Bill Belichick, sempre più vicino alla perfect season
Una settimana fa lo spavento era stato tangibile, ieri notte è stato notevole, ma niente, a questo mondo, sembra poter fermare i New England Patriots.
Non è servita la miglior partita stagionale di una squadra positivamente irriconoscibile come i Baltimore Ravens, che sono andati ad un timeout di troppo nel compiere l'impresa storica, unica via di farsi ricordare in epoche successive a questa a fronte di una stagione problematica, colma di infortuni, di continui problemi offensivi, di reperibilità di un quarterback in grado di fare perlomeno stare in campo l'attacco.
Poteva essere la partita della carriera per Kyle Boller, scommessa giunta al quinto anno tra i professionisti e promosso nuovamente a titolare in seguito alle opache incertezze di Steve McNair, inserito in injured reserve poche ore prima del kickoff, un Boller (15/23, 210, 2 TD, INT) che ha giocato proprio come doveva, sfruttando i ricevitori aperti mentre le finte di corsa tenevano alta l'attenzione della difesa, riuscendo a capitalizzare con passaggi da TD per Derrick Mason e Daniel Wilcox due possessi fondamentali, di quelli che per i Ravens di solito finivano con un tentativo di field goal.
Finalmente in grado di mostrare di che tipo di braccio sia in possesso, Boller è stato tradito dalla sola voglia di vincere troppo in fretta, e qui Brady avrebbe di che insegnarli, lanciando un intercetto rivelatosi fondamentale perché andato a negare almeno la possibilità di un tentativo per Matt Stover, in un particolare momento del secondo tempo in cui i possessi di vantaggio sarebbero potuti essere due.
Troppo grande per non essere notata, la maggior offensiva del team di Brian Billick è stata garantita dall'ispirato Willis McGahee (138 yards, TD), generoso nel dedicare il resto della sua stagione all'ex compagno di college Sean Taylor e mai domo nel procurarsi yards aggiuntive, danzando centimetro dopo centimetro e raccogliendo guadagni significativi a partire dal primo down, altra cosa che a Baltimore non era riuscita sovente. Molte delle facilitazioni riguardanti anche la partita di Boller, sono state merito esclusivo dell'ex Hurricanes, tanto agile quanto forte nel rompere i placcaggi, ed utile in un paio di occasioni a trovare guadagni dal nulla facendosi trovare pronto all'appuntamento con la ricezione corta.
La partita più grande, tutta di cuore e sudore, l'ha fatta la difesa capitanata da Ray Lewis: Brady è stato atterrato in tre distinte occasioni subendo pressioni inedite per questa stagione, ha tenuto gli avversari al 16% di percentuale sulle conversione di terzo down, laddove Brady e Welker erano stati normalmente delle macchine, ha persino fermato uno degli innumerevoli quarti tentativi giocati alla mano con la gara sul filo di lana, venendo tradita e frustrata da un beffardo timeout chiamato da Rex Ryan, quello stesso coordinatore che tanto bene aveva preso le misure al miglior attacco della Nfl. In seguito all'episodio, giudicando le espressioni e le reazioni dei giocatori, si è capito che l'inerzia della partita non sarebbe più stata a favore dei Corvi.
Brady (18/38, 257, 2 TD, INT) è abituato a situazioni del genere ed il suo modo di stare in campo ne è la chiara dimostrazione, è lui la chiave di tutto il meccanismo: solo in lui riporremmo la nostra fiducia per effettuare il classico lancio da cui dipendesse il nostro destino, un destino che per New England continua una cavalcata vincente salvata da un suo passaggio da touchdown con 44 secondi da giocare (meta di Jabar Gaffney) per il primo e definitivo vantaggio dei Patriots escludendo il 3-0 iniziale, in una delle rarissime situazioni di rimonta per una squadra che aveva distrutto tutto e tutti.
In una serata dove Randy Moss, pur segnando, è stato limitato a 34 misere yards, e Wes Welker ha ricevuto solamente tre volte per 18 yards, la soluzione dell'enigma è stata trovata nella continuità di Donte Stallworth (3, 68) e nelle due preziosissime ricezioni di Lawrence Maroney (2, 79 yards), decisive nel racimolare spazio contro una difesa concentrata sul profondo, ma soprattutto buone per tenere alto il morale complessivo di un attacco che mai come ieri notte era stato così bistrattato e preso di mira.
Il lavoro tecnico e motivazionale nei riguardi di una difesa finalmente all'altezza della propria fama passata è stato svolto con disordine (13 penalità per 100 yards sono state davvero troppe) ma con estrema concretezza, grazie all'evidente stato di grazia del rientrante Samari Rolle, autore di una gara spettacolare, ed alle positive prove degli semi-sconosciuti Jamaine Winborne, corner utilizzato in situazioni di nickel, e della matricola Antwan Barnes, linebacker inserito in soli schemi di pass rush, capace di arrivare a Brady con un paio di blitz eseguiti a dovere.
Anche qui la voglia di strafare ha colpito come la più puntuale delle maledizioni, trasformando un intercetto di Ed Reed in un fumble dello stesso proprio mentre la forte safety stava già pregustando un touchdown, evitato dalla caparbietà del sempre utile Kevin Faulk, andato non solo a placcarlo ma addirittura a strappargli di dosso un pallone che ha cambiato molte cose.
Ciò che impressiona maggiormente riguardo i Patriots, è stata la capacità di mantenere la freddezza anche dopo una serata del genere: non sono bastati almeno quattro passaggi droppati dai ricevitori (due in endzone) a far perdere la pazienza a Tom Brady, così come una falsa partenza di Russ Hochstein nel momento più delicato della gara, che ha annullato un quarto ed uno aggiungendovi cinque yards, è stato convertito senza patemi dallo stesso quarterback con una rara corsa personale, attraverso la quale la serie che ha deciso il punteggio è rimasta in vita.
Abituati a macinare yards, punti ed avversari tutti assieme, i Patriots non possono che essere lodati per la versatilità mentale dimostrata, restando forti su un piano psicologico che in passato aveva fatto cadere dalla sedia molte contendenti al titolo, incapaci di produrre in condizioni diverse da quelle consuete.
Poteva essere questo il perfetto scenario disegnato dal destino per interrompere un'altrettanto perfetta serie di partite, ma la cinica New England di quest'anno non bada a spese, non regala niente a nessuno. Ieri notte ce ne siamo resi conto una volta di più, così come se ne sarà accorto Don Shula, che si è goduto questo spettacolo dal vivo, fiero detentore di quel primato che Bill Belichick vuole a tutti i costi eguagliare.
E' stato abbattuto anche l'ostacolo Baltimore, contro una squadra determinata a giocare come se fosse l'ultima volta, determinata a vincere il suo Super Bowl personalizzato, determinata a fare la storia senza vincere nulla a fine stagione. I Ravens rimarranno comunque nella leggenda, se non altro come quelli che c'erano andati vicini.
I Patriots sono 12-0 per la prima volta nella loro esistenza: solo il primo dei numerosi records destinati a sfracellersi al loro cospetto.