Per Mike Bibby non sembra terminare il periodo negativo
Obbiettivi
Verrebbe da dire una stagione dignitosa. Il problema è che questa definizione è sempre troppo generica. E nel caso dei Kings, una stagione dignitosa non sarebbe un punto di partenza per rimontare su un treno che da queste parti è passato tempo fa. Mi riferisco naturalmente a quella famosa gara 7 con i Lakers. Da quel momento in poi i Kings sono stati smontati pezzo per pezzo ad eccezione di Mike Bibby. Come rimontare su quel treno? Tocca a Geoff Petrie trovare la strada, possibilmente senza ulteriori ingerenze da parte della famiglia Maloof.
Conference: Western Conference
Division: Pacific Division
Arrivi: Mikki Moore(New Jersey Nets)
Partenze:
Probabile quintetto base
Playmaker: Mike Bibby
Guardia: Kevin Martin
Ala piccola: Ron Artest
Ala grande: Kenny Thomas
Centro: Brad Miller
Roster
Guardie: Quincy Douby, Mike Bibby, Orien Green, Kevin Martin, Mustafa Shakur
Ali: Ron Artest, Francisco Garcia, Mikki Moore, John Salmons, Kenny Thomas, Justin Williams, Shareef Abdur-Rahim
Centri: Brad Miller, Spencer Hawes, Darryl Watkins,
Head Coach: Reggie Theus
Assistant coaches: Kenny Natt, Chuck Person, Rex Kalamian, Jason Hamm, Randy Brown
Strength and Conditioning coach: Daniel Shapiro.
Athletic Trainer: Pete Youngman
Commento
Se mi venisse chiesto qui su due piedi, di scegliere alcune diapositive per descrivere la situazione dei Kings attuali io ne selezionerei quattro. La prima riguarderebbe Eric Musselman. L'esperienza a Sacramento dell'ex-coach Warriors è durata una stagione e quando è stata l'ora della vendemmia, la dirigenza si è scoperta – esplosione di Kevin Martin a parte – con un pugno di mosche in mano.
Cosi passato l'innamoramento cestistico per il coach della famiglia Maloof, che lo aveva scelto personalmente estromettendo in pratica dalla decisione Geoff Petrie; la stessa matriarcale assemlblea non ha potuto non constatare gli inesistenti progressi della squadra e l'inconsistente conduzione tecnica del coach, che ha portato al licenziamento dello stesso.
Un'ingerenza dei proprietari che ha fatto perdere un anno prezioso alla squadra, nel quale in pratica è stato fissato solo un paletto – Kevin Martin ndr. – dei Kings che verranno; lasciando in sospeso tante questioni tecniche sul gruppo di giocatori a contratto.
Ora i Kings ci riprovano con Reggie Theus; l'ultimo esemplare di coach universitario in ordine di tempo che si è deciso per il grande passo. Nella speranza che possa lavorare in santa pace per almeno due stagioni; distanza temporale minima nel caso che finalmente qualcuno laggiù a Sacramento avesse cominciato a fare almeno una parvenza di pianificazione, ricordando gli errori compiuti con Musselman.
La seconda diapositiva riguarderebbe Spencer Hawes e Kevin Martin. Il rookie è un interessante prospetto su cui lo staff tecnico dovrà lavorare nei prossimi anni. Non c'e' dubbio però, che il suo potenziale sarebbe cresciuto ulteriormente se fosse rimasto al college almeno per un'altra stagione. Se ne intuiscono buone prospettive, ma quanto ci vorrà ? Bè questa è un'altra storia.
I Kings hanno trovato cinquanta e passa milioni di motivi per blindare trottolino Martin. E' lui la pedina più importante che la dirigenza Kings ha in mano; a cui si può aggiungere con una forte dose d'ottimismo il sopracitato Hawes.
Se parametriamo questo roster con; non dico globalmente l'Ovest, ma anche la sola Pacific Division, i Kings appaiono paurosamente indietro. Vano il loro moto di soddisfazione nel sentire il desiderio di Kobe di emigrare, e le notizie provenienti dai Clippers. Kobe non è emigrato e i Clippers prima o dopo riavranno Elton Brand e i Kings per quel momento difficilmente avranno rattoppato il loro roster.
Da quest'ultimo pensiero ecco che la terza diapositiva riguarderebbe la regione occidentale di un'ipotetica mappa NBA. Lo stato attuale della squadra, pone i Sacramento Kings al di fuori del gruppo delle candidate ai playoff e, in un Ovest che sembra sempre più forte, con alcune nuove squadre come gli Houston Rockets intenzionati ad andare fino in fondo; viene da chiedersi come i Kings possano tornare a recitare almeno un ruolo da protagonista.
All'interno della stessa Pacific Division i Golden State Warriors se si confermeranno anche in questa stagione, sono una nuova forza che dovrebbe far riflettere le menti grigie dei Kings.
Buon senso imporrebbe che venisse intrapreso un profondo make-up del roster. La scommessa Artest, come hanno provato le due ultime stagioni, non ha giovato alla squadra. Ha fornito corrente alternata. E come noto è stato elemento che ha portato discontinuita tecnica e umorale all'interno dello spogliatoio.
Si può continuare in questa direzione con il risultato di arrivare magari alle ultime giornate della prossima regular season, come aspiranti per gli ultimi posti per poi restare con niente tra le mani. Ma sarebbe come nascondersi dietro una paravento trasparente. Quel treno citato in apertura che la squadra sta rincorrendo si stà allontanando sempre più e ai Kings è venuto il fiatone da un pezzo.
Detto di Artest, rimane aperto il contenzioso con Mike Bibby (quarta diapositiva ). Il playmaker ha vissuto nella scorsa stagione un campionato travagliato, ed è stato ancora più affondato dai malcelati tentativi di Petrie d'instradarlo verso Cleveland.
Viste le ultime notizie che arrivano da Sacramento, non sembra proprio aver fine la spirale negativa che ha coinvolto il play. Ha subito la scorsa settimana un grave infortunio che lo potrebbe tenere fuori dal canpo anche per 10 settimane. La dirigenza ora deve trovare in fretta un modo per tamponare questa situazione. Difficile realisticamente pensare di giocare il primo mese di regular season con Quincy Douby od Orien Green in cabina di regia. Per di più Ron Artest rientrerà solo dopo la squalifica inflittagli per i noti fatti privati.
Se prima dell'infortunio di Bibby la stagione dei Kings si sarebbe potuta dipingere con tinte che richiamassero alla mente delle foschie mattutine, ora si potrebbero tranquillamente usare dei tratti particolarmente scuri. Quelli che si usano per dipingere un cielo che promette tempesta.