The Answer è ormai perfettamente inserito nel sistema di George Karl…
Nella Mile High City il basket è ancora un enigma.
Dopo anni grigi, la ricostruzione guidata da Kiky Vandeweghe aveva portato ad una squadra solidamente nei play off, con un quintetto equilibrato (Miller, Smith, Anthony, Martin/Nenè, Camby), allenato dall'esperto coach Karl, ed opinione comune era che mancassero solo una guardia di livello ed un po di salute fra i lunghi per puntare al titolo.
Anche con Mark Warkentien, nuovo GM nominato dal proprietario Stan Kroenke, si pensava a modifiche secondarie, invece è arrivato addirittura Allen Iverson, in cambio del play Miller e del lungo da rotazione Joe Smith, prima scelta assoluta di qualche anno fa che ha salvato la carriera riciclandosi come giocatore da lavoro sporco.
Da lì si pensava ad una storia completamente diversa del team del Colorado, invece i risultati sono cambiati poco, la squadra è stabilmente sopra il 50% di vittorie ma fatica a fare il salto di qualità .
Quest'anno al momento il risultato è un 21/13, discreto, che consente ai Nuggets di essere secondi nella Northwest division, vicinissimi ai sorprendenti Trail Blazers.
I risultati sono altalenanti, specie contro le squadre di rango.
I motivi sono molteplici: innanzitutto la difesa non è certo brillante, costantemente fra le peggiori dell'intera NBA, soprattutto è molto deficitaria sugli esterni.
Poi la circolazione di palla è faticosa, limitata dal fatto che Iverson ed Anthony si prendono oltre 40 tiri in due a partita, quasi la metà del totale della squadra, dal fatto che manchi un play vero, dal fatto che in genere i buoni passatori in rosa siano pochi.
Infine i buoni tiratori sugli scarichi sono pochi. Non a caso trova sempre più minuti un sottovalutatissimo Linas Kleiza.
In realtà i motivi per guardare fiduciosamente il futuro non mancherebbero nella franchigia del Colorado. In primo luogo Anthony ed Iverson hanno imparato a convivere, mantenendosi stabilmente entrambi nelle prime posizioni della classifica dei realizzatori, risultando un enigma spesso irrisolvibile per le difese avversarie.
Sembrava una coppia impossibile, invece coach Karl è riuscito a creare un gioco veloce in cui entrambi riescono a prendersi una valanga di tiri; l'esperto tecnico è sempre stato adatto a gestire stelle magari egocentriche, come aveva fatto a Seattle, con Payton e Kemp, ed a Milwakee, dove sono rimaste celebri le sue diatribe con Cassel (time out, Karl spiegava lo schema da utilizzare, chiedeva al suo play se condivideva, quindi si andava in campo e Sam I Am si inventava regolarmente qualcosa di diverso).
In secondo luogo Kenyon Martin e Nenè Hilario stanno recuperando la forma fisica, dopo un lungo calvario fatto di infortuni più o meno gravi. Il Gran Kenyon ha anche messo buoni numeri, anche se il suo atletismo è inferiore a quello di qualche anno fa. Questo sarebbe un problema, viste le caratteristiche del giocatore, che punta tutto sulla sua straripante potenza muscolare, ma è ancora presto per dare giudizi definitivi.
Nenè al momento prende un rimbalzo e mette un punto per ogni milione di dollari che guadagna, se aggiungiamo che in difesa fatica sono numeri deludenti. Se ci dimentichiamo del suo contratto però vediamo un giovane che ancora deve crescere e maturare, ma sta tornando a dare un contributo con continuità .
Il progetto fra i lunghi era quello di mettere i due con Camby, altro giocatore fragile, che però da esattamente quello che serve a questi Nuggets: presenza a centro area, intimidazione, difesa, stoppate, rimbalzi.
Coach Karl si sta però trovando in casa un altro giocatore forse ancora più adatto alle sue necessità : il lituano Linas Kleiza, sottovalutato, dimenticato, che però è molto bravo a farsi trovare libero sugli scarichi di Iverson e Melo ed è continuo al tiro, in più aiuta sottocanestro, tatticamente è uno dei più lucidi, si sta già meritando oltre 20 minuti a partita e le sua considerazione sta crescendo progressivamente.
Fra gli esterni i dubbi sulla costruzione della squadra invece persistono.
Iverson a Philadelphia aveva dato il meglio quando aveva al suo fianco dei difensori arcigni, buoni nel far circolare la palla, magari buoni nel tiro piazzato, che gli lasciavano controllare la palla tutto il tempo che "The Answer" riteneva necessario.
Qui il problema sembrava la divisione dei tiri con Anthony, problema che, come già detto, non sembra esserci mai stato. JR Smith ed Atkins non sembrano però i comprimari giusti, Naiera fatica, Diawarà sembrava il cacio sui maccheroni invece sventola asciugamani, per dare un senso al reparto Karl deve dare tanti minuti al vecchio Anthony Carter, non certo un talento, che in Italia ha lasciato pessimi ricordi, ma almeno ha le caratteristiche necessarie, e sta dando un minimo di quadratura.
Urgerebbero esterni abili in fase difensiva, possibilmente sovradimensionati, abili nel tiro piazzato, buoni passatori. Lo scorso anno c'era un Blake che sembrava quasi adatto, anche se in difesa non era il massimo, quest'anno invece c'è una carenza in quel ruolo, non facile da colmare.
Visto l'elevato montesalari i Nuggets non sembrano infatti voler usare le eccezioni salariali, per evitare la luxury tax, e non hanno molti giocatori con valore di scambio. Fra incedibili per scelta ed incedibili a causa del contratto elevato infatti sette/otto giocatori sono intoccabili, gli altri sono evidentemente uomini da rotazione, buoni per qualche minuto, difficilmente utilizzabili un transazioni con altre franchigie.
La conclusione è che quest'anno si andrà probabilmente avanti così, a meno che non si concretizzi il sogno delle pepite, un sogno con la pelle bianca, i capelli rasati ed il pizzetto: Jason Kidd. Le contropartite non sono da sogno, consisterebbero infatti soprattutto in uno fra Nene e Martin, un altro lungo che possibilmente non sia Camby, scelte, che ovviamente non sarebbero eccessivamente buone, e giocatori vari per pareggiare i salari.
Non un'offerta fenomenale, ma i Nuggets sembrano i più convinti sul giocatore. Se l'operazione riuscisse, con le tre stelle come esterni, Camby e Kleiza pronto sugli scarichi il quintetto sarebbe forse il più talentuoso dell'NBA odierna.
In attesa di vedere come andrà a finire la questione Kidd, coach Karl deve cercare di far rendere al meglio il materiale umano a sua disposizione. In attacco, anche se il gioco non può essere particolarmente apprezzato dai puristi, un senso si vede: ci si basa molto sulle iniziative personali dei due leaders, che però sono difficilmente marcabili da qualsiasi difesa, si cerca di correre sempre, grazie anche alle buone prestazioni a rimbalzo.
In difesa però i Nuggets non tengono nessuno, difficilmente così si farà molta strada ai play off. Ci sono mesi per implementare la difesa, le premesse non sono ottime, ma se Karl riuscirà , nessun obiettivo è precluso alle Pepite del Colorado.