Il paradiso all’improvviso

Flying Blazers!

Sono passate quasi tre settimane dall'ultimo report, nel frattempo i Blazers hanno fatto ben poco per passare inosservati.

Il mese di dicembre parla chiaro: 13 vittorie su 15 incontri, con le due sconfitte proprio nel primo e nell'ultimo giorno del mese. Nel mezzo Portland è diventata la squadra più giovane nella storia della Lega a vincere 13 gare consecutive, mettendo in mostra tre importanti qualità : profondità , coesione, sicurezza.

Profondità 

Portland non è la squadra di un hall-of-famer, di Kobe, di LeBron, di Shaq.
Ci sono due giocatori di alto livello e dal futuro assicurato come Brandon Roy e LaMarcus Aldridge, ma di certo non hanno ancora il peso che hanno ad esempio Iverson e Anthony a Denver.

Coach McMillan in Oregon ha lavorato molto sul concetto di squadra ed è un aspetto che si nota tanto in campo, quanto nelle dichiarazioni dei giocatori. E il lavoro paga, a volte più in fretta del previsto.

Brandon Roy è stato nominato per due settimane consecutive miglior giocatore della Western Conference – ed è un serio candidato al titolo di Player of the Month – guidando i suoi ad oltre 24 punti di media, farciti con 6 rimbalzi e 6 assist a notte.

Contro Denver è riuscito perfino a stoppare Anthony che, nel penultimo possesso della gara, lo aveva portato sotto canestro per un mismatch piuttosto favorevole. Ma è decisamente riduttivo attribuire al regnante R.O.Y. tutti i meriti di questa straordinaria striscia di successi.

Con ottimi risultati LaMarcus Aldridge sta reggendo il peso di una frontline privata dell'atteso debutto di Oden. Oltre a 17 punti e 7 rimbalzi di media e ad un tiro frontale dalla media distanza che è una sentenza, sta migliorando in modo evidente in tutti gli aspetti del gioco.

Nella sconfitta contro i Jazz si è regalato il personale carrier-high di punti (36 con 12/17). Eppure Portland non ha smesso di battere i propri avversari neppure quando ha dovuto fare a meno di Aldridge (fascite plantare) per cinque gare consecutive.

In quelle cinque partite Channing Frye lo ha sostituito registrando 10,8 punti e 7,2 rimbalzi a spettacolo, trovando la retina con il 63% dal campo. Non male per un giocatore che era passato in un mese da titolare ad ultimo nella rotazione dei lunghi dietro persino a LaFrentz (vedi precedente team report). Frye non è ancora quel giocatore che sta cercando di modellare Nate, un'ala in grado di attaccare il canestro, ma sta mostrando ottimi miglioramenti in difesa ed a rimbalzo. Per questo per ora il coach si “accontenta” di vederlo tirare benissimo dai 5-6 metri.

Frye ha superato il momento critico, ha ritrovato la fiducia e talvolta si è dimostrato determinante come nella vittoria in Colorado, quando ha chiuso con 20 punti e 9 rimbalzi a casa di Marcus Camby.

Travis Outlaw è un altro per cui non si può non spendere qualche parola. La versatile ala dei Blazers ha acceso la miccia che ha fatto esplodere l'euforia in Oregon, precisamente quando ha messo il buzzer-beater con cui Portland ha espugnato il campo dei Grizzlies e segnato la prima W in trasferta.

Ma Outlaw in dicembre è diventato il terzo scorer della squadra, superando quota 20 punti in cinque occasioni e prendendo fuoco molto spesso nella quarta frazione. Contro i Nuggets, nella miglior partita stagionale di Frye, è di Outlaw la stoppata che spegne il tentativo di Kleiza di regalare i supplementari al pubblico del Pepsi Center.

A Natale al Rose Garden sono passati i Seattle SuperSonics, per quello che doveva essere il match tra Durant e Oden, mentre con buone probabilità  è stato quello tra le migliori matricole degli ultimi due anni.

Il tridente Roy-Aldridge-Outlaw tira complessivamente con un drammatico 12/45 dal campo, permettendo ai Sonics di rimanere vicina nel punteggio per quasi tre frazioni di gioco. Ma sono state le seconde linee dei Blazers ad avere la meglio su quelle dei Sonics, con Jarrett Jack sugli scudi: 17 punti (7/11) e 4 assists .

Martell Webster team-high con 25 punti per superare i Jazz nella prima sfida di dicembre, le 4 triple con cui James Jones ha steso gli Heat o quelle (sempre 4) con cui Steve Blake ha scavato il solco che ha chiuso la partita contro i TWolves.

Portland ha fatto ricorso a tutte le armi o se preferite a tutti gli interpreti di cui dispone e tutti hanno trovato almeno una serata magica in cui affiancare o sostituire la coppia Roy-Aldridge.

“Guardate teams come Detroit che hanno vinto per anni" – questo il paragone che propone Frye – "quelle sono squadre e noi siamo una squadra, e stiamo vincendo perché non puoi fermare 10, 11 giocatori. In campo si gioca 5-contro-5, ma nel nostro caso è come se fossimo 12-contro-5.”

Coesione

Tutti vogliamo metterci in luce individualmente e fare le cose che sappiamo fare meglio, – ammette Jarrett Jack – "ma sappiamo bene che le dobbiamo fare all'interno del concetto di squadra”

Anche Roy back-to-back player of the week è sufficientemente in gamba per capire che “senza i miei compagni e senza le vittorie di squadra, le miei prestazioni non mi avrebbero portato a nessun riconoscimento.”

I Blazers visti in dicembre sono riusciti a dare una svolta in entrambe le metà  campo. In una squadra in cui tutti hanno la possibilità  di ergersi a eroe della notte, non è strano aspettarsi un atteggiamento decisamente altruistico.

In attacco la circolazione della palla è notevolmente migliorata, passando da 87 a 103 punti di media a partita e a testimoniare che si tratti del risultato di una miglior condivisione della palla ci sono gli oltre 24 assists di media totalizzati dai ragazzi di McMillan. E quando l'attacco non gira, come contro Seattle, i Blazers vincono la gara in difesa.

La squadra è ancora la peggiore alla voce recuperi (così come sono ultimi in quella palle perse forzate), ma hanno abbattuto il numero dei tiri non contestati concessi, che ultimamente non sono mai più di 2 o 3 per gara. Prova di una squadra che difende bene o almeno ci prova, che non ti concede nulla.

Una squadra in cui tutti hanno una parte importante e rincorrono un obiettivo comune.
Team basketball 'n defense! I due imperativi di questi Blazers, che recentemente hanno sempre trovato una via ed un protagonista per superare gli ostacoli.

Sicurezza

Ultimo aspetto che mi sembra rilevante è la gestione dei momenti decisivi. Nella striscia di 13 vittorie consecutive i Blazers hanno conquistato ben 10 volte l'ultima frazione di gioco. Il caso dei Sixers poi ha avuto del clamoroso: nei primi 6 minuti dell'ultimo quarto non hanno concesso neppure un punto a Philadelphia che ha subito un terrificante parziale di 17-0 (21-0 considerando la fine del terzo quarto di gioco). Triple da ogni dove, Outlaw che posterizza Carney, stoppate…

Curiosamente proprio contro i Sixers ad inizio regular season Portland aveva sprecato un vantaggio di 17 punti nell'ultima frazione di gioco, perdendo una partita già  vinta ed iniziando quello che sarebbe diventato un terribile ciclo di 9 sconfitte in 10 incontri. Altri tempi.

Ora questi Blazers possono fare affidamento su diversi clutch players e negli ultimi minuti dimostrano una insospettabile freddezza e maturità . Per una squadra così giovane vincere tante partite combattute fino all'ultimo non è forse segnale che questi ragazzi sono più pronti a vincere di quanto si pensasse ad inizio stagione?

I tifosi di Portland possono vantare una squadra che gioca un bella pallacanestro, espressione di un attacco in cui la palla la giocano tutti e, forse anche per questo, di una difesa che sta facendo notevoli passi avanti.

L'euforia post draft si era sgonfiata dopo l'infortunio ad Oden e quello che doveva essere un anno di maturazione si sta trasformando in una stagione esaltante. Non importa se ci sarà  una post-season oppure no, nessuno può ora negare che questa squadra ha quel che serve per giocarsi la qualificazione ai playoff. E questo è già  un successo.

Boling point

C'è un programma televisivo americano stile candid camera in cui un protagonista ignaro viene provocato in ogni modo, ma se riesce a non perdere le staffe per un tempo stabilito, allora vincerà  una somma in denaro.

Bene, si tratta di qualcosa di molto simile a quello che è successo un giorno a San Antonio, sotto l'abile regia di coach McMillan. Solo che per vincere bisognava NON trattenere la rabbia.

I Blazers si sono recentementi confessati a Jason Quick (Oregonian) raccontando di un preciso momento di svolta nella loro stagione.

Dopo 8 sconfitte in 9 gare, i giocatori sono in un mood che mescola assieme rabbia e depressione. Il giorno dopo si gioca nella tana dei campioni NBA.

Nate McMillan ha un progetto preciso in mente per quella sessione di allenamento, così come gli strumenti per realizzarlo. Due regole: si gioca senza cambiare marcatura sui blocchi ed il possessore di palla non può fare più di un palleggio. L'ideale per una squadra con i nervi a pezzi.

Un eccesso di fisicità  da parte di Przybilla genera una discussione animata con Webster che 'gliela promette', ma pochi istanti dopo è ancora il centro a stendere il buon Martell lanciato a canestro. Webster guarda verso il suo head coach, il quale gli sorride con un espressione del tipo “E allora?…”

Per McMillan quel tipo di allenamento aveva delle ragioni tecniche: rianimare una difesa troppo soft e migliorare circolazione di palla e movimento dei giocatori senza palla.
C'era però anche una motivazione più emotiva. “Fondamentalmente era concepito perché diventasse una battaglia.”

Quel che seguì è ben descritto dalle parole con cui ricorda quel giorno Przybilla. “Ti assicuro, quello è stato uno degli allenamenti più intensi nei miei otto anni di NBA.”

Tra un spintone, una trattenuta vigorosa, un gomito piazzato con troppa energia e continui scatti ad inseguire il proprio uomo, persino bravi ragazzi come Frye e Roy iniziano a deridere i rispettivi marcatori con un po' di sano trash-talking.

Blake in particolare non riuscendo a tenere Roy si mette a prendere a calci le sedie a bordo campo. "Avevo proprio perso la testa" ammette il pupillo di Pritchard, ridendoci un po' su. "Da allora abbiamo giocato in modo molto più fisico contro i nostri avversari. Prendiamo più rimbalzi offensivi, non permettiamo canestri facili. Non voglio dire che siamo la squadra più dura della Lega, ma ora siamo solidi.”

La sconfitta contro San Antonio arriva lo stesso, ma sono gli stessi giocatori a sostenere che l'atteggiamento della squadra non è più quello di prima.
"Quel giorno sentivo che tutto era cambiato", conferma Brandon Roy.

Rotto l'incantesimo?

I Blazers hanno perso nella notte di San Silvestro contro la squadra di coach Sloan, dopo averla sconfitta due volte nel mese di dicembre.

Jazz che hanno vinto la gara a rimbalzo, trasformando 13 rimbalzi offensivi in 20 punti. Blazers che hanno sbagliato 10 tiri liberi. Ora un calendario che non sarà  così generoso come quello del mese appena concluso.

"Certo, vuoi sempre continuare a vincere, ma tutto prima o poi ha una fine. Abbiamo perso. Adesso andiamo a Minnesota e proviamo a iniziare un'altra striscia vincente."

Alle parole di Aldridge fanno eco quelle di Brandon Roy: "Più che celebrare la striscia vincente mi interessa vedere come riprendiamo ora che si è interrotta. Riuscire a legittimare questi risultati, per me questo vorrebbe dire molto."

Tra un paio di settimane ci ritroveremo per verificare how they bounced back…

Frammenti

Franchise record ~ Correva la stagione '90-'91 quando Drexler, Porter & friends infilavano una striscia di 16 vittorie consecutive. Quella interrotta pochi giorni fa dai Jazz è la seconda miglior striscia vincente nella storia della franchigia dell'Oregon.

Franchise funder ~ Harry Glickman è il mitico fondatore della franchigia dei TrailBlazers, Parte delle Heritage celebrations volute da Stern, nell'ultima domenica del vecchio anno il Rose Garden ha onorato Mr. Glickman e la festa è stata completata dalla vittoria in rimonta di Roy & Co sui malcapitati Sixers.

Hey, ma quanto pesi? ~ “Man, you're looking big. How much do you weigh now?” Durant ha salutato l'amico Greg Oden negli spogliatoi del Rose Garden, in occasione dell'attesa sfida di Natale. I due hanno scherzato come sempre, poi la star dei Sonics ha ammesso ai giornalisti di essere davvero contento di vedere Oden finalmente senza stampelle.

Josh McRoberts ~ Primi punti per il rookie contro i Sixers: 2 su 2 dal campo in pieno garbage time.

Troppe attenzioni ~ Domanda: "Qual è la più grande sorpresa riguardo alla tua esperienza nella Lega?" LaMarcus Aldridge: "La prima volta che mi hanno raddoppiato, quest'anno. Pensavo che ci sarebbe voluto più tempo, invece quasi ogni notte vengono regolarmente raddoppiato. Ora che sto iniziando ad abituarmi, devo imparare a migliorare il mio gioco in quelle situazioni."

Lutto familiare ~ Per la seconda volta in questa Regular Season coach McMillan ha mancato una gara a causa di un lutto in famiglia. Contro i Jazz in panchina ruolo di head coach per Dean Demopoulos. Dopo una breve tradizione di sostituzioni fortunate, la prima sconfitta da capoallenatore.

Xmas Blazers ~ “Non è sempre Natale”, purtroppo. I Blazers hanno giocato per 14 volte nel giorno preferito dai bambini. Il bilancio è di una sola sconfitta, nella prima occasione. Tradizione positiva che non si è interrotta neppure contro i Sonics quest'anno.

Standing

(W) Portland vs. Golden State 105-95
(W) Portland vs. Utah 99-91
(W) Portland @ Denver 116-105
(W) Portland vs. New Orleans 88-76
(W) Portland vs. Toronto 101-96
(W) Portland vs Denver 99-96
(W) Portland vs. Seattle 89-79
(W) Portland vs. Minnesota 109-98
(W) Portland vs. Philadelphia 97-72
(L) Portland @ Utah 101-111

next: Portland @ Minnesota

record: 58.1% — [18W/13L]
Western Conference: ottavi
Northwest Division: secondi

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