Come tutti gli anni, i Suns andranno dove li porterà il loro faro, Steve Nash…
Obbiettivi
Dopo la delusione delle semifinali di Conference, con le controverse sospensioni di Boris Diaw e Amaré Stoudemire, per i Suns, di nuovo, l'anello e' l'unico obbiettivo possibile e qualsiasi altro traguardo sarà nient'altro che una delusione. Ormai, però, sulle spalle di Nash cominciano a pesare gli anni e nessuno può dire quante primavere ad alto livello possa ancora dare. Insomma, D'Antoni e compagnia, conviene sbrigarsi.
Il grande, grandissimo punto di domanda è: saranno capaci di battere gli Spurs, i campioni uscenti? Soprattutto con tutti i cambi di roster di quest'estate? Ovviamente non è sicuro che torneranno ad incontrarsi nei playoff, ma sono ormai da anni un ostacolo insormontabile per i Suns e probabilmente dovranno fare i conti con loro per mettere le mani sul tanto agognato anello.
Conference: Western Conference
Division: Pacific Division
Arrivi: Grant Hill (Orlando Magic), Brian Skinner (Milwaukee Bucks).
Partenze: James Jones (Portland Trailblazers), Pat Burke (Free Agent), Jalen Rose (Free Agent), Jumaine Jones (Free Agent), Kurt Thomas (Seattle Supersonics).
Rookie: Alando Tucker, DJ Strawberry.
Probabile quintetto base
Playmaker: Steve Nash
Guardia: Raja Bell
Ala piccola: Grant Hill
Ala grande: Shawn Marion
Centro: Amare Stoudemire
ROSTER
Guardie: Marcus Banks, Leandro Barbosa, Raja Bell, Steve Nash, Eric Piatkowski, DJ Strawberry.
Ali: Boris Diaw, Grant Hill, Shawn Marion, Alando Tucker.
Centri: Sean Marks, Brian Skinner, Amare Stoudemire.
HEAD COACH
Mike D'Antoni (College – Marshall)
ASSISTANT COACHES
Alvin Gentry (College – Appalachian State)
Phil Weber (College m North Carolina State)
Dan D'Antoni (College – Marshall)
Toed Quinter (College – Lebanon Valley)
Jay Humphries (College – Colorado)
STRENGTH-AND-CONDITIONING COACH
Erik Phillips (College – Colorado State)
ATHLETIC TRAINER
Aaron Nelson!(College – Iowa State)
Commento
A Phoenix nessuno ammetterà che, come si dice in inglese, "the clock is tickling", ma tutti sanno che Nash non durerà per sempre e che, salvo celebri eccezioni (John Stockton), la "sua ora" è ormai vicina.
"Che posso dire? - si chiedeva Nash alzando le spalle - Io mi sento benissimo. C'è sempre una sensazione di urgenza prima di ogni stagione. Che senso avrebbe giocare se non ci fosse questa sensazione?".
Stockton ha giocato ad alti livelli praticamente fino ai 40 anni, ma non aveva la schiena che ha Nash. Certo, forse non aveva nemmeno la dedizione che ha Nash, sempre uno dei primi a tornare a lavoro dopo le vacanze e sempre uno degli ultimi a lasciare la palestra dopo gli allenamenti con i suoi compagni.
Ma è davvero impossibile prevedere quanto durerà ancora la sua carriera. Una cosa è certa però, le sorti dei Suns dipendono da lui. Senza di lui non c'è alcuna speranza di anello, almeno a corto termine.
Inoltre, l'attuale roster, come quello dell'anno scorso, è uno dei migliori che Nash abbia mai potuto avere a sua disposizione e non ci saranno molte scuse quest'anno se non si vince un anello che nella Valle del Sole non è ancora mai arrivato.
L'estate sotto il sole dell'Arizone è sembrata passare all'insegna del risparmio, piena come sempre di voci di mercato più o meno infondate e una manciata di facce nuove a cominciare dai due Rookie, Alando Tucker e D.J. Strawberry, numero 29 e 59 rispettivamente nel draft del 28 giugno.
Anche quest'anno i Suns hanno svenduto una scelta (la 24) per avere un po' di soldi e liberarsi di James Jones, alla fine però, hanno tenuto le altre due scelte, potendo ottenere due giocatori che interessavano molto.
Entrambi si caratterizzano per la loro abilità atletica e la facilità con la quale corrono su e giù per il campo, esattamente due delle tre caratteristiche fondamentali di cui hai bisogno se vuoi giocare sotto il regime di Mike D'Antoni. La terza però, il tiro, è qualcosa su cui entrambi dovranno lavorare duro.
Alando Tucker, ala piccola, viene dall'università del Wisconsin, "alma mater" di Michael Finley, al quale ha strappato il record storico di punti segnati. Il ragazzo, cresciuto tra mille difficoltà , ha un gran carattere e un'ottima capacità di segnare da dentro la linea dei tre punti. È anche un buon difensore, cosa che fa sempre comodo da queste parti. Come detto prima, il suo tiro è, diciamo, sospetto. Il 32% nei tiri da tre e il 65% nei liberi di certo non contraddicono quelli che pensano che sia un pessimo tiratore.
Lo stesso si può dire di DJ, figlio del celebre giocatore di Baseball dei Mets e degli Yankees, Darryl Strawberry. Il giovane proveniente da Maryland può giocare sia da play che da guardia e si caratterizza soprattutto per la sua straordinaria abilità difensiva, oltre che per una grande capacità atletica. I Suns l'hanno firmato dopo le sue ottime prestazioni nella Summer League, dove ha dimostrato di saper anche rivestire il ruolo di playmaker con discreti risultati.
Il ruolo che possano avere è un'incognita, soprattutto vista la predisposizione "D'Antoniana" ad avere rotazioni corte. Ciononostante Tucker potrebbe avere ottime possibilità vista la partenza di James Jones e anche Strawberry può godere di qualche minuto se dimostra di poter aiutare come backup di Nash apportando anche una buona dose di difesa. Bisognerà anche vedere che ruolo rivestirà Marcus Banks, che, finalmente, sembra aver convinto lo staff tecnico.
Sul fronte free agent, Grant Hill è stato il colpo dell'estate per i Soli. Certo, fosse arrivato qualche anno fa ci sarebbe sicuramente qualche ragione in più per stappare lo champagne e preparare i fuochi d'artificio, ma al giorno d'oggi non si può che essere dubbiosi, anche solo per scaramanzia. Da anni, infatti, il buon Grant soffre una piaga interminabile di infortuni e anche la scorsa stagione, la sua migliore a livello "sanitario" da molti anni a questa parte, ha giocato solo 65 partite.
Tuttavia, se riuscisse a mantenersi sui livelli fisici dello scorso anno e arrivare ai playoff sano, e' innegabile che Hill ha le potenzialità e il talento per essere un giocatore importantissimo per i Suns.
È ancora un eccelso attaccante, capace di segnare in innumerevoli modi, con un'incommensurabile intelligenza cestistica e una gran capacità di costruire l'azione e passare la palla. Inoltre, firmando per il minimo salariale, è davvero un rischio calcolato, per i Suns c'è tantissimo da guadagnare e quasi niente da perdere.
"Grant ci aiuterà moltissimo - affermava Steve Nash - dentro e fuori dal campo sarà fondamentale". Sì perchè se c'è qualcosa in cui di certo Hill si farà sentire è nel capitolo leadership in spogliatoio. Ormai non è un segreto che la scorsa stagione e, in minor parte, anche la precedente, l'ambiente interno non sia stato proprio idilliaco. Anche gli errori di "gioventù" non sono certo mancati (tanto per dirne uno: la fatidica "gita" fuori dalla panchina di Diaw e Stoudemire).
Anche le voci di mercato, tipiche di ogni estate, non aiutano di certo a migliorare le alchimie della "locker room". Sia Stoudemire che Marion, che molti indicano come l'origine di quasi tutti i mali interni a causa della presunta invidia di Marion nei confronti del più giovane e più ammirato compagno di squadra, Amaré, sono stati inclusi in svariate voci di mercato.
Kerr ha più volte smentito con decisione ogni trade che riguardasse il numero 1 dei Suns, con Marion, invece, ha preferito semplicemente glissare. Ma non è un segreto che i Suns abbiano cercato di scambiare l'ormai veterano The Matrix per Kevin Garnett, prima del draft, una trade che non è andata in porto soltanto per le pretese dei Wolves (che volevano Stoudemire per rimpiazzare The Big Ticket).
Per questa ragione Marion, due settimane fa, ha chiesto in un' intervista di essere ceduto, affermando che era "tempo di cambiare". Inoltre, sembra che un'altra ragione sia che i Suns avrebbero rifiutato di rinnovare Marion per 60 milioni in 3 anni, un'informazione non confermata da nessuna delle parti, almeno sulla questione della cifra, anche se Shawn ha fatto capire che una volontà di rinnovo da parte sua c'era.
Nonostante la situazione potenzialmente esplosiva a Phoenix regna l'ottimismo.
"La frustrazione che Shawn ha provato era basata sul lato 'business' - scrive Steve Kerr, il nuovo GM, su un blog di Suns.com – e ora che la stagione sta cominciando, lui sa che è ora di giocare a Basket. È un professionista e sono sicuro che non ci sarà nessun effetto negativo nella sua relazione con i compagni e la squadra".
Lo stesso The Matrix si è mostrato conciliante: "Farò quello che devo fare. Sono un professionista. Non serbo rancore".
Il ruolo di Marion, comunque, sarà di nuovo essenziale. Per molti Marion è il "glue guy" nel sistema dei Suns, è il lubrificante che fa funzionare il motore. Prende rimbalzi come un centro o un'ala grande ed è capace di marcare anche i playmaker. Quest'anno dovrà continuare a fare tutto questo, partendo probabilmente da "4" stavolta, con Grant Hill titolare nel ruolo di ala piccola.
La probabile inclusione di Hill in quintetto costringerà Boris Diaw alla panchina, una mossa anticipata anche negli scorsi playoff quando era James Jones a partire in quintetto. Il francese lo scorso anno, non ha mai risposto alle aspettatve create su di lui dopo la sua straordinaria prima stagione ed è di fronte ad una stagione probabilmente cruciale per il suo futuro. D'Antoni e lo staff tecnico hanno ancora grande fiducia in lui e lo stesso Boris ha dimostrato una grande volontà ed impegno andando ad allenarsi con Stoudemire poco dopo la fine della stagione scorsa. Comunque, l'acquisto di Grant Hill, che ha molte caratteristiche in comune con "3D", si può interpretare come una polizza d'assicurazione nel caso in cui Diaw deluda di nuovo.
L'ultimo acquisto, Brian Skinner, viene invece a sostituire l'ancora difensiva, l'anti-Duncan per eccellenza: Kurt Thomas. Forse la transazione più polemica dell'estate, da parte della dirigenza non si è nemmeno cercato di nascondere che sia stata fatta esclusivamente al fine di risparmiare. Infatti lo stipendo di Kurt, già di per sè alto (8 milioni di dollari) costava il doppio, visto che i Suns erano (e sono tuttora) sopra il limite della "Luxury Tax".
Comunque scegliere i soldi piuttosto che una migliore opportunità di vincere, è quantomeno discutibile. La cosa più incredibile, però, è che i Suns abbiano dovuto anche dar via due future scelte al primo round del draft. La buona notizia è che quella di Atlanta è ancora in cassaforte e non è protetta quest'anno. Bisognerà sperare nell'ennesima stagione mediocre degli Hawks, cosa non proprio scontata peraltro.
Skinner ha dalla sua parte un maggior atletismo e velocità rispetto al suo predecessore ma non è neanche lontanamente allo stesso livello difensivo nè lo è come tiratore dalla media distanza.
"È qualcosa che non avevamo - dichiarava D'Antoni a Tucson, dove i Suns hanno svolto il loro Training Camp - Brian è un big atletico che può anche difendere ed usare il fisico. Ci saranno momenti in cui ci servirà molto".
Il ruolo di Thomas sarà coperto anche da Sean Marks che l'anno scorso era tra i migliori agita-asciugamani della squadra. "Marks sorprenderà in molti questa stagione", parola di Steve Kerr. Non sappiamo a cosa si riferisca il nuovo GM, ma a meno che il buon Sean non cominci a saltellare e spronare il pubblico come fa Turiaf quando si "siede" accanto a Jackson, sarà difficile che sorprenda qualcuno. Piuttosto, la perdita di Thomas lascia, nonostante l'arrivo di Skinner, un grosso buco in difesa che dovrà coprire Stoudemire.
Contare su uno dei giocatori più fallosi della lega in questo frangente è quantomeno rischioso e di sicuro una sfida in più per un Amaré che dovrà già prendersi molte responsabilità in attacco. Se è capace di migliorare, rischiando meno in difesa, usando di più i piedi, capendo che a volte basta disturbare senza bisogno di cercare la stoppata, allora i Suns avranno l'opportunità di vincere.
Ma forse è proprio questo il problema dei Suns quest'anno. Se Grant Hill non si infortuna, se Diaw torna quello dell'anno precedente, se Nash continua al livello di un MVP…è vero che ci hanno abituati a tante sorprese questi Phoenix Suns, ma forse quest'anno i "se" sono davvero troppi e un'altra stagione deludente potrebbe lasciare un terribile pensiero, un altro "se" nella mente dei tifosi e di Sarver: "e se si fosse pensato meno ai soldi…?".