Seattle Sonics: Preview

Anche quest'anno, sarà  Luke Ridnour a guidare il gioco offensivo dei Sonics…

Obbiettivi

Un solo obiettivo: ricostruire. Non ci sono assolutamente dubbi sul fatto che i Sonics sono attesi da una stagione con poche soddisfazioni, se non quelle di veder crescere e svilupparsi i propri giovani, sperando in un futuro più roseo. L'intenzione è quella di sviluppare la squadra, far fare esperienza ai giocatori e, perché no, togliersi ogni tanto qualche soddisfazione, senza realisticamente aspirare a molto di più.

Conference: Western Conference
Division: Northwest Division

Arrivi: Jermaine Jackson (FA), Wally Szczerbiak (Boston Celtics), Kurt Thomas (Phoenix Suns), Delonte West (Boston Celtics)
Partenze: Ray Allen (Boston Celtics), Andre Brown (FA), Danny Fortson (FA), Rashard Lewis (Orlando Magic), Randy Livingston (FA), Mike Wilks (FA)
Rookie: Kevin Durant, Jeff Green

Probabile quintetto base:
Playmaker: Luke Ridnour
Guardia: Kevin Durant
Ala piccola: Wally Szczerbiak
Ala grande: Chris Wilcox
Centro: Kurt Thomas

Roster

Guardie: Jermaine Jackson, Luke Ridnour, Earl Watson, Delonte West
Ali: Nick Collison, Kevin Durant, Mickael Gelabale, Jeff Green, Wally Szczerbiak, Chris Wilcox, Damien Wilkins
Centri: Johan Petro, Mouhamed Sene, Robert Swift, Kurt Thomas,

Head coach
P. J. Carlesimo

Assistant coaches
Scott Brooks
Mark Bryant
Ralph Lewis
Walt Rock
Brian Keefe
Paul Westhead

Strenght and conditioning coach
Dwight Daub

Athletic trainer
Mike Shimensky

Commento

I Sonics, ed in particolare il suo general manager Sam Presti, sono reduci da un'estate molto movimentata, nella quale si sono visti obbligati a fare delle scelte molto importanti per il futuro della franchigia. Durante la off season, infatti, hanno smantellato completamente una squadra, ed un nucleo di giocatori, che aveva dimostrato, nel corso degli anni, di non essere adatto, o sufficientemente dotato, a rinverdire i fasti della metà  degli anni novanta quando Seattle, guidata da Gary Payton, arrivò anche in Finale.

Dopo una stagione deludente, si è quindi deciso di dare un bel colpo di spugna, azzerare di fatto la squadra e cercare di ricostruire, partendo dai giovani. Ed è decisamente un bel ricominciare per i Sonics, soprattutto se consideriamo i due interessantissimi giovani scelti al draft di quest'anno, Kevin Durant e Jeff Green (scelto alla numero cinque dai Celtics e poi mandato a Seattle).

Di Durant (secondo giocatore scelto al draft, dietro al solo Oden) è, praticamente, difficile parlare male: ragazzo giovanissimo ma con una gran voglia di migliorare, grande etica del lavoro, educato ed ovviamente dotato di un talento al di fuori della media, anche nella NBA. Non ha grilli per la testa, nonostante venga da un'incredibile stagione di college, dove da freshman all'università  del Texas ha abbattuto ogni record, calamitando l'attenzione dei media nonostante la stagione non proprio fantastica dei suoi, eliminati presto al Torneo NCAA.

Le speranze dei Sonics per il futuro risiedono in buona parte in lui, da tutti indicato come il molto probabile Rookie of the Year di questa stagione; le aspettative sono tante, lui dovrà  essere in grado di gestirle al meglio, senza, per sua fortuna, la pressione di dover ottenere immediatamente importanti risultati di squadra, ed avendo quindi tutto il tempo necessario per adattarsi al meglio al professionismo.

L'altro rookie ed osservato speciale della squadra è Jeff Green, reduce anche lui da una grande stagione di college a Georgetown, nella quale la considerazione nei suoi confronti è salita sempre di più, impennandosi addirittura nelle ore immediatamente precedenti al draft. Avrà  minuti e spazio per mostrare di valere la chiamata numero cinque, tempo per migliorare ed anche il compito, in un certo senso, di togliere un po' di pressione ed attenzione dalle spalle di Durant.

Visto questi due acquisti, e comunque una squadra decisamente ringiovanita rispetto all'anno scorso, è perfetta la scelta, come head coach, di PJ Carlesimo. L'ex assistente di Popovich agli Spurs ha un'altra occasione da capo allenatore, con la possibilità  di essere parte di un progetto e di lavorare su una squadra da ricostruire, potendola dunque modellare come meglio preferisce, oltre che con l'interessante sfida di lavorare, ed insegnare, ad un buon gruppo di giovani.

Ma gli arrivi di Carlesimo in panchina e Durant e Green in campo, non sono stati la storia dell'estate a Seattle. Altre due sono state le notizie che hanno calamitato l'attenzione generale, primo fra tutti il serio rischio, per la città  dello stato di Washington, di perdere la sua squadra, a favore di Oklahoma City. I nuovi proprietari hanno fatto capire che, se non verrà  costruita una nuova arena, porteranno baracca e burattini in Oklahoma, sradicando dunque la franchigia da Seattle.

L'altra notizia è rappresentata dallo scambio effettuato, nei giorni del draft, con i Boston Celtics, che ha portato Delonte West, Wally Szczerbiak e Jeff Green ai Sonics, in cambio della scelta numero trentacinque al draft e, principalmente, Ray Allen. La scelta è stata sicuramente audace, ed ha segnato l'inizio ufficiale della ricostruzione dei Sonics che, con la partenza dopo cinque stagioni di Allen, hanno perso un giocatore decisivo, un punto di riferimento all'interno della franchigia, oltre che ad un uomo da 26.4 punti a partita nell'ultima annata.

Dietro la cessione di Allen c'è ovviamente la volontà  di ricostruire la squadra, cercando di ottenere il massimo possibile dalla partenza di una star ancora negli anni migliori della propria carriera. In questo modo si sono anche liberati spazi per i giovani, acquisendo comunque due giocatori utili come Szczerbiak e, soprattutto, Delonte West, che avrà  tutto lo spazio per dimostrare quanto vale veramente nella NBA e se può essere un uomo decisivo in una squadra di successo come i Sonics sperano di diventare.

Ma con lo scambio che ha portato Ray Allen ai Celtics non si è di certo chiusa l'estate del managment dei Sonics, che ha successivamente dovuto compiere la scelta probabilmente più dolorosa, vale a dire quella di lasciar partire Rashard Lewis. A Seattle hanno, saggiamente, deciso di non pareggiare l'offerta fatta dai Magic al giocatore, che li avrebbe portati a pagare come una superstar un giocatore che una superstar assolutamente no è. L'amarezza comunque rimane per aver visto andare via un giocatore sul quale la franchigia aveva investito per anni e nel quale aveva riposto (troppa?) fiducia.

Partito Lewis è, però arrivata da Orlando un'eccezione salariale, rapidamente tramutatasi in Kurt Thomas, che i Suns volevano lasciar andare per ridurre il proprio cap. Seattle non si è fatta pregare ed ha colto al volo l'occasione di avere un giocatore sempre utile in ogni squadra in cui ha giocato, non una prima punta, non un grande talento ma un elemento solido e sempre disponibile a fare la cosa giusta per la squadra, oltre che presenza molto importante in difesa e sotto i tabelloni, dove i Sonics avevano decisamente bisogno di rinforzarsi dopo la passa stagione.

La squadra è dunque composta da qualche veterano, Thomas appunto, oltre che Szczerbiak ed ed Earl Watson, che dovranno fare da chioccia ai tanti giovani, come i già  citati Green e Durant, insieme a Ridnour, Collison, Gelabale, Wilkins, West e Wilcox. La base c'è, il talento pure, è necessario armarsi di pazienza e evdere se questi giovani possono essere interessanti, mantenendo sempre gli occhi aperti sul mercato.

In questa stagione bisognerà  poi cercare di tirare fuori qualcosa dai tre giovani centri nel roster, i tre "progetti", vale a dire Petro, Sene e Swift; tutti e tre sono inesperti (hanno in totale cinque anni di esperienza NBA), indietro nello sviluppo e finora hanno dato molte poche garanzie. Negli ultimi anni, infatti, i Sonics hanno selezionato al draft giovani centri, con la speranza è di tirare fuori da questo trio il possibile centro titolare del futuro: di sicuro il lavoro da fare è tanto e le garanzie che il progetto vada a buon fine poche, con Swift che di sicuro è quello con più possibilità .

Per riassumere, Seattle è attesa dalla più classica delle stagioni di transizione, nella quale si deciderà  il futuro della franchigia non solo per le vicende sul campo ma anche per il possibile, e già  citato, trasferimento.

In ogni caso il progetto sembra valido, non si vedono possibilità  di rapidi miglioramenti e bisognerà  avere pazienza ed aspettare lo sviluppo dei tanti giovani nel roster; almeno si sta provando, con idee e facce nuove, a togliersi da quella mediocrità  nella quale si era caduti negli ultimi anni, con una squadra mai abbastanza forte da puntare a traguardi importanti e mai abbastanza debole per mettere davvero in piedi una ricostruzione.

Ora ci siamo, le idee ci sono, il progetto pure, ora bisogna continuare a portarlo coerentemente avanti, senza farsi travolgere dalla voglia di smontare tutto alle prime sconfitte. Vediamo un po' come andrà  a finire.

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