Mike Dunleavy furioso dopo un fallo tecnico fischiatogli contro…sta giocando bene ma non basta
Due momenti nella stagione dei Pacers sono stati abbastanza critici fino ad ora. Il primo quando dopo l'esordio stagionale bagnato con tre vittorie consecutive sono seguiti sei stop filati, il secondo potrebbe essere racchiuso in quest'ultimo periodo.
Nelle ultime sette partite i Pacers hanno perso sei volte e la situazione non è delle più facili con Jamaal Tinsley fuori da quattro partite per un problema alla gamba destra e una serie di partite nella Western Conference che arrivano nel momento sbagliato.
L'ultimo stop è avvenuto allo Staples Center contro i Los Angeles Lakers per 112-95. Ora il record alla vigilia del tour ad ovest è in deficit, con 16 vittorie e 19 sconfitte. Peggiorarlo in maniera grossolana vorrebbe dire fin da ora compromettere l'accesso nei playoff considerando il ritorno di Cleveland e premubilmente quello dei Chicago Bulls. "E' dura. Eravamo due gare sotto il 50% e con questa sconfitta scendiamo a 3. Inoltre abbiamo una serie di trasferte difficili nella West Coast“. Il commento di Danny Granger.
Un iniziale vantaggio di 10 lunghezze aveva illuso Indiana sul parquet dei Lakers, così come il parziale di 13-2 nell'ultimo quarto che aveva riportato i Pacers sul -7 dopo essere stati sotto di 18 punti. “Abbiamo avuto la possibilità di arrivare anche al -4 con una tripla da liberi ma non siamo riusciti a metterla” – ha detto O'Brien – “Poi loro hanno fatto rientrare il quintetto iniziale e con quello abbiamo avuto delle difficoltà per tutta la partita“.
Proprio lo starting lineup dei Pacers perdeva il duello con quello avversario per 94-60 e non bastava un positivo Dunleavy da 17 punti, 5 rimbalzi e 4 palle rubate ma che tirava col 37% nel secondo tempo. E non bastava neanche il sempre più positivo ex Kareem Rush (12 punti), accolto molto bene dal suo ex pubblico che non ha dimeticato il suo show nella gara 6 dei playoffs contro Minnesota quando realizzò 6 triple e condusse i suoi alle Finals.
La sconfitta casalinga di qualche giorno prima contro Memphis (che non aveva mai vinto nella sua giovane storia sul parquet di Indianapolis) per 90-72 era sicuramente la peggiore partita dei Pacers di quest'anno alla Conseco Fieldhouse.
Un secondo tempo ai minimi storici condizionava la partita, solamente 29 punti tirando 11-42 dal campo (26%) ed eguagliando il record franchigia in negativo per punti segnati nell'ultimo quarto a quota 9, il tutto contro una delle peggiori difese della NBA.
“E' stato un bruttissimo secondo tempo per la nostra squadra" – dice il coach O'Brien – "Abbiamo fallito molti tiri da liberi e i solamente 13 assist combinati in questa partita sono la conseguenza della nostra incapacità di segnare diversi tiri con i piedi per terra“.
Due sconfitte intervallate da una buona vittoria contro gli Atlanta Hawks per 113-91 che spezzava una serie perdente di 5 partite, grazie soprattutto al trio Dunleavy-Granger-Rush in grado di combinare 75 punti con ottime percentuali. “Era importante vincere” - dichiarava a fine gara Jermaine O'Neal – “Quando perdi cinque partite di fila perdi anche fiducia. Sapevamo che questa era una partita da vincere per forza“
Dunleavy finiva con 23 punti tirando 9-12 dal campo incluso un ottimo 4-6 dalla linea dei 3 punti, Granger (appena 10.6 punti nelle precedenti cinque uscite) eguagliava il massimo in carriera con 32 punti frutto di un 10-15 al tiro e un grande 5-6 da 3 punti, nonché limitava alla grande Joe Johnson ad appena 8 punti con 3-11 dal campo. Rush uscendo dalla panchina realizzava 20 punti, tirando 8-14. In generale era il tiro da 3 che funzionava alla grande, grazie ad uno splendido 13-25 orchestrato dai Pacers.
“Credo che nel secondo quarto abbiamo dato una svolta alla partita” – diceva O'Brien – “Mike Dunleavy segnando e prendendo rimbalzi ci ha trascinati, Danny ha giocato buonissima partita. Molto bene anche Rush…ma credo che tutto il team abbia giocato duramente“.
L'unica nota un po' stonata era il raggiunto limite di falli ottenuto da Shawne Williams in appena 9 minuti di gioco. Scherzosamente qualche giornalista locale gli ha consegnato virtualmente il David Harrison Award. Proprio quest'ultimo rientrava dopo l'infortunio che lo ha tenuto fuori nelle ultime sette partite giocando 7 minuti.
Chi non sta attraversando un momento particolarmente felice è Ike Diogu, che nella partita con i Lakers addirittura è stato impiegato solamente per 3 minuti da coach O'Brien. Da quando è tornato in campo dopo l'infortunio che lo ha tenuto fuori dai campi di gioco per un mese e mezzo, ha totalizzato un brutto 14-41 nei tiri dal campo.
“Non sto giocando bene da quanso sono ritornato” – ha detto Diogu sul suo momento – “In questo modo è sempre più difficile guadagnare minuti“.
“E' difficile rientrare da un infortunio, specialmente quando si è fuori per diverso tempo. Con l'infortunio di David (Harrison), Ike è diventato il cambio di O'Neal, non credo sia questa la migliore cosa” – ha detto invece O'Brien – “Facendo invece il cambio di Murphy credo possa fare meglio“. Prima dell'infortunio in 23.3 minuti Diogu viaggiava a 13.7 punti e 4.3 rimbalzi.
Chi invece silenziosamente sta lavorando per guadagnarsi la fiducia del coach è Travis Diener. Complice anche l'infortunio di Jamaal Tinsley, il playmaker ex Orlando Magic negli 11 minuti giocati con i Lakers ha segnato 5 punti, preso 4 rimbalzi e smazzato 4 assists. Inoltre anche la sua mano dai 3 punti migliora, dopo il 8-35 della prima parte stagionale, ha messo 5 delle successive 13 triple tentate.
Proprio le condizioni di Tinsley sono il punto interrogativo in questo momento. O'Brien ha fatto sapere che non lo farà scendere in campo fino a quando non sarà almeno al 85% della condizione fisica, il giocatore ha detto che si sente pronto addirittura a giocare già dalla prossima partita.
In vista della continuazione del viaggio nella Western Conference, preoccupano anche le condizioni di Jermaine O'Neal per via del solito ginocchio sinistro che non gli permettono di allenarsi.
Utah, Phoenix, Sacramento e Golden State, queste le prossime sfide del "trip". Ad Oakland sarà la prima volta per Dunleavy, Murphy e Diogu da ex Warrior alla Oracle Arena.
A risentirtici.