David Garrard, protagonista indiscusso nella bella stagione dei Jaguars
Lo storyboard della stagione è contro di loro, il clima e le statistiche di questi ultimi quattro mesi di football giocato anche, gli unici che faranno il tifo per i Jaguars, a conti fatti, saranno i tifosi delle altre trenta squadre NFL che guarderanno al match del Gilette Stadium con estremo interesse, nella speranza, nemmeno troppo convinta, che il vento caldo della Florida spazzi via le nebbie glaciali di Boston, causando la prima sconfitta stagionale ai Patriots, dominatori indiscussi di un torneo 2007 che volge verso l'epilogo, padri padroni incontrastati che hanno chiuso con 0 sconfitte, per la prima volta nella storia, la regular season.
Per fare questo Jacksonville dovrà utilizzare tutte le armi a propria disposizione, armi che una delle franchigie più giovani della lega ha scoperto di avere con l'avanzare della stagione, seguendo un tracciato iniziato nel 2006, quando dopo un draft che non pareva per nulla speciale si trovarono in casa, a sorpresa, un diamante grezzo, da crescere e coltivare con cura, quel Maurice Jones-Drew che si è ormai rivelato il valore aggiunto di questa squadra; il ragazzo venuto dalla California, precisamente da Oakland, ha concluso la sua seconda stagione tra i professionisti con 768 yards corse e 9 touchdown realizzati, laureandosi top scorer della squadra.
Fenomenale nelle ultime 20 yards, il numero 32 dei Jaguars ha ancora una volta stupito tutti, riprendendosi dopo una partenza zoppicante e alternandosi, dopo aver preso le dovute misure alle difese avversarie, con chi, il fenomeno, in questo 2007, lo ha fatto per davvero; stiamo parlando di Fred Taylor, trentunenne, tra pochi giorni, runningback che pare non invecchiare mai, e che dopo aver terminato un'altra stagione oltre le 1,000 yards corse, 1,202, si è visto di nuovo escludere, inspiegabilmente, dal Pro Bowl, la passerella hawaiiana in cui ogni anno scendono in campo i migliori giocatori della stagione appena conclusa.
Proprio in quest'ultima frase si cela l'incomprensione per la sua esclusione, soprattutto dopo che il veterano con la casacca numero 28 ha dimostrato di essere il vero trascinatore dei suoi Jaguars, insegnando a giocatori ben più considerati e pubblicizzati, come si corre su un campo da football; la sua stagione si può riassumere in 5 immagini, una per ogni partita, rigorosamente consecutiva, in cui ha superato le 100 yards su corsa, nel momento in cui un risultato del genere può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta, tra una stagione vincente ed una perdente, tra la gloria dei playoffs ed un mesto, tristissimo, ritorno a casa.
Bills, Colts, Panthers, Steelers, e Raiders, i nomi delle vittime designate dal prorompente finale di stagione del runningback da Florida, che ha dato del filo da torcere a tutte le difese incontrate, andando a segno in 4 delle sue ultime 5 partite di stagione regolare, ad esclusione, manco a dirlo, della trasferta di Indianapolis, contro la squadra di Peyton Manning, rivali divisionali che potrebbero trovarsi nuovamente di fronte al Championship AFC se riusciranno a centrare l'impresa; i campioni in carica sono stati la bestia nera di Jacksonville, causando 2 delle 4 sconfitte con cui i ragazzi di Del Rio si sono presentati ai playoffs.
Seconda squadra su corsa della nazione e quarta per touchdown segnati in stagione regolare, i Jaguars devono buona parte della loro crescita alle scelte, talvolta drastiche, operate dal loro head coach, che a differenza di molti suoi colleghi ha avuto coraggio nel farle, rischiando pure di essere paragonato ad un pazzo qualsiasi; Jack Del Rio con la decisione di rinunciare ad una prima scelta, Byron Leftwich, e promuovere il suo backup, David Garrard, ha di fatto stravolto la stagione dei suoi, apportando le modifiche necessarie per creare un passing game quantomeno credibile.
Numeri alla mano la promozione dell'ex quarterback di East Carolina è stato uno dei fattori determinanti per la realizzazione di questa stagione vincente, numeri che lo hanno di fatto incoronato giocatore più preciso della NFL, con il 64 % dei passaggi completati ed appena 3 intercetti lanciati; passando dalla sua "prima intesa" con Brussard ad una maturità che lo ha portato a coinvolgere tutti i ricevitori a sua disposizione, Garrard ha conquistato molta credibilità nella lega, dimostrando di essere il giocatore più adatto da inserire alla guida del sistema di Jacksonville, avvalorando anche quella stessa scelta fatta in preseason da Del Rio.
Con David al timone le vittorie sono arrivate e anche se non ha mai raggiunto le 300 yards su passaggio, cosa riuscita invece al suo backup Quinn Gray nell'ultima di regular season, ha mosso in maniera concreta ed efficace l'attacco, conquistando a sorpresa la maggior parte dei first down ottenuti dai Jaguars proprio su passaggio, cosa insolita con Leftwich nel backfield.
Grazie a Garrard è poi resuscitato anche Reggie Williams, tornato finalmente ad incidere, almeno in endzone, come faceva al college, quando con Washington si era rivelato uno dei migliori WR della nazione; non sarà certo un ricevitore copertina del calibro di Wayne, Harrison o Andrè Johnson, tanto per citare tre suoi rivali divisionali, ma i 10 TD segnati e le 629 yards ricevute, che lo hanno innalzato a leading receiver di JAX, sono state manna dal cielo per la sua squadra, sempre in affanno quando non poteva affidarsi a Jones-Drew per entrare nell'area di meta avversaria.
Area che nelle ultime settimane è stata raggiunta e perforata anche grazie ad un'altra rinascita, quella di Matt Jones, altra scommessa vinta da Del Rio che dopo averlo tenuto ai margini della squadra, con l'ombra della free agency alle porte, per un paio di partite ha ottenuto, in cambio, 4 touchdown e 318 yards su ricezione, simbolo di ritrovate motivazioni ed una vena innata che lo aveva portato ad essere uno dei top receiver del draft 2005, nonostante una carriera spesa come QB al college di Arkansas.
L'altissimo WR, 6 piedi e 6, era stato accantonato con l'accusa di essere poco produttivo, accusa mossa dopo anni di attesa e di promesse mai mantenute; il respirare l'aria delle seconde line è probabilmente servito a ridestarlo, tornando ad essere un'opzione credibile per l'attacco aereo dei Jaguars, piazzatosi diciassettesimo a fine stagione. Quasi lo stesso risultato lo ha ottenuto la difesa, quindicesima sui passaggi e undicesima sulle corse, ma in grado di mettere sotto pressione un QB come Roethlisberger nell'ultima partita; una pressione garantita soprattutto dall'ottimo lavoro delle secondarie.
In tre nomi si può riassumere l'impatto con cui il reparto difensivo di Jacksonville si presenta al cospetto degl'attacchi avversari, John Henderson, Rashean Mathis, e Reggie Nelson, rispettivamente defensive tackle, cornerback, e safety con il compito di ostacolare ed intercettare le giocate del quarterback situato nell'opposto backfield. Di questi Nelson è stato quello più devastante, con 63 tackles, 1 sack, 1 forced fumble, 5 intercetti, all'attivo ha chiuso una stagione da rookie entusiasmante, imprezionsendola con il sesto pallone pizzicato al pitcher degli Steelers domenica, turnover decisivo nel computo del box score finale.
Il giovane che avanza e il vecchio che tiene, come nel caso di Sammy Knight, arrivato sulla costa est con la nomea di chi ha strappato l'ultimo oneroso contratto della carriera, e laureatosi leading tackler della squadra con ben 79 solo tackles e 14 assist, per un totale di 93; nuove leve e veterani, il mix giusto che ha portato i Jaguars fino a questo divisional playoff, andando a vincere su un campo difficile come l'Heinz Field, e diventando la prima credibile avversaria per i lanciatissimi Pats.
Per fermarli, come già anticipato, servirà una prestazione sublime di tutta la squadra, che dovrà utilizzare al meglio tutte le armi in suo possesso per tentare un'impresa, cha alla vigilia, sembra davvero impossibile. I caschi sono stati lucidati, i tacchetti delle scarpe affilati al punto giusto, e nella speranza che nel gelo invernale di Boston Del Rio vinca una nuova scommessa, Jacksonville è pronta a conquistare la vetta più alta della sua giovane storia.