Stephon Marbury, sempre in mezzo alle polemiche…
Nel precedente Team Report si parlava della discontinuità dei Knicks, specie dopo la sconfitta casalinga con Miami. La situazione a quindici giorni di distanza è ulteriormente peggiorata.
Se è vero che dal road trip ad ovest poco ci si aspettava, è altrettanto vero che uno 0 su 4 di questo tipo fa riflettere. La squadra è apparsa svogliata, molle in difesa e mai in partita, eccezion fatta per i due overtime di Sacramento, che hanno comunque dato ragione ai derelitti Kings.
Nel mezzo c'è stata la polemica Thomas - Marbury, di cui tanto si è parlato, e che tanto farà parlare come documentato nell'articolo Storie tese a New York, oltre all'assenza di Zach Randolph per due partite a causa della morte della nonna.
Il ritorno ad est ha fruttato due sconfitte: una casalinga con Golden State ed una esterna a Detroit; la vittoria coi Bulls di sabato ha dato un po d'ossigeno, ma va presa con le pinze in quanto ottenuta contro una squadra in crisi di gioco e di identità
Al di la di tutte le dichiarazioni di rito, la situazione attuale pare essere quella di un team schierato contro il proprio allenatore, la cui permanenza nella grande mela appare come non mai in procinto di terminare. I giocatori hanno avuto un approccio indisponente alle gare e sono stati subissati di fischi durante la partita contro i Warriors, dal primo all'ultimo minuto. Il coro "Fire Isiah" sarà fischiato per parecchie ore nelle orecchie di James Dolan, tanto che non si è presentato sabato durante il match coi Bulls.
Al momento ciò che tiene maggiormente banco sono, più che i risultati, le voci di mercato. La scomoda sensazione è quella che la stagione sia già compromessa, tanto che si parla del prossimo sostituto di Thomas. I nomi che più sono circolati in questi giorni sono quelli di Donnie Walsh da Indiana e di Chris Mullin, il cui ritorno a casa farebbe piacere a molti. Per carità sono tutte voci, ma di certo non giovano ad uno spogliatoio più che mai diviso.
Un segnale positivo è stata la prestazione di Marbury contro Chicago; il play ha giocato in maniera aggressiva, difendendo duro, trovando i compagni liberi, e mettendo dei punti fondamentali. Vedremo se si è trattato di un fuoco di paglia o se Stephon intende rispondere sul campo alla marea di critiche piovutegli addosso dopo la sua dipartita.
New York @ Phoenix L 102-113
La prima partita del viaggio ad ovest è stata caratterizzata dalle già note assenze di Marbury e Randolph dal quintetto. La partita non è mai stata in discussione, con Phoenix che non ha dovuto mai sudare più di tanto per portare a casa la vittoria; l'unico che si è salvato è stato Jamal Crawford, autore di 21 punti, giocando spesso da playmaker a causa dell'uscita per infortunio di Mardy Collins. Per i Suns, privi di Raja Bell, tutto il quintetto titolare è andato in doppia cifra, ad eccezione di Nash, che ha comunque distribuito 12 assitenze..
New York @ LA Clippers L 81-84
A los Angeles i Knicks non hanno avuto maggior fortuna rispetto alla sera prima. Stephon Marbury ha raggiunto la squadra dopo la fuga di Phoenix, ma partendo dalla panchina non è stato determinate per i suoi. A poco sono servite le doppie doppie di Curry 16 punti + 12 rimbalzi e Randolph 16 punti + 19 rimbalzi. Sull' 82 a 81 per i Clippers Maggette metteva entrambi i liberi, mentre Crawford sbagliava il tiro del pareggio da tre quarti campo con la palla che andava a sbattere sul secondo ferro.
New York @ Sacramento L 118-123
A Sacramento la squadra è stata punita dai 43 punti di Kevin Martin e dai 28 di Artest, dopo due tempi supplementari. Era la terza partita in quattro giorni, di sicuro la più abbordabile. La fortuna non è stata dalla parte dei Knicks, che in ben due occasioni hanno avuto la possibilità di chiudere i conti ma le conclusioni di Crawford e Lee non hanno trovato la retina. David Lee è risultato il migliore dei suoi con una doppia doppia da 24 punti e 16 rimbalzi.
New York @ Denver L 83-115
La peggiore sconfitta delle gare del road trip è stata quella contro i Denver Nuggets, i trentatrè punti di scarto ci stanno tutti, la squadra ha giocato in maniera vergognosa sia in attacco che in difesa, non dando mai la sensazione di essere in partita. Zach Randolph ha messo a segno l'ennesima doppia doppia (16 +11 ma con 8 su 23 dal campo), mentre per il resto è stato un festival di schiacciate, recuperi e rimbalzi per i Nuggets (20 carambole per l'ex Camby).
Golden State @ New York L 108-82
L'occasione per un riscatto era la partita casalinga contro i Warriors, che si è rivelata un'altra debacle per i Knicks. Baron Davis e compagni hanno fatto quello che hanno voluto al garden, con la gara mai in discussione. I tifosi hanno subissato di fischi il team dall'inizio alla fine; ovviamente i bersagli numero uno sono stati Marbury, fischiato anche quando partiva in contropiede, e Thomas. L'inno "Fire Isiah" è eccheggiato fino al soffitto dello storico palazzetto, con James Dolan visibilmente imbarazzato nelle prime file. A fine partita Thomas ha dichiarato: "Abbiamo giocato malissimo, non avrei mai pagato il biglietto per vedere uno spettacolo del genere".
New York @ Detroit L 86-98
A Detroit la squadra ci è andata per onor di firma, maltrattata da 25 punti e 15 assist di Billups, non è mai stata in partita. Della partita è meglio non parlare, basti pensare che Flip Murray ha così commentato: "Sembrava non volessero giocare, erano fuori dal palazzetto, bastava guardare il loro atteggiamento. Non so cosa succeda per loro, ma ci devono essere grossi problemi". Quando un avversario dice questo di te c'è poco da replicare..
Chicago @ New York W 78-85
Dopo una striscia di otto sconitte consecutive è arrivata la vittoria di sabato contro i derelitti Bulls a dare un po di "fiducia" all'ambiente. Più che altro la vittoria muove la classifica, ma il destino del team sembra scritto. Se questa sarà l'attitudine, dubito che vedremo Thomas mangiare il panettone, o cheesecake che sia. Contro Chicago in cui il solo Nocioni è stato pericoloso, il trio Curry - Randolph - Marbury ha messo a segno 60 punti. In particolare è piaciuto Stephon per mentalità ed atteggiamento.
Considerazioni
L'aspetto positivo di questa terribile striscia di sconfitte sono state le doppie doppie di Randolph, anche se la difesa è da rivedere. Jamal Crawford, è apparso in netto calo con percentuali in discesa ed un unico sussulto verso Denver. Eddie Curry è troppo altalenante, come al solito soft a rimbalzo e carente in difesa.
Da Marbury ci si aspetta un sussulto d'orgoglio dopo la partita con Chicago, per il resto è apparso troppo frastornato dopo la lite di Phoenix. Vedremo se ès tato solo un sussulto nel nulla.
Malissimo Quentin Richardson, le cui percentuali sono ridicole e troppo avulso dal gioco.
Nate Robinson è apparso anche lui in calo, ha dimostrato di non essere un play, e di non avere l'affidabilità di una guardia.
Il migliore nelle disgrazie attuali è a mio avviso David Lee, un signor giocatore, cui manca solo un jumper affidabile. Il ragazzo ex Florida ci mette impegno e volontà , ma il resto della squadra è troppo deficitario, fatta eccezione per Renaldo Balkman, che però al momento sembra limitato da una condizione fisica non ottimale.
C'è da lavorare, in attesa che Dolan decida cosa fare. Così non va bene e se si permane in questo limbo le W sarnno scarse da qui a venire.
Il calendario non è certo favorevole e chiama per i prossimi 5 impegni:
– Utah in casa il 26 Novembre.
– Boston in trasferta il 29 Novembre.
– Milwaukee in casa il 30 Novembre.
– Phoenix in casa il 2 Dicembre.
– New Jersey fuori casa il 5 Dicembre.
Per chi fosse interessato questa settimana su NBATV:
– Martedì 27 ore 05.00 Sixers-Knicks (Regular Season 1985/86, esordio NBA di Pat Ewing)
– Sabato 1° Dicembre ore 05.00 AM Knicks-Nuggets (Regular Season 2006/07, finale con persa di Najera, recupero e incredibile tripla di Jamal Crawford)