In caso di stagione deludente coach Karl sarebbe il primo imputato
Obbiettivi
Stagione delicata per i Nuggets. L'eliminazione subita al primo turno dei playoffs per 1-4 da parte degli Spurs la scorsa stagione, ha solo rinviato la verifica sul campo dell'effettivo rendimento dell'investimento Iverson. Carmelo Anthony è stato accontentato, ha il giocatore All star che aveva richiesto. Ora tutto il roster è atteso ad un atteso ed effettivo salto di qualità che dovrebbe proiettare i Nuggets almeno tra le prime squadre di una Western Conference che se possibile è diventata ancora più competitiva.
Ora l'investimento profuso dal capoccia Kroenke deve pagare i rendimenti sperati, e come lo stesso ha dimostrato nella trade per Iverson, non è certo il tipo che tentenna nel non dico rompere, ma almeno modificare il proprio giocattolo nel caso si ripetesse lo stesso finale di stagione scorso.
E' palpabile inoltre anche tra i tifosi la convinzione che anche la pazienza ha un limite e per il talento raccolto nel roster, si deve per forza andare oltre il primo turno dei PO. Spurs o non Spurs.
Conference: Western Conference
Division: Northwest Division
Arrivi: Steven Hunter (Philadelphia 76ers), Bobby Jones(Philadelphia 76ers), Chucky Atkins (FA – Memphis Grizzlies)
Partenze: Reggie Evans(Philadelphia 76ers), Ricky Sanchez(Philadelphia 76ers),
Steve Blake (FA – Portland Trail Blazers)
Probabile quintetto base:
Playmaker: Chucky Atkins
Guardia: Allen Iverson
Ala piccola: Carmelo Anthony
Ala grande: Nenè
Centro: Marcus Camby
Roster
Guardie: Allen Iverson, Anthony Carter, J.R.Smith, Von Wafer, Chucky Atkins.
Ali: Yakhouba Diawara, Carmelo Anthony, Nenè, Kenyon Martin, Eduardo Najera, Linas Kleiza, Bobby Jones.
Centri: Marcus Camby, Steven Hunter, Jamal Sampson(FA).
Head Coach
George Karl
Assistant coaches
Adrian Dantley
Bill Branch
Doug Moe
John Welch
Tim Grgurich
Mike Dunlap
Strength and Conditioning coach
Steve Hess
Athletic Trainer
Jim Gillen
Commento
Alla fine della scorsa stagione, i riflettori dei media si sono spenti sulla Denver cestistica, orientandosi giustamente all'Est, dove sono stati messi in atto degli incredibili botti di mercato. Il botto a Denver come noto c'era stato in stagione con l'arrivo dell'All Star Allen Iverson e in base a questo si è cercato di limare il roster, tenendo d'occhio alcune situazioni.
E cosi il quintetto titolare ha subito un solo ma doloroso cambiamento. Nella posizione di point guard ha fatto le valigie per Portland Steve Blake. A parziale compensazione è stato firmato il veterano Chucky Atkins, come titolare da affiancare ad Iverson. Non è chiaro al momento quanti minuti realmente questi possa condividere con Allen. Più praticabile una sua partenza dalla panchina.
Al momento salvo diverso responso dal campo, questa soluzione negli spot 1-2 del quintetto si configura come non del tutto efficace se pensiamo a come Atkins possa
realmente completare il backcourt dei Nuggets almeno nella misura in cui giocava Blake. Appare difficile alzi il livello della difesa al livello chiesto da George Karl.
Pensabile in proiezione un aumento del minutaggio di Iverson da point guard, con J.R.Smith ad evoluire nel ruolo di shooting guard. Quest'ultimo è reduce da una difficile estate per il noto incidente d'auto occorsogli. Ora il giocatore deve dimostrare di essere recuperato completamente a livello mentale.
Una coppia di guardie Iverson-Smith darebbe ai Nuggets una configurazione a trazione anteriore ancora più spiccata; ma non fornirebbe quei tratti difensivi richiesti. Serve a poco pensare di avere alle spalle Camby, pur miglior difensore in aiuto della lega e stoppatore diamantino.
Oltre a questa soluzione si proverà nella posizione di point guard anche il rifirmato Anthony Carter a fianco di Iverson. Appena lo stesso si riprenderà dall'infortunio capitato al training camp sotto forma di rottura del dito medio della mano destra. Il sopracitato Atkins è alle prese con un infortunio e ne verrà valutata la condizione nei prossimi giorni. Al termine del training camp avremo inoltre degli indizi più consistenti sul ruolo che Von Wafer, reduce da una positiva summer league, potrà rivestire nella squadra. E' questo il buco nel quintetto titolare, tutte le altre posizioni sono consolidate da tempo.
Nel corso dell'estate proseguendo, si sono succedute alcune voci che davano in partenza Marcus Camby per altri lidi. Ci sono stati effettivamente dei contatti per esempio con i Lakers, ma la proposta arrivata da L.A. comprendente un certo Kwame Brown, ha fatto scoppiare in una risata la dirigenza.
E anche in seguito non sono arrivate proposte degne di nota per il Defensive Player of the Year in carica. Eppure le stesse sono state vagliate perchè papà Kroenke ha deciso di chiudere almeno in parte i cordoni della borsa, e ha dato mandato ai collaboratori di ricercare un modo di limare il salary cap superato abbondantemente con l'arrivo di Iverson.
Permettetemi una piccola parentesi di cronaca, per una lieta notizia che in questi giorni rimbalza da oltre oceano. Per Camby quella appena trascorsa è stata un'estate difficile a causa dei problemi della piccola figlioletta Maja nata prematura lo scorso 9 Maggio, a sole 24 settimane.
E cosi Marcus ha trascorso i mesi estivi rimbalzando tra l'ospedale; la palestra dei Nuggets, dove ha svolto il solito intenso lavoro fisico; e i vari impegni sociali a cui non si sottrae mai. Ora per fortuna la piccola sta bene ed è a casa con tutta la famiglia. Un piccolo miracolo che non può che aver caricato ulteriormente papà Marcus.
Continuando a scorrere il quintetto titolare, troviamo un Carmelo Anthony ancora più maturo dopo un'altra estate con il Team Usa; e nello spot di ala grande ancora il brasiliano Nenè. Risulta difficile non affermare che sia stato lui il vero valore aggiunto nell'ultima stagione nella quale è apparso tirato a lucido grazie all'intenso lavoro fisico fatto con il conditioning coach Steve Hess, che ne ha portato il peso sulla bilancia prima a 265 pound; ed in proiezione in questa stagione a 250. Nenè al momento si stà riprendendo dopo un problema muscolare occorsogli questa estate.
Lo stesso Steve Hess ha effettuato uno splendido lavoro anche con Kenyon Martin che è ritornato nel roster finalmente dopo un anno di assenza. Il giocatore, come noto reduce da una lunga convalescenza per l'operazione al ginocchio, ci viene descritto come in grandissimo spolvero; tirato a lucido(pure lui) fino a portare il suo grasso corporeo ad una percentuale del 4 %, ha giocato recentemente il suo primo cinque contro cinque.
Questi tre giocatori se in salute, rappresentano una splendida combinazione di ali-centro e costituiscono il nervo difensivo della squadra, fatto di tre intimidatori d'area e di funzionali giocatori d'aiuto nelle rotazioni difensive.
A questo trittico è stato aggiunto questa estate nell'unica trade concretizzatasi oltre all'ala Bobby Jones anche il centro Steve Hunter, che dovrebbe essere una sorta di assicurazione sulla salute di Camby. Ha preso la direzione di Philadelphia come noto Reggie Evans, un pò per motivi di roster considerando che con il ritorno di Martin avrebbe visto diminuire sensibilmente il proprio minutaggio; e in buon parte per motivi finanziari.
Il tiratore Linas Kleyza; l'ala Yakhouba Diawara ed il messicano Edoardo Najera costituiscono il trittico di giocatori che dovrebbe avere il maggior minutaggio considerando i giocatori che partono dalla panchina. E' stato firmato anche il veterano Stacey Augmon, ma al di là delle frasi di circostanza di coach Karl non è chiaro se lo stesso farà parte della rosa dei 15. La guardia Anthony Roberson ed il centro Jelanie McCoy, parteciperanno al training camp ma non è sicuro se faranno parte del roster finale.
Ora se devo puntare l'indice su qualcuno di questi Nuggets lo faccio su coach Karl, visto che non ho ancora percepito quanto realmente abbia in mano questa squadra. E questo al di là della serie contro gli Spurs.
E' lui l'ago della bilancia in questo team: deve dimostrare quanto riuscirà realmente ad assemblare il dinamic duo Iverson-Anthony, al di là dei trentelli potenziali che entrambi possono produrre con uno starnuto. Ha dato più volte durante la scorsa stagione l'idea di tenere al guinzaglio Iverson, per poi lasciarlo a briglia solo quando la squadra andava sotto come le avversarie.
Sono trapelate poche volte notizie su alterchi tra Allen e coach Karl nella scorsa stagione. Il primo si è lodevolmente messo a disposizione del coach facendosi spremere ben benino fino ai 40 e passa minuti d'utilizzo, e mantiene intatta per il momento la stima per Karl. Ma un'altra stagione da uscita al primo turno dei playoff minerebbe senza dubbio anche questo delicato equilibrio.
Coach Karl deve dimostrare quanto possa realmente traghettare nei playoffs questa squadra, specie considerando l'esperienza che ha alle spalle per gli anni con Seattle.
Pur considerando superiore il sistema Spurs, sembra realmente difficile pensare che con quell'esperienza in panchina e con il talento che ha a disposizione; non sia riuscito a contestare in alcun modo le trappole tattiche messe in atto dai Texani. Ripeto contestare.
Da segnalare inoltre, come il figlio di Karl stia svolgendo il training campo con i Los Angeles Lakers e quindi, per papà George è arrivato il momento di rituffarsi completamente nella pallacanestro e mettere in gioco sè stesso in questi Nuggets. Dovesse ripetersi un altra uscita al primo turno, il primo mea culpa dovrebbe partire da lui. Ha la piena fiducia della dirigenza, ma questo non si deve configurare come un paracadute.
Nella Nortwest Division i Nuggets sono stati messi in riga nella scorsa stagione dai “nuovi Utah Jazz” e questi ultimi, rimangono ancora i favoriti per la vittoria della Division anche nel campionato che stiamo per cominciare. Ma se ne facciamo una questione di talento sono tanto distanti tra di loro i due quintetti titolari? Personalmente credo di No.
In una partita singola i Nuggets se la giocano alla pari con la maggior parte delle squadre della lega. Ma i risultati come noto non scaturiscono dalla semplice sommatoria del talento. Serve di più come ha ampiamente dimostrato la serie contro gli Spurs, nella quale sono andati abbondantemente sotto.
Il primo e più importante giro di vite che coach Karl ha dichiarato di voler dare durante il training camp è quello a livello difensivo. Serve poi una continuità di rendimento slegata dagli umori dei singoli. Questi due difetti evidenti sono in parte compensati da un attacco già fantastico, al quale il ritorno di Martin porterà in dote una doppia cifra di punti di media.
Aggiungiamo a questo il pensiero che prima o dopo avrà termine anche la sequela d'infortuni che accompagna la squadra; allora se anche tutte le tessere del roster troveranno la loro migliore collocazione, non vediamo proprio come questa squadra non possa essere protagonista fino in fondo. Attendiamo ora il responso più importante che cominceremo ad avere a fine mese per fare le prime valutazioni: quello del campo.