Tayshaun Prince, giocatore decisivo nel sistema Pistons
Il bello del basket è che basta un secondo per cambiare un'azione, una partita, una stagione.
Pochi istanti, la retina che si gonfia o un ferro che traballa, ed ecco la più solida delle certezze sgretolarsi in mille pezzi.
A dicembre una simile riflessione sta in piedi a stento, eppure mai come questa volta ho l'impressione di aver sbagliato tutto dopo aver espresso, a più riprese, il mio pronostico per questa stagione, con tanti dubbi ma una sostanziale certezza: titolo ad ovest. Punto e a capo.
Con l'ultimo mese e, in parte, questi primi giorni del nuovo anno, tutte le mie convinzioni stanno andando a farsi benedire.
Boston sembra davvero la più seria candidata al titolo, come ai bei tempi, ma la sua vera antagonista sembra averla vicina (più o meno) a casa, comunque lì nel freddo di quella porzione di Est, non sull'altra sponda dell'oceano, e forse neanche in Texas.
Detroit oggi
Detroit va, con una regolarità impressionante.
I Pistons mantengono un ottimo record all'interno della Eastern Conference, il tutto dopo aver brillantemente affrontato un mese di dicembre dal calendario fitto ed ostico.
Una cosa è certa e, credo, innegabile: Detroit resta una squadra affidabile, guidata da un coach preparato (coach del mese a dicembre, per quanto possa contare), forte di una seconda posizione ad Est che difficilmente potrà essere insidiata e il margine sulla più immediata inseguitrice, Orlando, è tuttora piuttosto ampio.
Chi pensava che la nuova stagione potesse nascondere insidie ed ostacoli sul cammino verso la post-season (il sottoscritto era uno di questi, ndr), sarà rimasto deluso.
Finora la "macchina" di Saunders funziona, s'inceppa raramente e mantiene un ruolino di marcia assolutamente positivo.
Ecco il bilancio delle ultime 10 gare:
19/12: Boston-Detroit 85-87 (W)
21/12: Detroit-Memphis 94-67 (W)
23/12: Detroit-Houston 94-82 (W)
26/12: New Jersey-Detroit 101-83 (W)
28/12: Detroit-Indiana 114-101 (W)
29/12: Indiana-Detroit 98-92 (W)
31/12: Detroit-Milwaukee 114-69 (W)
2/1: Washington-Detroit 106-93 (W)
4/1: Toronto-Detroit 101-85 (W)
5/1: Detroit-Boston 85-92 (L)
Bilancio: nove vittorie, una sola sconfitta. La striscia positiva, per la verità , era iniziata qualche giorno prima contro Atlanta, ma qui ho scelto di analizzare l'intenso periodo intercorso tra le due gare contro i Celtics.
Di sicuro non c'è bisogno che nessuno spieghi a Sheed e compagni il loro valore, eppure la sensazione è che proprio la vittoria pre-natalizia contro Boston abbia caricato la squadra, e rinvigorito le certezze dei ragazzi del Michigan.
La chiave di tutto, ancora una volta, è da ricercarsi nella fase difensiva dell'impianto dei Pistons.
Insieme ai Celtics, la differenza (numericamente) è minima, Detroit è la squadra che concede meno: gli avversari devono correre di più, faticare, spesso far girare il pallone fino al limite dei 24 secondi.
Caratteristiche fondamentali e, guarda caso, appartenute a buona parte delle squadre campioni Nba negli ultimi anni, a partire dai San Antonio Spurs.
Tra le cose che funzionano meglio, sicuramente la rotazione degli uomini a disposizione di coach Saunders. Tanto per intenderci: il giocatore più utilizzato è Rip Hamilton, in campo 34.6 minuti a gara, attualmente 61° nella graduatoria dei giocatori con più minuti nelle gambe, ogni partita.
Tutto questo significa molto: tutti sono importanti, nel roster dei Pistons, a partire dallo stesso Hamilton, miglior marcatore con 18.3 punti.
Insomma, il bilancio è positivo, anche in considerazione del non agevole calendario di dicembre: 10 gare nei primi 16 giorni del mese, 5 trasferte di cui 3 all'Ovest e 3 back-to-back. In tutto 20 gare in 34 giorni, con le due sfide contro i verdi rivali della Eastern Conference.
Quando la condizione è ottimale, e la difesa lavora, passare contro i Pistons diventa un'operazione complicata, per tutti. Per informazioni chiedere proprio a Boston: i big Three, sconfitti in casa a dicembre, si son presi la rivincita battendo Detroit, in una gara che aveva il sapore della finale di Conference.
Il trend diventa ancora più positivo se la squadra riesce a valicare quota 100 punti: in questo caso vince sempre, 16 volte su 16. Nel pitturato la sostanza non cambia, la squadra di Saunders resta una garanzia.
Bene Prince, giocatore duttile e utile in mille occasioni in partita, che conferma e anzi lima ancora le già buone percentuali delle passate stagioni per punti, rimbalzi, percentuali e assist. Il californiano, tra l'altro, non salta una sola gara da tre stagioni.
Solito importante contributo anche per Billups e Rip Hamilton, con quest'ultimo che viaggia leggermente al di sotto dei livelli delle ultime stagioni, ma che resta in principale terminale offensivo della squadra.
Nel reparto lunghi, accanto a Rasheed Wallace, spicca Jason Maxiell: il prodotto di Cincinnati, cui Saunders non lesina fiducia, sta ripagando il suo coach e finora viaggia al doppio dei punti rispetto all'anno passato. Praticamente triplicata la produzione a rimbalzo, una presenza sempre più affidabile nel pitturato.
Detroit domani
Molti pensavano che Detroit avrebbe dovuto iniziare subito un processo di rifondazione, per ringiovanire il roster, possibilmente senza perderne in qualità .
Dobbiamo essere onesti: tutto ciò, prima o poi, dovrà accadere.
Eppure, a partire dall'accordo estivo con Chauncey Billups, i Pistons hanno gestito con saggezza il roster, ed ora possono contare su uno starting five tra i più "concreti" della Lega, con cinque giocatori che si conoscono bene e sono abituati a giocare insieme. E questo conta molto.
Joe Dumars e la franchigia hanno cominciato a muoversi accettando lo scambio che ha portato Nazr Mohammed a Charlotte, con Primoz Brezec e Walter Herrmann giunti nella Motown (in scadenza")
Una mossa che pare più un'operazione per liberare spazio salariale che altro, anche se il minutaggio del ragazzo di Chicago, in queste prime settimane, era ai minimi dal 2000.
La sensazione è che a Detroit stiano preparando il colpo per fine stagione, anche se al momento l'attenzione è totalmente rivolta al campionato.
L'obiettivo raggiunto lo scorso anno, la finale di conference, a questo punto sembra l'obiettivo minimo; se l'armata Celtics non è raggiungibile, per la seconda piazza al momento non ci sono
rivali. Solo i Magic possono risalire, ma non sarà facile.
Dietro il vuoto, o quasi, almeno a questi livelli: né Washington, New Jersey, Toronto o Cleveland, le più immediate inseguitrici, sembrano in grado di insidiare seconda e terza posizione.
Sulla prima non è manco il caso di discuterne.
Comunque, per ora, pochi rumors circolano nella MoTown.
La situazione è tranquilla e si guarda soprattutto alle prossime gare: per Detroit inizia una settimana difficile, con 4 trasferte consecutive, tra cui due simpatiche "gite" in Texas, mercoledì e giovedì, tra Dallas e San Antonio.
A pochi giorni dalla virata di metà stagione, i Pistoni cercano di consolidare la loro posizione, con la consapevolezza della proprie possibilità , e soprattutto dell'esperienza accumulata in questi anni.
Basterà per ambire alle Finals?