Un avvio di stagione positivo

Il solito Kobe Bryant evita ai Lakers un pessimo avvio di stagione

Un avvio inaspettato.
Una partenza certamente positiva che neanche il più ottimista poteva aspettarsi: sette vittorie e solamente cinque sconfitte, arrivate peraltro contro avversari che alla vigilia erano considerati assolutamente superiori a Kobe Bryant e compagni.

Un avvio di regular season in cui l'attacco ha funzionato alla grande (a parte il primo tempo contro Boston), mentre la difesa ha faticato molto ad adattarsi alle caratteristiche avversarie ma che, nel complesso, non ha affatto sfigurato.

Certo, i californiani vivono di molti bassi e pochi alti nell'applicazione dei giochi difensivi, ma d'altronde l'intensità  non può essere tenuta sempre al massimo, soprattutto da parte di una squadra che viene da una stagione, quella passata, assolutamente disastrosa sotto questo aspetto.

E proprio per quanto riguarda il reparto arretrato è notizia di questi giorni l'arrivo, o meglio, il ritorno sulle sponde assolate di Los Angeles di Trevor Ariza, uno che il college l'ha fatto ad UCLA. L'ala, ex Orlando Magic, è stato scambiata per Brian Cook e Maurice Evans. Una trattativa che in molti hanno giudicato bene, altri male.

Di sicuro c'è che a Los Angeles è arrivato un giocatore giovane (22 anni), dal buon potenziale e che fa dell'equilibrio fra attacco e difesa il suo punto di forza. Proprio ciò che serviva ai Lakers di questo periodo. La sconfitta contro i Boston Celtics insegna.

RISULTATI

Martedì 30 ottobre: Los Angeles Lakers - Houston Rockets = 93-95 (L)
Venerdì 2 novembre: Phoenix Suns - Los Angeles Lakers = 98-119 (W)
Domenica 4 novembre: Los Angeles Lakers - Utah Jazz = 119-109 (W)
Martedì 6 novembre: Los Angeles Lakers - New Orleans Hornets = 104-118 (L)
Venerdì 9 novembre: Los Angeles Lakers - Minnesota Timberwolves = 107-93 (W)
Martedì 13 novembre: San Antonio Spurs - Los Angeles Lakers = 107-92 (L)
Mercoledì 14 novembre: Houston Rockets - Los Angeles Lakers = 90-93 (W)
Venedrdì 16 novembre: Los Angeles Lakers - Detroit Pistons = 103-91 (W)
Domenica 18 novembre: Los Angeles Lakers - Chicago Bulls = 106-78 (W)
Martedì 20 novembre: Indiana Pacers - Los Angeles Lakers = 134-114 (W)
Mercoledì 21 novembre: Milwaukee Bucks - Los Angeles Lakers = 110-103 (L)
Venerdì 23 novembre: Boston Celtics - Los Angeles Lakers = 107-94 (L)

Il meglio del primo mese di stagione regolare è sicuramente il record: sette vittorie non sono un bottino di poco conto, considerando soprattutto il difficile calendario con il quale si sono dovuti confrontare i Lakers. Le uniche squadre alla portata fino ad oggi affrontate sono stati i rivoluzionati Minnesota Timberwolves, battuti facilmente allo Staples Center, gli Indiana Pacers e i Milwaukee Bucks.

Queste ultime due formazioni sono state affrontate in un difficile, quanto stancante back-to-back, non certo l'ideale per portare a casa due vittorie consecutive. Soprattutto se si considera che la doppia trasferta, senza considerare il match in casa di Boston, è arrivata durante il periodo delle feste del Ringraziamento, non proprio un momento in cui i giocatori amano stare lontano dalle famiglie.

Eppure i lacustri sono andati molto vicini ad un'impresa difficilmente pronosticabile. La sconfitta è arrivata contro Michael Redd e soci, dovuta più ad alcune distrazioni difensive e alle capacità  balistiche dei Bucks che ad altro. In attacco poi i Lakers hanno patito una giornata difficile, soprattutto dalla lunga distanza (6/22 dal perimetro) e nonostante questo sono arrivati 103 punti. La verità  è che la squadra di Phil Jackson sta eseguendo molto bene la "triple post offense". Da questo punto di vista è stata la partita contro i Pacers il "top": 134 punti, quasi tutti dovuti a schemi tratti dal libro di Tex Winter.

Una bellezza per lo spettatore, anche dell'Indiana, cui si è potuto reagire soltanto applaudendo. Certo, la difesa dei Pacers ha molto contribuito per favorire un punteggio di questo tipo, ma il modo in cui sono arrivati così tanti punti, deve far ben sperare per il futuro tutti i tifosi. Contro i Celtics, invece, c'è stato un passo indietro. Un pessimo primo tempo è stato il modo peggiore per rovinare un viaggio che fino a quel momento era stato tutto sommato accettabile. Ovvio che i biancoverdi non possano essere un termine di paragone per questi Lakers, ma ci sarebbe aspettato qualcosa di più anche sul difficile campo di Garnett e compagni.

Torniamo però a qualche giorno fa, all'inizio della stagione regolare. L'annata si è aperta con sette partite molto complesse: Houston, Phoenix, Utah, Hornets, T-Wolves, San Antonio e ancora Rockets: quattro in casa e tre in trasferta. Non proprio il modo migliore per superare una crisi psicologica legata moltissimo al tormentone Bryant (ancora in corso) e che ha avuto come unico risultato quello di creare scompiglio e tensione in un ambiente di per sé incline alla polemica.

Nonostante tutto, la squadra ha saputo isolarsi per bene dalla pressione mediatica e ha portato a casa quattro vittorie e solamente tre sconfitte. L'aspetto più positivo di questi match, come detto, è stato l'attacco. Per come giocano è evidente che l'ossatura fondamentale di questo roster sta insieme da più di tre anni. Gli schemi offensivi sono applicati a memoria e solo Bryant si prende, di tanto in tanto, qualche tiro fuori contesto, assolutamente accettabili considerando il suo talento.

Per quanto riguarda la difesa, a parte alcune distrazioni fisiologiche per la regular season, si è assistito ad un'intensità  di sicuro superiore rispetto a quella dello scorso anno (non considerano il match contro Boston ovviamente, veramente troppo brutto per essere vero). Indubbiamente è questa la parola chiave di questo avvio di stagione per i Lakers: intensità .

D'altronde avere in punta uno come Derek Fisher, rispetto a Smush Parker, aiuta moltissimo in questo senso. Inoltre, la presenza in mezzo all'area di gente "grossa", ingombrante, come Kwame Brown e Andrew Bynum è stato certamente un bene per i gialloviola. Quando sono mancati, vuoi per infortunio (Brown), vuoi per rotazioni necessarie (Bynum), la loro assenza si è fatta sentire.

E qui si arriva a ciò che veramente manca a questa squadra: un giocatore di post basso, un "fighter" del pitturato, che possa dare una mano e adeguato ricambio a Brown e Bynum. Aveva iniziato bene Turiaf, ma poi la distorsione alla caviglia subita in allenamento ha impedito al francese di proseguire sulla strada intrapresa. Vedremo se Ariza potrà  essere la panacea per i gialloviola, ma è chiaro che, a meno di sorprese, serve una "point forward" che sotto le plance abbia un peso specifico superiore.

Nelle due successive partite i Lakers hanno affrontato un doppio impegno casalingo contro i Detroit Pistons e i Chicago Bulls. In entrambi i casi sono arrivati due successi approfittando così di assenze molto importanti sia da una parte (Chaunchey Billups) che dall'altra (Luol Deng). È evidente, però, che al di là  delle assenze sia Chicago che Detroit siano superiori ai Lakers. Eppure i lacustri in quel periodo, sono stati un avversario temibile, soprattutto se quando scendono in campo mettono in mostra una concentrazione e una voglia di applicarsi superiore alla norma. Solo così si può pensare di battere formazioni di livello tecnico superiore.

In entrambe le partite, inoltre, come dicevamo in precedenza, si è vista un'intensità , una voglia, un atteggiamento che l'hanno scorso era semplicemente impensabile ipotizzare: Bryant che incita tutti, che dà  indicazioni, che suggerisce ai compagni quale deve essere la via da percorrere. Non proprio l'immagine di uno che sta abbandonando la barca che affonda. Poi il back-to-back con Indiana e Milwaukee e oggi il match contro i Boston Celtics che non ha affatto sminuito l'entusiasmo. Deve essere preso per quello che è stato: una tappa d'avvicinamento in vista di periodi più proficui, una sconfitta accettabile soprattutto per il "quando" è arrivata. Lascia perplessi il primo tempo gialloviola, ma la ripresa ha fornito sicuramente buone indicazioni a coach Jackson.

Certo non si può dire che il calendario sia stato benevolo con i Lakers. Su questo penso che nessuno possa dire qualcosa in contrario.

I SINGOLI

In questo primo report, non vogliamo parlare dei singoli. Troppo presto per esprimere giudizi che potrebbero cambiare nell'arco di pochi giorni. Vogliamo limitarci a presentare il nuovo arrivato.

Trevor Ariza è nato a Miami il 30 giugno 1985, è alto 203 centimetri e pesa 95 kg. Si tratta di giocatore molto atletico, con delle ottime doti difensive, ma anche con una discreta capacità  di trovare la via del canestro. Un lottatore di cui i Lakers avevano un disperato bisogno, soprattutto considerando l'assenza di Kwame Brown infortunato al ginocchio e per ora messo fuori squadra.

C'è da dire, inoltre, che lo scambio di Ariza con il duo Cook-Evans assume un'importanza notevole se si pensa a chi è attualmente il general manager gialloviola: Mitch Kupchak. Non stiamo parlando di una cima, ma di un dirigente di scarso livello che fino ad oggi, con la sua politica dell'immobilismo, aveva fatto più danni che altro.

Ora questo scambio. Una trade che non solo sbarazza i gialloviola del contratto e dello scarso talento di Cook, ma permette anche di liberare una discreta dose di spazio nel salary cap. C'è il rammarico di aver ceduo Maurice Evans che non stava facendo male, ma è stato il giusto prezzo da pagare per far progredire una squadra che in difesa ha un assoluto bisogno di gente di valore.

LA RUBRICA

È vero, abbiamo di detto di non voler parlare di singoli, ma facciamo un'eccezione solo per lanciare la nuova rubrica di questa stagione: il “SOR”. Cosa sarebbe? Semplicemente lo "Smush of report", vale a dire il peggiore del report. Ulteriori spiegazioni sarebbero superflue.

Passiamo al peggiore: Chris Mihm. Dispiace per il centro ex Boston, perché la voglia di rientrare e fare del suo meglio era tanta dopo la sfortunata annata passata trascorsa in infermeria, ma quello che ha fatto vedere in questo primo mese NBA è stato francamente ridicolo: zero attacco, zero difesa. Passaggi nulli, movimenti in post basso ridicoli. Davvero un pessimo avvio di stagione. Speriamo meglio nei prossimi impegni, anche perché Andrew Bynum ha davvero bisogno di aiuto nel pitturato.

IL CALENDARIO

Nei prossimi giorni il calendario sarà  un po' più benevolo con i Lakers: cinque partite in casa e solo due in trasferta. Un ciclo di partite che ci farà  capire davvero di che pasta sono fatti quest'anno gli uomini di Phil Jackson.

Domenica 25 novembre: Los Angeles Lakers - New Jersey Nets = 100-102 (L)
Martedì 27 novembre: Los Angeles Lakers - Seattle Sonics = 106-99 (W)
Giovedì 29 novembre: Los Angeles Lakers - Denver Nuggets = 127-99 (W)
Venerdì 30 novembre: Utah Jazz - Los Angeles Lakers = 120-96 (L)
Domenica 2 dicembre: Los Angeles Lakers – Orlando Magic = 97-104 (L)
Martedì 4 dicembre: Minnesota Timberwolves – Los Angeles Lakers = 95-116 (W)
Mercoledì 5 dicembre: Denver Nuggets – Los Angeles Lakers = 107-111 (W)
Domenica 9 dicembre: Los Angeles Lakers – Golden State Warriors = ?

Stay tuned

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