Con Tony Parker a menare le danze, gli Spurs partono sempre favoriti…
Obbiettivi
Ripetersi. L'unico fine degli Spurs targati 2007/2008 è quello di abbattere il tabù che finora, dal titolo del 1999, li ha sempre visti incapaci di fare il bis la stagione successiva alla vittoria. Fermarsi prima sarebbe una sconfitta, una delusione.
Conference: Western Conference
Division: Southwest Division
Arrivi: Ime Udoka
Partenze: Melvin Ely, Jackie Butler, James White, Luis Scola, Beno Udrih
Rookie: Tiago Splitter, Marcus Williams
Probabile quintetto base:
Playmaker: Tony Parker
Guardia: Michael Finley
Ala Piccola: Bruce Bowen
Ala Grande: Tim Duncan
Centro: Francisco Elson
Roster
Guardie: Tony Parker, Manu Ginobili, Michael Finley, Brent Barry, Jacque Vaughn.
Ali: Tim Duncan, Bruce Bowen, Robert Horry, Fabricio Oberto, Matt Bonner, Ime Udoka, Marcus Williams
Centri: Francisco Elson, Tiago Splitter
HEAD COACH
Gregg Popovich (College - Air Force Academy)
ASSISTANT COACHES
Mike Budenholzer (College - Pomona)
Don Newman (College - Idaho)
Brett Brown (College - Boston University)
Chip Engelland (College - Duke)
Chad Forcier (College - Seattle Pacific)
STRENGH AND CONDITIONING COACH
Mike Brungardt (College - Central State (OH))
ATHLETIC TRAINER
Will Sevening (College - Wisconsin LaCrosse)
ASSISTANT TRAINER
Chad Bergman
Commento
Gli Spurs da anni portano avanti una politica gestionale attenta, movimentando il roster con moderazione e lungimiranza.
Sarebbe facile dire che la dirigenza nero-argento abbia seguito alla lettera il detto "squadra che vince non si cambia" ma tant'è: nella calda estate 2007 i Campioni NBA non si sono mossi sul mercato, limitandosi a confermare i contratti in scadenza.
Sono stati rifirmati Matt Bonner e Jacque Vaughn, ed è stato trovato un accordo con Fabricio Oberto, il quale aveva scelto di uscire con un anno di anticipo dal suo contratto per poterlo rinegoziare. Michael Finley, il cui contratto è in scadenza la prossima stagione, e che poteva seguire le orme di Oberto, ha invece preferito rimanere al caldo di San Antonio, soprattutto dopo aver finalmente vinto il suo primo titolo NBA.
Le partenze? Di poco conto, nell'economia della squadra: Melvin Ely, il quale era già pronto alla partenza dopo l'esclusione dal roster degli scorsi playoffs, ha trovato casa a New Orleans; Jackie Butler è stato inserito nella trade che insieme a Luis Scola (di cui parleremo tra poco) ha portato all'ombra dell'Alamo Vassilis Spanoulis, peraltro lasciato libero nel mese di agosto. James White, firmato nel 2006 come agente libero, è stato rilasciato dopo aver speso gran parte della scorsa stagione nella NBDL. E,da ultimo, Beno Udrih, la cui permanenza sotto coach Popovich non è mai stata facile, è stato scambiato con i T'Wolves in cambio di denaro e di una seconda scelta ai prossimi draft.
Capitolo Luis Scola: secondo un'autorevole giornalista italiano (Claudio Limardi, vedi ASB n. 19/07 p. 26) l'argentino, formatosi in Spagna, e vincitore del titolo di MVP al Torneo delle Americhe di Las Vegas, potrebbe essere decisivo nell'economia dei Rockets, capaci di portarlo finalmente nella NBA dopo averne acquisito i diritti dagli Spurs.
Dice l'autore: "Oggi c'è chi si chiede se una tantum dalle parti dell'Alamo non abbiano commesso uno dei pochi errori dell'ultimo decennio" A San Antonio, qualcuno ha anche rievocato il fantasma di Dennis Rodman" che come noto, venne ceduto dai texani ai Bulls, dove fu protagonista assieme a Jordan e Pippen dei tre titoli nel trienno 1996-1998.
Non c'è dubbio che avrebbe potuto essere un gran bel colpo portarlo agli Spurs, dove con Ginobili e Oberto avrebbe trovato aria di casa e dove avrebbe potuto formare con Duncan quella front line che potrà creare ora con Yao Ming.
A parte questo, gli Spurs quest'estate sembrano aver voluto glissare un discorso che via via che passa il tempo si fa sempre più pressante: il roster presenta infatti l'età media più alta della intera Lega, data la presenza di veteranissimi come Horry (37 anni, di cui 15 spesi nella NBA), Bowen e Barry (36 anni, 11 e 12 stagioni rispettivamente) e Finley (34 anni, 12 stagioni).
Ovvio, come detto in precedenza, da queste parti i cambiamenti devono essere fatti con accuratezza, cosi da non stravolgere quella che dall'arrivo di Tim Duncan è la squadra più vincente dello sport professionistico americano. Però qualcosa andrà fatto, perché lo stesso Timothy ha compiuto 31 anni e Ginobili ha scollinato oltre i 30.
In questa direzione potrebbe essere letta la scelta n. 28 degli ultimi draft, con la quale gli Spurs hanno scelto Tiago Splitter, ala brasiliana di 22 anni che in Spagna da 6 anni sta facendo molto bene. Si spera però che non si trasformi in un nuovo caso Scola (con le dovute proporzioni) scelto e mai arrivato per problemi di buyout con il team iberico; ad ora l'arrivo di Splitter è atteso per il 2008.
A parte questi discorsi, comunque, non c'è alcun dubbio che i San Antonio Spurs versione 2007/2008 lotteranno ancora una volta per arrivare al titolo, per inseguire quello che sarebbe il quinto anello nell'era Duncan. E soprattutto, per abbattere quello spauracchio che non ha permesso al team texano di ripetersi per due anni consecutivi.
La sfida nella West Conference appare sempre più avvincente, con i Suns rinforzatisi con Grant Hill, i Mavs carichi e determinati a riscattarsi, i Rockets rivoluzionati nel roster e nella dirigenza.
La Eastern non è da meno, con la nuova super potenza di Boston che si va ad affiancare ad una Miami sempre competitiva, e ai Pistons e Cavs focalizzati nel raggiungere il massimo traguardo.
Pronostici è meglio non farne, anche se è ovvio che per questi Spurs qualcosa meno del quinto titolo NBA in nove anni sarebbe letto semplicemente come un fallimento.