Il far west dei Pacers

Il Jamaal Tinsley che tutti si aspettavano pare essere finalmente arrivato

Un "road trip" nella Western Conference concluso positivamente per i Pacers, grazie a tre vittorie su quattro incontri, ottenute a Denver, Portland e Los Angeles sponda Clippers, intervallati da uno stop a Seattle. A poco più di un mese dall'inizio della stagione, Indiana ha esattamente un record al 50% dopo aver vinto 9 partite e perse altrettante.

Una conquista del "West" che poteva essere conclusa in maniera egregia senza l'incidente di percorso con i Sonics che in quel momento erano 0-7 negli scontri casalinghi. “Dal nostro punto di vista un 3-1 è un grosso risultato – ha detto Mike Dunleavy – ma sentiamo di aver lasciato per strada una vittoria, quella di Seattle”. I Pacers hanno solamente perso in quell'occasione nelle trasferte della sponda ovest, avendo vinto non solo le partite prima elencate, ma espugnando anche i parquet di Memphis e New Orleans.

"E' stato un grande trip per noi perché bisogna essere abili per venire da questa sponda e vincerne tre su quattro. Tornare a quota 50% è grandioso". Ha commentato il coach Jim O'Brien al termine del viaggio. "Non si sa mai cosa possa succedere quando si è in trasferta, per questo devo complimentarmi con i ragazzi".

L'ultima vittoria, ottenuta con i Clippers, ha confermato ancora una volta il grande periodo di forma di Jamaal Tinsley, mai così motivato come in questo inizio di stagione. Finiva con 29 punti ma anche con tre bombe consecutive nel finale, prendendo la squadra per mano come era successo pochi giorni prima a Denver quando terminava a due rimbalzi dalla tripla doppia (15 punti, 11 assists e 8 rimbalzi), a Portland dove insieme a Danny Granger accumulava 16 punti (di cui 13 consecutivi) nell'ultimo quarto e a Seattle dove purtroppo il suo tiro allo scadere non è riuscito a dare la vittoria ai Pacers.

"Jamaal è il nostro regista e ci aspettiamo molto da lui, soprattutto ci aspettiamo che lui prenda buone decisioni nel finale". Ha riferito il suo coach, dal primo giorno innamorato cestisticamente del suo playmaker. "E' un uomo con molta fiducia nelle sue abilità  di passatore e realizzatore. Per noi è la chiave".

Un tour decisamente vittorioso nonostante un Jermaine O'Neal rientrato solamente a Seattle in condizioni non molto buone, anzi addirittura subendo un piccolo infortunio alla spalla. Nella successiva sfida, contro i Clippers, O'Neal secondo i vari preview non doveva neanche esserci ed invece la sua presenza è stata finalmente determinante ed è coincisa con la sua migliore uscita stagionale, grazie 20 punti e 15 rimbalzi. “A Seattle è stata la mia prima gara in cui non ho sentito particolari dolori al ginocchio – ha detto O'Neal – ero un pò stanco nel secondo tempo ma in questa mi sono sentito molto bene. Sono fiducioso nel mio ginocchio“.

La vittoria a Denver per 112-110 in un finale da brivido, terminava la serie negativa nei confronti dei Nuggets che durava da 7 partite e ha aperto le "danze", con il massimo stagionale per Mike Dunleavy che finiva con 30 punti (di cui 20 nel secondo tempo), non succedeva dal 1 novembre 2003 quando il giocatore ancora con la maglia dei Warriors segnò 32 punti contro i Sixers.

"Dunleavy è stato favoloso in tutte le fasi del gioco". Il commento a fine gara di coach O'Brien.

Un finale da brivido perché i Pacers avanti sul finire 111-108 concedevano tre tiri liberi su un fallo molto dubbio ai danni di JR Smith da parte di Dunleavy. Fortunatamente per Indiana solo i primi due tentativi andavano a segno. “Sono un cristiano, vado in chiesa ma Dio probabilmente non tifa per i Pacers, però c'è stata giustizia ed è andata come doveva andare – dichiarava scherzosamente a fine gara Dunleavy – il basket non mente, sapevo che avrebbe sbagliato uno dei tre tiri“.

A detta di tutti è la migliore stagione - fino ad ora e dopo sei stagioni - per Mike Dunleavy. Il suo ruolo nell'attacco dei Pacers è importantissimo e lui stesso ha voluto precisare l'importante delle sue gesta. “Quando sono coinvolto nel motore dell'attacco diventiamo una buona squadra – ha detto Dunleavy – quando non lo sono invece fatichiamo. Non so perché succeda, il mio approccio alle partite è sempre lo stesso“. Non a caso quando le cifre del giocatore si impennano, Indiana vince.

Il giorno dopo i Pacers espugnavano Portland 95-89 (avendo avuto anche 18 lunghezze di vantaggio nel terzo quarto) dove Danny Granger finiva con 23 punti anche se la serata al tiro non era delle migliori, come dimostravano gli appena 42 punti totalizzati da Indiana nel primo tempo, minimo stagionale.

"Abbiamo battuto un team molto atletico". Commentava a fine gara O'Brien. "Venivamo da un back-to-back e devo dire che abbiamo fatto bene, grazie soprattutto ad un grande terzo quarto dove abbiamo corso tanto e difeso bene". Continua il coach. "I 17 rimbalzi di Foster sono stati grandiosi, le tre stoppate di Danny Granger nell'ultimo quarto importantissime. Mike Dunleavy ha preso 11 rimbalzi, molti di questi erano rimbalzi lunghi ed è stato bravo a prenderli. Queste sono state le chiavi della nostra vittoria".

La sconfitta per 95-93 sul campo dei Sonics vedeva i Pacers scontrarsi con il miglior Kevin Durant della carriera con 35 punti, di cui 22 nel secondo tempo. Un occasione persa per i Pacers che durante l'arco della gara sbagliavano troppo conclusioni e non erano abbastanza lucidi nel finale. “L'abbiamo regalata – diceva Dunleavy a fine fare – è frustrante perché abbiamo sbagliato molti tiri facili che solitamente mettiamo“.

L'ultima vittoria ha dato a O'Brien un quadro preciso su quale deve essere il quintetto base di questi Pacers. Confermatissimo e imprescindibile il trio di esterni composto da Tinsley, Dunleavy e Granger, dopo aver provato (anche per problemi di infortuni) diverse coppie lunghi è giunto ad una soluzione. “I migliori cinque che abbiamo scovato provando diversi lineup è quello con Jeff Foster e Jermaine O'Neal – ha sottolineato O'Brien – è il miglior lineup di tutti“.

Non è una vera e propria bocciatura per Murphy, infatti il coach qualora lo ritenesse opportuno potrebbe anche tornare indietro, ma anche provare delle varianti come successo contro Denver, quando a fianco di Foster ha giocato un ottimo Shawne Williams autore di 21 punti e 11 rimbalzi, per provare un quintetto più piccolo.

I ragazzi sanno che la mia porta è sempre aperta per qualsiasi cambiamento – ha precisato O'Brien – però tenere sempre un quintetto di base fa differenza“.

Un Troy Murphy che per ordine del coach sta seguendo delle direttive per diminuire il peso, come successe nella scorsa stagione con Don Nelson e lo small ball. “Non vogliamo che sia un giocatore muscolare – ha detto O'Brien – utilizzo lui di più sul perimetro, penso che sia la situazione ideale per lui. Abbiamo bisogno di lunghi che si muovano e corrano il più possibile”.

Due sfide molto difficili in questa settimana per i Pacers: sfida casalinga con i Phoenix Suns e trasferta sul campo dei sorprendenti Orlando Magic. Mantenere il 50% sarebbe un ottimo risultato.

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