Non è esattamente un bel periodo per Jamaal Tinsley, la squadra ne ha risentito
Sono bastate le ultime tre partite ai Pacers, per azzerare il record perfetto e tornare soprattutto con i piedi per terra. Se vogliamo essere più precisi, non sono state necessarie tre partite nella loro interezza ma tre scorci che hanno condizionato il tutto.
Le tre sconfitte consecutive, rispettivamente contro Clippers, Bobcats e Nuggets, hanno un denominatore comune: Pacers belli come nelle prime uscite per due o tre quarti, orrendi per il restante di partita. Il record al momento è al 50% (3-3) e probabilmente molti fans ci avrebbero messo la firma ad inizio stagione, ma il rammarico deve esserci perché Indiana aveva la possibilità di incrementare ancor di più il proprio bilancio dopo le prime tre vittorie.
“Dopo un 3-3, non ci sono ragioni per essere amareggiati – ha detto il coach Jim O'Brien – ma odiamo perdere”. Il riassunto del pensiero di molti fans.
Contro i Los Angeles Clippers, in una Conseco Fieldhouse stranamente al minimo storico visto il grande inizio di stagione (appena 10122 spettatori, addirittura peggio dello scorso febbraio quando contro i Kings erano in 12258), i Pacers sembrano poter controllare la partita ma nel secondo tempo si complicano la vita tirando col 27% e con un Jamaal Tinsley in netto calo (3 punti e 2 assists, col suo avversario di turno Sam Cassell al season high con 35 punti).
“Abbiamo sbagliato molti tiri che solitamente e normalmente mettiamo – ha detto Granger a fine partita – non puoi vincere una partita tirando in quel modo e andando sotto a rimbalzo. Hanno giocato meglio loro”. Difatti anche il saldo a rimbalzo (40 contro 53 dei Clippers) è risultato negativo.
Due giorni dopo, a Charlotte, Indiana sfoggia per la seconda volta in questa stagione le nuove casacche "gold" ma la musica è decisamente diversa in campo rispetto alla scorsa occasione quando vinsero contro Miami. Nonostante il vantaggio di otto lunghezze all'apertura dell'ultimo quarto, i Pacers subiscono subito un 26-4 di parziale che decide la partita.
"Questa sera è stato l'ultimo quarto, la scorsa volta è stato il terzo – ha detto Diener al termine della sconfitta contro i Bobcats – avevamo costruito 10 punti di vantaggio nel terzo quarto, ma non abbiamo segnato abbastanza tiri e non siamo stati in grado di fermarli quando dovevamo". Il coach parlerà invece di un ultimo quarto pieno di errori.
La sconfitta con Denver invece è l'emblema dei recenti problemi dei Pacers. Record franchigia di punti realizzati nel primo quarto a quota 46 (il precedente era di 45 totalizzato contro gli Spurs nel 1991) e season high di punti realizzati nel primo tempo a 74 (il record è a 86), ma soprattutto 18 punti di vantaggio all'intervallo dopo aver toccato anche le 25 lunghezze.
Nel secondo tempo c'è un'altra squadra. Più palle perse (13) che tiri realizzati dal campo (12-43 per un brutto 28%) e recupero dei Nuggets. A dirla tutta i Pacers si riprendono un po' quando a 2:28 dal termine riescono a rimettere la testa avanti sul 101-97, ma smarriscono la via del canestro sbagliando i successivi sette tiri.
“La buona notizia è che abbiamo mostrato il modo in cui siamo capaci di giocare, la brutta notizia purtroppo è che non riusciamo a mantenere i vantaggi che accumuliamo”. Ha dichiarato in conferenza stampa O'Brien. “Nella seconda metà , abbiamo preso brutte decisioni e preso cattivi tiri, dobbiamo trovare il modo per chiudere le gare”. Il commento invece di Granger.
Una serie di rientri e di nuovi infortuni hanno condizionato le ultime uscite.
Shawne Wiliams è rientrato contro i Clippers, dopo i tre turni di squalifica. E' stato un buonissimo rientro per lui, pronti e via il coach gli ha concesso subito 14 minuti ripagati da 4 punti, 4 rimbalzi e 3 assists. Più sostanziose le sue cifre nelle ultime due partite, con rispettivamente 14 e 12 punti.
Molto positivo anche il rientro di Troy Murphy, avvenuto a Charlotte partendo dalla panchina. 16 punti al debutto e ottima doppia-doppia da 18 punti e 10 rimbalzi contro Denver, partendo stavolta in quintetto base dove si pensa non dovrebbe smuoversi. nonostante il contributo di Jeff Foster sia stato anch'esso molto positivo in questo inizio di stagione.
In contrapposizione la brutta notizia dell'infortunio capitato ad uno dei giocatori che meglio avevano fatto fino ad ora, ovvero Ike Diogu, il cui si parla di uno strappo muscolare che dovrebbe tenerlo lontano dal campo dalle 4 alle 6 settimane. Una grave perdita, perché il lungo africano stava viaggiando a quasi 14 punti di media in 23 minuti di impiego. “Ike stava giocando veramente bene – la delusione di O'Brien – siamo molto, molto dispiaciuti per lui”.
Un incidente accaduto in allenamento per Diogu. “Mi sono sentito come se qualcuno avesse lanciato un macigno nella mia gamba, ho capito subito che fosse qualcosa di abbastanza serio”. Continua Diogu. “Sfortunatamente è un intoppo, è un periodo così. Stavo cominciando a fare le cose che la gente si aspetta da me, ora aspetterà per rientrare e ricominciare da dove avevo lasciato”.
C'è da dire che a distanza di tempo, la trade orchestrata nella scorsa stagione con i Golden State Warriors non sembra poi così sconveniente come è sembrato fino all'inizio di questa stagione. Dunleavy sta giocando la sua migliore stagione in carriera, Murphy è uno dei migliori lunghi ad est seppur non sia molto pubblicizzato, mentre Diogu ha mostrato di avere il talento per sfondare.
Jermaine O'Neal sta pian piano giocando più minuti, di partita in partita, per recuperare interamente la condizione fisica, mentre è stato senz'altro un bruttissimo periodo per Jamaal Tinsley. La point guard ha subito notevolmente i playmaker avversari (35 punti da Cassell, 17 da Felton e più comprensibilmente 27 da Iverson) non pareggiando adeguatamente il conto in attacco (appena 20 punti in 3 gare con un 9-32 dal campo complessivo).
Granger e Dunleavy sono calati com'era prevedibile rispetto alla prima settimana, ma continuano ad essere però delle sicurezze.
Nella prima partita stagionale, la cosa che aveva stupito più di tutti, fra le altre, era la partita e la maturità mostrata da David Harrison. Quella partita è però rimasta isolata, tanto che il pivot ha mostrato nelle gare successive i vecchi problemi di falli dovuti alla sua ingenuità , spesso causata da eccessiva aggressività .
Il segnale che la stagione di Harrison potrebbe essere condizionata da tanta panchina, lo ha mandato il coach direttamente al giocatore, verso la fine del secondo quarto dell'ultima partita, quando lo ha subito spedito in panchina senza farlo più rientrare dopo che il pivot aveva subito un fallo tecnico. "Devo cercare di gestire il mio temperamento in campo". Ha detto il giocatore.
Harrison ha commesso 25 falli in 90 minuti giocati, decisamente troppi. "David potrebbe essere un notevole difensore, nonché un ottimo giocare da post basso, ma abbiamo bisogno che lui risolva i suoi problemi di falli - ha rimproverato il coach - David ha la rapidità e l'intelligenza per diventare un giocatore difensivo senza spendere tutti quei falli".
La novità tattica (se così si può definire) di O'Brien – riscontrata nell'ultimo match – è l'utilizzo come primo backup della point guard da parte di Marquis Daniels, scelta dettata probabilmente da ragioni difensive nonché dal fatto di poter utilizzare in questo modo Kareem Rush e Shawne Williams con più continuità .
Impegnative le prossime quattro partite dei Pacers. Nella notte i fortissimi Celtics alla Conseco Fieldhouse, poi due trasferte a Washington e Toronto ed infine sfida a domicilio contro i Jazz.
Appuntamento fra una settimana per vedere com'è andata.