Portland TrailBlazers: Preview

Roy & Aldridge, pronti a non far rimpiangere Randolph?

Obiettivi

Prendete la squadra che ha ottenuto il miglior incremento di vittorie rispetto la stagione precedente, con il regnante rookie of the year nel back-court ed un'altra delle migliori matricole a dare profondità  al reparto lunghi. Aggiungete al mix un ambiente finalmente sereno, positivo e carico come pochi ed un sette-piedi che chiamano Greg Oden.

Dunque, appare proprio troppo difficile credere che si possano aggiungere altre dieci vittorie alla precedente stagione e lottare per un posto ai playoff?
La domanda rimane sospesa perché, di fatto, il centro che in giugno per primo strinse la mano di David Stern salterà  per infortunio (presumibilmente) tutta la regular season.

La qualificazione alle partite che contano passa necessariamente per un ecclatante sviluppo dei (giovani) singoli oppure per un flop improvviso di una delle altre franchigie più quotate. O forse per entrambe le condizioni contemporaneamente.

Dopo un buon lustro passato all'inferno (senza dimenticare lo spauracchio del trasferimento della franchigia!) Portland l'anno scorso è riuscita a svoltare: nuovo franchise player, nuovo gm, nuovo ambiente, nuova filosofia.

Non aspettatevi alcun tanking dalle parti dell'Oregon, i Trail Blazers non porteranno a casa una vittoria in meno dello scorso anno. La strada che porta all'anello è lunga, ma non prevede arretramenti: one step beyond!

Conference: Western
Division: NorthWest

Arrivi: Channing Frye (NYK) James Jones (PHX)
Partenze: Zach Randolph (NYK) Dan Dickau (NYK) Fred Jones (NYK) Jamaal Magloire (NJN) Ime Udoka (SAS)

Rookie: Greg Oden (Ohio State) Taureen Green (Florida) Josh McRoberts (Duke)

Probabile quintetto:
Playmaker: Jarrett Jack
Guardia: Brandon Roy
Ala piccola: James Jones
Ala grande: Channing Frye
Centro: LaMarcus Aldridge

Roster

Guardie: Steve Blake, Sergio Rodriguez, Taurean Green, Jarrett Jack, Brandon Roy, Martell Webster
Ali: James Jones, Darius Miles, Travis Outlaw, Channing Frye, LaMarcus Aldridge, Josh McRoberts
Centri: Greg Oden, Joel Przybilla, Raef LaFrentz

Head coach: Nate McMillan
Assistant coaches: Dean Demopoulos, Maurice Lucas, Monty Williams, Bill Bayno
Strenght and conditioning coach: Bob Medina
Athletic trainer: Jay Jensen

Commento

Inevitabile partire dal top scorer e miglior rimbalzista delle ultime quattro stagioni, un talento autentico a cui dare la palla nei momenti in cui si decide la partita. Zach Randolph ha lasciato l'Oregon per la tranquilla vita di New York, dove certamente non sentiremo più parlare delle sue malfatte fuori dal campo di gioco. Quando si dice l'uomo giusto al posto giusto!

Ironia a parte, è indubbiamente questo il principale cambiamento rispetto alla scorsa stagione. Chi si prenderà  i tiri che finora spettavano a Z-Bo? Come cambierà  il modo di giocare della squadra?

Alla prima domanda mi sento di poter rispondere con facilità  facendo due nomi: Brandon Roy e LaMarcus Aldridge. La guardia dovrà  migliorare nel tiro dalla distanza, l'ala-centro nell'attaccare il canestro in avvicinamento; tuttavia entrambi nella loro stagione da debuttanti hanno dimostrato di possedere già  un ottimo arsenale offensivo e, considerando l'etica lavorativa dei due giovani, non è eccessivo aspettarsi un ulteriore passo avanti.

Prima di passare alla seconda domanda, però, ritengo legittimo immaginarsi un gioco offensivo più corale. Vale a dire, non si passa dal periodo Randolph a quello Roy (o Aldridge), ma penso che il vuoto lasciato dal neo knickerbocker verrà  colmato conivolgendo e valorizzando molti giocatori a roster.

Penso a Jarrett Jack che ha dato prova, durante l'assenza di Roy, di poter essere un discreto realizzatore. A Martell Webster, potenzialmente il miglior tiratore puro della Lega, giunto all'ultimo anno di contratto e fin qui decisamente sotto le aspettative. A Channing Frye, ex intoccabile di Isiah Thomas finito a Portland nell'operazione “scarichiamo Steve Francis a qualsiasi costo”. A Travis Outlaw che passerà  più minuti in campo, forse anche ai veterani Steve Blake e James Jones firmati in estate per dare qualità  ed esperienza ad un gruppo davvero giovane.

Passando alla questione stile di gioco, McMillan ha detto chiaramente che intende adottare quello che maggiormente si addice ai giocatori di cui dispone. Randolph si esprimeva al suo meglio a ritmi decisamente blandi, ben lontani dal run & gun praticato in Arizona. Per questo motivo, tra gli altri, lo spettacolare playmaker spagnolo Sergio Rodriguez ha faticato a guadagnarsi un discreto minutaggio.

Una frontline più atletica composta da Frye (o Outlaw) e Aldridge potrebbe convincere coach McMillan a ripetere, almeno in alcune fasi della partita, quelle soluzioni uptempo che gli valsero ottimi risultati nella sua ultima stagione a Seattle.

Come già  anticipato nell'ultimo team report, McMillan ha sottolineato che i Blazers sono stati la formazione che ha ottenuto meno punti in transizione, causa di una pressione difensiva inadeguata che ha prodotto pochi recuperi.

Svelato uno degli aspetti primari su cui l'allenatore intende far lavorare i suoi uomini: più recuperi, più canestri facili. Sempre ammesso che i giocatori dispongano dell'intelligenza e dei fondamentali necessari a portare a buon fine una transizione.

Fin qui la fase realizzativa e se l'addio di Randolph costringe a pensare ad un nuovo assetto, lo stop di Oden non pesa in modo determinante. Esattamente l'opposto di quanto vale per la fase difensiva.

Dieci rimbalzi a partita non bastano per fare di Zach un buon difensore. Il grado di intimidazione al quale Oden (con Frye o Aldridge) avrebbe da subito elevato i paladini del Rose Garden non ha ovviamente nulla a che vedere con quello fornito dalla precedente frontline. Non a caso McMillan ha ammesso che sta rivalutando lo starting five.

A fare le veci del centro del futuro della franchigia saranno ora Aldridge e Joel Przybilla. Sul primo gravano importanti responsabilità  in entrambe le metà  campo: non mancano le potenzialità , ma da un secondo anno non è ragionevole aspettarsi tutto e subito. Per ora in difesa ha fatto vedere un buon istinto per la stoppata, mentre sul resto Maurice Lucas ha ancora molto da lavorare: staremo a vedere. Dopo sette stagioni in NBA nessuno si aspetta molto, invece, dal giocatore dal cognome più impronunciabile della Lega. Se però smettesse di cercare sistematicamente la stoppata e raccogliesse qualche rimbalzo in più, il suo contributo difensivo sarebbe sicuramente molto utile.

Ci sarebbe poi anche Raef LaFrentz, unico figlio degli anni settanta a roster assieme al sopracitato Przybilla (rispettivamente classe '76 e '79). Mani educate, range di tiro che comprende ottime percentuali da tre punti, ma anche una serie di infortuni pesanti che lo hanno portato ai margini della rotazione: il suo contributo resta un'incognita.

Pritchard e McMillan credono molto nella quinta regular season di Outlaw (stessa età  di Roy, ma senza passare per il college), giocatore atipico con buone capacità  difensive. Rifirmato in qualità  di restricted free-agent ha causato la mancata conferma del fan favourite Ime Udoka, giocatore molto duttile che è andato a portare le sue qualità  ai campioni in carica degli Spurs.
Ma su questo tornerò in uno dei prossimi articoli.

Jack è stato con Roy il migliore dei Blazers alla voce recuperi, 1.1 steals a partita. Ecco uno dei motivi per cui il management ha preferito non disfarsene in off-season. Un altro potrebbe essere rappresentato dai 5.3 assists a partita che è riuscito a smistare. L'arrivo di Blake ha fatto nascere una sana concorrenza per lo spot di PG titolare, con risultati pare molto apprezzati dal capo allenatore.

A questo punto, però, sorgono molte perplessità  sullo spazio a disposizione per Rodriguez e, a maggior ragione, per il playmaker fresco campione NCAA Taurean Green.

Una considerazione personale. Facendo un passo indietro e guardando al roster da maggiore distanza, mi pare più evidente che la strategia di Pritchard sia stata quella di modellare un roster con molta competizione nei ruoli “deboli”.

Roy non ha un vero cambio. All'occorrenza Jack, Webster e Jones possono giocare da shooting guard, ma per nessuno di loro si tratta del ruolo naturale.
Ma d'altra parte Roy ha dato sufficienti garanzie nella sua stagione da rookie.

L'arrivo di Oden ha sistemato per un decennio e oltre il ruolo di centro, motivo per cui Przybilla è un cambio più che sufficiente. Ecco invece che Frye e Aldridge si devono giocare il posto come miglior compagno per Gregone.

Grande concorrenza anche per lo spot di ala piccola: se Webster non dovesse neppure quest'anno rispettare le aspettative, alle spalle c'è un veterano come Jones che, guarda caso, non teme il confronto nel tiro dalla lunga distanza. Senza dimenticare Outlaw, in grado di giocare in entrambi i ruoli d'ala!

Infine quattro playmaker di ruolo a roster, due in ballottaggio per il ruolo di primo direttore d'orchestra e due, cui non manca il talento, a sbranarsi per un ruolo di sporadica supplenza. Chi lo sa, magari è la scelta giusta per far diventare Rodriguez davvero il nuovo Nash, o forse per costringerlo a diventare un difensore discreto nel minor tempo possibile.

Due giocatori ho fin qui trascurato: Josh Mc Roberts e Darius Miles.
L'ex Duke vale la Lega per talento, ma non è ancora chiaro se riuscirà  ad adattarsi al gioco NBA. E in che ruolo?

Per l'ultimo dei Jail Blazer non ho parole. Gli auguro di tornare in buona salute, ma sul contributo che può ancora dare a questo sport si possono solo azzardare audaci previsioni sparate al buio.

Il mio personale pronostico: annata senza playoff, record superiore al 40%.

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