Warriors: dov’è la difesa?

Al Harrington esulta: i Warriors hanno battuto i Clippers e hanno ottenuto la 1^ vittoria stagionale

Solo 20 giorni fa - con le squadre ancora ferme sui blocchi di partenza - pochi avrebbero immaginato di vedere i Warriors con un record così negativo dopo le prime 8 partite di Regular Season: 2 vittorie e ben 6 sconfitte!

Negli ultimi anni, era successo solo nel 2002 (con Arenas e Jamison in campo, ed Eric Musselman in panchina). Mentre nel 2004, alla prima stagione da head coach NBA di Mike Montgomery, la partenza era stata addirittura peggiore: 1-7.

Che ci fossero diversi punti interrogativi attorno ai Warriors, lo avevamo evidenziato anche in fase di presentazione della nuova stagione.

"¢ Riusciranno a sopperire alla mancanza di un leader carismatico come Jason Richardson?
"¢ Le piacevoli sorprese della passata stagione – Azubuike, Ellis, Barnes e Biedrins – continueranno a migliorare?
"¢ Quanto incideranno i giovani e quanto ci si può aspettare dai veterani in cerca di riscatto?

Premesso che è assai prematuro per fare un bilancio (e, quindi, per rispondere in modo esaustivo a queste domande), non si può negare che la squadra di coach Don Nelson abbia mostrato notevoli difficoltà  e attualmente sia lontana parente della formazione che brillò tanto in primavera.

A questi interrogativi - che accompagneranno i «Guerrieri» durante tutto l'anno - aggiungete la squalifica di Stephen Jackson per i primi 7 incontri (a causa della "notte brava" quando ancora indossava la canotta di Indiana).

Squalifica che ha privato i Warriors di una pedina fondamentale: Jax è (insieme al Barone) uno dei migliori difensori del team ed è uno dei perni della manovra offensiva della formazione californiana.

Nellie, rispondendo alla domanda di un giornalista, disse che un record accettabile senza Jackson sarebbe stato il 50%: «3.5 vittorie mi andrebbero bene».
Il coach era consapevole dell'importanza dell'assenza di Jax e non voleva illudere l'ambiente, ancora molto galvanizzato dallo scorso anno.
Però anche Nelson non si aspettava un inizio così deludente da parte dei suoi.

Le partite

30/10 vs Jazz 96-117 L
2/11 @ LA Clippers 114-120 L
3/11 @ Utah 110-133 L
6/11 vs Cavs 104-108 L
8/11 vs Mavs 115-120 L
14/11 vs Pistons 104-111 L
16/11 LA Clippers 122-105 W
18/11 @ Toronto 100-106 W

La difesa

Da sempre Nelson privilegia l'attacco: le sue squadre sono "piccole" e giocano in velocità  alla ricerca esasperata del contropiede o di conclusioni rapide.

La difesa che preferisce è quella che i Warriors hanno mostrato nel finale della passata Regular Season e nel Primo Turno dei Playoffs: aggressiva sugli esterni nella speranza di deviare passaggi o di rubare palloni dal palleggio. Non ha caso Golden State ha chiuso al 1° posto in NBA per palle recuperate (con 9.1 di media) e per palle perse commesse dagli avversari (con 17.9 di media).

In questo scorcio di stagione i Warriors hanno difeso – ma hanno difeso? – senza aggressività  (solo 6.6 recuperi a partita, 23° in NBA), lasciando troppa libertà  agli avversari.

Tutti i numeri sottolineano le difficoltà  difensive:
"¢ media punti subiti: 116.3 (30°, ultimi, in NBA)
"¢ percentuale dal campo concessa agli avversari: 49.58% (30°, ultimi, in NBA)
"¢ percentuale da 3 punti concessa agli avversari: 45,20% (30°, ultimi, in NBA)
"¢ media rimbalzi offensivi catturati dagli avversari: 12.0 (20° in NBA)
"¢ media stoppate: 5.7 (5° in NBA)

Anche la difesa a zona provata da Nelson (una 1-2-2) ha convinto fino ad un certo punto.
Con la linea da tre punti più lontana, l'area da difendere/coprire è maggiore rispetto all'Europa: risultano assai più difficili i raddoppi di marcatura e le rotazioni difensive.

Anche se nella NBA le difese a zona sono state a lungo vietate e non sono previsti allenamenti specifici per attaccarla, sfruttando lo spazio e il tiro dalla lunga distanza si riesce ugualmente a fronteggiare queste difese.

L'obiettivo di Nelson, quando passa a questo tipo di soluzione, è quello di coprire il "pitturato" dove gli avversari più alti e potenti sono soliti "banchettare" con facili conclusioni e numerosi rimbalzi offensivi. Ma - detto onestamente - i risultati sono davvero modesti (basta aver letto le statistiche riportate sopra per capirlo).

L'attacco

Qui non ci sono sorprese: Golden State è la squadra della Lega che segna di più (109.3 di media). La percentuale di tiro è discreta, segno che i giocatori riescono a trovare buone conclusioni sia in contropiede cha a difesa schierata.

Considerazioni.
"¢ L'attacco dipende troppo dal Barone: Davis segna 24.9 punti, distribuisce 9.4 assist (4° nella categoria dietro Paul, Kidd e Nash) e si prende la responsabilità  di ogni azione importante. Nelson aveva espresso il desiderio di utilizzarlo per 28/30 minuti a partita" ora ne sta giocando 41.4!
"¢ Quando non riesce il gioco in velocità  e quando Davis non ha la fantasia o la freschezza per illuminare il gioco, i Warriors sono troppo statici, prendono soluzioni avventate e non riescono ad organizzare una manovra corale. Il ritorno di Jackson aiuterà  tanto da questo punto di vista.
"¢ Al Harrington viaggia a 21 ad uscita e sta tirando bene dal campo (2° nel team dietro a Biedrins, 15° in NBA). Anche a rimbalzo sta contribuendo in maniera positiva. La speranza di Nellie è che possa continuare così.
"¢ Un altro «Guerriero» che sta giocando bene è Kelenna Azubuike: l'ex- Kentucky non sta facendo rimpiangere il Richardson dello scorso anno.
Azubuike gioca 37.4 minuti (secondo solo al Barone per impiego), realizza 17.1 punti e cattura 5.7 rimbalzi.
"¢ Ellis, Pietrus e Barnes stanno dando il loro contributo, senza brillare particolarmente. Chi, invece, continua a mostrare segni di miglioramento è il giovane centro lettone Biedrins: 13.1 punti e 10.7 rimbalzi in 36.6 minuti.
"¢ Note negative:
– la percentuale di tiro dalla lunetta (68.37%) che colloca i Warriors al 28° posto nella Lega. Non è un caso che, nell'unica vittoria stagionale, Golden State abbia tirato col 78.1%.
– la percentuale di tiro dalla lunga distanza: solo 35.30%.

Marco Belinelli

È impossibile avanzare considerazioni sull'esperienza NBA di Marco Belinelli.
La Summer League di Las Vegas e il training camp sono acqua passata: ora c'è la Regular Season… che è un'altra cosa!
I numeri parlano chiaro: 6 presenze dalla panchina, 56 minuti in campo (9.3 di media), 16 punti totali realizzati e poco altro.

Di seguito un campionario di frasi che si è soliti sentire in questi casi:
"il ragazzo è giovane e ha qualità "
"la stagione NBA è lunghissima e in futuro avrà  occasioni per mettersi in mostra"
"deve continuare ad allenarsi con impegno per migliorare"
"il salto Europa-NBA richiede tempo di adattamento"
"fisicamente è troppo "gracile": soffre i giocatori più "grossi""
"la linea da tre punti così lontana può creare qualche problema"
"nel suo ruolo ci sono giocatori più esperti ed è difficile ritagliarsi uno spazio"
"gli allenatori americani non vedono di buon occhio i rookie europei"

Forse sono vere tutte. Forse neanche una.

Personalmente, posso dire solo due cose (per quello che ho visto).
"¢ Mi ha fatto piacere vedere il pubblico della «Oracle Arena» festeggiare le due triple consecutive in 28" con cui Marco ha rotto il ghiaccio durante la partita d'esordio contro i Jazz (Utah aveva già  in tasca la vittoria).
Nella Baia, i tifosi dei Warriors, si aspettano grandi cose da lui e sono pronti a sostenerlo.
"¢ Nella partita contro i Clippers del 2 novembre, Golden State ha recuperato lo svantaggio grazie ad una discreta difesa a zona 1-2-2 in cui Beli era il vertice alto (il giocatore in punta).
Verrebbe da dire che si vede che Marco ha giocato in Europa e che ha dimestichezza con queste soluzioni tattiche. Bello vederlo pressare forte il portatore di palla e costringerlo ad un'infrazione di campo.
Bene anche sull'altro lato del campo, in attacco, con bei passaggi (ottimo quello che jha consentito a Biedrins di schiacciare) e buone conclusioni.

Classifiche

Gare disputate: 8 (in casa: 5; in trasferta: 3)
Gare vinte: 2 (in casa: 1; in trasferta: 1)
Gare perse: 6 (in casa: 4; in trasferta: 2)
Posizione in classifica: 5° posto nella Pacific Division
12° posto nella Western Conference

Calendario

I Warriors sono volati ad Est per una striscia di 5 partite consecutive fuori casa.
L'anno scorso Golden State ha avuto tantissime difficoltà  lontano dalla «Oracle Arena» di Oakland. Continuerà  il periodo negativo per la squadra di Nelson?

Per il momento, possiamo solo dire che la trasferta è iniziata col piede giusto, con una convincente vittoria in casa dei Toronto Raptors per 106-100 con un ottimo rientro di Stephen Jackson sia a livello di punti (17, miglior realizzatore) sia a livello di difesa e leadership.

Ecco le prossime partite:
20/11 @ New York
21/11 @ Boston
23/11 @ Washington
24/11 @ Philadelphia
26/11 vs Suns
28/11 @ Sacramento
29/11 vs Rockets

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