I Lakers sempre vivi

Kobe Bryant sta giocando da leadder e tiene a galla la stagione dei Lakers

Al primo giro di boa, al primo quarto di stagione NBA, i Los Angeles Lakers hanno fatto di gran lunga il loro dovere: dodici vittorie contro sole otto sconfitte. E a differenza della passata stagione, dove il buon avvio di annata era coinciso con un altrettanto favorevole calendario, quest'anno la buona sorte aveva messo di fronte i gialloviola ad un'agenda davvero ostica: tante squadre forti, tante trasferte e un buon numero di back-to-back a condire un menù poco succulento.

Non un buon viatico, insomma, per chi alla vigilia era partito con mille problemi, soprattutto psicologici, ingigantiti ulteriormente dall'affare Kobe Bryant che sembrava aver gettato nello sconforto, per l'ennesima volta, l'intero spogliatoio.

A dispetto però di qualsiasi previsione, anche la più pessimistica, non solo il 24 nativo di Philadelphia indossa ancora oggi gli stessi colori, ma il record ed il buon gioco sono lì a confortare tutti i tifosi.

RISULTATI

Domenica 25 novembre: Los Angeles Lakers - New Jersey Nets = 100-102 (L)
Martedì 27 novembre: Los Angeles Lakers - Seattle Sonics = 106-99 (W)
Giovedì 29 novembre: Los Angeles Lakers - Denver Nuggets = 127-99 (W)
Venerdì 30 novembre: Utah Jazz - Los Angeles Lakers = 120-96 (L)
Domenica 2 dicembre: Los Angeles Lakers – Orlando Magic = 97-104 (L)
Martedì 4 dicembre: Minnesota Timberwolves – Los Angeles Lakers = 95-116 (W)
Mercoledì 5 dicembre: Denver Nuggets – Los Angeles Lakers = 107-111 (W)
Domenica 9 dicembre: Los Angeles Lakers – Golden State Warriors = 123-113 (W)

LA SQUADRA

Certo sono molte le cose che devono essere corrette e migliorate: la difesa in particolar modo, ancora oggi è troppo discontinua e per lunghi tratti di partita si assenta clamorosamente. Basti pensare al match contro gli Utah Jazz, al Delta Center, dove lo scorso 30 novembre Deron Williams e Andrei Kirilenko (soprattutto) nonostante le assenze di Mehmet Okur e Carlos Boozer hanno fatto tutto quello che hanno voluto senza che nessun giocatore dei Lakers si opponesse in qualche modo.

O anche alla partita contro gli Orlando Magic dove i californiani non sono mai riusciti a staccare nel punteggio i loro avversari per colpa proprio dell'elevata porosità  che hanno mostrato in alcuni momenti della partita.

Di fatto, quando la palla è nelle mani degli avversari, per i gialloviola tutto sembra diventare molto più difficile e le tendenze sono molteplici: quando manca Andrew Bynum si sente la sua mancanza. Le deficienze del centro ventenne sui pick'n'roll, peraltro ancora molto gravi, sono di sicuro meno significative rispetto ai corridoi quando il giovane prospetto si accomoda in panchina.

Senza considerare che i Lakers stanno accusando moltissimo l'assenza di Kwame Brown (sono 11 le partite consecutive senza la prima scelta al draft 2001) uno che in attacco non ha molto peso, ma che in difesa, invece, riesce sempre ad occupare con diligenza e oculatezza tutti gli spazi.

Il problema difensivo, inoltre, è acuito da una transizione difensiva che a tratti sfiora il ridicolo e questo si può notare attraverso tre statistiche: i Lakers soffrono tantissimo le squadre che possono vantare giocatori in "point guard" molto rapidi, veloci nel far ripartire l'azione e nel penetrare appoggiando facili lay-up: Deron Williams, Chris Paul e Tony Parker sono solamente i tre esempi più famosi di questo ragionamento.

Tutti e tre contro i Lakers hanno fatto praticamente quello che volevano e le loro penetrazioni non hanno quasi mai trovato una soluzione da parte gialloviola; contro Utah, San Antonio e New Orleans sono arrivate tre "asfaltate" davvero niente male. Altro dato interessante è quello relativo ai punti subiti dove i Lakers si attestano in settima posizione nella Lega con ben 102,45 punti concessi agli avversari.

Non certo un atteggiamento che ti porta lontano in stagione. Infine il numero di palle perse, ancora troppo elevato per una squadra di alta classifica: 16.60 tournovers a partita, terza squadra in assoluto nella Lega. Tanto per rendere l'idea il team che ne perde di meno è San Antonio.

Ma a deficitare non è stata solo la transizione difensiva, ma anche il modo in cui si difende quando l'azione comincia tradizionalmente: poco pressione, poca applicazione "di squadra", blocchi portati con una lentezza disarmante (ma subiti con altrettanta velocità ) e avversari troppo spesso lasciati tirare liberi piedi per terra. Uno spettacolo davvero poco edificante che ha costretto anche il parco e "orientale" Phil Jackson a chiamare più timeout rispetto alle sue abitudini.

Fin qui gli aspetti negativi. In attacco, invece, quest'anno si sono viste cose davvero decorose per chi ama questo sport: poche forzature, molta applicazione del triangolo e schemi realizzati con percentuali davvero elevate.

Tanto per cominciare quando i Lakers superano i 105 punti vincono sempre e questo perché guadagnano fiducia non solo in attacco, ma anche perché riescono a limitare in difesa le iniziative avversarie. Anche quando si superano i 100 punti il record è sempre positivo: 11 vittorie e solo 3 sconfitte.

Inoltre i gialloviola sono la terza squadra nella Lega che segna più punti: 107,15. Solo Golden State e Phoenix stanno facendo meglio. Senza considerare il differenziale tra punti fatti e punti subiti che colloca i gialloviola al settimo posto nella Lega, subito dietro a squadroni come Boston, San Antonio, Detroit, Utah, Orlando, Phoenix e Denver.

Buone anche le percentuali al tiro: 47% dal campo, 36% da tre e, soprattutto, 77% ai liberi, in netta controtendenza rispetto alla passata stagione. Anche a livello di circolazione di palla i gialloviola stanno facendo molto bene assestandosi al sesto posto con 23,50 assist. Insomma da un punto meramente statistico i lacustri in attacco stanno facendo il loro dovere. Nessun dubbio su questo. E anche esteticamente il gioco sta facendo brillare molti occhi, soprattutto quelli di chi ad inizio stagione non dava alcun credito ai Lakers.

I SINGOLI

Iniziamo anche quest'anno a parlare di singoli e lo facciamo in maniera molto rapida con la classica rubrica del promossi e bocciati. Ovviamente l'ultimo dei bocciati si accaparra il nuovo premio di questa stagione, lo "SPOR", vale a dire lo "Smush Parker of report". Così come accaduto nelle prime 12 partite gialloviola, anche questa volta l'ambito trofeo finisce nelle mani di Chris Mihm.

Promossi
Bryant 8,5: Il migliore senza alcun dubbio. Sta giocando come molti già  da un paio di anni gli avevano consigliato: da leader e questo nonostante in estate avesse criticato molto i suoi compagni, a cominciare da Andrew Bynum. Consiglia, parla, indica, suggerisce, incoraggia, guida. Questi i verbi che potrebbero essere utilizzati a piacimento descrivendo la stagione del figlio di Jelly Bean fino a questo momento. Per lui, oltre a 27 punti, sei rimbalzi e cinque assist di media a partita, anche una sicurezza e una fiducia nei suoi compagni che l'anno scorso, o quello ancora prima, assolutamente non esistevano. Certo, si prende ancora la maggior parte dei tiri dell'attacco, ma la statistica secondo la quale i Lakers sono una delle squadre con più punti dalla panchina conferma come è l'intero roster ad aver guadagnato fiducia, consapevole di poter vincere la partita da squadra e non con un singolo uomo sempre e comunque. Maturato.

Farmar: 7+. Stiamo parlando, a mio modestissimo avviso, del giocatore più migliorato della Lega: il giovane play di scuola UCLA sta facendo cose fantastiche, sia in attacco che in difesa. L'aspetto forse più sviluppato in questo giocatore è l'aggressività  che mette in tutte le sue espressioni cestistiche: ha una voglia di giocare a basket davvero fuori dalla norma. Si prende responsabilità  insospettabili: spesso e volentieri a ragione. Un cecchino dalla distanza: il suo 42.3% dalla lunga distanza non lascia dubbi: quasi 10 punti e 3 assist di media a partita sono lì a testimoniare l'incredibile progresso di questo giocatore nello spazio di un solo anno. Certo, la stagione è lunga, ma fino ad oggi è davvero uno "steal". Indemoniato

Bynum: 7. Sta crescendo. Sta migliorando. Guadagna esperienza e minuti giorno dopo giorno e i suoi movimenti sotto canestro (soprattutto quello di piedi) stanno raggiungendo un grandissimo livello. In difesa, soprattutto nei giochi a due, sugli screen'n'roll e nei movimenti in rapidità  siamo ancora a "carissimo amico", ma il bambinone ci sta lavorando su. Nella difesa uno contro uno è già  ora uno dei migliori della Lega. Ha guadagnato tantissimo in potenza (ma può ancora migliorare) e a rimbalzo sta diventando onnipresente. Per non parlare della stoppata, già  da tempo la vera specialità  della casa. Vicino alla doppia-doppia di media: 10.9 punti, 9.7 rimbalzi e 2 stoppate di media a partita. Migliorato.

Fisher: 7. "Il pesce" è tornato. Finalmente una "point guard" che sa il fatto suo in attacco, ma che fa pagare dazio in difesa agli avversari. Di casellanti in giornata di sciopero, per tre stagioni consecutive, ce ne sono stati abbastanza. Certo i 33 anni cominciano a pesare e il suo apporto, soprattutto nel reparto arretrato, non può essere continuo, ma l'esperienza è tanta e sta facendo davvero un'ottima stagione. Quasi 12 punti e 3 assist a partita non sono bazzecole. Impressionante il suo 50% dal campo, il 40% da tre e quasi il 95% ai liberi. Incisivo.

Ariza: 6,5. È arrivato da poco, ma già  sta facendo vedere per quale motivo è venuto a Los Angeles: difesa, difesa, difesa. Questo il compito dell'ex Orlando Magic il quale, però, sta dimostrando avere buone capacità  anche in attacco. In sole sei presenze Lakers quasi sei punti a partita in 13 minuti di media. Voglioso.

Turiaf: 6,5. Se non fosse stato per l'infortunio se la giocherebbe con Farmar per la seconda piazza. Purtroppo la botta subita in allenamento alla caviglia e il colpo subito alla mascella nel match contro i Magic lo hanno costretto spesso a pochi minuti in campo. Eppure sta facendo vedere cose egregie. Ad inizio stagione Jackson, nei finali punto a punto, voleva lui in campo. Per l'aggressività  e la voglia di mangiarsi il pallone ad ogni possesso. Salta come un grillo e stoppa qualsiasi cosa gli capiti a tiro. Non teme nessun avversario e con la sua fisicità  riesce a colmare il gap che inevitabilmente lo separa da avversari più robusti. Per il francese 7.6 punti e 4.1 rimbalzi a partita. Guerriero.

Phil Jackson: 6,5. A parte le solite uscite "zen" davvero diveretenti mi sta piacendo davvero molto il modo di allenare del nove volte campione NBA. Intanto è un fatto che chiama molti più timeout rispetto alle scorse stagioni. È un fatto che ruota molto di più del solito il quintetto base. Ed è un fatto che la sua partecipazione alla gara, arbitri compresa, sia aumentata di molto rispetto ad un anno fa. Inoltre è arrivato il tanto atteso rinnovo contrattuale: 23 milioni di dollari per altri due anni. Già  questo basterebbe per dargli una sufficienza, perché un suo rinnovo ha come significato l'arrivo di una grande star a Los Angeles (a febbraio) e la possibilità  di "impegnare" anche il suo ultimo dito con un anello, il decimo. Convinto.

Sasha Vujacic: 6. Sta facendo il suo e quando è chiamato in causa non sfigura assolutamente. Per sei volte in stagione è andato sopra la doppia cifra e contro Denver, lo scorso 29 novembre, sono arrivati 22 punti e una grande prestazione che è costata anche l'espulsione a Carmelo Anthony. Potrebbe fare meglio in difesa, soprattutto nella pressione sull'avversario e nel modo in cui cerca di passare su alcuni blocchi. In alcune occasioni, peraltro, dimostra livelli di scelleratezza assoluti che spesso scaturiscono in contropiede avversari. In attesa di miglioramenti difensivi si prende una sufficienza di incoraggiamento. Voglioso.

Vladimir Radmanovic: 6- Dopo una stagione fallimentare si sta riscattando gradualmente: 9.7 punti e quasi 3 rimbalzi a partita per il serbo che sta lentamente riprendendo quello smalto nel tiro dalla lunga distanza che, negli anni di Seattle, lo aveva reso famoso. Come per Vujacic c'è molto da lavorare in difesa. Attendiamo miglioramenti e ci aspettiamo una convinzione, soprattutto a livello di mimica, assolutamente diversa. Una sufficienza dettata dalle ultime due gare sopra quota 10 (21 contro Denver a domicilio) e dagli 11 restituiti a Rasheed Wallace che l'anno scorso ad ogni punto realizzato gli faceva il verso "alla Borat". Work in progress.

Bocciati
Luke Walton: 5 Dopo un buon avvio ora è lentamente involuto. Non parte titolare, scalzato da Radmanovic. Già  solo questo aspetto gli garantirebbe l'insufficienza. Phil Jackson non lo fa giocare perché in difesa è un disastro. Assolutamente un disastro. Qualsiasi avversario gli va via come l'acqua in un torrente di montagna in alta quota e in attacco non ha lo smalto di inizio stagione. Fortunatamente i Lakers non ne stando risentendo troppo, ma la firma posta sul contratto questa estate lo obbligano a darsi da fare e a ritrovare la forma di qualche settimana fa. Anonimo
Lamar Odom: 4 Intendiamoci subito: non sta giocando malissimo (13 punti e 7.8 rimbalzi di media), ma è l'insipienza cestistica che sta dimostrando a fargli meritare pienamente questo voto. Sbaglia tutto quello che è possibile sbagliare nel corso di una gara: tiri presi, passaggi effettuati con qualche incertezza ed ha un'insospettabile tendenza allo sfondamento in contropiede. In difesa sta gradualmente guadagnando fiducia, ma è ancora troppo poco per chi dovrebbe essere il secondo violino di questa squadra. Lamar, dai un segno di vita. Distratto.

Chris Mihm: 3.5 Lo ammetto: da questo giocatore mi aspettavo di più. Non tanto in attacco, dove era evidente potesse soffrire la desuetudine ai grandi palcoscenici, quanto in difesa, dove il suo sporco lavoro l'aveva pur sempre fatto (6 rimbalzi di media nel 2006). Ora qualsiasi avversario si prende gioco di lui e in difesa, oltre a commettere rapidi e ingenui falli, fa passare chiunque, stendendo tappeti rossi a ripetizione. Jackson lo fa giocare pochissimo e fa bene perché sta rendendo davvero poco. Speriamo in meglio nel proseguio della stagione. Involuto

Ingiudicabili
Kwame Brown:NG Dovrebbe tornare domani sera contro i San Antonio Spurs. La distorsione al ginocchio è ormai assorbita e almeno in panchina Jackson lo porterà .
Javaris Crittenton: NG Fino ad oggi poche apparizioni in pieno stile Jacksoniano considerando il suo status di rookie. Ma le possibilità  e le qualità  che possa mettersi in mostra ci sono tutte. Si farà  valere.

IL CALENDARIO

Nei prossimi giorni altri impegni molto importanti per i Los Angeles Lakers che passeranno l'antivigilia di Natale a New York. Prima di quella partita, però, ci saranno due match casalinghi per i gialloviola: il primo contro i San Antonio Spurs. Il secondo contro i Clippers. Due gare intervallate dalla partita contro Golden State che si giocherà  in back-to-back con quella contro gli Spurs. Poi inizierà  il secondo viaggio ad est della stagione che impegnerà  Kobe e soci in quattro trasferte: Chicago, Cleveland, Philadelphia e appunto New York. Poi si torna in casa per tre match con il botto: i Phoenix Suns il giorno di Natale, gli Utah Jazz due giorni più tardi e i Boston Celtics per chiudere dicembre, è proprio il caso di dirlo, con il botto.

Giovedì 13 dicembre: Los Angeles Lakers - San Antonio Spurs = 102-97 (W)
Venerdì 14 dicembre: Golen State Warriors - Los Angeles Lakers = 108-106 (L)
Domenica 16 dicembre: Los Angeles Lakers - Los Angeles Clippers = 113-92 (W)
Martedì 18 dicembre: Chicago Bulls - Los Angeles Lakers = 93-101 (W)
Giovedì 20 dicembre: Cleveland Cavaliers - Los Angeles Lakers = 94-90 (L)
Venerdì 21 dicembre: Philadelphia 76ers - Los Angeles Lakers = 101-106 (W)
Domenica 23 dicembre: New York Knicks - Los Angeles Lakers = 90-95 (W)
Martedì 25 dicembre: Los Angles Lakers – Phoenix Suns = 122-115 (W)
Venerdì 28 dicembre: Los Angeles Lakers – Utah Jazz = 123-109 (W)
Domenica 30 dicembre: Los Angeles Lakers – Boston Celtics = 91-110 (L)
Stay tuned

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