Continua il buon momento di Manu.
Prosegue in maniera regolare la stagione dei San Antonio Spurs, con diverse certezze e qualche campanello d'allarme azionato. Nelle ultime 5 partite, 4 vittorie e la preoccupante, per certi aspetti, sconfitta di Dallas.
ANALISI
Nell'insidiosa trasferta a New Orleans contro i "caldi" Hornets, il trio delle meraviglie texano ha schiantato sul muro della sconfitta le fresche certezze di Paul&co. 65 punti dei 90 totali con il plus/minus (+78 in 3) a confermare l'impatto sul match delle stelle di Popovich. Il tutto, accompagnato da una buona difesa sul perimetro (Stojakovic&Peterson, 3/14 dal campo) da una sorprendente intensità a rimbalzo e dalla ricerca (sempre più continua) del contropiede primario con Tony Parker.
Si torna all'At&t center, contro i Milwaukee Bucks che non forniscono nessun elemento di disturbo. +27 alla fine del primo tempo. Nessun giocatore sopra i 27' di utilizzo. In evidenza, l'assodata chimica tra Oberto e Duncan. In post e in punta, possono scambiarsi senza problemi con l'argentino che a rimbalzo offensivo garantisce intensità , scaltrezza ed intelligenza. Per il resto c'è TD. Contro i Bucks, la scintilla di Manu Ginobili si alza e si fa più lucente. Fiammate da 12 pts in 2' con una buona diversificazione nella selezione dei tiri. Da segnalare la crescita al tiro dalla media di Elson e una discreta esecuzione dei giochi base.
Due sere dopo tocca a Kobe e alla sua orchestra far visita al buon momento degli Spurs. Ed anche qui il primo tempo risulta decisivo. +16 che rimarrà tale fino alla fine. Parker è letale (11/16 dal campo, 26 pts e 9 assist),accompagnato dall'insolito ma preziosissimo versante offensivo di Bowen che oltre a vincere il duello con Bryant punisce dall'arco (6/6) i continui raddoppi su Duncan che è protagonista di una delle peggiori partite disputate nella sua luminosa carriera. 2/13 dal campo per soli 5 punti. Ma le risorse degli Spurs sono tante, qualcuna inattesa e tradotta nei 15 pts di Matt Bonner. I Lakers confermano la propria egemonia NBA a rimbalzo (50-40) ma 20 palle perse e il 2/16 da 3 sono numeri che condannano la squadra di Jackson.
Dallas è la vera insidia dei sogni di "repeat" dei San Antonio Spurs. Per diverse ragioni ma soprattutto per la differenza d'intensità e d'atletismo che anche la difesa e il sistema migliore della NBA,non riesce ad arginare. Difficile giocare meglio di come han fatto i Mavs guidati da un Josh Howard che quando vede nero/argento si esalta. Ed è proprio lui, il giocatore che mette più in difficoltà i campioni NBA. Più dell'MVP, Dirk Nowitzki. Inoltre l'abilità di non far andare a canestro Tony Parker (1/11), complice una strepitosa difesa di Devin Harris che ha dimostrato ancora una volta di essere l'antidoto giusto al franco-belga. Le uniche cose positive girano intorno al pianeta Ginobili che flirta con la tripla doppia ma soprattutto è in una condizione tale da far competere il secondo quintetto con le stelle di Avery Johnson. Da sottolineare lo scarso utilizzo di Bowen condizionato dai falli ma anche da Howard.
Il re-match contro i Rockets è stato intenso, quasi come se fosse una partita di playoff. Non c'era T-Mac di fianco a Yao ma l'equilibrio nel punteggio si è appropriato della partita per tutti i 48'. Un primo tempo regale per Duncan, che oltre ad annullare la torre cinese, si è messo nel suo ufficio ed ha spiegato pallacanestro nell'altra metà campo. Ma le troppe palle perse (12 nei primi 20') e un Luis Scola (20+10) indiavolato e voglioso di dimostrare qualcosa alla dirigenza Spurs tengono in partita Houston. Bene a rimbalzo (40-31), dopo la penosa gara "d'andata" e soprattutto bene, il "fattore X" Ginobili, capace di far svoltare dalla parte dei suoi qualsiasi partita. 2 triple in 60" e l'assist per Elson contrasta il risveglio (e dominio) di Yao sotto canestro dopo tre quarti di letargo. Ginobili con la penetrazione risolve il match a 50" dalla fine.
COSA VA
Nelle 5 partite analizzate, la squadra conferma di avere una discreta vena realizzativa (100.0 ppg) e una buona esecuzione (48.1% dal campo) con notevole precisione dall'arco (42.2%). Altro aspetto positivo, la difesa perimetrale capace di limitare gli avversari ad un laconico 25.3% da 3. In questa voce statistica, San Antonio è la migliore dell'intera lega. Miglioramenti evidenti anche a rimbalzo offensivo (10.0 rpg con 26 nelle due recite contro le texane)
COSA NON VA:
Nonostante la sopracitata buona protezione sul perimetro, i ragazzi di Popovich devono ancora girare alcune viti nel loro sistema difensivo. E' pur sempre regular season, e pur sempre novembre ma il 51.4% di media concesso al tiro nelle più volte menzionate partite con le sorelle texane è più di un semplice e casuale numero. San Antonio è la squadra che perde meno palloni della NBA, ma le difficoltà , la scarsa intensità e la mancanza di ritmo avvertita nelle ultime 2 partite sono di facile individuazione e associazione nell'elevato numero di errori, specie di quelli non forzati dalla difesa avversaria. Curioso e significante che il 75% delle 30 palle perse alberga nelle stanze del primo tempo.
+
GINOBILI. In questo momento l'anima della squadra è argentina. Manu, con il suo "caos organizzato" è il padrone del ritmo e dei tempi della stessa. Viaggia a 20pts di media in poco meno di 28' d'utilizzo. Tira discretamente (40% da 3) e gioca a 360° (9.0rpg e 7.0apg nelle ultime 2).
BOWEN. I 23 punti sminestrati davanti a Kobe non erano preventivabili ma la sua difesa, si. Se tralasciamo il capitolo Dallas (limitato dai falli) sta giocando una signora pallacanestro. La sua. Tanta difesa, intensità e anche precisione al tiro (55% dal campo) con un sensazionale 11/14 da 3 nelle ultime 5.
=
DUNCAN. Sta mantenendo la barra delle proprie possibilità sulla linea del necessario. Malissimo contro i Lakers, strepitoso contro Houston e Yao, segno di una "discontinuità controllata". Nelle 5 partite prese in analisi, viaggia con un inconsueto 80% dalla lunetta con l'unica aggravante delle 13 TO collezionate nelle ultime 3. In leggerissimo calo, la voce a rimbalzo (9.0rpg).
FINLEY. Sappiamo tutti che Finley e tiratore, sono parole che hanno senso nella stessa frase. Nell'ultimo periodo il concetto è stato un po' estremizzato. 3 partite in doppia cifra (2 da 17pts) con più del 60% dal campo. Nelle restanti 2, solo 2pts messi a referto con un diabolico 1/12 a far compagnia alle già scheletriche cifre dell'ex Mavs. E' discontinuo ma efficace anche se ristagna troppo nella palude del tiro da fuori, il misero 4/6 stagionale ai liberi è lì a confermarlo.
OBERTO. Bene a New Orleans con 13pts in 27'. Poi il minutaggio è sceso a 14' di media. Il problema è sempre quello, in due parole. Personal Fouls.
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PARKER. Se analizziamo le sue prestazione contro Hornets e Lakers, in nome Tony non avrebbe cittadinanza nella categoria "in ribasso". Ma nei test più o meno attendibili contro le texane è andato male. Malissimo contro Dallas. Avulso, incapace di dare ritmo alla squadra, senza idee. Uscito malconcio dal duello con Harris che l'ha bloccato a 4/5 metri dal canestro affidandola al tiro da fuori. Bucato clamorosamente anche quello (1/11 in tutto). Le cifre parlano di un calo realizzativo (17.1ppg) e di percentuali (44.2%) e di una limitata attrazione al ferro (4.8 tiri liberi tentati a partita)
COMING SOON
Nelle prossime 5, si vola prima ad Atlanta, poi la sera successiva saranno i caldissimi Magic di Howard a far visita a Duncan&soci. Poi, sempre, tra le mura amiche, si affrontano i Memphis di Iavaroni. Domenica 25, si vola a Seattle contro Durant e l'ex P.J.Carlesimo. Si chiude la cinquina con un altro back-to-back a Sacramento, la sera seguente.