Chauncey Billups decisivo nel finale a Boston. Lui e i suoi Pistons sono in forte ascesa ad est.
1) Boston Celtics 22-3
Cade l'imbattibilità al Garden dopo una autentica battaglia in stile playoff con i diretti rivali per l'est Detroit Pistons, in una gara in cui alla fine la differenza l'ha fatta la maggior lucidità ed esperienza dei Pistons a giocare quel tipo di situazioni. Sconfitta che comunque dimostra che i Celtics possono giocarsela anche con una contender in forma smagliante come i Pistons. Arriva invece una vittoria molto convincente contro gli Orlando Magic, che nonostante fossero reduci da un brutto periodo al Garden hanno giocato una buona gara. Il resto degli avversari spazzati via senza tanti complimenti compresi quei Bulls che in molti davano come i loro possibili avversari per l'est.
2) San Antonio Spurs 19-7
Arriva qualche sconfitta, ma niente di cui preoccuparsi, perchè in coincidenza delle sconfitte con Golden State, Lakers, Memphis e Suns, c'erano assenze importanti come quelle di Parker e Duncan. Anzi da questo punto di vista la quasi vittoria interna con i Suns va vista dal lato positivo, ossia gli Spurs privi dell'MVP delle passate Finals, per poco non battono i Suns al loro meglio. Un attimino più preoccupante la sconfitta di Memphis, squadra senza grandi pretese ma che se la lotta ogni sera, ma anche qui probabilmente la presenza del francesino avrebbe cambiato le sorti della gara. Poteva essere la volta del sorpasso sui Celtics vista la sconfitta di Boston con i Pistons, ma gli infortuni hanno mischiato le carte.
3) Detroit Pistons 20-7
Dopo un inizio un pò incerto i Pistons iniziano a fare maledettamente sul serio. la distanza tra loro e il resto delle diretti concorrenti nella Central Division inizia ad essere marcato, e questo è un bel vantaggio in quella che è la Division più dura dell'intera Eastern Conference. Espugnano per primi in questa stagione il Garden di Boston al termine di una autentica battaglia, in cui la loro freddezza nel finale è stata l'arma vincente. Attivi anche sul mercato dove hanno scaricato il contrattone del semi inutilizzato Moahmmed a Charlotte ricevendo in cambio Brezec e Hermann, con il secondo che con la sua energia potrebbe entrare anche in rotazione.
4) Phoenix Suns 19-8
Un ruolino di marcia di tutto rispetto, ma anche un paio di sconfitte da tenere in considerazione anche perchè sono arrivate da due squadre che hanno lunghi molto produttivi in attacco ossia Minnesota con Al Jefferson e Miami con Shaq. La solita macchina da canestri in attacco, ma in difesa chiaramente manca qualcosa, magari non tanto a livello di uomini (Skinner tutto sommato 15 minuti di difesa accettabile li da), ma soprattutto a livello di scelte di base, visto che ormai gli indizi sono tanti. Servirebbe un Diaw formato 2005-06 che in difesa produceva quello che oggi manca, ma purtroppo il francese dopo il rinnovo latita di brutto.
5) Dallas Mavericks 19-9
Pian pianino stanno risalendo la classifica, ma ad ogni visione dei Mavericks i dubbi saltano subito agli occhi, fino a che giocano in campo aperto sono incontenibili, ma poi se gli si toglie un po di velocità e un po di contropiede finiscono per annegare nel classico bicchiere d'acqua. Tanta poca lucidità in regia, infatti tiene banco un possibile ritorno in Texas di Jason Kidd. Resta poi l'enigma dei lunghi perchè se in attacco Nowirzki fa “tana per tutti”, pur non avvicinandosi al canestro nemmeno sotto tortura, in difesa la faccenda si fa complicata, tant'è che i ricorsi al semisconosciuto Brendon Bass sono sempre più frequenti, dato che Diop fa il suo compitino ma non è giusto chiedergli di più e che Damnpier fa più notizia per il suo mega contratto che non per la sua difesa. Tutto bene ma con le quattro sopra la faccenda si potrebbe far dura in una eventuale serie di playoff.
6) New Orleans Hornets 17-10
Nonostante l'infortunio di Stojakovic gli Hornets proseguono nel loro buon momento. Controllo del ritmo è il credo principale di coach Scott, che poi in attacco si affida alle mani fatate di Chris Paul che sta giocando un basket celestiale guadagnandosi di forza la sua prima chiamata all'All Star Game casalingo. Arrivano segnali confortanti anche da due giovani come Julian Wright e Hilton Armstrong che saranno pezzi importanti del futuro di questi Hornets.
7) Los Angeles Lakers 17-10
Periodo decisamente positivo per i Lakers di coach Jackson. Finiti (forse) i rumors su Bryant la squadra ha iniziato a girare come si deve, lo stesso Bryant forse ha realizzato che questi Lakers sono già più forti di quei Bulls in cui doveva approdare, ma soprattutto sembra aver capito (mai dire mai) che non servono sue prestazioni da 45 punti con 30 tiri, ma ai Lakers molto di più che lui coinvolga i compagni in attacco e che poi in difesa difenda come sa essendo uno tra i primissimi nell'NBA se non il migliore. Va segnalato un Andrew Bynum in decisa ascesa che spesso va in doppia doppia senza neppure aver un uso massiccio da parte di Phil Jackson, mentre per ora latita Lamar Odon. occhio perchè se si iscrive alla causa anche il numero sette le tre grandi dell'ovest in breve potrebbero diventare quattro.
8) Denver Nuggets 16-11
Complice il tracollo dei jazz si portano in vetta alla NorthWest Division (ma attenzione a Portland), la coppia Iverson Anthony funziona, sotto Martin e Camby almeno in difesa provano a fare la loro parte. Quello che manca è forse il concetto di squadra e Coach Karl come sempre da questo punto di vista non porta grandi aiuti, visto che in un momento in cui la squadra sembrava prendere il giusto ritmo ha dichiarato senza tanti giri di parole alla stampa che per portare a Denver Jason Kidd sarebbe disposto a sacrificare chiunque tranne ovviamente Iverson e Anthony. A livello diplomatico si è visto gente più sveglia, perchè queste cose in uno spogliatoio notoriamente umorale come quello dei Nuggets potrebbero costare carissime.
9) Orlando Magic 18-11
La festa è già finità ? Magari no, ma una bella ridimensionata i Magic se la sono già data. Sconfitte a grappoli iniziati con una sciagurata sconfitta interna contro Indiana e proseguita con sconfitte altamente non previste un mese fa, come quelle con Atlanta Milwuakee Memphis e Utah alcune delle quali con divari quasi imbarazzanti per i Magic. Motivo ? Beh in NBA girano DVD e scouting report e se un mese fa Dwight Howard era immarcabile adesso arrivano i primi accorgimenti per almeno limitarlo, ma il problema più vero è forse il fatto che i Magic non hanno gioco intermedio, i famosi “mid range shot” che sono prerogativa di chi vuole vincere a giugno, infatti i Magic o vanno al ferro con tiri nell'ultimo metro oppure vanno con il tiro da tre, in mezzo nulla, e una volta che si è sparsa la voce le difese si adeguano in pochi giorni.
10) Portland TrailBlazers 15-12
Uno che segue poco l'NBA potrebbe dire : “ma questi cosa ci fanno a ridosso della top10 ?”. La risposta è semplice ci stanno a pieno titolo. Reduci da una striscia lunghissima di vittorie ancora aperta a 10, roba da contender per capirsi, in assenza di Oden hanno deciso di accelerare i tempi e mettersi già al lavoro. La cosa curiosa è che alcune di queste vittorie sono arrivate senza LaMarcus Aldridge fermo per fascite plantare. Il tutto sotto la sapiente guida di Brendon Roy, a buon diritto il giocatore più sottovalutato dell'intera NBA, che sta dimostrando una maturità non prevista, e anche a livello tecnico sta mostrando progressi assolutamente inattesi, tant'è che l'etichetta ricevuta in sede di pre draft 2006 “bravo ma senza upside”, è già stata buttata via da tempo. Lecito chiedersi cosa possano essere questi Blazers con qualche anno di esperienza in più perchè il trio Oden Aldridge Roy profuma tanto di anello. E anche nel resto della squadra c'è del talento utile alla causa. McMillan coach of the Year ?
11) Golden State Warriors 16-12
Continua il buon momento dei Warriors che dopo la sfuriata di fine novembre si mantengono comunque su ottimi livelli di rendimento. Il Barone impera e a tratti semplicemente non è marcabile. Quasi imbattibili contro squadre che non riescono a limitare i loro vertiginosi ritmi di gioco, faticano di più davanti a squadre che li costringono davanti a difese schierate, dove gli vengono abbassate le percentuali del tiro da tre punti. Resta irrisolto l'enigma della scambio che a portato ai Warriors Brandan Wright per ora inutilizzato in cambio di Jason Richardson.
12) Atlanta Hawks 14-12
Possiamo senza dubbio chiamarla la sorpresa dell'anno, che gli Hawks fossero chiamati ad un miglioramento si sapeva, che li trovassimo a fine dicembre in striscia aperta di quattro vittorie e oltre il 50% di vittorie decisamente no, anche perchè sono una squadra giovane, che per di più ha mezzo roster in scadenza di contratto. Hanno forse finalmente trovato in Al Horford una presenza importante sotto le plance, mentre dietro la solidità di Joe Johnson fa tutta la differenza del mondo. Il tutto arrangiandosi come si può in cabina di regia. Battuta, se mi permettete, ma per una squadra come gli Hawks non avere la prima scelta cui pensare (è stata ceduta ai Suns) libera troppo la mente, e i risultati in campo ne traggono senza dubbio un enorme beneficio.
13) Indiana Pacers 15-13
Ottimo lavoro di Coach Jim O'Brien uno che riesce sempre a creare lo spirito giusto nello spogliatoio, e che con un roster navigato come quello dei Pacers riesce a tirare fuori il meglio. Grande stagione di Jamaal Tinsley (sparatorie a parte) tornato ai livelli della stagione da rookie o forse ancora meglio. Danny Granger in rampa di lancio, il trio bianco Dunleavy, Murphy, Foster a dare quadratura e solidità , il tutto in attesa del miglior Jermaine O'Neal, perchè quello visto fino ad oggi tra infortuni e malumori è la brutta copia di quello conosciuto nel passato. Attualmente secondi nella Central Division nelle prossime settimane saranno chiamati ad un duro sforzo per contenere il ritorno dei Cavs e forse anche dei Bulls.
14) Toronto Raptors 15-14
I Raptors non riescono proprio ad ingranare la marcia giusta quest'anno. una lunga serie di piccoli infortuni non può essere alla base di tutti i problemi, dietro c'è ben altro, problemi di spogliatoio abbastanza palesi. Bargnani reduce da un infortunio fatica a rientrare nelle grazie di coach Mitchell che ormai ha ceduto alle idee di Bosh che preferisce accanto a se gente che gli copra le spalle difensivamente e non gli tolga tiri. Manca palesemente un 2-3 di spessore, tanta quantità nel ruolo ma nessun giocatore decisivo. Se non bastasse tutto questo c'è pure l'infortunio di TJ Ford procurato dal famoso fallo di Horford (parere personale entrato decisamente fuori tempo, ma senza la volontà di far male), e per TJ ancora una volta dopo il lungo stop dopo la stagione da rookie si parla di carriera a rischio. Auguri TJ ti aspettiamo in campo quanto prima.
15) Utah Jazz 15-14
Dopo l'ottimo inizio crollati in modo verticale, solo due vittorie nelle ultime dieci gare, tre sole W in dicembre, questo sembra il ruolino di marcia di una squadra diretta in lotteria e non di una che puntava in alto ad ovest. Difesa latitante, qualche piccolo infortunio, ma dietro sembra esserci qualche problema di coesione in spogliatoio, insomma la grana Kirilenko che ha tenuto banco per buona parte dell'estate potrebbe ripresentarsi.
16) Washington Wizard 13-13
Bravi ma sfortunati. Non bastasse l'infortunio di Gilbert Arenas, adesso si è fatto male pure il suo sostituto naturale Antonio Daniels, fuori fino a metà gennaio come minimo, e questo è un vero problema perchè Daniels stava giocando veramente bene. Squadra senza dubbio piacevolissima in attacco, sta trovando in difesa una buona coesione. Chiamato ad un apporto più corposo in attacco sta rispondendo bene Deshawn Stevenson, e anche il rookie Nick Young sta facendo vedere buone cose. Parola d'ordine : resistere, per ora ci stanno riuscendo bene, anche se il ritorno di Arenas è ancora lontano.
17) Houston Rockets 13-15
Non ci siamo proprio. Addirittura sotto il 50% di vittorie. I cronici problemi fisici di McGrady non bastano a giustificare una stagione che rischia seriamente di prendere una brutta piega. Yao Ming alterna momenti di dominio assoluto, ad altri di apatia inspiegabile. Scola per ora è utilizzato poco e male, essendo un giocatore che accanto al cinese potrebbe giocare tranquillamente da titolare, viste per altro le alternative. La panchina sarebbe pure di qualità ma il connubio con i titolari spesso non è riuscito. Serve una svolta decisa in tempi brevi perchè l'ovest non da tregua e non sarà facile risalire la china.
18) Cleveland Cavaliers 12-16
Dopo LeBron il nulla. Non c'è altro modo per descrivere l'attuale situazione dei campioni in carica della Eastern Conference. Come dimostrato nel periodo di assenza di King James senza di lui sono una squadra da 10 vittorie scarse in stagione, e questa la dice lunga su chi sia attualmente il giocatore più forte della lega. Il resto della squadra offre solo delusioni, Hughes sempre infortunato e quando c'è è il lontano parente di quello di Washington (e non gioca esattamente gratis), Gibson fatica molto a livello di continuità , e il ritorno di Varejao pur con alcune buone prove non ha portato quella quadratura del cerchio che si sperava perlomeno a livello difensivo. In disperata caccia di un play, per cui potrebbero pure arrivare al sacrificio di Gooden, il sogno è Kidd, ma si accontenterebbero pure del ritorno di Andre Miller.
19) New Jersey Nets 12-15
Non riescono proprio a trovare il bandolo della matassa, e la sensazione è che per i Nets il ciclo sia finito. Kidd ormai farebbe carte false per andarsene e non lo nasconde neppure, ma da grande professionista quale è viaggia quasi in tripla doppia di media, Carter e Jefferson ci mettono il loro, ma sotto le plance la voragine è enorme. Frontline improponibile per l'NBA odierna, l'acquisto estivo Magloire per ora si è rivelato del tutto inutile. Gli unici lampi arrivano dai giovani Sean Williams e Josh Boone, ma è veramente troppo poco. Ad un passo dalla rifondazione.
20) Sacramento Kings 11-15
Potrebbe sembrare una bestemmia ma trovare i Kings intorno al 45% di vittorie, pur avendo giocato senza Bibby, e con molte altre assenze importanti è un mezzo miracolo, anche perchè Artest non si capisce se gioca per i Kings oppure contro, ci sono giorni in cui sembra voler spaccare il mondo e altri in cui vota “scheda bianca”. Appoggiandosi a gente come Udrih, Garcia Martin e Miller non è lontano ol 50% di vittorie e magari con Bibby in campo in tempi brevi potrebbe pure andare meglio. Resta comunque una franchigia in attesa di rifondare.
21) Philadelphia Sixers 11-16
Sette vittorie nelle ultime dieci gare non sono male, il cambio dirigenziale per ora perlomeno ha dato una bella scossa all'ambiente, che comunque rimane chiaramente in attesa di conoscere il proprio futuro. Protagonisti di un memorabile +28 al Madison Square Garden, vedono pure Igoudala segnare un winning shot di pregevolissima fattura contro Memphis. I playoff ovviamente rimangono un sogno, ma perlomeno ci provano tutte le sere.
22) Milwaukee Bucks 11-15
Dopo il grande mese di novembre arriva il calo fisiologico, d'altronde era chiaro che i Bucks fossero “fuori giri”. Spunti di bel gioco, con il duo Redd Williams a tratti incontenibile, ma il reparto sotto spesso gira a vuoto soprattutto in difesa. Però il cinese Yi sta superando tra lo stupore generale la diffidenza che c'era verso di lui e il recente carrier high di 29+10 contro Charlotte da ragione ai Bucks per la sua scelta al draft apparsa forzata e per la battaglia tra le due parti durata tutta l'estate. Alla fine le cifre dicono che ne valeva la pena.
23) Charlotte BobCats 10-15
L'arrivo di Nazr Mohammed ha dato un bella boccata di ossigeno al reparto dei lunghi. Okafor così torna in pianta stabile a giocare da ala grande suo ruolo naturale, ma è proprio su Okafor che in molti puntano il dito visto che il ragazzo in estate ha rifiutato un rinnovo principesco reclamando il massimo salariale come concesso a Dwight Howard, ma il rendimento dei due è distante anni luce. Raymond Felton si sta consacrando tra i migliori play del mondo. Purtroppo gli infortuni di Morrison e May hanno di fatto “seccato” la panchina e con una rotazione così stretta anche il 40% di vittorie attuale è un mezzo successo.
24) Los Angeles Clippers 9-17
Fuori Brand e Livingston, Cassell day by day, resta obbiettivamente poco con cui combattere, nonostante questo l'impegno profuso dai ragazzi di coach Dunleavy è da apprezzare. Destinati alla lotteria dal giorno in cui Brand si è fatto male cercano di sopravvivere, giocando pure discretamente in alcuni frangenti, ma le vittorie sono sempre più rare.
25) Chicago Bulls 9-16
Ufficialmente dispersi o quasi. E' chiaro che la debacle di Bulls vista fino ad oggi non è la loro consueta partenza lenta vista quasi sempre in era Skiles, ma ci sono problemi più grandi. Hinrich assolutamente irriconoscibile, Deng e Gordon con la testa più al rinnovo della prossima estate che al campo, Ben Wallace decisamente sul viale del tramonto e Tyrus Thomas che alterna buone gare ad altre da fantasma. Aggiungete che le rotazioni di Skiles sono più mutevoli del tempo in Amazzonia, e che gira voce che la squadra gli giochi contro. Uniche note positive Noah e Gray che nel grigiore attuale perlomeno si stanno facendo notare per voglia e grinta. Da poco licenziato Skiles sono in attesa di un nuovo coach.
26) Seattle Sonics 8-19
I Sonics inizieranno a fare sul serio tra qualche hanno quando la coppia Green / Durant (con l'aiuto di qualche altra top pick in arrivo dai prossimi draft) si sarà tolta un po di gioventù di dosso, intanto nelle ultime dieci gare giocate il bilancio è di cinque vinte e cinque perse, perlomeno stanno imparando a vincere contro le squadre di pari livello loro e non è poco. Con un apporto un po più costante dai veterani andrebbe pure meglio. Demien Wilkens tra le sorprese dell'anno. Per il rookie of the Year ovviamente il discorso è già chiuso a favore di Kevin Durant.
27) Memphis Grizzlies 8-19
Sempre più in salita la strada per i ragazzi di Iavaroni, che perlomeno si sono tolti la soddisfazione di battere gli Spurs con un canestro allo scadere del più autorevole candidato al premio di “Most Improved Player” ossia Rudy Gay. Navarro continua a martellare le retine, qualcosina di più sarebbe lecito attenderselo dall'altro spagnolo Pau Gasol. Attesi sul mercato dove potrebbero provare a fare scambi per alleggerire il cap, il cartello “vendesi Swift” campeggia in bella vista.
28) Miami Heat 8-19
Alonzo Mourning, fuori per tutta la stagione e quindi carriera conclusa a causa di un brutto infortunio al ginocchio. Bruttissima tegola per gli Heat che nonostante il ritorno di Dwayne Wade faticano oltremodo a prendere un passo deciso. Riley da la sensazione di pensare più al mercato che al campo, si parla di un interessamento per PJ Brown, e di un possibile scambio con Memphis con Mike Miller e Stromile Swift a Miami. Tutte voci che per ora aiutano poco o nulla, intanto piccola nota lieta Dorrell Wright, giocatore di spessore in difesa che anche in attacco inizia a mordere.
29) Minnesota TWolves 4-22
In una stagione in cui non hanno nulla da chiedere, almeno si sono tolti la soddisfazione di battere i Suns con una gara clamorosa di Al Jefferson. Cantiere aperto se ce ne è uno nella lega, stanno testano molti giovani, Jefferson e Brewer sono due pietre angolari del futuro, Craig Smith può essere un buon complemento, così com Ryan Gomes e anche McCants. In attesa di vedere all'opera Randy Foye, per il resto del roster non è difficile prevedere un futuro lontano da Minneapolis.
30) New York Knicks 8-19
In teoria è un disastro, in pratica parlando di Knicks è tutto normale. Tutto il mondo si chiede cosa ci faccia ancora Isaih Thomas al timone di questa squadra, ma il proprietario Dolan ha già ribadito in più occasioni che fino al termine della stagione non cambia nulla. Marbury latitante sia per motivi personali, sia per un rapporto con il suo coach ormai andato a sud, il resto del roster non conosce il significato della parola difesa. Arrivano batoste memorabili una dietro l'altra tra cui vanno annoverati un -28 interno con i rivali di Philadelphia e un -27 sempre al Madison con gli altri rivali Pacers. Situazione senza via d'uscita.