Jarrett Jack ha dato la scossa, ma le vittorie sono durate poco.
Come Dallas e San Antonio sono ancora imbattuti nella propria arena.
Come Sacramento e Minnesota sono ancora senza vittorie in trasferta.
Chi sono?
Hanno superato gli Hornets, squadra-rivelazione di questo inizio stagione, e vinto (e convinto) contro superpotenze del calibro di Dallas e Detroit. Hanno perso (e male) contro Philadelphia, Washington (senza Arenas) e Charlotte. A chi corrisponde questo profilo?
Trattasi dei Portland TrailBlazers, squadra piuttosto indecifrabile in questo avvio di campionato, a meno di trovare la corretta chiave di lettura.
Provare a fare un'analisi dei pregi e dei difetti di questa squadra dopo le prime undici partite è un compito piuttosto arduo, per il semplice motivo che quelle che in alcune partite si dimostrano delle lacune (di squadra o individuali) in altre sono al contrario un punto di forza. E non ci si può nemmeno basare sul valore delle avversarie, perché anche da quel punto di vista non ci sono indicazioni precise.
Come nelle indagini sull'identità di Kaiser Sozè in un celebre film, fare un passo indietro per uno sguardo più d'insieme può fornire la più semplice, per quanto banale, delle spiegazioni. “Youth!”
Gioventù. Inesperienza. “Youth!” conclude secco il commentatore televisivo chiamato a spiegare come diavolo è riuscita la squadra di coach McMillan a divorarsi un vantaggio di oltre 20 in una sola frazione di gioco. Il misfatto è accaduto a Philadelphia e non ha un spiegazione tecnica. Tre quarti perfetti (sebbene contro avversari tutt'altro che irresistibili) e poi il buio. Improvvisamente irriconoscibili.
Tre sconfitte nelle prime tre gare, iniziando dalla bella figura fatta nell'opening night contro i campioni NBA regnanti, con un LaMarcus Aldridge strabiliante nonostante la guardia di Duncan. Poi quattro vittorie consecutive, quindi altre quattro sconfitte consecutive.
Nella striscia positiva è compresa anche la vittoria su Detroit in una serata speciale al Rose Garden. L'intervallo è stato il momento per celebrare le vecchie glorie dei Blazers che dominarono la Western Conference dei primi anni Novanta. Mancava all'appello Buck Williams, ma il resto del quintetto – Clyde Drexler, Terry Porter (presente in veste di assistent coach dei Pistons), Jerome Kersey e Kevin Duckworth – ha ricevuto la meritata ovazione dal pubblico. Quel gruppo, allenato da Rick Adelman, centrò le finals nel '90 e nel 92', probabilmente perdendo nell'anno di mezzo la vera occasione per conquistare il titolo.
Intervistato da Wendell Maxey (hoopsworld.com) The Glyde ha fatto i complimenti a questo nuovo gruppo che veste la divisa dei Blazers – ragazzi di cui essere orgogliosi in campo e fuori – sottolinea.
Quando però gli viene proposto un confronto tra i suoi Blazers e quelli attuali, la risposta è più cauta.“La differenza è ancora grande. Guardare al potenziale è sempre importante, ma poi è il campo a parlare.”
McMillan giocò contro quei Blazers – “Man, they were tough!!” – individuando nella maturità e nella determinazione in campo le qualità che vorrebbe ereditassero i suoi giovani giocatori.
Quella sera, sospinti dal pubblico di casa e motivati da un avversario importante, i Blazers hanno superato i Pistons e, come contro Dallas, hanno mostrato anche una buona intensità difensiva. Caratteristica, quest'ultima, che McMillan vorrebbe ritrovare in ogni occasione e per tutta la durata della gara. Cosa che non sta avvenendo.
Cinque volte Portland ha concesso 100 punti agli avversati e tutte sono concise con la sconfitta. I Blazers sono tra gli ultimi nella Lega per palle rubate e per stoppate, concedono mediamente 4 rimbalzi in più ai rivali di turno e commettono almeno 3 turnover più degli altri. Altro difetto che persiste dalla scorsa stagione sono i pochissimi punti 'facili', quelli nati da un recupero e che finiscono alla voce fast-break.
Oden avrebbe contribuito notevolmente a risolvere queste lacune, anche se Przybilla non sta proprio demeritando in quanto a presenza nel pitturato.
Difesa a parte, tra le note positive c' è Martell Webster. Un buon avvio di stagione (13.2 pp, 4,7rp) gli sta valendo oltre 35 minuti in campo a partita, il giocatore più presente dopo il solo Roy.
Negli aggiustamenti di McMillan va segnalato il recente passaggio al ruolo di centro titolare dal positivo Przybilla a Channing Frye, lasciando stabilmente nel ruolo di ala forte Aldridge. Il texano è ancora molto discontinuo a rimbalzo e ha ancora molto da lavorare in fase difensiva, mentre nell'altra metà campo sta facendo vedere cose strabilianti.
Tuttavia le soluzioni più interessanti coach McMillan le sta sperimentando in cabina di regia.
Point di domanda
Dopo le prime tre sconfitte in regular season è stato disegnato un nuovo ruolo per Jarrett Jack: da playmaker titolare a sesto uomo, backup tanto di Blake quanto di Roy.
Blake sta tirando con percentuali mediocri, ma indubbiamente è migliore del compagno nel gestire i giochi, come dimostrano i suoi 5,9 assists a partita: il posto in quintetto è suo.
Jack, invece, ha tratto enorme giovamento nel partire dalla panchina, senza peraltro vedere diminuire il proprio minutaggio. Dopo i 7 punti totali delle prime 3 partite (con 3/15 dal campo), Jack ha ora una media di 12.2 punti a partita (con 3 rp e 3 ap) tirando con il 50% dal campo e il 46% dalla lunga distanza. Gioca molto più da shooting-guard piuttosto che da playmaker, visto che anche quando affianca Roy (4.9 ap), spesso è Brandon a gestire l'attacco, soprattutto nell'ultima frazione di gioco.
Dopo Blake, Roy e Jack arrivano le point guards della seconda unità : Sergio Rodriguez e Taurean Green. Lo spagnolo, in particolare, sta vivendo un momento delicato con il coach. Nate non nasconde il suo malcontento per le numerose palle perse di Sergio e ne limita sempre più l'utilizzo. L'apice è giunto nella gara contro Washington quando è stato Green la seconda guardia ad alzarsi dalla panchina.
McMillan sostiene che con quella mossa ha voluto mandare un messaggio a Rodriguez: più difesa, più attenzione nella gestione della palla in attacco. Altrimenti il rischio è di finire ai margini della rotazione.
Nella terza frazione contro i Pistons Rodriguez ha contribuito da protagonista al parziale che ha messo in ginocchio Detroit. Di contro, nella sfida persa a Philadelphia ha scatenato l'ira di McMillan per aver perso due palloni e sbagliato due tiri nel giro di un minuto, dando il via alla clamorosa rimonta dei Sixers.
McMillan sa che Rodriguez è molto bravo nel penetra e scarica ed è l'unico in grado di dargli quel cambio di ritmo micidiale, di far correre la squadra. La volontà del coach di giocare up-tempo almeno alcuni momenti delle partite è risaputa, dunque il folle play spagnolo è ancora nei piani del buon Nate. Il tempo dirà se la scelta di tenerlo sotto pressione fin dalla pre-season (vedi le previsioni di un Taurean Green presto protagonista) sarà stata quella giusta per ottenere quei miglioramenti tanto auspicati.
Un play veterano e disciplinato come Blake e due talentuose combo-guards come Roy e Jack davanti. Alle spalle il play due volte campione NCAA ed altri due draft pick lasciati in Europa. Con questa concorrenza spietata, se Spanish Chocolate riesce ad emergere sarà davvero un buon segno per i Blazers, ma anche per tutti gli appassionati di basket.
Frammenti
~ Rehab
Oden prosegue nel suo lento recupero post-operatorio e, lontano dai parquet, ha già messo su oltre 10 kg di muscoli in meno di 2 mesi. Pare che il coaching staff abbia detto a Greg che può bastare così. Oden quindi ha iniziato a seguire la squadra in trasferta a partire dalla gara di Denver. Per ora non ha portato fortuna.
~ R.O.Y. '07
Brandon Roy ha ricevuto il trofeo come migliore matricola della scorsa stagione prima della partita contro Dallas. la guardia dei Blazers ha poi guidato Portland alla vittoria sui Mavs registrando il personale carrier-high di punti con 32!
~ Debutto
Il 19/11 a Charlotte prima apparizione per il rookie Josh McRoberts. Trentatre secondi in campo.
~ Rumortaining
Per qualche giorno la rottura tra Isiah Thomas e Stephon Marbury ha prodotto uno dei rumors più ridicoli dell'ultimo lustro: Marbury a Portland in cambio di Darius Miles. Come on!!
~ Last-minute-news
Nella notte i Blazers hanno chiuso la striscia vincente casalinga perdendo contro i Nets.
Standing
(L) Portland @ Houston 97-106
(L) Portland @ New Orleans 93-113
(L) Portland @ Houston 80-89
(W) Portland vs. New Orleans 93-90
(W) Portland vs. Memphis 110-98
(W) Portland vs. Dallas 91-82
(W) Portland vs. Detroit 102-94
(L) Portland @ Denver 93-110
(L) Portland @ Philadelphia 88-92
(L) Portland @ Washington 90-109
(L) Portland@ Charlotte 92-101
Record: 36,4% — [4W/7L]
Western Conference: undicesimi
Northwest Division: terzi