Kelenna Azubuike attacca con decisione il canestro…
Tuttavia, nemmeno una estate trascorsa ad allenarsi intensamente e condita da soddisfacenti prestazioni in Summer League e pre-season (49p e 23 tiri liberi tentati nelle due gare disputate alle Hawaii contro i Lakers), convinsero del tutto il coach di Golden State: "Non scherziamo, non so ancora se possa essere titolare e quanti minuti possa giocare; per il momento è stata la mia miglior seconda guardia (dietro il Barone), ma Monta fino a questo momento non si è potuto allenare. Vedremo cosa succederà quando anche Monta potrà allenarsi".
Nonostante i dubbi e le incertezze (anche comprensibili) del suo allenatore, Kelenna aveva comunque trascorso un' estate di furiosi allenamenti: i costanti miglioramenti sul piano tecnico e le ottime prestazioni nelle amichevoli prestagionali non furono altro che la logica conseguenza della sua etica lavorativa e della consapevolezza da parte sua che l' occasione presentatagli ai Warriors era assolutamente irrinunciabile.
Azubuike, infatti, da un lato voleva giustificare, con la sua etica lavorativa e il suo rendimento in campo, la fiducia che il Mully aveva riposto in lui; ma dall' altro lato, con la discussa partenza di Richardson (sempre lui!) ai Bobcats in cambio di Brendan Wright, per Kelenna, nello spot di guardia, si aprivano, potenzialmente, prospettive di minutaggio interessanti e da sfruttare al volo.
Era chiaro comunque che la situazione presentava degli ostacoli difficili da affrontare e superare:
– Si trattava innanzitutto di sostituire un elemento del calibro di Richardson, ovvero un giocatore amato, da tifosi e dirigenza, per la sua spettacolarità , per le sue doti realizzative, ma fondamentale anche nello spogliatoio per la sua leadership e per aver rappresentato di fatto la continuità , storica e tecnica, in una franchigia che nell'ultimo decennio, era stata travolta da una serie vertiginosa di cambiamenti;
– Era necessario fare i conti con la concorrenza nel ruolo: prima di tutto Monta Ellis, detentore del titolo di "giocatore più migliorato" nel 2007 e che Nelson, a causa di un lungo infortunio estivo, aveva rinunciato (momentaneamente) ad impiegare come cambio del Barone, per riportarlo al suo ruolo naturale di guardia. In secondo luogo, Belinelli, rookie scelto con il n.18 nell' ultimo draft, molto quotato per le credenziali che portava con sé dall' Europa di tiratore puro, ideali per il gioco di Nelson, e per le clamorose esplosioni offensive esibite alla Summer League di Las Vegas.
Alla lunga, però, la voglia di migliorare e il rendimento costante nel resto della pre-season, furono più forti dei dubbi del Nelson e dei compagni di reparto: Nelson, non solo ha lanciato Azubuike in quintetto per la opening-night contro i Jazz, ma, dopo 13 gare di regular season, ha dimostrato ampiamente di considerarlo una colonna portante della sua squadra.
Non è un caso, per esempio, che la media minuti di Kelenna nelle ultime 6 gare di regular season, pur essendo diminuita (come era anche logico che fosse) per i rientri di Step Jackson, Pietrus e Barnes, sia comunque rimasta consistente.
E consistenti sono anche le sue statistiche: 33' di utilizzo medio, 14.3ppg, 43% dal campo con il 39% da 3p, 75% ai liberi con 5.4rpg, e solo in due occasioni non ha raggiunto la doppia cifra per punti segnati.
Tuttavia, nemmeno le statistiche danno l' esatta sensazione di come Kelenna abbia saputo ricavarsi un ruolo importante all' interno della rotazione di Nelson, proponendosi così come uno dei giocatori più sorprendenti di questo inizio stagione.
Azubuike può essere considerato il prototipo della big guard NBA: fisico marmoreo e potente soprattutto nella parte alta del corpo, ottimo saltatore sia come elevazione che come tempi di esecuzione, è un eccellente spot-up shooter dalla lunga distanza ma dispone anche di un buonissimo mid-range game grazie ad un arresto-tiro dai 6/7 metri che ormai sembra aver raggiunto livelli di assoluta affidabilità .
Per lo stile di gioco di Nelson e, in generale, per le necessità della squadra, due sono le caratteristiche del giocatore che vanno evidenziate: innanzitutto, la pericolosità nel tiro dalla distanza poiché, durante l' estate, la dirigenza era alla ricerca di un "pure shooter" per approfondire la principale risorsa tecnica della squadra e per rimpiazzare la perdita di Richardson.
Ma in secondo luogo, la dirigenza era alla ricerca di un esterno che sapesse garantire un certa fisicità nel ruolo; qui inevitabilmente intervengono altri punti di contatto con Richardson.
La forza fisica di "Buike" non si esprime solo nella sue doti di slasher impetuoso e nella sua capacità occasionale di giocare anche in post-basso contro guardie meno prestanti di lui, ma anche nelle sue doti di rimbalzista: in una squadra che ha grosse deficienze a rimbalzo, Richardson infatti era vitale proprio per le sue doti di rebounder, notevoli per il ruolo.
Al momento, tuttavia, le statistiche (5.3rpg e due volte in doppia cifra) dimostrano che Azubuike può essere un acquisto azzeccato anche da questo punto di vista.
La sua fisicità e il suo contributo a rimbalzo gli garantiscono minuti anche nelle serate di scarsa vena offensiva: nel caso specifico, una delle specialità di Kelenna consiste proprio nella capacità di saper andare a rimbalzo seguendo i suoi stessi errori al tiro.
È una dote, questa, che conferma la sua potenza, la sua aggressività , ma anche la presenza mentale di un giocatore che, proprio per questa sua forza e senso della responsabilità , non ha paura di prendere i tiri che possono decidere una gara. D' altra parte, nelle vittorie "on the road" contro Toronto e Washington, l' azione decisiva è stata praticamente sempre la stessa: sempre il Barone a creare dal palleggio e ad attirare la difesa su di sé, e sempre pronto Kelenna dagli angoli a punire con le triple sui conseguenti scarichi.
È anche e soprattutto con questi aspetti del suo gioco che Azubuike ha ormai conquistato la fiducia dello spogliatoio:
–"Sta mostrando lampi di talento, si tratta solo di trovare la giusta continuità . È veramente un giocatore di talento e non ha paura" (B.Davis)
–"Ora è veramente un giocatore NBA; può segnare, andare a rimbalzo, capisce le mie indicazioni. Soprattutto sta imparando tutto molto velocemente: è un piacere" (D.Nelson)
Parole, queste, che arrivano da gente che conta all'interno della franchigia, che sanno di consacrazione, ma che allo stesso tempo mettono in evidenza come Kelenna possa e debba migliorare ulteriormente: con l' ssistant coach Stephen Silas sta lavorando per esempio sulla creatività dal palleggio, visto che la sua penetrazione è più esplosiva che non di fantasia, e in generale va incrementata la continuità difensiva.
Intanto però, la sua carriera NBA procede attraverso costanti progressi che hanno permesso a Buike di raggiungere lo status di "twilight player", ovvero un giocatore che non è una stella, ma che è comunque rispettato da avversari e compagni per la sua capacità di lottare e prendersi le proprie responsabilità : lo sa il Barone che per due volte gli fornito l' assist per il canestro vincente, e probabilmente lo sa ancora di più Kenneth"
Vedi anche:
Focus: Kelenna Azubuike (1/2)