad allenarsi. Nel frattempo, tanti minuti per Telfair, che a volte ha fatto buon uso di questo tempo in più sul campo, a volte meno, dimostrandosi un tiratore appena accettabile, nullo dalla linea dei tre punti, un discreto portatore di palla, soprattutto un'ottima spalla per Jefferson, cui serve palla sotto spesso e con continuità , ma assolutamente insufficiente in difesa ed ancora scarso nelle letture e nel dettare il ritmo.

Reparto ali: oltre ad Al Jefferson, che dovrebbe essere la pietra angolare della nuova squadra, trovano spazio il rookie Corey Brewer, buon talento ancora molto acerbo, pochi punti con scarse percentuali, a sorpresa Gomes, con il suo contratto in scadenza e la sua poca voglia di rinnovare in Minnesota, ed i veterani Bruckner e Walker, di cui solo il secondo è stato di buon livello, nessuno dei due oggi sembra essere un giocatore all'altezza e, soprattutto, a quasi 32 anni non sembrano essere giocatori su cui puntare per il futuro. Craig Smith invece sta trovando spazio da ala forte, dimostrandosi uno dei più energici e vogliosi della squadra, con tutti i suoi limiti.

Gerald Green ad oggi è ai margini delle rotazioni, a causa della sua scarsissima visione di gioco e della mancanza di alcuni fondamentali, Chris Richard sembrava nella stessa scomoda situazione, anche se lentamente sta trovando più spazio , visto l'esiguo numero di lunghi a disposizione e visto che a fianco di Big Al potrebbe anche risultare spalla idonea.

Reparto centri: meglio sorvolare. Le cose migliori le stiamo vedendo con Al Jefferson impiegato centro e Chris Richard dalla panca, ali forti adattate.

Le poche certezze sono quindi per il momento Al Jefferson, Randy Foye, Corey Brewer e Rashard McCants, poco per una eventuale ricostruzione ed oltretutto dubbi come valore assoluto.
McCants ha fatto vedere buone cose da tiratore puro, ma ha anche dimostrato di essere leggero in difesa e di avere poche cartucce nel suo cinturone, anche se di ottime qualità . Per ora è uno specialista.

Brewer al suo esordio sembra già  essere uno dei giocatori con migliore comprensione del gioco, forse è già  il miglior difensore, ma è ancora limitato in attacco, ha percentuali veramente da correggere, deve lavorare molto sul tiro ed è rivedibile quando mette palla a terra.

Foye è al momento la classica guardia nel corpo di un play, come tanti altri giocatori in NBA, anche se ha ottime potenzialità . Deve però migliorare tantissimo nella conduzione della squadra ed in fase difensiva, nonchè migliorare le scelte di tiro.

Al Jefferson è già  il miglior giocatore dei Timberwolves, l'unico veramente con grandi potenzialità , purtroppo però è per ora il classico "borderline all star", cioè un giocatore vicino ad essere una stella di prima grandezza, ma lo diventerà  mai?

Per ora è già  un buonissimo attaccante, molto pericoloso per qualsiasi difesa, un lungo da 20 punti e 10 rimbalzi (anzi, 12! Quinto rimbalzista della NBA!) ma non ha un gioco abbastanza perimetrale per essere una vera ala forte moderna e gli manca il gioco spalle a canestro per giocare centro; condiziona quindi troppo la squadra. Se aggiungiamo la pochezza difensiva abbiamo un quadro dei dubbi che lo circondano.

Tutti gli altri o sono già  condannati a restare ai margini fino ad essere scambiati o al ruolo di comprimari.

Quattro giocatori su cui puntare, due o tre comprimari, qualche veterano con contratto pesante. Non è molto come base da cui partire. Vero che nell'estate del 2009 ci sarà  spazio salariale per firmare almeno due free agents di buon livello, ma è anche vero che se non verranno sfruttati al meglio i prossimi due draft e non verranno aggiunti uno o due veterani che possano guidare la truppa dei giovani non sarà  assolutamente sufficiente.

Oltretutto il gioco non sembra decollare, ci sono pochi momenti in cui i Wolves sembrano veramente una squadra, per la maggior parte del tempo in attacco puntano sulle iniziative personali, sul pick&roll, sulla palla sotto per Big Al, il lungo che in assoluto tenta più tiri di tutta l'NBA, con 17,4 tentativi, settimo in assoluto per tiri presi, dopo Joe Johnson, Baron Davis ed i primi quattro della classifica dei realizzatori (James, Bryant, Iverson ed Anthony).

Se in attacco il gioco è frammentario lento, ripetitivo ed i punti segnati sono pochi, la difesa è un colabrodo, tanto è vero che c'è il peggior differenziale fra punti fatti e subiti di tutta la lega.
Non a caso il sito di ESPN lanciava una ironica ricerca dei peggiori GM della NBA, definendola la ricerca del peggior GM "Non named Kevin McHale".

Anche l'ex lungo dei Celtics avrà  modo di maturare, ma se non lo farà  rapidamente condannerà  la sua franchigia ad un lungo periodo di limbo o ad una nuova ricostruzione.

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