Ottimo periodo di forma per Marquis Daniels
La compattezza di una squadra la si vede nelle situazioni difficili e di emergenza. I Pacers hanno giocato le ultime tre partite senza il loro giocatore più rappresentativo, Jermaine O'Neal, ancora alle prese con i soliti problemi al ginocchio sinistro, ma questo non gli ha impedito di vincere tre delle ultime cinque partite.
Senza O'Neal e con lo spettro delle sei sconfitte consecutive arrivate dopo l'inizio sprint di stagione, Indiana ha reagito e dopo aver toccato il 33% di record dopo appena le prime nove gare, si trova adesso a 6 vittorie e 8 sconfitte, ma col rammarico di non aver portato il record al 50%.
Quando un giocatore non è fisicamente in condizione per giocare, può diventare deleterio per il team. I Pacers sono 3-1 senza O'Neal, mentre sono 3-7 con lui, ma il dato più eclatante è che quando la stella di Indiana gioca più di 26 minuti il record diventa 0-7.
La linea che i Pacers seguiranno da qui fino alla fine è sicuramente quella di non forzare e di valutare le condizioni di O'Neal giorno per giorno per decidere se farlo giocare o meno. “Ci siamo allenati spesso senza Jermaine, i ragazzi sanno quello che devono fare”. Ha voluto sottolineare O'Brien.
E' stata l'occasione per sottolineare i progressi compiuti da David Harrison, diventato ormai - vuoi anche per l'infortunio di Ike Diogu (ultimi aggiornamenti dicono che non è ancora in grado di correre) - il primo cambio dei lunghi. In tre delle ultime quattro partita ha chiuso in doppia cifra e in quasi 20 minuti di impiego ha mantenuto 8.3 punti e 4.5 rimbalzi tirando col 50% dal campo.
Qualche maligno attribuisce questo ottimo momento di Harrison al fatto che il giocatore non ha ancora ricevuto l'estensione contrattuale. La prossima estate potrebbe anche diventare un free agent.
"Non penso ci siano dubbi sulle potenzialità di Harrison - ha detto il coach - David può difendere ad alti livelli, può stoppare e può fare tutto ciò che da O'Neal ci aspettiamo in difesa. Inoltre corre bene in campo aperto ed è molto intelligente".
Harrison deve però ancora convivere con i problemi di falli, nell'ultima sfida ad esempio è dovuto uscire per aver raggiunto il limite. "Sono nato già con due falli a carico". Ha commentato scherzosamente il lungo.
Il brutto periodo per Indiana sembra passato. “Quando abbiamo avuto il momento negativo delle sei sconfitte consecutive, i nostri ragazzi non si sono mai scomposti, idem per il nostro staff – ha detto il coach O'Brien – ricordo quello che disse Jermaine O'Neal dopo la vittoria su Utah, “Ragazzi, se noi stringiamo i denti e ci mettiamo nell'angolino possiamo essere una buona squadra”.
Dicevamo del rammarico di non aver portato il record al 50%. L'ultima partita, contro i Cleveland Cavaliers, ha lasciato con l'amaro in bocca la squadra di Jim O'Brien che con un po' più di fortuna e con qualche forzatura in meno avrebbero potuto vincere la partita, se non fosse stato anche per la precisione dei tiratori di Cleveland dalla lunga distanza, abili nello sfruttare i raddoppi su Lebron James.
Proprio la scelta di raddoppiare James ha condannato i Pacers, non abbastanza lesti nel provvedere alle rotazioni difensive. "Abbiamo lavorato senza sosta sulle rotazioni difensive, purtroppo abbiamo fallito - ha dichiarato rammaricato O'Brien - siamo dispiaciuti per questa sconfitta".
Buone cose si sono viste da Marquis Daniels che ha chiuso con 25 punti (la terza volta sopra i 20 punti da quando veste la canotta dei Pacers) in appena 24 minuti, sempre più positivo in questa stagione. "Marquis ha giocato una grande partita e sta stringendo i denti per superare i problemi al ginocchio - le belle parole del coach - sa fare tante cose in campo e penso che questa sia stata una delle gare in cui ha dimostrato quello che è realmente capace di fare".
Alla domanda fatta a Daniels da un giornalista la scorsa settimana su quale fosse il regalo che vorrebbe ricevere per Natale il giocatore ha risposto in modo chiaro: "Delle ginocchia sane".
Due vittorie di prestigio arrivate contro squadre della Western Conference, una sul campo dei New Orleans Hornets e l'altra contro i Dallas Mavericks, hanno visto in grande forma Jamaal Tinsley, assolutamente ago della bilancia in queste ultime partite. “Cerco solamente di giocare a basket – ha detto Tinsley – Jim O'Brien mi ha dato tanta libertà e cerco di essere creativo e dare ai miei compagni buone opportunità di tiro”.
Contro gli Hornets, Tinsley vinceva nettamente il duello con Paul, segnando 18 punti con 13 assists a facendo da condottiero, mentre due giorni dopo con Dallas risultava il migliore in campo con 24 punti ma soprattutto tante giocate decisive sul finale.
A New Orleans, era la prima volta per Danny Granger (sempre più leader di questi Pacers orfani di O'Neal, 20.8 punti col 55% dal campo nelle ultime cinque uscite) nella sua città nativa, festeggiata con 22 punti, ma è stata l'ennesima occasione per celebrare la coppia lunghi tutta bianca Murphy-Foster che insieme accumulava 31 punti (23 del primo) e catturava ben 22 rimbalzi.
La vittoria di Dallas per 111-107 è stata invece una vera e propria vittoria di squadra. "Considero questa la migliore gara fino ad ora. Abbiamo giocato a grandi livelli sia in attacco che in difesa - dichiarava a fine gara Tinsley – sono stato in grado di prendermi alcuni buoni tiri che ci hanno aiutato tanto, ma penso che il nostro staff ha preparato molto bene questa gara. Se giochiamo in questo modo possiamo competere con chiunque".
Ancora senza O'Neal, tutti dovevano portare alla causa qualcosina in più per poter vincere. "Vittoria importante perché ottenuta contro una delle migliori squadre della NBA - diceva invece O'Brien – abbiamo avuto un serio contributo da parte di ognuno, Jeff (Foster) ha fatto un buon lavoro su Nowitzki, Jamaal (Tinsley) è stato ancora una volta brillante. Sono felicissimo per tutti".
Proprio la difesa era stato il problema nella sfida contro i Lakers, persa per 134-114. Troppi punti subiti e troppi spazi concessi che venivano puntualmente puniti, tanto che l'ennesima prestazione positiva da parte di Shawne Williams che chiudeva con 24 punti (massimo in carriera) e un bel 3-5 dalla linea dei 3 punti, era la sola notizia positiva.
Un dato importante è il fatto che nelle vittorie i Pacers hanno in media 21.2 punti (tirando più che il 50% dal campo) da Mike Dunleavy, mentre nelle sconfitte i punti a referti scendono a 11 con meno del 40%. Ma è anche una questione di tiri che il giocatore si prende: 15.8 nel primo caso e 9.4 nel secondo. Qualcosa vorrà pur dire.
Da stanotte i Pacers cominciano il primo "trip" nella Western Conference. Denver, Portland, Seattle e Los Angeles Clippers sono in ordine le squadre avversarie; nelle uniche due gare disputate ad ovest in questa stagione (Memphis e New Orleans) Indiana è uscita vittoriosa in entrambe le occasioni.
Appuntamento al termine di questo tour.