Le prospettive dei Sonics

Alcuni lampi di Durant sono assolutamente accecanti…

I Seattle Supersonics sono in piena corsa per la prima scelta assoluta al draft, esattamente come lo scorso anno, in una annata che sta regalando più delusioni che vittorie.
Nulla di nuovo sul fronte (nord)occidentale, si potrebbe dire.
In realtà  non è proprio così, anzi, è esattamente il contrario.

Solo pochi anni fa i Sonics, di proprietà  della prospera catena di caffetterie Starbucks, erano guidati dal coach McMillan, avevano come stelle in campo Ray Allen e Rashard Lewis, dei bianchi leggeri fisicamente (anche se alti per il ruolo) come Ridnour, Collison e Radmanovic, che si erano rivelati adattissimi al gioco veloce dei gialloverdi ed i play off erano assicurati, anche se le ambizioni erano maggiori. Oggi tutto è cambiato.

Nuova proprietà , l'industriale Clay Bennet, che proviene dal centro degli Stati uniti, da quel profondo cuore agricolo, si sospetta voglia trasferire quanto prima la squadra a Oklahoma City, più di mezza rosa è cambiata, tutte le stelle sono partite verso altri lidi, sono restati solo quei giocatori con qualcosa da dimostrare, come Ridnour, Wilcox e Collison, o reduci da infortuni, come Swift.

Il nuovo GM Sam Presti ha chiamato come allenatore coach Peter Carlesimo, il quale torna alla panchina dopo il famoso tentativo di strangolamento da parte di Spreewell, ormai diversi anni fa, anni trascorsi nella qualità  di assistente nientepopodimeno che di Popovich a San Antonio.

Era famoso per la sua abilità  ad organizzare la difesa, risultato: seconda peggiore difesa della NBA, con 104 punti subiti ad allacciata di scarpe, migliore solamente di quella dei Golden State Warriors. I quali però segnano 10 punti in più a partita. L'attacco in compenso è nella piena media NBA, con 98 punti segnati di media, senza particolari picchi.

Il risultato sono 9 partite vinte su 35 giocate, 10 partite vinte in meno della ottava all'ovest, nessuna possibilità  di raggiungere i play off, mediocrità  assoluta.

I nuovi veterani arrivati, Wally Szczerbiak e Kurt Thomas, per ora non stanno rendendo secondo le aspettative, Wilkins e Watson non stanno riuscendo a compiere il salto di qualità  di cui ci sarebbe bisogno, Ridnour, Collison e Wilcox restano ottimi prospetti, ma non stanno riuscendo a migliorare la dove i loro difetti li rendono ancora inadatti per competere ad alto livello.
I tanti centri scelti al draft negli anni passati, Swift, Senè e Petro ancora sono giocatori da Development league. Teoricamente una situazione con poche uscite.

C'è però una cosa che fa ben sperare i tifosi gialloverdi. In estate la franchigia dello stato di Washington ha avuto la seconda scelta assoluta, che si è tramutata in Kevin Durant, il miglior attaccante del campionato universitario americano, apparentemente inarrestabile anche in NBA, un fuoriclasse designato se ce n'è uno.

La cessione di Ray Allen inoltre ha fruttato la quinta scelta, diventata Jeff Green, un'ala concreta, di buon talento, che potrebbe diventare a sua volta un ottimo giocatore. In estate c'erano grossi dubbi sulla convivenza sulle due prime scelte, che in teoria avrebbero dovuto giocare entrambi nel ruolo di ala piccola.

Invece Kevin Durant sta giocando addirittura guardia, ruolo impensabile in estate, vista le sua ragguardevole altezza, ed in fase offensiva si sta anche disimpegnando piuttosto bene. 20 punti, 4 rimbalzi e 2 assist in 33 minuti di utilizzo non sono certo i numeri che ci si aspettano da un rookie che da poco ha compiuto 19 anni.

Le scelte di tiro sono rivedibili, le percentuali devono essere migliorate, ancora coinvolge troppo poco i compagni, Kevin tende infatti a tirare tutto quello che gli capita per le mani. Tutti questi però sono limiti abbondantemente comprensibili in un ragazzo di quell'età , che fino a pochi mesi fa si confrontava solamente con studenti universitari, sarebbe strano se fosse già  attento come un veterano. Già  si sprecano i paragoni illustri, primo fra tutti quello con Tracy McGrady, altra guardia che supera di parecchio i due metri e risulta devastante in fase offensiva, vedremo se Kevin si dimostrerà  all'altezza di cotanti esempi.

I dubbi che lo riguardano sono tutti in fase difensiva, in quanto il filiforme lungagnone paga dazio con le atletiche ali che popolano l'NBA, a causa della sua potenza fisica ancora non adeguata, ma fatica anche con le guardie, che in buona parte lo battono in velocità .

Se il ragazzo si applicherà  i suoi limiti atletici possono essere superati con il lavoro, e se migliorerà  la sua applicazione difensiva troverà  in casa il maestro adatto per diventare un buon difensore, il coach Peter Carlesimo.

In attacco comunque, pur senza essere ancora all'altezza dei migliori, è già  un realizzatore di tutto rispetto, infatti è il 26° marcatore della NBA, anche se con 17 tiri tentati, una quantità  che provano solo i primi 10 realizzatori, oltre ad Al Jefferson, non a caso un giovane leader di un'altra franchigia in ricostruzione.

Green è ovviamente più indietro, non sembra possa mai diventare un realizzatore efficace come il suo compagno di squadra, ma si tratta di un giocatore veramente completo, buono sia in difesa che in attacco, discreto tiratore, attacca il ferro, buon atletismo, difende discretamente, è un buon passatore, soprattutto ha una grande visione di gioco, non ha punti deboli visibili.

Difficile dire se potrà  mai diventare una stella, dovrà  crescere e maturare in tutti gli aspetti del gioco, ma di giovani completi ed intelligenti come lui ce ne sono pochi in circolazione. Anzi, io non mi limiterei ai giovani, oggi in NBA di giocatori completi come lui ce ne sono pochi in assoluto.

Se aggiungiamo che dal 2009 ci sarà  un'enorme spazio salariale e che le prossime scelte al draft saranno comunque molto buone, le premesse per la ricostruzione potrebbero essere già  poste.

Intanto i primi miglioramenti già  si vedono: il mese di Dicembre è stato chiuso con 6 vittorie a fronte di 8 sconfitte, anche se il calendario non è stato difficile, e le due squadre leader della lega, i Celtics ed i Suns (contro i quali è stato inaugurato il nuovo anno) hanno dovuto sudare ben oltre il previsto per avere ragione dei giovanotti di Seattle.

Gli esperimenti di coach Carlesimo ormai riguardano solo la posizione di play, in cui vediamo magari Watson giocare per tre quarti e poi, nell'ultimo quarto, quello potenzialmente decisivo, Ridnour tenere il campo. Probabilmente ciò perché l'esperto allenatore crede che un buon difensore, con un discreto tiro piazzato, come Watson, sia più idoneo vicino ad un potenzialmente grande attaccante, rivedibile però nella propria metacampo, come Durant; Ridnour però continua ad essere un regista più preciso ed attento, anche se i suoi difetti difensivi tendono a sommarsi a quelli di Kevin.

Fra i lunghi Thomas, Wilcox e Collison si stanno spartendo i minuti, lasciando le briciole all'ancora grezzo Petro, stanno anche dando un contributo accettabile, anche se non ancora all'altezza delle aspettative.

Il gioco è veloce e piacevole, ma ancora non si riesce a vedere una squadra ordinata, con una buona circolazione di palla, ed i Sonics tendono troppo ad appoggiarsi sulle esili spalle di Durant.

Se uniamo questo alle difficoltà  difensive si capisce quanto lungo è ancora il lavoro che aspetta Carlesimo, ma almeno il materiale umano su cui svolgere questo lavoro non sembra mancare.

Il momento è lontano, ma il giallo ed il verde potrebbero scacciare nel giro di qualche anno il grigio ed il nero attuali.

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