Il mistero Calgary

Iginla e Phaneuf (foto), insieme a Kiprusoff sono i pezzi da 90 di Calgary

Questa settimana, nel solito resoconto della Conference dell'Ovest, vorrei puntare i riflettori sulla Northwest Division. Non tanto per i risultati, anzi, se dovessi guardare quelli non dovrei menzionarla neppure, bensì per i misteri che racchiude dentro se stessa.

Tra le tante cose inspiegabili che stanno succedendo ad un quarto di stagione, Calgary è il rebus numero uno, il classico puzzle che non si riesce a finire nonostante sul tavolo ci siano tutti i pezzi in bella mostra.

Sulla carta i Flames sono una squadra schiacciasassi, da primo posto in classifica, con il giusto mix tra attacco e difesa, tra veterani e giovani, e con uno dei migliori portieri in circolazione. Ad amalgamare tutto questo impasto, per la creazione della torta perfetta, è stato chiamato Mike Keenan come heading coach.

Ma allora cos'è che non ha funzionato finora?
Forse il fatto che si gioca sul ghiaccio e non sulla carta? Può essere. Fatto sta che dopo 24 partite le vittorie sono solo 10. Bilancio che si è sistemato negl'ultimi 10 giorni, altrimenti, dopo le 5 sconfitte consecutive di inizio novembre, sarebbe stato molto più pesante.

Uno dei punti deboli della squadra è senza dubbio il penalty killing. Quando giocano con l'uomo in meno, permettono agli avversari di andare in goal il 25% delle volte. Un po' troppo per puntare in alto.

Il GM Darryl Sutter, pensando che fosse un problema di distrazione, ha messo a tacere tutti prolungando i contratti di Iginla e Kiprusoff per un totale di ben 70 milioni di dollari. Bella mossa, ma questi due non sono di certo gl'unici giocatori importanti che quest'estate potrebbero salutare la compagnia e diventare unrestricted free agents: ci sono anche Huselius, Langkow, Conroy e Yelle. Senza contare che Phaneuf, giovane difensore tra i più forti in circolazione, potrebbe diventare restricted free agent. Alle loro distrazioni, il buon GM c'ha pensato o no?

Per ora la dirigenza ha parlato solo con l'agente di Phaneuf e, forse, un accordo di massima è stato raggiunto (girano però voci che altri team sono disposti a versare 7 milioni di dollari all'anno nelle tasche del giovane difensore). Accordo che potrebbe costare caro ai Flames e al loro tetto salariale.

Ma che tutti questi pettegolezzi extra-hockeystici abbiano un effetto negativo o meno sul rendimento della squadra è tutto da dimostrare. Per il momento Calgary si deve accontentare di essere uscita dal periodo “nero” e di essersi guadagnata due vittorie (entrambe contro Colorado) nelle quattro partite di questa settimana.

A proposto di misteri e di Colorado, che fine ha fatto la squadra che fino a 10 giorni or sono doveva contendere la leadership della conference a Detroit? Che fine ha fatto la squadra che quest'estate, con l'ingresso nel roster di Smyth e di Hannan, doveva essere una favorita per il titolo?

Con quattro sconfitte pesanti (21 goal subiti!) nelle ultimi cinque partite, gli Avalanche sono la peggior squadra del momento. Capitan Sakic si è preso un periodo di ferie, Smyth non sembra proprio aver trovato la giusta sintonia con i compagni, Budaj e Theodore si alternano costantemente senza risultati e la difesa è un vero e proprio colabrodo. Ho detto tutto? Forse no, avrei da ridire qualcosa sulla gestione delle linee di coach Quenneville, ma è meglio che mi trattenga.

Ad approfittare di questa situazione ci hanno pensato Vancouver e Minnesota. Due squadre a cui non bisognerebbe regalare niente se si vuole puntare al titolo divisionale.

In attesa che la macchina Calgary inizi a funzionare e che Colorado ritrovi se stessa, possiamo dire che Edmonton non è più un mistero. E' proprio così, come la vediamo: perdente. Che sia colpa della lunga lista di infortuni o no (ma quando torna Souray?), poco importa, con l'ultimo posto potrà  avere un'altro buon pick al draft del prossimo anno.

Ci sarebbero da spendere due parole anche per due squadre che all'improvviso sono uscite dall'anonimato e si sono prepotentemente fatte valere sul ghiaccio: Nashville e Phoenix.

I Predators sono in piena hot-streak (6-2-2), i Coyotes hanno trovato in Bryzgalov il giusto portiere. Arrivato da Anaheim quattro partite or sono, ha vinto tutte e quattro le partenze. Che sia proprio lui il tassello mancante che cercava coach Gretzky?

Ricapitolando

Central Division
Detroit (32 punti) perde ancora qualche colpo questa settimana (sconfitta in trasferta da Nashville e Columbus) ma rimane saldamente al comando della divisione e della conference. St.Louis, Chicago e Columbus seguono a quota 26 punti, tutte pronte ad approfittare degli errori altrui. Ultima, ma con ben 24 punti, una Nashville in pieno recupero.

Northwest Division
Vancouver aggancia Minnesota al primo posto (26 punti) grazie proprio alla vittoria di questa settimana nello scontro diretto. Colorado segue ad una lunghezza ma con tanti di quei problemi che la classifica è l'ultima delle preoccupazioni dei suoi tifosi. Calgary (23) chiude questi sette giorni con 2 W e 2 L. Edmonton (19) vince contro Vancouver e Chicago ma rimane lo stesso in ultima posizione.

Pacific Division
Gran momento di Dallas che grazie a 5 vittorie consecutive si porta al comando della Pacific con 28 punti. Bene il primo della serie di incontri contro le squadre della Atlantic. Anaheim (26) continua a non trovare continuità  e anche questa settimana porta a casa tutti e tre i risultati possibili: 1W, 1L e 1 OTL. San Josè (25) si blocca nel fine settimana (sconfitta da entrambe le squadre di LA) e scende in terza posizione. A 22 punti troviamo una Phoenix che con quattro vittorie di fila non sta correndo, di più. Los Angeles (19) interrompere un'infinita serie di sconfitte proprio contro gli Sharks, ma è poca cosa: subito dopo torna a perdere come solo lei sa fare.

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