Kevinn Garnett porta i suoi Celtics ancora imbattuti in vetta al Power Ranking
Partenza decisa dei rinnovati Celtics ancora imbattuti, sul podio Spurs e Rockets. Suns, Bulls e Mavs le prime delusioni tra le grandi, tra le sorprese Clippers e Hornets.
1) Boston Celtics (5-0): Unica squadra imbattuta, vittorie sempre molto marcate tranne che a Toronto. Per chi aveva dubbi in merito alla coesistanza dei Big3, sull'asse play centro dei biancoverdi e sulla profondità della loro panchina, il menù è servito: la miglior difesa di questo scorcio di NBA, associata ad un attacco dove sembra tutto naturale, il tutto mentre invece i Celtics dovrebbero essere un cantiere aperto. Arriveranno pure tempi più duri, ma se il buongiorno si vede dal mattino ….
2) San Antonio Spurs (6-1): Tutti anttendevano gli Spurs ad una partenza sonnolenta per gestire al meglio i 30 anni e passa di media del roster e invece Popovich mette subito tutti alla frusta, consapevole che quest'anno ad ovest si rischia una clamorosa ammucchiata sopra le 50 vittorie. Sconfitti dai Rockets in una gara che comunque aveva troppi più stimoli per gli avversari che per loro, anche se i messaggi lanciati da Yao non vanno sottovalutati in ottica magiio giugno.
3) Houston Rockets (6-1): Partiti con le marce alte con la sofferta ma eccitante W allo Staples Center, contro un indemoniato Kobe, i Rockets di coach Adelman dimostrano da subito di essere più sciolti in attacco rispetto alla precedente gestione, ma di non aver dimenticato del tutto la tanta buona difesa predicata dal duo Van Gundy / Thibodeau. Panchina di grande qualità e profondità , e squadra meno dipendete da TMac di quanto non sembrasse nelle prime uscite.
4) Detroit Pistons (5-1): Partiti bene con una bella serie di vittorie e poi caduti solo davanti alla disperazione dei Chicago Bulls in una gara comunque vera. Rispetto al passato Sauders dispone senza dubbio di una panchina qualitativamente migliore soprattutto tra gli esterni (ottimo l'inserimento di Jarvis Hayes) ma tende già sinistramente a dimenticarlo, forzando il quintetto a minutaggi da miniera, con il rischio di portare il roster logoro a maggio come peraltro successo nelle ultime due stagioni.
5) Utah Jazz (5-2): Hanno già un paio di sconfitte al seguito, ma il calendario non gli dava di certo una mano, ma questi Jazz mi stanno dando grandissime sensazioni, Boozer si conferma quello della passata stagione, Deron Williams addirittura meglio, Sloan sembra essere riuscito a sanare la frattura con Kirilenko, e sta emergendo alla grande Ronnie Brewer che si è giustamente guadagnato il quintetto base. Manca un po di cattiveria in difesa, ma in attacco siamo a livelli sublimi.
6) Dallas Mavericks (4-2): sconfitti ad Atlanta di un punto e a Portland, per il resto immacolati o quasi nonostante alcune assenze di giocatori importanti nella rotazione. I soliti Mavs travolgenti di novembre che però non sembrano aver risolto minimamente i due loro problemi strutturali che gli sono costati due memorabili batoste negli ultimi due playoff, ossia l'avere un minimo di lucidità in regia nei finali caldi, e il convincere Nowitzki ad andare a lavorare in post quando la palla scotta invece che dileguarsi dietro la linea dei tre punti. Continuano a vincere gare di puro agonismo, ma la sensazione è che quando non ci riescono, manca la testa per vincerle gestendo al meglio il proprio talento.
7) New Orleans Hornet (5-2): lo avevo detto nella mia precdente puntata, questi fanno sul serio: Chris Paul è in grandssimo spolvero, la mano di Peja sembra quella dei giorni d'oro ai Kings, per il resto squadra solida, motivata al punto giusto, con ottimi automatismi difensivi. L'unico grande dubbio riguarda la panchina relativamente corta, fattore che con il proseguire della stagione potrebbe pesare non poco.
8) Phoenix Suns (5-2): Mike D'Antoni si è già innamorato cestisticamente di Grant Hill, facendone un titolare inamovibile e estremizzando ancora di più il suo gioco usando ormai il solo Amare Stoudemire quando c'è come giocatore d'aera, per il resto è il festival degli esterni e della versatilità con Diaw e Marion inidcati come i lunghi della squadra. Tutto bello ma ci sono già due sconfitte a referto e quella con Atlanta pesa pure. Sembra di rivedere l'immoramento cestistico tra Popovich e Finley di due stagioni fa, ma con gente come Garnett, Yao e Duncan che sembra fare maledettamente sul serio, il gioco dei Suns pone sempre più dubbi.
9) Orlando Magic (5-2): premetto subito che per me sono un fuoco di paglia, troppo corta la rotazione dei lunghi per sparare di mantenere questa costanza di rendimento, e in fin dei conti anche l'anno scorso erano partiti a razzo, però fino ad oggi nulla da dire: Dwight Howard impera in mezzo all'area, Rashard Lewis ce la sta mettendo tutta per giustificare il suo “regale” contratto, e anche Jameer Nelson tutto sommato da segnali positivi, anche se come regista la discontinuità è tanta. Bene Turkoglu sempre più solido. A questa squadra mancherebbe un tiratore costante, JJ Redick se ci sei batti un colpo.
10) Los Angeles Clippers (4-2): accreditati da tutti di pensare solo al draft e a cedere qualche contratto scomodo strada facendo, i ragazzi di Dunleavy stanno andando forte. Cassell ribadisce ancora che per la pensione c'è tempo, Kaman si sta inventando punto di riferimento in post, il resto della ciurma mette il 110% di se stesso in ogni possesso, così sono stati la penultima squadra a perdere l'imbattibilità peraltro essendo pure in trasferta ad est e passando su campi ostici come Chicago. I rimpianti per le assenze di Brand e Livingston aumentano di brutto.
11) New Jersey Nets (4-2): Il 4-1 iniziale andrebbe festeggiato come un mezzo trionfo, viste le partenze da lumaca dei Nets nelle ultime due stagioni, che poi strada facendo sono costate faticose rincorse verso i playoff, con dispendi enormi di energie. Jason kidd sembra avere ancora qualcosa in canna, Vince Carter molto altalenante, al momento è il miglior Richard Jefferson mai visto ad prendersi la squadra sulle spalle nei momenti caldi. La front line ha ancora molto da registrare, Krstic è indietro di forma, Magloire per ora è un oggetto estraneo al roster, i due giovani Williams e Boone non danno una gran mano, così coach Frank si rifugia del suo fedelissimo Jason Collins con tutti i “se” e i “ma” che la cosa comporta.
12) Toronto Raptors (4-3): Alti e bassi, si va dai roboanti vittorie contro Nets e Bulls, ad autentiche battaglie come quella casalinga contro i Celtics a sconfitte difficilmente spiegabili. Dopo la buona stagione passata vengono al pettine alcuni nodi. Buffa aveva colpito nel segno quando diceva che i Raptors prima o poi si sarebbero dovuti scontrare con le due anime dello spogliatoio una texana (Bosh Ford) e una europea, così quando Bosh chiede la testa di Bargnani, gli danno pure ragione togliendolo dal quintetto, ma Bargnani non era quello dei due ventelli prima di trovare KG ? Il problema però è un altro Bargnani e Bosh insieme alla fine sono improponibili difensivamente e in attacco non colmano il buco che scavano in difesa, quindi uno dei due è di troppo e prima o poi questa cosa va affrontata.
13) LA Lakers (3-2): molto meglio di quanto non dica il loro record. Avevano un calendario non facile e si sono trovati senza Lamar Odom per le prime gare. La sensazione è che al completo possano essere molto fastidiosi soprattutto se Kobe dopo la sfuriata contro i Rockets nella gara iniziale, capisce che alla squadra è molto più utile se si accorge che un po di qualità nei compagni c'è anziche pensare a fare tutto da se. In grande spolvero il ventunenne Andrew Bynum, tolto abbastanza inspiegabilmente da Jackson dal quintetto, ma che va spesso in doppia doppia. Con Odom, se Kobe usa la testa possono essere fastidiosi per tutti.
14) Cleveland Cavaliers (4-3): voto più di fiducia che per i reali valori, in realtà LeBron per adesso predica nel deserto, panchina non pervenuta spesso e volentieri, Hughes lontano da quello che i Cavs speravano di aver preso due estati fa, qualche lampo di Gibson, in mezzo a tutti i mali di gioventù che è normale il ragazzo abbia, Gooden e Ilgauskas appena sul par. Lo scorso anno tutto questo è bastato per poi mettersi nelle mani di San LeBron ai playoff, ma quest'anno la sensazione generale è che l'est non sarà la passeggiata di salute che era l'anno scorso. Nodo Varejao ancora lontano dal risolversi e quei 25-30 minuti di energia mancano tanto, anche se non giustificano minimamente le richieste del giocatore veramente fuori luogo.
15) Portland Trail Blazers (3-3): in assenza di Oden erano in molti a prosticarli più interessati alla lotteria che alle 82 gare che li separavano da essa, ma invece i ragazzi di McMillian stanno facendo buone cose. Aldridge alterna grandi serate a altri passaggi a vuoto, ma il talento non si discute e accanto ad un super difensore come Oden potrebbe fare scintille in futuro. Un acciaccato Brandon Roy ce la sta mettendo veramente tutta per prendersi la squadra sulle spalle, e alla fine con una sua prestazione super hanno pure abbattuto Dallas, per il resto si lavora per il futuro con esperimenti e tentativi vari, ma se i risultati sono questi ci sono ragionevoli motivi per sperare in grande.
16) Charlotte Bobcats (3-3): Enigmatici, senza un paio di giocatori importanti nella rotazione per tutto l'anno (Morrison e May), con un Jason Richardson ancora da inserire al meglio, salgono in cattedra Gerald Wallace e Emaka Okafor con prestazione difensive di primissimo livello in difesa, mentre in attacco inizia a splendere la stella di Raymond Felton che da tempi e ritmi giusti a tutta la squadra. Ma la rotazione è veramente corta per sperare di mantenere il record sopra il 50%.
17) Denver Nuggets (4-3): i soliti Nuggets ne carne ne pesce, potrebbero ragionevolmente essere una delle primissime squadre della lega, ma come approccio e chimica sono forse la peggiore. Risultato : il solito limbo di tutti gli anni. Rimediate peraltro un paio di sconfitte in malo modo, prima New York facendosi rimontare l'impossibile dai Knicks nel finale, e la sera dopo a Boston dove a metà gara sfioravano il -40. Iverson ci prova cercando molto i compagni, Melo tenta pure di farsi da parte, Camby ci mette la sua solita energia in difesa e a rimbalzo, ma il resto della squadra latita di brutto.
18) Indiana Pacers (3-3): Partiti forte con prestazioni di puro entusiasmo, pian piano poi rientrano nei ranghi. Classica squadra di O'Brien, con priorità numero 1-2-3 il tiro dal perimetro, e la pressione sulla palla in difesa. Jermaine O'Neal assolutamente sotto tono e anche poco cercato in attacco. O'Brien è chiaramente ancora in cerca di certezze, sia sul quintetto (dubbio Foster / Murphy) sia nelle rotazioni. Però è un coach che trasmette fiducia ai giocatori, e questa forse è la cosa di cui i Pacers hanno più bisogno in attesa di capire se si rifonda o meno.
19) Chicago Bulls (1-5): quotazione più sulla fiducia che sul rendimento reale. E chiaro che ci sono problemi seri, lacune a roster come la mancanza di un giocatore che attiri un minimo di attenzione in post basso, e con rinnovi e rumors di mezzo con conseguenti malumori l'idillio è finito. Adesso la realtà parle di Deng e Gordon scontenti che non difendono, di un Hinrich disperso, di un Ben Wallace che blocca il cap e rende poco o nulla (e il bello deve ancora venire), e con il timore che il 15 dicembre scatti l'epurazione pro Kobe. Troppo brutti per essere veri, ma per risalire la china bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare duro perchè i recuperi visti nelle ultime due stagion forse quest'anno l'est non le consentirà . Nulla di grave i giovani Bulls stanno diventando adulti.
20) Atlanta Hawks (2-4): Frizzanti a accattivanti, il tanto talento a roster finalmente ingrana, anche se ci sono un paio di personaggi che vanno troppo per conto suo. Horford bene, molto bene, presente a rimbalzo, molto meglio di quanto si crede in attacco, finalmente Atlanta ha trovato un punto di riferimento vero sotto le plance. Anche l'altro rookie Acie Law da segni positivi. Josh Smith corre salta stoppa, fa diverse cavolate ma mette in campo una energia senza paragoni, Joe Johnson è chiamato a dare saggezza, e forse non è la persona pià adatta ma intanto ci porva. Ma tutti gli astri sembrano allineati per l'esplosione di Marvin Williams uno che di talento ne ha veramente tanto. Intanto si sono tolti lo sfizio di battere Dallas e Phoenix, poi si vedrà , ma il tempo delle scampagnate contro gli Hawks è abbondantemente finito.
21) New York Knicks (2-3): eccoci qua, da dove cominciamo ? Un paio di sussulti, diversi passaggi a vuoto, alcune scelte di Isaih Thomas al limite dell'inspiegabile e la triste sensazione che questa roster informe di gente renda si e no al 50% del suo potenziale. Quelle poche volte che Randolph e Curry si sono capiti, per gli avversari sono stati dolori, per il resto un Marbury appena decente (qui il tasso di utilizzo del talento è si e no al 20%), un buon JC, ma il record è già sotto il 50%. Da decriptare, ammesso qualcuno prima o poi ci riesca.
22) Philadelphia Sixers (2-4): squadra senza dubbio coriacea ma con limiti evidenti. Due o tre individualità da rispettare, una front line tutt'altro che male in difesa, ma praticamente inesistente in attacco, qualche giovane che si fa strada (Louis Williams), qualcuno che continua a farsi aspettare un po troppo Carney, però nonostante le sconfitte ci provano contro tutti. Atteggiamento giusto, serbe qualche singolo che alzi in fretta il suo rendimento.
23) Memphis Grizzlies (1-4): Male, ma non malissimo, roster oggettivamente limitato, con una panchina corta e tante troppe incognite da verificare con il tempo (Conley per primo ma non solo). Intanto qualche timido raggio di sole si vede, Kyle Lowry si sta dimostrando più che buono, Rudy Gay quando c'è da attaccare il ferro è roba da elite, Milicic con tutti i se e i ma del caso almeno la pagnotta in attacco se la guadagna (anche se poi in difesa accoppiato con Gasol sono alle aste), insomma per una squadra che sa per certo di andare in lotteria qualche timido segnale confortante c'è.
24) Sacramento Kings (2-4): tanti assenti, e di conseguenza roster arrangiato come si può. Garcia è tutto fuori che un play ma gli eventi gli hanno messo in mano le chiavi della squadra, ci prova ma i limiti in fase di impostazione sono evidenti. Martin ci mette l'anima cerca di giustificare in tutti i modi l'oneroso contratto che ha inchiostrato in estate, per il resto non molto da annotare, se non un Brad Miller che avrebbe bisogno come pochi di cambiare aria per provare a capitalizzare al meglio gli ultimi anni di carriera.
25) Milwaukee Bucks (2-4): hanno avuto un paio di buoni sussulti (soprattutto la gara con Toronto), ma rimangono un cantiere aperto. Il cinese Yi lanciato subito in quintetto (per la gioia di Charlie Villanueva) offre più che buone prove offensive, ma difensivamente è lontano dall'accettabilità , però dopo Durant è sicuramente uno dei rookie che gioca meglio. Però con Bogut si accoppia malissimo e l'area dei Bucks spesso è terra di conquista per tutti. Con un po di testosterone sotto le plance (che non porta di certo il solito Villanueva dalla panchina) sarebbero tutt'altro che male.
26) Miami Heat (1-5): hanno appena vinto la loro prima partita, ma c'era da aspettarselo con Wade in borghese, e per la verità un po troppo restio a rientrare in tempi brevi. Per il resto tolto uno Shaq ancora motivato nonostante sia all'ultima fermata, Miami dal terzo uomo in poi forse è una delle peggiori della lega e i difetti si vedono tutti. Squadra esperta che verrà fuori con il tempo, ma se un gap d -5 qualche anno fa fu recuperato senza problemi con tanto di anello al dito, quest'anno la cosa potrebbe non essere cos' semplice, vuoi perchè le primavere di alcuni giocatori chiave sono tante, vuoi perchè le partenze estive di gente come Posey Jones e Kapono di fatto non sono state degnamente rimpiazzate.
27) Seattle Sonics (0-7): ancora a secco in merito a vittorie, ma tutt'altro che inguardabili in campo. E' chiaro che tutto ruota intorno ai due rookie Durant e Green, e che la loro inesperienza si porta appresso maree di palle perse, difese rivedibili, e scelte di tiro tutt'alto che buone, ma la sensazione è che il potenziale che ha questa squadra sia immenso. Durant va alla grande e in attacco già si guadagna raddoppi da tutti, Green grande atleta, che non eccelle in nulla ma fa tutto molto bene, usa sorta di Shane Battier con 5 cm e 10 chili in più, sta crescendo di gara in gara. Mancherebbe un po di lucidità in regia dove la triade Rinour West Watson sta veramente facendo a gara a chi gioca peggio.
28) Minnesota TWolves (0-5): anche loro come i Sonics cantiere aperto, ma McHale pare aver già operato le prime scelte, con rinnovi e mancate estensioni. Al Jefferson in grande spolvero sin dalle prime uscite, Corey Brewer molto indietro per ora guarda giocare McCants e Ryan Gomes, Gerald Green passato da giocatore chiave nello scambio di Garnett a ultimo della rotazione degli esterni. Ma il problema principale al di la dell'età media è il buco in cabina di regia, con Foye out (che comunque giocherà da 2), hanno prima provato Telfair, ma l'esperimento è subito abirtito, quindi si è ripiegato su Marko Jaric, il che rende bene l'idea dei problemi.
29) Washington Wizard (1-5): c'è una notizia lieta ossia Arenas ha vinto il premio come blogger dell'anno (o qualcosa di vagamente simile), per il resto buio pesto, che il profeta che tira malissimo, con Jamison e Butler molto discontinui, e una difesa che si può tranquillamente catalogare come la peggiore dell'NBA. Arenas ha provato più volte a suonare la carica, prima con una bomba da urlo che ha spedito tutti in overtime con i Nets, e poi stuzzicando i Celtics prima della gara dal suo Blog, ma i risultati sono stati disastrosi.
Golden State (0-5): Allora, il Barone gira a mille, poi il buio. Manca Jason Richardson e manca veramente tanto, Jackson è squalificato, quindi nei ruoli 2-3 c'è un marasma totale che il solito Nelson gestisce con repentini cambi di opinione, e in questo marasma il nostro Belinelli fa incetta di panchina e DNP. Sotto poco o nulla tranne Biedrins, disperse o quasi le due prime scelte degli ultmi due draft O'Bryant e Brandan Wright, sconfitti pure da Dallas di cui erano la bestia nera. Il sogno è già finito ? Magliette “we believe” pronte per essere indossate anzitempo !