Pochi attaccano il canestro con la decisione di Josh Smith…
Mike Woodson e i suoi giovani falchi avevano fatto il loro ingresso nel mese di Dicembre con poche certezze: non essere in grado di mettere in fila più di due vittorie, era la prima, la più evidente, la più scomoda.
Ad ogni timido segnale di risveglio e di maturità , avevano fatto seguito brutti scivoloni e prestazioni demoralizzanti. Un altalena di risultati e rendimento che non permetteva di fare previsioni attendibili per il futuro del team, e che, unita alle grane dell'infermeria, metteva in serio dubbio la
possibilità che Atlanta esprimesse il suo intero potenziale.
L'obiettivo di guadagnarsi finalmente il pass per i playoff rimaneva intatto, ma con Orlando eletta a sorpresa tra le grandi forze della Eastern Conference, il buon momento di Charlotte e l'ottima capacità di Washington di sopperire all'assenza di Arenas, la lotta si era resa ancor più dura di quanto già ci si aspettasse.
Risultati
@Minnesota 94-87 W
@Chicago 78-90 L
Milwaukee 96-80 W
New Orleans 86-92 L
@Philadelphia 88-79 W
Detroit 95-106 L
Minnesota 90-89 W
Memphis 86-78 W
@Orlando 98-87 W
Toronto 88-100 L
Commento
Le settimane a cavallo tra Novembre e Dicembre, per quanto periodo limitato e condizionato da un calendario piuttosto agevole, ha fatto alzare i primi banchi di nebbia. Atlanta c'è, è viva, e la stagione 2007/2008 non la vedrà recitare il ruolo dello sparring partner per l'ennesima volta.
Josh Smith sta diventando un fattore dominante nel pitturato, difensivo ed offensivo, Joe Johnson si è trovato per le mani il primo possibile buzzer beater della stagione, ed ha vinto la partita con quattro braccia protese davanti a lui, Al Horford viaggia vicino alla doppia doppia di media e Acie Law, dopo l'infortunio alla caviglia, sta finalmente dimostrando il tipo di contributo che potrà portare nel tempo.
Nel giro di due settimane Atlanta ha messo insieme 6 vittorie, tre delle quali lontane dalla Philips Arena: a Minneapolis, a Philadelphia e sul parquet dei leader della Southeast division, gli Orlando Magic.
Sul parquet amico, inoltre, gli Hawks hanno dimostrato di potersi affermare con una certa regolarità contro team di seconda e terza fascia, mentre hanno raccolto briciole o poco più contro formazioni in ottimi momenti di forma e ben più quotate come New Orleans e Detroit.
Da segnalare, però, come in entrambe le vittorie contro i Timberwolves, non certo il team più irreprensibile della lega, il risultato abbia avuto un andamento spezzato, con gli Hawks che, al Target Center hanno piazzato un secondo tempo dal parziale di 49 a 24, per recuperare uno svantaggio che all'intervallo era di 18 lunghezze.
Di lì a dodici giorni, poi, nel secondo ed ultimo incontro della stagione contro Al Jefferson e compagni, si è verificata la situazione opposta, con gli Hawks che nel terzo quarto hanno messo a referto 8 miseri punti, dopo esser stati avanti di 13 alla seconda sirena. L'incontro è stato poi risolto dal jumper sulla sirena di Joe Johnson.
“Avremmo dovuto aggredirli ben prima” ha dichiarato Josh Smith al termine dell'incontro, “senza lasciare che riprendessero fiducia in loro stessi; non sarebbe mai dovuta diventare una partita da buzzer beater, ma una vittoria per me è sempre una vittoria; non sarebbe dovuta andare cosi, ma siamo comunque riusciti a vincerla e Joe ha messo un tiro incredibile”.
“Joe è un All Star, un grande giocatore, e quello è stato un tiro grandioso, fondamentale per noi; anche Josh Smith ne ha realizzato uno di altrettanto importante, questi due ragazzi hanno fatto due giocate chiave, una di seguito all'altra”. E' stato invece il commento di Marvin Williams riguardo agli ultimi istanti di gara.
Segnali che, al di là delle singole partite, denotano una palese mancanza di maturità e di esperienza, come peraltro messo in preventivo in pre season. Non esistono ancora, per gli Hawks, match ad altissima percentuale di vittoria, ma non esistono neppure avversari conro i quali JJ e compagni partono già sconfitti. Le vittorie in casa con i Mavs e ad Orlando ne sono la prova tangibile.
Certo è, che quando verrà il momento di affrontare le grandi corazzate dell'ovest, Mike Woodson avrà bisogno del meglio che i suoi giovani Hawks potranno offrire, per avere delle chance di portare a casa la vittoria.
Diamo i numeri
Prestazione mostruosa ad Orlando per Josh Smith. L'ala ha fatto registrare 25 punti, 16 rimbalzi, 5 assist, 4 recuperi e 4 stoppate.
Nello stesso incontro, segnali più che positivi da Shelden Williams: l'ex Duke ha fatto registrare 12 punti e 9 rimbalzi in 11 minuti di impiego. Meno eclatanti, ma comunque significative le statistiche di The Landlord nella sconfitta interna con Toronto: 6 punti, 9 rimbalzi e soprattutto 25 minuti di utilizzo. Che sia l'inizio della risalita per Shelden?
Nelle partite vinte di queste due settimane, infine, Atlanta ha tenuto gli avversari al di sotto dei 90 punti realizzati in tutte e sei le occasioni.
Lente d'ingrandimento: 15
Al Horford non ha avuto un estate facile, per quanto possa essere difficile l'estate di una prima scelta Nba. L'attenzione di tutti i media nazionali e internazionali era rivolta verso Kevin Durant e Greg Oden, prima e seconda scelta assicurate del draft Nba 2007, nell'ordine che i Blazers avrebbero preferito.
Il centro dei campioni Ncaa di Florida si piazzava alle spalle dei due fenomeni nella maggior parte dei mock draft, veniva spesso additato dagli esperti come l'esordiente più pronto, fisicamente e mentalmente, al grande salto tra i pro, ma non veniva mai posto al livello dei suoi illustri
predecessori.
Ora, dopo quasi due mesi di regular season e con la complicità dello sfortunatissimo incidente occorso a Greg Oden, Al Horford sta riscuotendo i crediti che gli appartengono.
Il primo premio di Rookie of the Month, per quanto riguarda la Eastern Conference, non ha avuto storia: Horford ha chiuso il mese di Novembre con cifre al limite della doppia doppia di media: 8.7 punti e 10.2 carambole ad allacciata, con picchi di 16 punti nella sconfitta a Boston, e di 15 rimbalzi con Phoenix e New Orleans.
Il numero 15 in maglia Hawks, leader indiscusso dei rookie nei rimbalzi a partita e secondo negli Hawks per stoppate e percentuale dal campo, è sicuramente una tra le ragioni del buon inizio di stagione di Atlanta. Con un record costantemente attorno al .500, gli Hawks sembrano, per la prima volta dopo diverse stagioni, in grado di lottare fino al termine della stagione per un posto nelle prime otto.
In conclusione, una nota dolente. Nella sconfitta interna con i Raptors, il rookie di Atlanta si è reso protagonista di un gesto violento nei confronti di TJ Ford, quando la partita era già stata messa in archivio e volgeva al termine.
Dopo un recupero del play ex Milwaukee, Horford lo ha seguito nel tentativo di stopparne il tiro, ma, mancato clamorosamente il pallone, ha finito con il colpirlo al capo, causandone una caduta piuttosto pericolosa. I precedenti problemi di Ford alla schiena, che lo avevano tenuto fuori per l'intera stagione 2004/2005, hanno consigliato allo staff medico di Toronto di immobilizzare il giocatore su di una barella per trasportarlo al pronto soccorso.
Horford, visibilmente scosso e preoccupato nel post gara, ha espresso tutto il suo dispiacere per quella che è stata una giocata pericolosa, ma non intenzionale. Il giorno successivo, inoltre, si è recato di persona in visita al playmaker dei Raptors, dove i medici lo hanno rassicurato sulle sue condizioni.
Coming next
@Detroit 14 Dicembre;
Charlotte 15 Dicembre;
Utah 17 Dicembre;
Miami 19 Dicembre;
@Washington 21 Dicembre;
Indiana 26 Dicembre;
@Dallas 29 Dicembre;
@Cleveland 2 Gennaio;
@Indiana 4 Gennaio;
New Jersey 5 Gennaio.