Brandon Roy e i suoi Blazers, sicuramente la più grande sorpresa della stagione.
1) Boston Celtics (29 3) : Chi aspettava la prima trasferta ad ovest come ulteriore banco di prova per i Celtics, magari per ridare fiato alle solite critiche, è rimasto deluso. Boston ritorna dall'ovest con un secco 4-0 con vittorie pesanti come quella a casa dei Jazz, ma soprattutto quella nel “derby NBA” contro i Lakers, spazzati via senza tanti problemi allo Staples Center. Non finisce qui perchè arriva pure la “vendetta” contro i Pistons a battuti a Detroit. Squadra decisamente in missione con tutti i pro e i contro del caso.
2) Detroit Pistons (26 8 ): Decisamente la squadra più “in palla” dell'NBA insieme ai Celtics (da cui è arrivata l'unica sconfitta dell'ultimo mese), reduci da una striscia lunghissima di vittorie molte delle quali con largo margine. Coach Saundes sembra aver decisamente trovato la chimica giusta, la panchina offre per gli esterni una profondità clamorosa, visto che anche i due rookie Afflalo e Stuckey sembrano già pronti a contribuire da subito. Più rosicata invece quella dei lunghi dove dopo la partenza di Mohammed in pratica Maxiell deve cambiare entrambi i titolari ma per ora lo fa in modo pregevole.
3) San Antonio Spurs (23 9): momento decisamene no per i campioni in carica che dopo gli infortuni di Duncan e Parker, hanno risentito moltissimo dell'assenza di Manu Ginobili. Un paio di brutte sconfitte come quella casalinga contro i Raptors e quella a Denver vanno ovviamente considerate solo dei mezzi passi falsi, senza dare il via ad inutili processi anche perchè questi Spurs a novembre al completo avevano già dato dimostrazione di forza e compattezza. E' mancato un po' il supporting cast, Horry per ora gioca poco e male, Vaughn spesso manda fuori giri la squadra e l'acquisto estivo Udoka per ora fatica ad inserirsi nel sistema di Popovich. Tutti piccoli particolari da sistemare in vista della Off Season.
4) Phoenix Suns (23 10) : Rischio di ripetermi ma per me questi Suns non convincono fino in fondo. Troppo discontinui e ormai totalmente dipendenti dal gioco degli esterni. Le cifre di Amare parlano da sole. Ormai è un dato di fatto che come subiscono a rimbalzo perdono sistematicamente, e soprattutto ci sono squadre come New Orleans che togliendogli ritmo dimostrano che non è impossibile batterli. Per carità rimangono la più concreta alternativa agli Spurs in ottica Western Conference, ma la mia sensazione è che il momento buono sia passato. Però se Boris Diaw uscisse dal letargo e tornasse quello di due anni fa …. il giocatore chiave per i Suns in ottica playoff è lui, la sua difesa sui lunghi avversari credo sia imprescindibile.
5) New Orleans Hornets (23 11): poco più di un mese all'All Star Game casalingo, intanto Chris Paul festeggia in anticipo la possibile / probabile convocazione con il premio del giocatore del mese per l'ovest a dicembre. Squadra tosta, dura difensivamente, che non concede nulla, insomma una squadra pensata bene prima di tutto in sede di programmazione. Giusto spendere due parole su Byron Scott, allenatore senza dubbio sottovalutato, che a New Orleans sta facendo vedere un basket molto diverso da quello della sua prima vita cestistica da coach ai Nets.
6) Dallas Mavericks (23 11) : Stanno decisamente migliorando ma ancora rimangono dubbi pesanti. Sembra che la cattiveria difensiva che era stata alla base della grande cavalcata del 2006 sia smarrita. Avery Johnson sta testando diverse situazioni di gioco ed alcuni giocatori come Brendon Bass. rimangono una squadra che sta incontrando decisamente troppi problemi di fronte alle difese schierate, dove dimostra poco lucidità , e finisce sempre per accontentarsi del tiro da fuori. Oltre ad un play pensante servirebbe quella caparbietà di andare in penetrazione che due anni fa li aveva portati ad un soffio dall'anello. Rimangono una squadra che di puro agonismo può vincere con chiunque, ma ormai le contromisure su come perlomeno limitarli sono chiare a quasi tutti.
7) Denver Nuggets (21 12) : Stanno decisamente salendo di colpi, e la cosa incredibile è che il giocatore che ha dato quadratura tecnica a questa squadra è uno come Anthony Carter che nel nostro campionato aveva deluso non poco. Stanno pian piano recuperando tutti gli infortunati, recentemente è rientrato pure Nene che insieme a Martin e Camby potrebbe formare un front line interessante. La squadra ovviamente vive sul connubio Iverson / Anthony che sembra funzionare, nonostante siano entrambi in top5 tra i realizzatori. C'è ancora la sensazione che pensino troppo poco “da squadra”, ma rispetto ai primi di novembre di passi in avanti ne sono stati fatti decisamente tanti. Favoriti per la vittoria della NorthWest Division dopo il crollo verticale dei Jazz.
8) Los Angeles Lakers (21 11) : Sicuramente in un buon momento di forma nonostante il passaggio a vuoto interno con i Celtics. Lamar Odom sembra finalmente aver trovato la forma e la convinzione per mettere al servizio della squadra il suo infinito talento. Andrew Bynum continua stupire, e se in attacco sin dal primo anno si erano visti fondamentali importanti, adesso sta pure crescendo in difesa, segno che il tanto lavoro svolto a fianco di una leggenda vivente come Kareem Abdul Jabbar sta dando i suoi frutti. Squadra a cui manca forse un lungo che dia presenza difensiva e intimidazione in area, per fare l'ultimo step. Kobe in grande spolvero sembra finalmente aver capito che la squadra ha bisogno di lui come “presenza” e non come solista.
9) Portland Trail Blazers (21 13) : prove tecniche di Dinastia, Portland sicuramente da prendere esempio come ricostruzione. Se togliamo la “gaffe” del 2005 quando non presero Chris Paul e Deron Williams e preferirono Webster per il resto si rasenta la perfezione. Hanno creduto in Roy che secondo tutti doveva essere fatto e finito e invece dimostra che ha ancora margini di crescita, e soprattutto ha leadership e due palle così, hanno creduto in Aldridge salendo per prenderlo quando tutti dicevano che non era da top3, poi nel 2007 hanno avuto fortuna alla lotteria ma è pure vero che nei due anni precedenti la lotteria bene non glielo aveva voluto. In mezzo altre scelte intelligenti come Rodriguez, ma soprattutto Jack e Outlaws. Poi la "gabbata" rifilata ad Isaih per soffiargli Frye. Rischiano di essere il primo caso di rifondazione vincente da zero, e per me non devono neppure fare mercato ma limitarsi a rifirmare chi c'è lasciando scadere i contrattoni per poi firmare un paio di giocatori esperti per fare quadrato. La recente interminabile serie di vittorie è solo frutto di costanza e applicazione, non oso pensare cosa possano essere con Oden visto che attualmente sono la squadra più giovane di sempre nell'NBA.
10) Orlando Magic (22 13) : Escono da un dicembre obbiettivamente molto deludente, chiuso con 8 vittorie e 7 sconfitte. Rimangono saldamente al terzo posto della conference, ma Pistons e Celtics sono scappati lontani. La sensazione è che manchi un esterno di spessore che possa attirare un po' di attenzione e svuotare un po' l'area, perchè ormai il piano gara degli avversari è chiaro, “Dwight Howard raddoppiato e poi si vedrà ” : la grande stagione di Turkoglu non basta, obbiettivamente da uno come Rashard Lewis è lecito attendersi di più, soprattutto che non viva di solo perimetro. Per di più serve costanza in play, Nelson è stato retrocesso in panchina e Arroyo non può essere una soluzione definitiva.
11) Golden State (19-15) : Continua “l'inseguimento” dei Warriors ai playoff dopo la sciagurata partenza le cose stanno andando bene. Coach Nelson ha stretto la rotazione a soli sette uomini, abbandonando decisamente le due prime scelte allo scorso draft (Brandan Wright e il nostro Belinelli), segno che il presente è più importanti del futuro. Soffrono palesemente le squadre che gli tolgono il ritmo, ma con le altre spesso vanno a nozze. Baron Davis in forma da All Star Game, e Stephen Jackson hanno in mano le chiavi dello spogliatoio con tutti i pro e i contro che la cosa possa avere. Per ora hanno ragione loro e a Oakland “ci credono” di nuovo.
12) Utah Jazz (18 17) : qualche timido segnale di risveglio c'è, ma per ora i Jazz soprattutto in trasferta stanno veramente deludendo, giocando con un approccio difensivo senz'altro insufficiente per una lega che quest'anno non propone partite facili o squadre in tanking. Il rovescio della medaglia è che c'è tanto talento ed è allenato da un coach che non si discute come Sloan, quindi prima o poi usciranno da questo momento poco felice Il problema è che l'ovest è un massacro continuo, e per i Jazz la vittoria nella NorthWest che permetterebbe di partire nei playoff evitando sicuramente Dallas Phoenix e San Antonio, inizia ad essere difficile, a meno di risvegli immediati. Attivi sul mercato con l'acquisto di Korver uno che con coach Sloan troverà senza dubbio una grande utilità .
13) Houston Rockets (17-17) : troppo brutti per essere veri. A volte si ha quasi la sensazione che i Rockets giochino meglio quando uno tra McGrady e Yao non c'è, segno che l'intesa tra i due dopo tre stagioni e spiccioli ancora non c'è proprio. Non credo che questi Rockets continuino su questi livelli, me li aspetto in decisa ripresa per andare a prendersi il ruolo di variabile impazzita nei playoff dell'ovest, dove obbiettivamente se mettono a posto due tre cose rischiano di essere un cliente brutto per tutti quanti. Il tutto TMac permettendo perchè come da copione il buon McGrady dopo tre – quattro anni nello stesso posto si stanca (già successo a Toronto e Orlando) e chiede la cessione, e già si narra che tale richiesta sia già arrivata.
14) Washington Wizard (17-15) : La brutta notizia è che Arenas potrebbe non rientrare in questa stagione, un vero peccato perchè i ragazzi di coach Jordan stanno eroicamente resistendo in sua assenza. Il rientro di Antonio Daniels ha ridato lucidità ad una squadra che comunque anche giocando senza play aveva trovato buon ritmo in attacco. Grande stagione del duo Jamison Butler, non da escludere la convocazione di almeno uno dei due all'All Star Game.
15) Atlanta Hawks (15 16) : sono chiaramente “il fatto” nell'NBA insieme a Portland. Gioco frizzante tutto in velocità , grande ritmo e grande atletismo, sotto con Horford hanno finalmente trovato quel punto di riferimento che mancava dai tempi di Mutombo. Chiaramente una squadra che si sta divertendo, poi però la prossima estate con sette giocatori in scadenza e relativi rinnovi o rinunce in arrivo potrebbero arrivare malumori (vedere ai Bulls) a minare questa spensieratezza.
16) New Jersey Nets (17 16) : In attesa di capire se Kidd rimane o meno (si narra che abbia chiesto un'estensione a Rod Thorn), i Nets faticano a prendere il passo. Come ormai da anni il problema è tutto sotto le plance dove complice l'assenza di Nenad Krstic, coach Frank le ha veramente provate di tutte arrivando pure a far giocare i meno esperti Sean Williams e Josh Boone, anziché i navigati Collins e Magloire, le cui azioni sono decisamente in calo. Attesi ad una lenta progressione come tutti gli anni passati, rimane la sensazione che comunque anche se le stelle si allineano sarà difficile trovarli al secondo turno di playoff, obbiettivo che magari per uno come Kidd sarebbe quasi un insuccesso.
17) Cleveland Cavaliers (17 17) : Passano i mesi ma i Cavs continuano ad essere decisamente fuori palla e non basta più uno stellare LeBron. Il fantasma di Larry Hughes vaga per il parquet, assolutamente irriconoscibile rispetto ai tempi di Washington e giustamente finito sotto il mirino della critica. in teoria sarebbe sul mercato ma ragionevolmente non c'è nessuno che possa prendersi un contratto così oneroso, per un giocatore sempre alle prese con infortuni. I problemi non finisco qui, perchè difensivamente sono anni luce indietro rispetto alla passata stagione. L'est si è rinforzato in generale, e se i ragazzi di Coach Mike Brown non si danno una svegliata in tempi brevi rischiano di prendere i playoff dalla parte sbagliata oppure di vederli in TV.
18) Toronto Raptors (17 17) : Calendario impossibile per i Raptors che ha tenuto i ragazzi di coach Mitchell lontani dall'Air Canada Center per quasi tre settimane. I Raptors ancora mancano di continuità , alternano prove convincenti come le vittorie come le vittorie a New Orleans e San Antonio, ad autentici passaggi a vuoto come l'evitabilissima sconfitta di Seattle. La chimica della passata stagione è ormai un lontano ricordo, l'intesa Bargnani Bosh è lontana dal trovare, e senza quella questi Raptors non hanno una chance di uscire dalla mediocrità . Ancora apprensione per il futuro TJ Ford, la diagnosi definitiva sul problema alla schiena ancora non c'è.
19) Chicago Bulls (13 19) : Segnali di vita dal pianeta Bulls, visto che dopo il cambio di coach la squadra sembra aver avuto un'autentica botta di vita, Hinrich si è messo a difendere come sa, Gordon retrocesso in panchina l'ha presa nel modo giusto tornando ad essere un fattore offensivo, e persino Ben Wallace sembra intenzionato a mettere a tacere chi lo da per finito. Il lato negativo della cosa è che chi sospettava che giocassero contro Skiles potrebbe aver ragione, e questo non è certo un fattore positivo in uno spogliatoio NBA. Da capire Tyrus Thomas molto trascurato anche dal nuovo coach, non è da escludere che possa finire sul mercato. Ultima citazione per Noah che avrà pure dei limiti tecnici evidenti soprattutto al tiro, ma è una leadership contagiosa.
20) Indiana Pacers (16-19) : Squadra enigmatica se ce ne è una nell'NBA attuale, capace di vincere con chiunque e di perdere con chiunque. Per ora manca alla causa un apporto dal All Star quale è, da parte di Jermaine O'Neal, alle prese con i consueti guai fisici, ma anche desideroso di andarsene quanto prima. Per il resto una squadra esperta e compatta a cui il nuovo coach Jim O'Brien ha saputo dare le giuste motivazioni. In rampa di lancio Danny Granger, chiaramente l'uomo del futuro per i Pacers. Sicuramente in lotta per un posto ai playoff, anche se con i “ritorni” di Nets Cavs e forse anche dei Bulls per acciuffare la off season ci vorrà un salto di qualità rispetto agli standard attuali.
21) Philadelphia Sixers (14 20) : Nonostante sia una franchigia di quelle più pronte a fare trade, i Sixers continuano nel loro buon momento, dopo la vittoria con Miami sono partiti per l'ovest raccogliendo due belle vittorie a Sacramento e Seattle, uscendo sconfitti di misura a Utah. E proprio con i Jazz è andata in porto una trade che ha portato Kyle Korver nello Utah in cambio di Gordan Giricek e una prima scelta futura. Chiara mossa ai fini salariali visto che Giricek è in scadenza. Attesa ancora sul mercato visto che Andre Miller cambierebbe volentieri squadra quanto prima.
22) Sacramento Kings (12 20) : c'è molta curiosità nel vedere questi Kings con Mike Bibby. Nonostante le molte assenze pesanti (fuori pure Artest e Martin) questi Kings non mollano mia, mettono in campo una grande grinta e spesso portano a casa W insperate per le condizioni attuali. Il problema di fondo è che questa squadra è chiaramente ad un passo dallo smantellamento, Artest è dato per partente sicuro, e anche Bibby saluterebbe volentieri la compagnia. Telefono caldo per il GM ma considerando che i due vorrebbero andare in squadre di alto livello con il cap notoriamente intasato, difficile che si concretizzi qualche trattativa in tempi brevi.
23) Memphis Grizzlies (10 23) : sicuramente stanno andando meglio di quanto non si pensasse. Rudy Gay si sta rivelando un signor giocatore, grandi mezzi atletici e tecnici gli hanno permesso di fugare i tanti dubbi sorti prima del draft 2006 quando abbastanza inspiegabilmente scese fino alla numero otto. Anche Pau Gasol sta crescendo di rendimento, così come Mike Miller giocatore di gran talento e sicuro affidamento. Recentemente è rientrato dall'infortunio anche Mike Conley Jr, dimostrando subito che di stoffa ne ha da vendere, playmaker vecchio stampo di cui ormai si sono perse le tracce nel panorama USA, ha solo bisogno di crescere e svezzarsi cestisticamente. Manca chiaramente un lungo da affiancare a Gasol con spiccate doti difensive, problema per altro comune a mezza NBA. Apprezzabile il fatto che giochino “forte” ad ogni gara senza cadere in pensieri da lotteria.
24) Los Angeles Clippers (10 21) : la domanda che si pongono in molti è “cosa potrebbe essere la coppia Brand Kaman ?” : pochi dubbi sul rendimento dell'ex Duke, ma un Chris Kaman in corsa per un posto all'All Star Game non se lo aspettava nessuno di sicuro. presente a rimbalzo, difende forte e in attacco fa sicuramente la sua parte. I limiti di questi Clippers sono però evidenti, Cassell in virtù delle quasi quaranta primavere accende e spenge come è normale che sia, la panchina non è profondissima e spesso non da un grande apporto Unica nota positiva il promettente rookie Al Thorton. Si attende il rientro di Brand (fine febbraio) non tanto per sperare nei playoff quanto per capire quanto valgano al completo o quasi questi Clippers.
25) Milwaukee Bucks (13 20) : Intanto il cinese Yi sta crescendo di gara in gara stupendo tutti quanti. Molto pi “ready to use” di quanto non si pensasse in estate. Sta salendo di rendimento anche Andrew Bogut, magari non diventerà mai quel fenomeno che si credeva al momento del suo passaggio in NBA ma l'Australiano ha buone doti e in difesa sta facendo dei progressi importanti. Di sicuro affidamento la coppia di guardie Williams / Redd, i problemi dei Bucks iniziano dal quinto uomo in poi, dove veramente c'è poca qualità soprattutto a livello difensivo. Stagione di attesa.
26) Charlotte Bobcats (11 21) : Squadra abbastanza strana, con un allenatore che non sempre sembra in apparenza fare scelte logiche. Visti nella sconfitta con i Bulls dove Sam Vincent ha insistito a lungo con Gerald Wallace in ala grande, subendo in modo clamoroso Joe Smith e Noah in quella posizione. Difficile vedere in campo contemporaneamente Mohammed e Okafor che sarebbe la cosa più logica. Chiaramente i tanti infortuni non danno grandi alternative a coach Vincent. Squadra da rivedere in futuro, anche se il dilemma Okafor è sempre più pesante, il giocatore non è neppure l'ombra di quello che vinse il “rookie of the year ” nel 2005, ed è pure in scadenza. Cosa fare la prossima estate, cedere alle sue esorbitanti richieste oppure no ?
27) Seattle Sonics (9 24) : Come tutte le squadre giovani alternano lampi di talento a passaggi a vuoto quasi inspiegabili. ovvio che qui tutto è incentrato su Kevin Durant e Jeff Green i due rookie scelti allo scorso draft, e che per il resto si sta cercando di capire quale possono essere i giocatori che torneranno utili in futuro o meno. Insomma il cartello “Stiamo lavorando per voi” è ben in evidenza. Manca continuità soprattutto nel settore lunghi, dove Kurt Thomas ci sta mettendo tanto del suo, ma il resto dei giocatori non sempre trova il feeling giusto con la gara, Chris Wilkox avrebbe tutto per sfondare ma da anni vaga su rendimenti appena accettabili in relazione al suo potenziale.
28) Miami Heat (8 26) : un tracollo così francamente non se lo aspettava nessuno. Mourning out per la stagione e quindi carriera finita, Shaq ha saltato qualche gara, ma ormai è chiaramente in declino, e forse anche le sue motivazioni in un contesto del genere sono venute meno. Wade da solo ormai non basta più per vincere le gare in un NBA così combattuta. Riley ormai pensa solo al mercato forse per dare un ultimo disperato assalto a questa stagione, ma forse in considerazione dei ritiri della prossima estate di Shaq e Zo, il mercato andrebbe fatto in ottica futura iniziando a pensare la nuova squadra da costruire accanto a Wade, e da questo punto di vista con i contrattoni in scadenza di Jason Williams e Ricky Davis sarebbe più utile andare a caccia di qualche buon giovane da affiancare a Wade. Intanto piccole soddisfazioni arrivano dal rookie Cook e da Dorrell Wright due ragazzi che negli Heat del futuro troveranno di sicuro il loro posto.
29) Minnesota TWolves (4 29) : Chiaramente in fondo alla lega, troppo poca esperienza viene pagata in modo pesante. Si salvano dal grigiore generale il solito Al Jefferson, qualche onesto comprimario come Ryan Gomes e Craig Smith, qualche lampo di Corey Brewer, ancora lontano però dal rendimento che si aspettava da lui. Chi sta decisamente tirando indietro questa squadra sono quei pochi veterani con Jaric o Antoine Walker che dovrebbero supportare al meglio i tanti giovani e che invece finiscono per essere sempre tra i peggiori in campo.
30) New York Knicks (8 24) : direi che il silenzio è l'unica strada praticabile. Anzi no, perchè Isaih Thomas dopo i disastri a cui ci ha abituato ha avuto pure la sfacciataggine di dire che rimane fino a quando non vince il titolo. A questo però ho un sospetto, ossia che alla famiglia Dolan del basket non ne possa fregare di meno, ma dei soldi si. Secondo Frobes i Knicks sono la franchigia NBA che rende di più, quindi temo che gli convenga tenere una squadra ai limiti del ridicolo sempre in lotteria e sempre in contestazione e quindi al centro dell'attenzione, anziché una squadra onesta da 40 vittorie che farebbe molto meno notizia.
Statistiche e record aggiornati alle gare del 6 gennaio (comprese).
Il Power Ranking da questa puntata diventa mensile, appuntamento ai primi di febbraio.