Carenza d’affetto per Varejao

Quest'uomo ha tanto bisogno d'affetto…

Finalmente abbiamo capito cosa chiede Anderson Varejao per tornare a lavorare in quel cesso di posto che è Cleveland: più che altro l'ha spiegato lui in una recente intervista telefonica.

"Non è vero che ho chiesto 11 milioni di dollari - ha spiegato l'ex Barcellona dagli ozi di Vitoria - voglio solo essere trattato come merito".

E' quel venale, volgare personaggio di un Danny Ferry che, essendo passato dagli sprechi del Messaggero Roma targato Raul Gardini, vuole a tutti i costi monetizzare e dare al brasiliano il contratto di cui si parla.

Ma Varejao non lo vuole, gioca per la considerazione che la gente ha della sua difesa e della sua partenza in palleggio dopo rimbalzo difensivo.

"Voglio essere felice - ha spiegato ancora - sono addirittura pronto a tornare a giocare in Europa anche se è un rischio visto che l'anno prossimo potrò liberarmi dal contratto attuale". Roba da rimpiangere quel Karl Malone che, in attesa di un contratto con i Jazz, passò un mese di "vacanza pagata" a Desio alla corte dell'emiro Celada.

Certo, un giocatore potrebbe meglio scegliersi l'agente: se quel Fegan era disposto a trattare sulla base di 60 luridi milioni di dollari in sei anni, senza accertarsi che il suo assistito sia davvero amato in Ohio, evidentemente il brasiliano ha bisogno di un procuratore diverso. Gli consigliamo Jerry Mc Guire che, alla richiesta di Cuba Goodin jr di mostrargli i soldi rispondeva dandogli un 5 e passandogli la salvietta.

Ben altri problemi stanno rovinando l'autunno della capitale del mondo: la squadra di basket perde, allenatore, presidente, nella stessa persona, e playmaker non vanno d'accordo mentre al piano di sopra il proprietario s'è reso conto d'aver avuto fretta nel rinnovare l'accordo che lo lega sia al presidente che all'allenatore. Storie già  viste.

Qualcuno ha avuto la bella idea di andare a chiedere a Marbury cosa ne pensasse, forse aspettandosi una difesa a spada tratti come quella spesa non più tardi di qualche mese fa da Eddy Curry. O forse no: Coney Island Finest, con una faccia che la diceva lunga sull'emotività  con cui vive il momento, è stato chiaro: "E' una decisione che spetta a Jim Dolan, solo lui può prenderla.".
E' bello sapere che, dopo anni di lavoro, Thomas è finalmente riuscito a mettere insieme un gruppo unito…

Rimane comunque un fatto che i Knicks siano un'organizzazione che tiene ai dettagli: prima dell'ultima partita con Utah, Gordan Giriceck ha trovato in spogliatoio l'acqua minerale in bottiglia Jana, quella che va per la maggiore in Croazia.

Ad iscriversi alla schiera di chi vorrebbe Thomas spesato dalla squadra per cui lavoro s'è iscritto negli ultimi giorni pure Earl Monroe: chissà  perché le cose ovvie, dette dai mostri sacri, fanno sempre un'impressione maggiore. "Non posso dire se i Knicks dovrebbero mandare via il loro allenatore - ha detto recentemente - di certo Dolan sta avendo una gran pazienza."
Ma no…

Con il Giorno del rignraziamento è ufficialmente iniziato il "Jackson Derby" sul rinnovo del contratto del coach più vincente di sempre, almeno fra quelli in attività : rimarrà  ai Lakers, non ci rimarrà ?

E' già  previsto uno sfinimento di necessità  di guardare a cosa è meglio per la squadra, in contrapposizione alle pressanti interviste sul Los Angeles Times in cui la sua fidanzata lo scongiurerà  di non andarsene. Ad ogni vittoria il ruolo dello Zen Master sarà  esaltato, ad ogni sconfitta avrà  fatto il tempo.

Ufficialmente la sua anca è il vero nodo della questione; qualcun altro dice che Buss si sia definitivamente stufato di tenerlo a libro paga e di rinnovargli un accordo che necessariamente partirebbe da 10 milioni di dollari all'anno. Ora che la squadra forse sta mostrando qualche passo avanti, ci si può anche pensare: anche se Einstein, impiegato ad insegnare algebra agli asini, difficilmente potrebbe dare il meglio di sè. Li volesse, per quei dieci milioni potrebbe sempre farsi avanti Varejao.

Il demolition derby invece non s'è mai interrotto: Dennis Rodman s'è recentemente reso protagonista dell'ennesima devastazione di una camera d'albergo conclusa con un calcio nel sedere d'un inserviente colpevole di un tentativo di salvare il salvabile.
Era una festa, e si sa che le feste del verme non son tali se non finiscono davanti al commissario Basettoni.

"Non è successo nulla di particolare - ha chiarito in un'intervista esclusiva (nel senso che una sola emittente, e nemmeno importante gliel'ha concessa) il suo agente - Dennis voleva solo far divertire gli invitati"

Più tardi, nel corso della stessa intervista è stato detto che "il resto della security non ha ritenuto opportuno intervenire, forse perché all'Hard Rock Hotel Rodman lo conoscono bene"
Dev'esser per quello: mettono in conto la distruzione della stanza a passano direttamente alle vie legali, senza che l'ex campione del mondo con Pistons e Bulls lo venga a sapere.
Quel pasticcione di inserviente ha rovinato tutto e ora Rodman sa che è illegale.

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