Curt Schilling al termine di gara 2: un uomo distrutto…
E così è accaduto davvero quello che molti avevano osato pronosticare, ma in pochi riuscivano ad immaginare: i trionfatori delle World Series 2001 malamente sbattuti fuori al primo turno di playoffs.
In realtà qualche segnale da raccogliere ed analizzare era nell'aria.
I bilanci in carriera dei due assi di Arizona contro St. Louis: 5-7 per Randy Johnson, 7-9 per Curt Shilling (con due sconfitte nell'ultima regular season).
Gli infortuni di Luis Gonzales e Craig Counsell che hanno impoverito il line-up dei Diamonbacks e depotenziato l'arma della panchina, che tanta parte aveva ricoperto nei successi recenti della squadra di Bob Brenly.
Fattore ancora più significativo quando devi fare i conti con una panchina come quella dei Cardinals, che vanta il secondo miglior pinch-hitter della National League nell'interno Miguel Cairo, oltre all'escluso nel ruolo di esterno destro tra Eli Marrero e J.D. Drew, ambedue battitori da 18 homeruns stagionali.
Per non parlare dello squilibrio nel ruolo di closer, con la solidità di Jason Isringhausen di fronte ai molti dubbi da post-season riguardo a Byung-Hyun Kim, di cui tutti ricordiamo le prestazioni non certo esaltanti nelle notti dello Yankee Stadium durante le passate World Series.
Ma si tratta di facili speculazioni di chi già conosce il risultato, perché alla fine bastava fare due conti per scoprire che, con la prevista pausa di due giorni, Bob Brenly avrebbe potuto contare su una rotazione a tre dei partenti, il che significa che i Cardinals per aggiudicarsi la serie avrebbero dovuto vincere ben due partite contro il duo delle meraviglie. E chi mai poteva immaginare una cosa del genere?
E invece Arizona ha cominciato subito con il piede sbagliato ed è incappata in una brutta sconfitta casalinga in gara-1: 12-2! Risulta difficile credere che un lanciatore come Randy Johnson che veniva da un trionfale mese di Settembre (5-0, o.66 di ERA), abbia potuto concedere 6 punti e 10 valide in 6 inning, eppure è accaduto.
Big Unit è semplicemente incappato in una giornata negativa, cosa che del resto gli era accaduta con continuità nei playoffs prima della scorsa stagione; la sua fastball non ha mai toccato le abituali velocità , fin dal primo inning ha dovuto osservare Jim Edmonds spedirgli la pallina oltre le recinzioni e poi battergli due singoli nei turni successivi. Anche Rolen ha messo a segno un homerun da due punti.
In più l'attacco di Arizona non ha saputo fare la sua parte mettendo insieme appena due punti nei primi due inning e poi più nulla. Perfino la difesa ha traballato, con Tony Womack che ha mandato in base su errore Fernando Vina (ottimo 3/5) al primo turno di battuta della partita.
A questo punto a Bob Brenly e compagnia non restava che sperare in una prestazione maiuscola di Curt Shilling in gara-2, e l'asso dei Diamondbacks ha fornito una dimostrazione all'altezza del suo nome, conducendo Arizona fino al settimo inning con un solo punto concesso a seguito del fuoricampo nel terzo inning di J.D. Drew, un'autentica bestia nera di Shilling.
Ma ancora una volta è mancato l'attacco, e anche qui non si può fare a meno di pensare alle assenza importanti nel line-up dei D-Backs, i quali sono riusciti a pareggiare solo nell'ottavo grazie al punto segnato da Greg Colbrun e battuto a casa da Quinton McCracken con un doppio.
Da notare che Colbrun era arrivato in base grazie all'errore difensivo dell'esterno Albert Pujols, spostato in terza base per sostituire Scott Rolen. L'All Star dei Cardinals si era infatti infortunato alla spalla mentre effettuava una giocata difensiva a seguito di un duro scontro con il pinch-runner di Arizona Alex Cintron. Ci ha però pensato il pinch-hitter Miguel Cairo a sistemare le cose battendo un singolo nel nono inning contro il rilievo Mike Koplove e portando a casa il punto della vittoria segnato da Edgar Renteria.
Ottima la prestazione sul monte del trentanovenne Chuck Finley che ha lanciato 6 inning e 1/3 senza concedere un punto e ancora strepitoso il seconda base Vina con 4/5 in battuta.
2-0 e serie che si è così spostata a St. Louis per gara-3, laddove Brenly ha deciso di schierare Miguel Batista come partente, nonostante ci fosse la possibilità di mandare sul monte Randy Johnson dopo il riposo di tre giorni. Il ragionamento condivisibile del manager di Arizona è che comunque i suoi ragazzi avrebbero dovuto vincere una partita con un partente che non fosse Shilling o Johnson, dunque tanto valeva provarci subito.
Anche Tony La Russa doveva prendere alcune importanti decisioni per sostituire l'infortunato Rolen e ha optato per l'inserimento di Cairo in terza base per consentire a Pujols di occupare il consueto spot di esterno sinistro e concentrarsi maggiormente sulla fase offensiva.
Le scelte si sono rivelate azzeccatissime, con Cairo che ha messo a segno un 3/3 con due punti battuti a casa e due punti segnati, oltre a non commettere errori difensivi; lo stesso Pujols ha portato a casa un punto e contribuito con una fantastica ed importantissima giocata difensiva nel sesto inning quando ha impedito a Chris Donnels di segnare il punto del pareggio eliminandolo a casa base con un lancio dall'esterno sinistro.
Vittoria St. Louis per 6-3 e inizio dei festeggiamenti in cui non è mancato il ricordo dei bruttissimi momenti affrontati dalla squadra quest'anno, con la morte del cronista storico dei Cards Jack Buck, e soprattutto la tragica e improvvisa scomparsa del pitcher Darryl Kile.
Fondamentale per lo sweep dei Cardinals la prestazione di Vina, che ha chiuso la serie con uno strepitoso 9/15 per .600 di media battuta. Da notare che il leadoff di St. Louis ha realizzato nove singoli, a dimostrazione del baseball concreto, fatto di battute di contatto, bunt e volate di sacrificio, e tanta velocità che Tony La Russa ha saputo trasmettere alla sua squadra.
Tanto è vero che sono arrivati anche i riconoscimenti degli sconfitti: “Hanno un gruppo molto disciplinato di battitori non egoisti, mettono corridori in base, li fanno avanzare, prendono pochi strike out e molte basi per ball” ha dichiarato Bob Brenly dopo gara-3.
L'adattamento verso questo tipo di baseball è certo anche un adattamento alla perdita di un battitore di potenza come Rolen, il quale molto signorilmente non se l'è presa con il pinch-runner Cintron che ha provocato il suo infortunio con una traiettoria di corsa ai limiti della correttezza.
Le analisi mediche evidenziano che la spalla del terza base ha subito quattro lesioni in punti diversi, e non è detto che Rolen possa tornare in campo entro la fine dei playoffs.
Una curiosità : prima di gara-3 la Russa ha indicato un possibile problema nel fatto che in panchina aveva solo quattro giocatori di posizione, e che quindi all'evenienza avrebbe dovuto chiedere ad un pitcher di prendersi un turno di battuta. Il prescelto secondo il manager di St. Louis sarebbe stato proprio il “nostro” Jason Simontacchi, che quest'anno ha battuto con una buona media di .240 (12/50).
In merito alla sostituzione di Rolen in terza base c'è stato anche un episodio divertente: Mark McGwire ha telefonato a La Russa per congratularsi della vittoria dei Cards in gara-2, e il manager ha scherzato circa un giovane terza base ormai invecchiato che avrebbe potuto fargli comodo.
La replica divertita di Big Mac (che ha parlato di sé in terza persona) non si è fatta attendere: “Ha detto di sì, scenderà in campo e prenderà qualche giro di mazza e qualche rimbalzante se i Cardinals otterranno un'eccezione dal commissioner”.