Toronto Raptors: Preview

Il Mago è atteso ad una stagione da titolare…

Obbiettivi

Lavorare sodo ogni giorno, e cercare sempre di migliorarsi per puntare davvero in alto.

San Mitchell, nominato coach dell'anno della Nba pochi mesi fa, queste poche parole deve averle pronunciate chissà  quante volte durante conferenze stampa, interviste e chiacchierate da pre-campionato. Ma sono parole sagge, e a Toronto sanno bene che solo seguendo questa filosofia si potranno ripetere i successi dell'ultima stagione.

Che non sarà  poco, intendiamoci, perché aver alzato il livello delle prestazioni a tal punto dopo la scorsa, ottima stagione, ora fa nascere aspettative nuove, ma carica anche di nuove responsabilità .

I Raptors avranno dalla loro alcuni importanti fattori: il lavoro svolto nella passata stagione, la coppia Bosh-Bargnani, un paio di nuovi arrivi che potranno essere davvero molto utili. Il tutto senza dimenticare che Toronto si trova ad Est, una conference certamente in crescita, ma dove la truppa di Colangelo può essere protagonista.

Conference: Eastern Conference
Division: Atlantic Division

Arrivi: Carlos Delfino, Jason Kapono
Partenze: Morris Peterson, Uros Slokar, Pape Sow

Probabile quintetto base
Play: T.J Ford
Guardia: Anthony Parker
Ala piccola: Jason Kapono
Ala grande: Chris Bosh
Centro: Andrea Bargnani

ROSTER

Guardie: Jose Calderon, Carlos Delfino, Juan Dixon, T.J. Ford, Darrick Martin, Anthony Parker.
Ali: Andrea Bargnani, Maceo Baston, Chris Bosh, Jorge Garbajosa, Joey Graham, Kris Humphries, Luke Jackson, Jason Kapono, Jamario Moon.
Centri: Rasho Nesterovic

HEAD COACH
Sam Mitchell (College – Mercer)
ASSISTANT COACHES
Jay Triano (College – Simon Fraser)
Alex English (College – South Carolina)
Mike Evans (College – Kansas State)

Il presente

A Toronto l'estate è scivolata via tranquilla.

I Raptors hanno potuto godersi i successi di una stagione per certi versi storica, e finita in archivio con il seguente resoconto: netto miglioramento della squadra rispetto alla stagione precedente, 47 W contro le 27 dell'anno prima (eguagliando il record di vittorie del 2000/2001, con Vince Carter); titolo della Atlantic division per la prima volta; nomina di Mitchell come coach dell'anno; l'impatto positivo della prima scelta Bargnani nella Nba e la conferma di Bosh; infine la positiva scelta della nutrita truppa di europei, che hanno ben figurato.

Insomma, ce n'è di roba per far sorridere.
E allora tutto bene, quindi si può passare alla fase due, e qui sarà  tutta un'altra storia: necessità  di confermarsi e possibilmente di migliorare. Centrare ancora i playoff per il secondo anno consecutivo, doppietta che manca da sei anni, e che sarebbe già  un bel risultato, e magari superare il primo turno, il che porterebbe il bilancio stagionale al giudizio di ottimo.

Certamente la concorrenza in quella porzione di Est è più agguerrita dell'anno passato, soprattutto per la trasformazione dei Celtics, ora seria contender, ma è l'intera conference ad essere cresciuta, almeno sulla carta. Ma di armi per centrare l'obiettivo i Raptors ne hanno: innanzitutto il lavoro svolto lo scorso anno, e poi un roster che è cambiato poco, ma in meglio.

Si gioca su Bosh, stella della squadra, assistito in cabina di regia dall'amico-compagno T.J. Ford, ma i canadesi tante frecce al loro arco, e qui il riferimento al nostro Andrea è d'obbligo.
Molto buona la prima stagione, ora arriva il bello: dopo che centinaia di giocatori, tecnici, addetti e non addetti ai lavori hanno più volte sottolineato le qualità  e le possibilità  in chiave futura del romano, adesso la palla passa a lui e al campo, il cui giudizio non ammette repliche.

Se tutto va come previsto, sarà  lui il 5 titolare nello starting five, e sarà  il secondo lungo del quintetto. Se non giocasse a Toronto sarebbe il 4 perfetto, nel basket di oggi, ma con Bosh potrebbe venir fuori una coppia assai produttiva.
Bargnani dovrà  lavorare sodo sotto canestro, e catturare più rimbalzi: della sua mano Toronto sa che può fidarsi, ora serve una presenza più solida sotto le plance e in difesa. Ma ormai è una conferma.

Il roster è cambiato poco, dicevamo: tra i nuovi arrivi Jason Kapono, giocatore che potrà  fornire un importante contributo. I fans dei Raptors sono curiosi di vederlo all'opera: il californiano, macchina da punti ai tempi di Ucla, è al quinto anno da pro e vanta già  un titolo Nba in bacheca conquistato con Miami.

Una cosa è certa: l'ala piccola che lo scorso febbraio ha vinto il three point shootout, uomo da 11 punti a partita, nelle quasi 70 gare di regular season giocate l'anno passato ha tirato con più del 50% dalla lunga distanza. Ripetiamo: più del 50%.
Tiratore mortifero, Kapono potrebbe fornire una delle soluzioni più interessanti: bisognerà  costruirgli schemi e situazioni ideali per colpire, ma in attacco potrà  formare con Parker, Bargnani, Garbajosa e Calderon la più pericolosa truppa di cecchini in circolazione nella Nba.

Il futuro

A coach Sam Mitchell, comunque, non mancherà  il lavoro. Gli amanti delle statistiche lo avranno notato, come coloro che hanno visto giocare Toronto, almeno qualche volta: la squadra è tra le ultime della Lega per rimbalzi conquistati.

Una statistica frutto del particolare assetto dei Raptors, spesso in campo senza un centro puro, ma nella quale sarà  necessario migliorare: la post-season è fatta anche e soprattutto di battaglie sotto canestro, dove i gomiti stanno ancora più alti e nessuno vuole concedere un solo centimetro del suo spazio. Per andare avanti occorre far sentire la voce grossa.

Il tutto senza dimenticare che Toronto è una squadra giovane, anche se piena di talento e ottimi giocatori.

Proprio qui, paradossalmente, potrebbe stare ancora una volta il limite più grosso della squadra: laddove altri punteranno tutto sull'esperienza per centrare i play-off (leggasi alla voce Miami), i canadesi sembrano puntare su un'altra strategia, quella della freschezza, unita alla classe di alcuni giocatori.

Un dato su tutti: i veterani sono Darrick Martin, 12 stagioni Nba alle spalle, anche se le ultime con pochi minuti e circa 3 punti a partita, e Rasho Nesterovic, pro da 9.

Per il resto tanti giocatori con un promettente avvenire, ma poca esperienza di post-season.
Un pronostico? Miglioreranno ancora, e per il secondo anno di fila potrebbero essere la sorpresa dell'anno. Un consiglio? Se vi avanzano dieci dollari, puntateli"

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