Grande prestazione settimanale per Kendrick Perkins, che sta crescendo assieme alla squadra
I Celtics subiscono la prima sconfitta della stagione ma rimangono ben saldi in testa alla classifica della Eastern Conference e sono primi anche se si guarda la classifica della Western. La sconfitta non ha causato scossoni nei Celtics, che hanno subito proseguito nel commino vincente con un paio di serate positive, tra cui la sentita gara contro i Lakers.
Risultati
Boston Celtics @ Orlando Magic L 102-104
Golden State Warriors @ Boston Celtics W 82-105
Los Angeles Lakers @ Boston Celtics W 107-94
Commento
"Sapevo che non avremo finito 82-0" dice Pierce, e ci credo aggiungiamo noi. La prima sconfitta doveva per forza arrivare, era impensabile proseguire con le vittorie in modo così prolungato, ed è arrivata nel momento più opportuno (8 vittorie consecutive è la terza miglior prestazione di tutti i tempi dei Celtics), con la squadra più opportuna (Orlando è la squadra più in forma ad est dopo i Celtics) e nel modo forse non più opportuno, ma poco ci manca (sarebbe stato brutto trasferire il pesante passivo del primo tempo fino a fine gara, invece nella seconda parte i Celtics hanno giocato molto bene).
Ora la pressione verso i Celtics si è notevolmente ridotta. Non che sia scomparsa ovviamente, Boston è la sorvegliata speciale e lo sarà per tutta la stagione, ma non è più additata come la squadra ancora imbattuta ed ormai gli avversari non penseranno ad interrompere questa striscia positiva.
La squadra ha preso bene la prima sconfitta, nessun trauma, ma solo la consapevolezza che le sconfitte ci sono e ne arriveranno altre, è solo sufficiente prenderle nel verso giusto ed imparare dalle stesse per non commettere gli stessi errori. L'obiettivo principale è e deve essere il titolo NBA, la stagione regolare serve solo per oliare per bene i meccanismi.
La partita contro Golden State è stata insolitamente facile. Ovviamente il motivo è da rilevare nella differenza di talento tra le due squadre, ma c'è il sospetto che la squadra della baia sia arrivata molto stanca a Boston dopo una trasferta ad est di 3 gare totali e che non ci credessero molto alla vittoria. Il segnale è chiaro: gli avversari ritengono di poter vincere contro i Celtics solo se sono al loro meglio, altrimenti neanche ci provano.
La partita contro i Warriors ha anche ricordato a Kevin Garnett quanto i Warriors siano stati vicini ad uno scambio per farlo arrivare ad Oakland. Poiché Garnett è un giocatore molto riflessivo, aveva comunque scartato l'ipotesi Warriors perché non li riteneva sufficientemente forti per garantirgli di lottare per il titolo. Poi alla fine è arrivato a Boston per l'opera di convincimento di Ainge verso il giocatore e perché obiettivamente la contropartita arrivata a Minnesota era veramente di qualità molto elevata, superiore a tutte quelle realmente offerte a McHale ed adatta ad una squadra in ricostruzione.
Venerdì notte infine si è giocata la più classica sfida NBA, quella che è sopravvissuta per decenni, quel Celtics vs. Lakers che ha attraversato tutta la storia NBA, da Cousy vs. West a Bird vs. Magic. Ora la sfida si sente di più rispetto agli ultimi anni appena trascorsi "questa è la mia prima di, spero, molte (sfide contro i Lakers)" dice Garnett "se non conosci la storia di Lakers – Celtics allora non conosci realmente il basket". Per i Lakers non c'è stata storia, sono stati dominati dall'inizio dalla fine e mai c'è stata la sensazione che la vittoria potesse sfuggire ai Celtics.
Contro i Lakers Kendrick Perkins ha giocato probabilmente la sua migliore partita in carriera realizzando il suo record in punti con 21. Dopo un inizio non esaltante con qualche esitazione di troppo e movimenti un po' grezzi, il giocatore sta incrementando enormemente il suo livello di gioco, come d'altronde è solito fare ogni anno, ma mentre la scorsa stagione è stato bloccato dal problema alla fascite plantare, in questa sta raggiungendo livelli che mai gli abbiamo visto toccare e che facevamo fatica a sperare che potesse anche solo avvicinare già quest'anno.
Non neghiamo che una parte del merito deriva dalle attenzioni che le difese devono attuare nei confronti del PGA Tour e gli assist di Rondo sono stati eccellenti per smarcarlo, e lo ammette lui stesso, ma il giocatore c'è e gli abbiamo visto fare dei movimenti che non ricordavamo fossero nel suo repertorio. Il bello adesso è verificare se nelle prossime partite possa mantenere questo livello di gioco. "Ha giocato una grande gara per noi, sono felice per lui" ha detto Garnett.
Non è stata per nulla malvagia la difesa di Scot Pollard contro Howard nella partita persa contro Orlando vietandogli di tirare per ben 10 minuti e 20 secondi dell'inizio dell'ultimo quarto "ha lottato contro Kevin e Kendrick per tutta la sera ed io ero riposato quando sono entrato" ha ammesso il giocatore. In generale il suo inizio di stagione è stato superiore alle previsioni. Di certo non ci si aspetta da lui un 20+10 di media, ma qualche minuto di qualità per far rifiatare Garnett e coprire dei buchi che può lasciare Perkins e sta svolgendo egregiamente il suo compito. Unica nota negativa la sua capigliatura, ma qua esuliamo dal contesto tecnico.
Cercare un motivo per questo splendido inizio dei Celtics non è un'impresa facile, c'è un insieme di cause che portano a spiegarlo, ma questa volta ci viene in aiuto un inaspettato Kobe Bryant: "ci hanno messo fuori ritmo in attacco e non riuscivamo a realizzare quello che ci piace fare, non sapevamo come aggiustarci od adattarci". Ecco quindi spiegato come mai quasi tutti gli avversari dei Celtics (tranne Orlando, Miami e Toronto) giocano la loro peggiore partita stagionale, o quasi. Non è tutto demerito loro, ma è anche e soprattutto merito del gioco dei Celtics che non permette agli avversari di esprimersi al loro meglio. Un bel rebus che deve essere risolto dalle altre franchigie entro la fine della stagione altrimenti per i Celtics sarà vita facile raggiungere la finale NBA. Cresce quindi l'attesa per verificare quanto le potenze dell'ovest possono mettere in difficoltà i Celtics, per quanto riguarda i Lakers l'esame è stato passato col massimo dei voti.
Infortuni
Nulla di importante per fortuna questa settimana. Un dolore alla schiena per Posey, che ha saltato un allenamento, influenza di Garnett prima della gara contro Orlando, ma nulla che possa aver inciso in modo pesante nelle gare settimanali.
Curiosità
Tempo di statistiche: nella gara contro i Lakers Paul Pierce ha passato i 25000 minuti in carriera e Ray Allen i 30000 minuti.
Il segnale che i Celtics sono tornati di moda lo possiamo vedere dalle persone presenti sugli spalti del Garden: Arnold Schwarzenegger, che non ha bisogno di presentazioni, l'attrice Ellen Pompeo di Grey's Anatomy, vari giocatori dei Patriots che stanno dominando l'NFL ed il poco amato Rick Fox, ex Celtics ed ex Lakers. "Ho visto molta gente (famosa) sugli spalti, stiamo iniziando a portare delle celebrità " ha dichiarato soddisfatto Pierce. "É stata come un'atmosfera da playoff" ha dichiarato Garnett "ed è stato divertente, ogni volta che giochi con i Lakers sai che stai andando come in guerra".
Il migliore della settimana
I due giocatori non PGA Tour che sono meritevoli d'essere presi in considerazione per il riconoscimento settimanale sono Rondo e Perkins. Mentre il primo ha avuto due buone partite intervallate da una pausa contro Golden State, per il secondo è stato un crescendo rossiniano, con una prima partita incerta, una seconda buona ed una terza che si può considerare la migliore della sua carriera.
Nonostante la regia di Rondo sia stata molto positiva con incredibili passaggi smarcanti molto spettacolari, non si può non dare il premio settimanale a Kendrick Perkins. Già contro Golden State ha dimostrato d'essere una buona presenza in campo, ma il suo capolavoro è stato contro i Lakers: 8 su 10 dal campo per 21 punti e solo un rimbalzo gli nega una meritata doppia doppia. Al di là dei numeri il campo ci ha fatto vedere un Perkins assoluto dominatore dell'area pitturata annichilendo un Bynum molto più decantato ma che in quella sera ha subìto la maggiore forza e dominio sotto canestro del nostro centro. Complimenti quindi a Kendrick per questo suo primo riconoscimento stagionale.
Classifica aggiornata:
1 Eddie House
1 Rajon Rondo
1 Kendrick Perkins
I minuti del PGA Tour
Vediamo quanti minuti è stato impiegato il PGA Tour questa settimana.
Il giocatore che è stato per più minuti in campo è Paul Pierce con ben 40,33 minuti di media, ma con differenze sostanziali. In dettaglio la prima e la terza contano 42 e 44 minuti, mentre solo la seconda scende sotto i 35, un vero tour-de-force. Molti meno minuti invece per Allen (35,26 minuti di media) e per Garnett (35,22). La nostra impressione è che a Pierce servivano molti minuti per integrarsi bene nella squadra, infatti nelle prime uscite stagionali lo avevamo visto un po' sottotono, ora invece con l'incremento dei minuti ha raggiunto un maggior affiatamento ed anche il suo rendimento è salito notevolmente: per noi è lui il nostro MVP settimanale.
Nel computo totale della stagione possiamo notare come Allen sia ancora il giocatore più utilizzato, ma scende il suo minutaggio medio a 39,5 ed anche Garnett gode del minor impiego settimanale con una media stagionale di 37,8 minuti, mentre Pierce si colloca a metà strada e la sua media sale a 38,5 minuti.
Tanto per fare un paragone e non mettersi le mani nei capelli, LeBron James ha una media di 40,9 minuti, Ron Artest arriva a 41,2 mentre Joe Johnson ha un impiego addirittura di 42,2 minuti.
I Celtics nella D-League
Dopo Wallace è stato mandato nella Development League anche Gabe Pruitt. Visto che i giocatori con contratto scritto con inchiostro biancoverde mandati nella Lega di sviluppo sono già due è stato ritenuto opportuno aprire una nuova sezione per seguire meglio le vicissitudini di chi verrà parcheggiato in questa Lega.
Prima di seguire le loro performance rispolveriamo cos'è e cosa significa la D-League. Come detto D-League significa Lega di sviluppo, ovvero creata dall'NBA per far giocare elementi ritenuti utili alle franchigie NBA. Di leghe minori ce ne sono parecchie, ma nessuna che permette di far giocare e poi riprendersi i giocatori con semplicità e velocità . Nella D-League invece si, le squadre hanno 3 possibilità di mandare lo stesso giocatore nella Lega di sviluppo che non abbia più di 2 anni di militanza NBA e poi riprenderselo, alla quarta volta non può più rimandarlo fino a fine campionato. Questo è sicuramente un vantaggio per chi ha sotto contratto molti giocatori e non può farli giocare tutti. In caso di infortunio dei titolari o delle riserve può riprendere il giocatore immediatamente, un vantaggio non da poco per le franchigie.
I Celtics sono stati affiliati con gli Utah Flash, quindi i giocatori che la franchigia bostoniana deciderà di mandare in D-League militeranno nella squadra dei mormoni.
Come per Wallace, anche per Pruitt la decisione era nell'aria perché il suo gioco non è così indispensabile da doverlo tenere disponibile in ogni momento e la motivazione per non mandarlo in D-League, ovvero il rischio infortuni dei titolari, sembra venuto meno.
Nell'unica gara di preseason degli Utah Flash Brandon Wallace ha giocato per ben 35 minuti segnando 11 punti con un non esaltante 3 su 8 dal campo sbagliando tutti e tre i tentativi dalla lunga distanza. Medie deficitarie anche dalla lunetta con un 5 su 10, segno però che almeno cerca il canestro. È risultato però migliore della partita sotto le plance con 9 rimbalzi e 2 recuperi, controbilanciati da altrettante palle perse.
Appuntamenti e classifiche
Prosegue spedita la stagione regolare dei Celtics con ben 4 partite in programma la settimana prossima:
sabato 24 novembre in trasferta contro Charlotte
martedì 27 novembre in trasferta contro Cleveland
giovedì 29 novembre in casa contro New York
venerdì 30 novembre in trasferta contro Miami
Prima di analizzare le partite un breve considerazione: i Celtics hanno il miglior record dell'NBA ed in ogni gara gli avversari cercano di giocare la partita della vita. Questo è normale per una squadra forte e forse qualcuno se ne è dimenticato dopo tanti anni di anonimato, ma questo vuol dire che gli avversari troveranno energie a loro forse ignote e quindi ogni partita sarà una battaglia.
Quest'anno Charlotte vorrebbe arrivare ai play-off. Un obiettivo alla loro portata ed una vittoria sabato notte sarebbe una bella iniezione di fiducia. Spetterà al PGA Tour ed ai loro compagni di squadra spezzare questa loro speranza.
Questa settimana calda prosegue dopo due giorni con la sfida contro LeBron James ed i suoi Cavaliers. Iniziata la stagione senza molti aiuti, ora LeBron può contare su qualche elemento del suo roster, ma deve comunque cercare di risolvere le partite quasi da solo. Non dovrebbe essere un problema la vittoria.
Giovedì e venerdì c'è un back-to-back molto interessante. La prima di queste due partite è la variabile impazzita della franchigia della Grande Mela, anche se dubitiamo che abbia qualche speranza di vittoria; nella partita del giorno dopo invece si andrà in Florida da una Miami col dente sicuramente avvelenato ed un Wade desideroso di far vedere che può mettere un tiro decisivo contro i biancoverdi.
Obiettivamente nessuna delle squadre che s'incontreranno con i Celtics hanno molte speranze di vincere, probabilmente solo un calo dei Celtics decreterà una sconfitta che è sempre possibile e dev'essere presa come un normale e fisiologico incidente di percorso.