Il "pride" di Paul Pierce si nota anche da come tiene in evidenza il nome sulla maglia
Ormai le sconfitte per i Celtics sono così rare che è necessario segnalarle nel titolo per farle notare, altrimenti si perderebbero nel mare del buon gioco e dei record di ogni tempo battuti od eguagliati. Impossibile non felicitarsi della vittoria contro Detroit, una delle principali contendenti alla finale NBA.
Risultati
Boston Celtics @ Detroit Pistons W 92-85
Charlotte Bobcats @ Boston Celtics L 95-83
Boston Celtics @ New Jersey Nets W 86-77
Commento
Inizialmente uno scettico si sarebbe domandato se quello che ancora non era definito il PGA Tour potesse giocare assieme con efficacia.
Una volta che ha visto che la loro contemporanea presenza era proficua, lo scettico si è meravigliato ed è passato al calendario, ma alle prime partite seguite da altrettante vittorie ha iniziato a preoccuparsi e voleva vedere quando sarebbe arrivata la prima trasferta ad ovest.
Dopo il 4 a 0 di fine anno, in pieno panico, il nostro scettico si domandava se i Celtics potessero battere i Pistons a casa loro dopo che hanno vinto a Boston.
La domanda che ci facciamo tutti ora è: lo scettico è ancora scettico? Purtroppo non avremo mai una risposta, perché nel frattempo si sarà riciclato in "l'avevo detto io" oppure rimane in silenzio per uscire allo scoperto in caso di due sconfitte consecutive, se mai arriveranno.
L'attenzione mediatica per la sfida contro Detroit è stata altissima, si parlava apertamente di gara-2 di un'ipotetica serie di 3 gare (tante solo le sfide tra le due squadre nella stagione regolare), come se fosse quasi dato per scontato che sarebbe stata un'anticipazione di una finale ad est ai play-off.
In effetti i Celtics ed i Pistons sono le due squadre nettamente più in forma dell'Eastern Conference ed in campo lo hanno dimostrato appieno con uno spettacolo estremamente gratificante, soprattutto per i palati fini.
La sconfitta contro i Bobcats è stata soltanto un incidente di percorso, sempre possibile con 82 partite da affrontare con un ritmo tutt'altro che tranquillo. La cosa curiosa è che gli avversari provenivano da una striscia di 1-11 in trasferta e già nella precedente sfida i Celtics sono stati messi in grave difficoltà , salvati da una provvidenziale deviazione di House e di un immediato tiro da tre di Ray Allen con il cronometro che scadeva durante l'arco del tiro.
La successiva vittoria contro New Jersey è stata giocata inizialmente in modo molto contratto, ma poi nel quarto decisivo l'allungo dei biancoverdi è stato decisivo per chiudere la partita e la settimana in modo positivo.
Come dice giustamente Dan Peterson, ci sono giocatori da primi tre quarti e giocatori da ultimo quarto, chiaramente quelli più bravi appartengono alla seconda categoria. Ma chi ha segnato 16 dei suoi 20 punti nel decisivo ultimo quarto contro la seconda squadra più in forma della Lega, può ritenersi da seconda categoria? Verrebbe da dire di si, però come tutti noi sappiamo una rondine non fa primavera, quindi attendiamo da Glen Davis altre rondini che possano farci gioire di aver visto un giocatore che può essere utile alla causa biancoverde proprio nei momenti più importanti delle partite.
A dire la verità molti dei suoi canestri li deve alla bravura del PGA Tour (ed il particolare a Pierce) che si attirava i raddoppi e poi scaricava al nostro Davis, ma sarebbe troppo semplicistico ridurre i meriti del giocatore, che se non si fosse trovato pronto neanche gli sarebbero arrivati quei palloni. Obiettivamente non è la prima volta che Big Baby si mette in mostra e questo non può che andare a suo vantaggio in un eventuale giudizio nei suoi confronti ma, come si sa, gli esami non finiscono mai e tocca a lui continuare a crescere e dimostrare di poter essere un giocatore da NBA in pianta stabile.
Come Davis, anche Posey, House, Tony Allen, addirittura Pollard hanno avuto delle giornate in cui hanno contribuito in maniera più o meno determinante alla vittoria del Celtics, con particolare attenzione per House e Posey, i due veterani tra le seconde linee.
Infortuni
Problemi al collo per Ray Allen gli hanno impedito di scendere in campo contro i Bobcats. Che non fosse nulla di grave è stato chiaro fin dall'inizio, con Doc Rivers che conferma che se fosse stata una gara di play-off il giocatore sarebbe sceso in campo, segno che l'assenza è dovuto più che altro a scrupolo che non ad un vero e proprio impedimento. Abbiamo anche saputo che è un problema che si porta dietro da un po' di tempo, ecco quindi spiegato il motivo per cui le sue medie quest'anno non sono eccezionali.
Problemi anche per Glen Davis, dolorante al ginocchio destro. Neanche per lui questi problemi fisici sono stati gravi, infatti una partita di riposo è stata sufficiente per fargli riprendere la forma fisica ottimale.
Per Rajon Rondo infine problemi alla schiena subiti durante la partita contro i Nets e che lo hanno costretto a lasciare anzitempo la contesa probabilmente lo terranno lontano da parquet in qualche partita della settimana prossima.
Curiosità
Parliamo ancora di record: la sconfitta contro Charlotte ha permesso ai Celtics pareggiare la stagione 1959-60, in cui ci vollero 34 partite per essere la squadra più veloce a raggiungere le 30 vittorie, eppure senza la sconfitta contro Charlotte si sarebbe ritoccato anche questo record. Ma quello più significativo è il pareggio della migliore partenza della storia della franchigia, datata 1959-60, uguale al record attuale di 30 vinte e 4 perse. Da notare anche che i Celtics sono la nona squadra a raggiungere le 30 vittorie prima della quinta sconfitta. Continuiamo segnalando che la striscia attuale in trasferta dei Celtics è di 10 vittorie, il record assoluto dei biancoverdi è di 13 vittorie del lontano 1964-65, quindi raggiungibile. Finiamo coi record facendo notare che i 9 punti segnati da New Jersey nell'ultimo quarto è il più basso mai segnato in questa stagione dai Nets ed è il più basso fatto segnare dagli avversari dei Celtics sempre dallo scorso novembre.
Il 10 gennaio scorso era una data importante per Leon Powe. Questa scadenza stabilita dalla Lega decreta che ogni contratto parziale di giocatori ancora in essere nelle rispettive squadre si trasforma automaticamente in contratto garantito fino alla fine della stagione, e l'unico Celtics nelle condizioni ideali per usufruire di questa scadenza era proprio Powe. Finora il giocatore ha incassato 200mila dei 687mila dollari totali stagionali e la scadenza è passata senza che i Celtics facessero nulla, quindi Powe rimarrà ancora in roster fino a fine stagione. Per la prossima il contratto di 797mila dollari sarà garantito se non sarà lasciato andare entro il prossimo 15 luglio.
Il migliore della settimana
Per la prestazione mostre-di Davis contro Detroit il rookie entra di diritto nelle nomination da cui uscirà il vincitore del riconoscimento, ma poi nella successiva gara non entra neppure per infortunio e si riscatta contro New Jersey, senza però essere decisivo come due gare prima. Allora è necessario guardare ad altri giocatori, ma nessuno riesce a giocare tre partite consecutive di un certo livello, da segnalare un Perkins in palla tranne contro i Nets, un Posey attivo ed un House preciso tranne contro i Pistons. Tutto sommato, nonostante l'assenza contro i Bobcats, è corretto attribuire il riconoscimento a Glen Davis.
Classifica aggiornata:
3 Rajon Rondo
2 James Posey
1 Eddie House
1 Kendrick Perkins
1 Tony Allen
1 Glen Davis
I minuti del PGA Tour
I minuti non sono mai stati così differenti come questa settimana, basti solo sapere che Paul Pierce ha giocato con una media di oltre 40 minuti, mentre Garnett ne ha giocati solo 33. Discorso a parte per Allen perché, benché anche lui abbia giocato 33 minuti di media, l'ha fatto in sole due gare a causa dell'infortunio.
Questo differente minutaggio ha causato il deciso innalzamento della media minuti stagionale di Pierce, pari a 38,6 minuti a gara. Lo segue Allen con una distanza ancora bassa a 37,9, mentre Garnett scende al di sotto della soglia di tranquillità di 35 minuti, segnando una media di 34,9 minuti d'impiego.
Appuntamenti e classifiche
Il ritmo delle partite si fa frenetico e la settimana prossima saranno giocate ben quattro partite:
sabato 12 gennaio in trasferta contro Washington
lunedì 14 gennaio in casa contro Washington
mercoledì 16 gennaio in casa contro Portland
venerdì 18 gennaio in casa contro Philadelphia
La settimana prossima vedrà l'unica occasione per la stagione di vedere due partite consecutive giocate contro la stessa squadra. È presumibile che i Celtics si assicurino la vittoria in entrambe le occasioni data l'assenza di Arenas, anche se un calo di rendimento può causare una sconfitta inaspettata, proprio com'è successo contro Charlotte.
In seguito si affronterà la sorprendente Portland, partita con l'handicap dell'infortunio ad Oden ed invece ora combatte per la testa della Northwest Division. Sarà anche l'occasione per rivedere la nostra vecchia conoscenza LaFrentz e quei due giocatori che sono stati dei Celtics per qualche secondo agli ultimi due draft: Taurean Green e Brandon Roy. Per finire una partita relativamente facile contro Philadelphia.
Questa settimana ci sono tutti gli ingredienti per poter ottenere un bel 4 a 0, condizione indispensabile però è quella di tenere sempre alta la concentrazione, e sappiamo bene che non è facile.
La classifica non vede differenze rispetto al solito: Celtics sempre primi con un record dell'88% e tutti gli altri ad inseguire a debita distanza, ma mentre ad est Detroit riesce a limitare i danni con un numero di sconfitte ancora in singola cifra e vittorie vicine alle 30 (75%), ad ovest un certo livellamento in alto vede 5 squadre molto vicine tra di loro ma decisamente distanti dai Celtics, con percentuali di vittoria sotto al 70%.
A risentirci.