Buono anche l'ovest di Boston

Kevin Garnett guarda in alto: che stia guardando il posto libero per il 17esimo stendardo?

Nelle prime due partite dei Celtics ad ovest sono arrivate altre due vittorie, una prova di forza convincente che deve essere confermata vincendo almeno una delle prossime due partite che completeranno la prima trasferta nell'altra costa. In settimana si è anche vendicata la sconfitta in Florida.

Risultati

Orlando Magic @ Boston Celtics W 91-103
Boston Celtics @ Sacramento Kings W 89-69
Boston Celtics @ Seattle Sonics W 104-96

Commento

Altre tre vittorie, altre tre impronte che i Celtics hanno segnato nel solco di questa stagione NBA.

Se avevamo paura della trasferta ad ovest queste prime due partite ci hanno un po' tranquillizzato, ora però dovremo vedere come si comportano i nostri beniamini completando la prima trasferta, avendo di fronte due squadre di una certa consistenza.

I più distratti forse vedranno un po' di difficoltà  nell'ultima gara contro i Sonics, ma in realtà  il risultato non è mai stato in pericolo, è soltanto la necessità  di amministrare le forze per riuscire a completare la trasferta senza affanni eccessivi, e dobbiamo dire che i Celtics riescono ad amministrarsi in modo superlativo.

Prima d'iniziare la trasferta si è fatto in tempo a giocare contro Orlando, e tanta era la voglia di vincere contro di loro e di vendicare la sconfitta subita in casa della franchigia della Florida lo scorso 18 novembre che ben 4 giocatori hanno chiuso la gara sopra i 20 punti: ovviamente il PGA Tour al completo con l'aggiunta di Rajon Rondo, un giocatore che continua a stupire per come gioca bene. Poi però ti fa le gare come Seattle con 1 punto, ma se non ci fossero bisognerebbe iniziare a coniare qualche altro appellativo, tipo BigFour o qualcosa del genere.

"Si, mi hanno fatto un favore" ha commentato Ray Allen a domanda se ha gradito che i Sonics lo abbiano mandato in quella che attualmente è la migliore squadra NBA. Per molti anni è stato la bandiera silenziosa dei Sonics, ora è solamente uno dei migliori dei Celtics, ma è risaputo che è sempre meglio essere uno dei migliori in una squadra vincente che il migliore in una realtà  perdente. Era così amato che i tifosi hanno fischiato la decisione della franchigia dello Stato di Washigton di scambiarlo la scorsa estate, ma dal loro punto di vista è stata la soluzione ideale: ricostruisci con un giocatore che diventerà  una stella (Durant) e cerchi di prenderti i giovani più talentuosi che ci siano in giro scambiano i veterani a cui non riesci a garantire nell'immediato risultati lusinghieri. Si lavora per il futuro, e Seattle lo sta facendo bene.

Restando ai Sonics, spesso si è parlato in passato di presunte promesse di Ainge a Delonte West di non cederlo, sentiamo che ne pensa lo stesso West delle mosse del nostro GM: "se avessi avuto l'opportunità  d'avere Pierce, Allen e Garnett nella stessa squadra, cercherei di fare qualunque cosa per realizzare questa squadra". Tutto chiarito dunque, se mai c'è stata questa promessa, West ha legittimato le mosse di Ainge, quindi lo ha giustificato.

"La TAC dice che stai bene, i dottori dicono che stai bene, ma tu ancora non ci credi" sono parole del Doc riferite a Tony Allen ed al suo infortunio che lo limita nel rendimento ancora adesso. Come abbiamo già  detto su queste colonne il problema principale di un atleta dopo un'operazione al legamento crociato è fisico, ma dopo 5-6 mesi in genere la gamba torna in forze, eppure il danno psicologico può prolungarsi ulteriormente.

La mente è strana, può farti fare cose che non pensavi di riuscire a realizzare e poi ti blocca per le azioni più semplici. Ora Allen sa che la gamba è a posto, glielo hanno detto i medici e glielo hanno confermato anche gli esami della TAC (simile ai normali raggi, ma molto più sofisticati), eppure lui ancora non si fida, ha sempre nella mente il momento dell'infortunio e sa che questo infortunio gli può capitare ancora senza preavviso, e ha pure ragione, ma deve insistere e continuare ad allenarsi, dimenticandosi dell'infortunio e cercando ci continuare a fare quello che più gli piace: giocare a basket.

Infortuni

Nessun infortunio questa settimana. È incredibile come questa rubrica l'anno scorso avesse sempre molti contenuti mentre quest'anno le notizie scarseggiano, ma di certo non ci lamentiamo.

Curiosità 

Contro Orlando 4 giocatori dei Celtics hanno chiuso con oltre 20 punti, l'ultima volta è stato nel lontano 5 maggio 1999, quando i quattro furono lo stesso Pierce (27), Dana Barros (26), Ron Mercer (23) ed Antoine Walker (23) contro Charlotte dopo due supplementari.

Garnett rimane il primo assoluto nelle votazioni per l'All-Star Game con quasi 1,2 milioni di voti, sopravanzando LeBron James che si ferma poco sopra il milione. Per quanto riguarda il resto del PGA Tour, Pierce è quarto tra le ali ed Allen quarto tra le guardie ma mentre il primo ha ancora qualche speranza di partire in quintetto perchè è soltanto a meno di 100mila voti dal secondo in classifica (Kidd 559mila, Allen 464mila), per Pierce la partita è già  chiusa perché è impossibile che possa raggiungere il già  citato Lebron, quindi deve sperare solo in una chiamata degli allenatori.

Per alcuni rimpianto, per altri meno, Jim O'Brien, coach dei Celtics prima di Doc Rivers, ha voluto farsi notare dichiarando che alla fine della stagione regolare ad est saranno i Pistons ad avere il miglior record. Ora che Detroit sia una delle favorite a partecipare alla finale NBA nessuno lo mette in dubbio, ma che i Celtics possano perdere la vetta dell'Eastern Conference è una cosa tutt'altro che scontata, dato che al momento i biancoverdi non hanno nessuna intenzione di iniziare a perdere delle partite in serie. Ovviamente tutti noi speriamo che l'uscita di Obie sia errata.

Charles Barkley, ex giocatore NBA ed ora analista per la TNT con la lingua molto affilata, ha dichiarato: "se (i Celtics) vincono 72 partite (attuale record dei Bulls) camminerò (dallo studio TNT di Atlanta) fino a Phoenix con uno Speedo (costume da bagno)". Come al solito il signor Barkley non ha perso l'occasione di stare zitto, e la risposta di Doc Rivers credo che rispecchi il pensiero di tutti i tifosi Celtics: "questo vorrebbe dire vincerne 71, non voglio vincere (la sfida e vedere Barkley in uno Speedo), sarebbe troppo raccapricciante".

Il migliore della settimana

Nonostante la brutta giornata a Seattle, Rajon Rondo ha vinto il riconoscimento settimanale per aver giocato una partita strepitosa contro Orlando ed una più che discreta contro Sacramento. È ancora giovane e le sue continue altalene di rendimento sono normali, ma nei suoi picchi più alti riesce ad avvicinarsi al PGA Tour, come contro Orlando. Poi vedi come gioca contro i Sonics e capisci che è ancora giovane.

Dietro di lui da segnalare un Perkins in crescita alla voce rimbalzi con un ottimo 9,3 di media ed una panchina che va a fasi alterne: deludente nella prima gara settimanale, discreta nella seconda e buona nella terza.

Classifica aggiornata:
3 Rajon Rondo
2 James Posey
1 Eddie House
1 Kendrick Perkins

I minuti del PGA Tour

Settimana piena per Paul Pierce, che sta nettamente più minuti in campo rispetto al resto del PGA Tour. Per lui ben 41 minuti di media, mentre Allen ne chiama 38 e solo 36 per Garnett. Poiché non ci sono state particolari difficoltà  nelle vittorie settimanali, trovare una motivazione per questo alto minutaggio di Pierce è difficile, ma forse è da ricercare nella necessità  di dover giocare per integrarsi al meglio nella squadra, decisamente rinnovata questa estate.

Nel computo stagionale dei minuti troviamo sempre primo Allen, sostanzialmente invariato con 38,5 minuti di media, ma tallonato da vicino da Pierce che lo segue a soli 2 centesimi di minuto. Ben distante è Garnett, che continua a lambire i 35 minuti, essendo a soli 3 centesimi di minuto sopra questa soglia.

Appuntamenti e classifiche

Non c'è sosta per i Celtics, nonostante il viaggio ad ovest gli aspettano ben 4 partite:
sabato in trasferta contro Utah
domenica in trasferta contro i Lakers
mercoledì in casa contro Houston
venerdì in casa contro Memphis

Ultime due partite dei Celtics del loro primo viaggio ad ovest, e sono le due più difficili. Contro Boston si metteranno di fronte i Jazz, non in un buon momento (ma hanno battuto Dallas mercoledì scorso) ed i Lakers, alias Kobers, contro i quali l'unica cosa che conta è la W a fianco dei Celtics, che gli devono far ben capire che se un team gioca di squadra non ci può essere che la vittoria, le tendenza al faccio-tutto-io sono solo deleterie per i risultati della propria franchigia.

Per completare la settimana contro formazioni dell'ovest si torna a Boston dove si combatteranno sul parquet contro Houston, partita come contender ad inizio stagione ed ora fuori dai play-off, e contro Memphis, che è una delle candidate al primo pick del prossimo draft.

Questi Celtics sono anche in grado di vincerle tutte e quattro, ma se arrivassero una o due sconfitte non sarebbe di certo da farci un dramma, l'importante è che non sia contro i Lakers, quella partita è da vincere a prescindere da tutto.

La classifica è noiosamente simile a quella della settimana scorsa: Boston prima e le altre ad inseguire. Non che ci dispiaccia, ci mancherebbe, è solo bello far notare come è da un paio di decenni che i tifosi Celtics non sentivano un'aria così rarefatta, da quanto possono guardare le altre squadre dall'alto.

A risentirci.

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