Un buon ritmo per i Lakers

Segnali incoraggianti in casa Lakers anche da parte di Lamarvelous…

Un dicembre incoraggiante. Sette vittorie e solamente tre sconfitte per i Los Angeles Lakers che, nonostante un calendario davvero complesso, hanno raccolto molto di più di quanto ci si potesse aspettare. Sette vittorie convincenti e solamente tre sconfitte, di cui una sola, quella contro i Boston Celtics, arrivata per manifesta superiorità  degli avversari e contro i quali sta perdendo praticamente tutta la Lega.

Le altre due "L", quelle contro i Golden State Warriors e i Cleveland Cavaliers, sono arrivate per demeriti ed inesperienza, con grandi rimonte avversarie nel quarto periodo che hanno rovinato quanto di buono fatto dalla squadra nei primi 36 minuti di partita.

Potenzialmente i gialloviola potevano aver messo in archivio una seconda metà  di dicembre fantastica qualora si fosse concretizzato quel 10-1 che in chiusura del precedente "report" era assolutamente imprevedibile, soprattutto considerando la qualità  degli avversari con i quali Kobe Bryant e soci si sono dovuti confrontare.

Alla fine, l'ultimo mese dell'anno si è chiuso con un saldo più che positivo: dieci vittorie e solamente quattro sconfitte che hanno portato i lacustri nelle zone alte della Western Conference.

RISULTATI

Giovedì 13 dicembre: Los Angeles Lakers - San Antonio Spurs = 102-97 (W)
Venerdì 14 dicembre: Golden State Warriors - Los Angeles Lakers = 108-106 (L)
Domenica 16 dicembre: Los Angeles Lakers - Los Angeles Clippers = 113-92 (W)
Martedì 18 dicembre: Chicago Bulls - Los Angeles Lakers = 93-101 (W)
Giovedì 20 dicembre: Cleveland Cavaliers - Los Angeles Lakers = 94-90 (L)
Venerdì 21 dicembre: Philadelphia 76ers - Los Angeles Lakers = 101-106 (W)
Domenica 23 dicembre: New York Knicks - Los Angeles Lakers = 90-95 (W)
Martedì 25 dicembre: Los Angles Lakers – Phoenix Suns = 122-115 (W)
Venerdì 28 dicembre: Los Angeles Lakers – Utah Jazz = 123-109 (W)
Domenica 30 dicembre: Los Angeles Lakers – Boston Celtics = 91-110 (L)

La Squadra

Avere dei giudizi netti su questi Los Angeles Lakers è molto complesso. Da una parte, infatti, la squadra sta mettendo in mostra delle qualità  indiscutibili, dall'altra evidenzia comunque dei limiti, soprattutto in alcuni punti cardine, che non possono far pensare bene in vista dei playoff.

Il punto del discorso, però, è cercare di capire da quale presupposto partire nel proprio ragionamento: vogliamo ritenere questi Lakers una contender per l'anello? Non credo.

Oppure vogliamo ritenere questa squadra un cantiere in continua evoluzione, una formazione con molti pregi, ma ancora parecchi difetti, consapevole che la politica del giocare una gara alla volta e vedere quello che succede sia ancora la migliore strategia?

Da quello che si è visto sin dall'inizio della stagione, dal caso Bryant fino all'imprevedibilità  a livello di gioco, la seconda chiave interpretativa deve essere quella che ci deve guidare nell'analizzare un'annata che, fino ad oggi, è stata senza dubbio positiva. Per alcuni aspetti, soprattutto considerando il calendario, straordinaria.

Innanzitutto partiamo dal record. Dopo l'avvio difficile di novembre (ma comunque in attivo considerando il record di 9W-7L), dicembre è stato il mese della riscossa gialloviola: dieci vittorie e solamente quattro sconfitte, tre delle quali dovute più all'inesperienza della squadra che per reali demeriti a livello di gioco. Un saldo assolutamente positivo che assume ancora più lucentezza se si considerano gli avversari affrontati.

Molto incoraggiante è stato anche il secondo viaggio ad est della stagione in cui i californiani hanno messo a referto un importante 3-1 vincendo sui campi di Chicago, Philadelphia e New York e riportando in positivo anche il rapporto tra vittorie e sconfitte sui parquet avversari (8-6).

Rispetto al nostro precedente appuntamento, il miglioramento più significativo è avvenuto in difesa: 101,86 punti concessi agli avversari contro i 102,45 di inizio dicembre che hanno permesso ai gialloviola di guadagnare due posizioni e scendere al dal 7° al 9° posto fra le squadre che concedono di più (al 30° posto c'è Boston con 86,82 punti concessi).

Progresso che si nota anche per quanto riguarda il numero di palle perse: 15,75 a partita contro 16,60 di inizio dicembre che hanno permesso ai californiani di passare dal terzo al 10 posto fra le squadre che perdono più palloni in tutta la Lega (al primo posto Detroit con 11,80).

Bene, ma non benissimo e dovranno essere questi gli aspetti sui quale Phil Jackson dovrà  maggiormente lavorare se vorrà  condurre questa squadra al livello che merita o quanto meno per renderla più competitiva contro le squadre più quotate.

È anche vero che i lacustri in attacco sono una delle squadre più prolifiche della Lega: si è passati dal 107,15 punti di inizio dicembre ai 106,46 di fine mese. Un regresso non significativo e che anzi assume maggior valore se si confronta il differenziale tra attacco e difesa. I californiani, infatti, si piazzano al quinto posto in tutta la NBA nel rapporto tra punti segnati e subiti, finendo dietro solamente a Boston, Detroit, San Antonio e Phoenix, non proprio le ultime arrivate.

Qualche passo indietro, soprattutto per colpa della panchina, c'è stato a livello di percentuali: quinti posto nella Lega con il 46% dal campo, quattordicesimi nel tiro da tre con il 35%, quattordicesimi nei tiri liberi con il 76%, quinti per numero di assistenze con 23,56 assist a partita. E proprio il regresso del "pino" è uno degli aspetti negativi di una squadra che ha visto crescere l'apporto di alcuni "starters" (Odom, Bynum e Ariza su tutti), ma che contemporaneamente ha visto anche crollare il borsino di giocatori come Radmanovic, Walton, Vujacic e e in parte Farmar che nella prima metà  di dicembre avevano fatto molto bene.

I SINGOLI

Anche in questo report non può mancare la classica rubrica dei "promossi e bocciati" che meglio di ogni altra cosa può far rendere conto sull'andamento della stagione gialloviola.

Promossi

Bryant 8: Ci sono altri aggettivi, oltre a quelli già  usati ed usurati da ormai parecchio tempo, per poter definire il miglior giocatore della Lega? Crediamo di no. In questi ultimi venti giorni ha semplicemente dominato la scena, raggiungendo non solo traguardi personali come i 20.000 punti in carriera (giocatore più giovane della storia a compiere l'impresa), ma contribuendo a migliorare i propri compagni di squadra.

Certo, ricavare sangue dalle rape è sempre molto complicato (Radmanovic in particolare), ma Bryant ce la sta mettendo tutta e sta giocando una stagione assolutamente di primo livello. Peccato per la partita contro Boston in cui le sue medie molto basse, dovute al braccio sempre dolente, non gli hanno permesso di tenere a galla i suoi nel momento cruciale del match (fine terzo periodo). Attualmente si attesta sui 27.1 punti a partita, 6,20 rimbalzi e 4,9 assist. Migliore prestazione in assoluto quella contro Phoenix in cui mette a referto 38 punti con soli 20 tiri effettuati. Se questo non è un nuovo Bryant allora non so cosa sia la parola "nuovo". Leader.

Bynum 7,5: Di assoluto valore anche le prestazioni di Andrew Bynum che giorno dopo giorno sta incrementando il suo rendimento. Soprattutto sotto canestro sta facendo vedere le cose migliori: in attacco è ormai una sicurezza, mentre ancora molto lavoro c'è da fare in difesa, soprattutto per quanto riguarda il movimento di piedi. Da segnalare il suo match contro Phoenix in cui ha annullato totalmente Amare Stoudemire: 28 punti, 12 rimbalzi, 4 assist e 2 stoppate per il centro gialloviola che mette a referto la migliore prestazione della carriera. Anche a livello di medie sta facendo molto bene assestandosi sui 12 punti e 9 rimbalzi di media. Migliorato

Fisher 7,5: Grande periodo di forma anche per Derek Fisher che sembra aver trovato nuove energie con il suo rientro a Los Angeles. Il pesce gioca non solo un grande basket offensivo, ma mette una grandissima intensità  anche nella fase difensiva del gioco mostrando una notevole applicazione e voglia. Nel match contro Utah annulla Deron Williams e anche contro Nash non sfigura assolutamente. La migliore prestazione arriva contro Philadelphia quando mette a referto 21 punti (9/16 dal campo), 7 assist e 3 rimbalzi. L'aspetto più interessante della stagione del "pesce" è che molte volte non si limita a portare la palla dall'altra parte, ma si prende notevoli responsabilità  al tiro togliendo la patata bollente dalle mani di Kobe Bryant. Cinico

Ariza 7,5: Stagione davvero speciale per Ariza che dal match contro i Phoenix Suns è diventato anche titolare andando a sostituire sia Luke Walton che Vladimir Radmanovic. Spettacolare la sua azione contro i Phoenix Suns: in contropiede affonda la schiacciata in faccia a Grant Hill il quale si era conquistato comunque una notevole posizione difensiva. Il gesto atletico di Ariza è però di pregevole fattura. Giusto mantenerlo valido.

Bellissimo il suo rendimento nel triangolo jacksoniano che conferma non solo come il ragazzo si sia già  inserito negli schemi, ma che abbia raggiunto una sicurezza che può portare solamente benefici ai gialloviola con l'andare del tempo. I Lakers non solo hanno perso un giocatore come Cook assolutamente inconsistente in difesa, ma hanno guadagnato un ragazzo giovane (classe 1985), che fa dell'atletismo sui 28 metri la sua principale caratteristica. Appena guadagnerà  un tiro da sei metri decente diventerà  un'arma letale per i lacustri. Grintoso

Farmar 6,5: Il principale back-up di Derek Fisher sta vivendo la sua migliore stagione. Certo il suo rendimento, soprattutto rispetto ad inizio anno è leggermente calato, ma non sono mancate, anche nell'ultimo periodo prestazioni molto importanti. Contro Utah ad esempio sono arrivati 14 punti, 3 rimbalzi e 2 assist per l'ex UCLA che sembra aver trovato la sua dimensione preferita come riserva di Fisher. L'unico aspetto sul quale Farmar deve lavorare moltissimo è quello difensivo dove ancora oggi concede troppo agli avversari permettendo notevole spazio e tiri piedi per terra. Buoni risultati futuri dei gialloviola dipendono anche da sua crescita quando la palla è in mano agli avversari. Alla ricerca della propria identità 

Phil Jackson 6,5: Ci tiene a questa squadra e si vede. Allena per davvero e quando uno dei suoi fa qualcosa che non va, soprattutto in zona difensiva, lo punisce immediatamente. Potrebbe fare molto di più sulle rotazioni, rischiando qualche mossa a sorpresa o dando più spazio a gente come Javaris Crittenton. Ha la capacità  di buttare nella mischia Ariza e viene subito premiato della fiducia concessa dall'ex Orlando Magic. Menzione d'onore per il suo farfallino (papillon) sgargiante nel match contro i Phoenix Suns. Davvero non ci sono parole per testimoniare la grandezza del vecchio Phil che recentemente ha anche raggiunto Red Auerbach per numero di vittorie complessive nella NBA (938). Concentrato

Turiaf 6-: Ronny Turiaf sta vivendo il momento più difficile della stagione. Le non perfette condizioni fisiche lo hanno costretto ad un ruolo da comprimario e Jackson non ha potuto sfruttarlo come stava facendo all'inizio dell'anno. Contro gli Utah Jazz è arrivata la prestazione migliore, un risveglio, soprattutto in termini di fisicità  che fanno sperare a tutto lo staff tecnico di aver ritrovato quell'uomo energia di cui i gialloviola hanno un disperato bisogno. I prossimi due match casalinghi contro avversari alla portata potrà  dare risposte più chiare in merito. Generoso

Lamar Odom 6: Lamervellous è tornato. Su questo non ci sono dubbi. Rispetto al precedente report l'ex Miami Heat ha messo in mostra tutta un'altra sostanza: più difesa, più assist, più rimbalzi, più tiro, più attacco e soprattutto meno palle perse causate con sfondamenti senza un perché. Gradualmente sta recuperando quella voglia di combattere che l'anno scorso è totalmente mancata.

Sotto canestro sta diventando una sicurezza assoluta: contro Chicago e Golden State (nonostante la sconfitta) sono arrivati i "season high" in termini di rimbalzi. L'aspetto più incoraggiante, però, è quello relativo alla difesa: dal match contro Phoenix, quello in cui Ariza è entrato nel quintetto titolare, è diventato un vero fattore nel reparto arretrato e questo non può essere un aspetto di secondo piano. Purtroppo contro Boston è andato un po' in confusione e il fallaccio contro Ray Allen gli costerà  una giornata di squalifica. Poco male, perché arriverà  contro Philadelphia, formazione ampiamente alla portata dei Lakers anche senza Lamar. In ripresa

Bocciati

Sasha Vujacic 5,5: Giocatore assolutamente incomprensibile. In questa seconda metà  di dicembre ha alternato momenti di lucidità  assoluta (il match contro i Clippers e contro Chicago) ad attimi di follia ed insipienza cestistica. Quando credi di aver trovato un ottimo back-up a Kobe Bryant ti accorgi di quanto siamo lontani dal giocatore che servirebbe a questi Lakers. In difesa non gioca malissimo, ma gli arbitri lo puniscono continuamente non dimostrando, peraltro giustamente, il minimo rispetto nei suoi confronti. Lunatico

Luke Walton 5: Cosa dire del figlio del vecchio Bill? Ad oggi veramente poco. L'infortunio alla caviglia subito nel derby contro i Clippers si è riacutizzato in quello contro i Philadelphia 76ers e ha condizionato tutto il suo tour ad est, costringendolo alla panchina nel momento migliore della squadra. È rientrato nel match contro Boston ma non ha aiutato per nulla i suoi compagni nel momento del bisogno. Speriamo che possa riprendersi il prima possibile, ma in questo occasione l'insufficienza è inevitabile. Anonimo

Vladimir Radmanovic 4: Senza speranze. Radmanovic è ricaduto nuovamente negli errori della passata stagione. Al momento stiamo parlando della più grande delusione della stagione gialloviola nonché del più grande errore di mercato della gestione di Mitch Kupchak. Nelle ultime sette partite, dunque nel momento migliore della squadra, ha messo insieme la bellezza di 11 punti, 5 assist e 15 rimbalzi in 92 minuti giocati. A referto anche svariati air ball. Quando lo vedi giocare ti viene la depressione e non riesci a capire come un ragazzo così possa aver ottenuto quel contratto. Anche Phil Jackson sembra aver perso totalmente le speranze e questo è tutto dire. Slalom

Ingiudicabili

Kwame Brown:NG
Chris Mihm: NG
Javaris Crittenton: NG

Il Calendario

Nei prossimi giorni, finalmente, i Lakers avranno a disposizione un calendario più abbordabile. Dopo due mesi di gare difficili e complicate, peraltro incastrate nel modo più complesso possibile, finalmente ci sarà  un po' di respiro per i gialloviola. Certo, abbassare la tensione e credere che tutto sia semplice potrebbe essere un'arma a doppio taglio molto pericolosa per gli uomini di Phil Jackson, ma non c'è dubbio che è molto più incoraggiante, anche solo da un punto di vista psicologico, uno "schedule" alla portata.

Venerdì 4 gennaio: Los Angeles Lakers - Philadelphia 76ers = 124-93 (W)
Domenica 6 gennaio: Los Angeles Lakers - Indiana Pacers = 112-96 (W)
Martedì 8 gennaio: Memphis Grizzlies - Los Angeles Lakers = 117-101 (W)
Mercoledì 9 gennaio: New Orleans Hornets - Los Angeles Lakers = 80-109 (W)
Venerdì 11 gennaio: Los Angeles Lakers - Milwaukee Bucks = 110-105 (W)
Domenica 13 gennaio: Los Angeles Lakers – Memphis Grizzlies = 100-99 (W)
Lunedì 14 gennaio: Seattle Sonics – Los Angeles Lakers = 121-123 d.t.s. (W)
Stay tuned

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