La telenovela Bryant non è ancora finita…
La telenovela Kobe comincia lo scorso Giugno, con il giocatore che chiede pubblicamente di essere ceduto se la squadra non verrà rinforzata. Lo sfogo pare una diretta conseguenza della stagione appena conclusa; terminata per la seconda volta consecutiva al primo turno dei Po, sempre per mano dei Phoenix Suns.
A dire il vero entrambe le stagioni dell'era post Shaq sono state avare di soddisfazioni (in termini di vittorie) per il ragazzo di Philadelphia; che a discapito dei record personali e di franchigia, si è stufato di predicare nel deserto. Probabilmente il figlio di Jellybean si è reso conto che per vincere un titolo non basta giocare solo, ma serve una squadra; anche se sei il miglior go to guy della lega. I Lakers attuali del resto sono tutto fuorché una squadra, perché a parte Odom, il resto sembra essere un amalgama di giovani e discreti giocatori, ma nulla più.
Le premesse dell'off season non erano dunque rosee per i tifosi di Los Angeles, anche se le possibilità di rinforzare la squadra sul mercato erano più che concrete, alla luce dell'ultimatum dato da Kobe al proprietario Buss, e soprattutto a Kupchack. Bryant si aspettava una risposta da parte della dirigenza gialloviola, auspicandosi l'innesto di una stella in grado di rafforzare la squadra e di supportarlo su ambo i lati del campo (Garnett era la speranza, Jermaine O'neal un più che discreto riepiego).
Invece l'inattivismo di Kupchack ha fatto si che Kg finisse agli odiati Celtics e che Jermaine O'neal restasse in quel di Indiana. La nota buona è stata il ritorno di Derek Fisher, giocatore gradito a Kobe e la cessione di Smush Parker che pochi rimpiangeranno nella città degli angeli. Troppo poco per le ambizioni del 24, ed ennesima delusione dopo quella del mancato approdo a febbraio di un play All around come Jason Kidd, che con Kobe avrebbe formato uno dei Back court più devastanti della lega.
Risultato, Kobe scontento e Kupchack sulla graticola, poiché dopo la partenza di The diesel non è riuscito ad assemblare un gruppo vincente a fianco del fenomeno gialloviola.
Ma la sorpresa arriva a metà Ottobre. A rompere gli indugi non è Kobe, ma il prorietario Buss in persona, il quale dal training camp delle Hawaii ha dichiarato alla stampa losangelina di essere pronto ad ascoltare eventuali offerte per il suo giocatore. Le sue parole sono che fa parte del business, e ad un certo punto va fatto con qualsiasi giocatore, senza eccezioni (vedi Shaq ndr).
Il motivo di questa dichiarazione è semplice; Kobe può optare di diventare free agent al termine della stagione 2008/2009. Uscendo dagli ultimi due anni di contratto con i Lakers lascerebbe nelle casse della società circa 48 milioni di $, per contro L.A. rischierebbe di perdere il giocatore senza aver nulla in cambio.
La situazione che si potrebbe sviluppare è quella di una cessione a Febbraio, vista l'impossibilità di imbastire una trade del genere allo stato attuale, con l'inizio stagione incombente. La via più comoda e fattibile è quella di un sign and trade (che garantirebbe l'acquirente) e consentirebbe l'arrivo ad LA di nuova linfa.
Il rischio concreto per L.A. è che se volessero effettivamente cedere Kobe, e aspettassero il termine della stagione o l'inzio della prossima, potrebbero essere fortemente penalizzati. A quel punto avrebbero l'incombenza di cedere il giocatore, rischiando di accettare uno scambio che invece a Febbraio sarebbero più vantaggioso.
A tutto ciò bisogna aggiungere che Bryant è uno dei pochi giocatori della lega che possa vantare una player option. Il suo contratto contiene una clausola che gli consente, oltre ad uscire dallo stesso, anche di avere l'ultima parola sulla squadra oggetto di un eventuale trade; in altre parole decide lui del suo futuro.
Gli scenari che si aprono sono innumerevoli, più o meno veritieri. Le parole di Buss hanno creato subito una serie di rumors da parte della stampa specializzata, ed hanno scatenato l'attenzione di general managers e tifosi in tutti gli States e non solo. Sono poche\nessuna le squadre che non vorrebbero Kobe nel proprio roster; tuttavia un eventuale cessione necessiterebbe del materiale di scambio adeguato, restringendo il campo a pochi contendenti. Gli ultimi rumors danno Dallas come grande favorita con Chicago e New York a ruota, mentre esiguo pare essere l'interesse per altre alternative quali Phoenix, Toronto, Utah e Charlotte.
Kobe non prenderà nemmeno in considerazione di trasferirsi in una squadra che non sia una potenziale contender, perché a quel punto avrebbe poco senso muoversi da Los Angeles. Si possono quindi escludere Raports, Jazz e Bobcats, mentre discorso a parte meritano i Knicks.
La squadra che vorrà Bryant dovrà necessariamente subire delle perdite di giocatori importanti, garantendosi però un roster competitivo in affiancamento al figlio di Jellybean.
Volendo fare una previsione in base alle dichiarazioni attuali si potrebbe sintetizzare:
Possibilità di rimanere a L.A. 35%
Trasferimento a Dallas 30%
Trasferimento a Chicago 20%
Trasferimento a New York 10%
Trasferimento ad altri 5%
La candidata favorita ad avere Kobe è certamente Dallas, che ad ogni modo non intende inserire Nowitzky nello scambio. Il roster dei Mavs pare fatto apposta per una trade, vista la possibilità dei texani di sobbarcarsi il contrattone di Kobe con i suoi 88.5 milioni di Dollari, cedendo un package di giocatori che potrebbe essere composto da Josh Howard (41.5milioni), Eric Dampier (41 milioni) e Devin Harris (4 milioni in scadenza).
La perdita, dolorosa, di Josh Howard è quasi indispensabile ma necessaria per arrivare al 24, mentre Dampier potrebbe essere giocatore non gradito, a quel punto Dallas metterebbe sul piatto anche Jason Terry (49 milioni fino al termine del 2012). Se uno scambio del genere dovesse aver successo Dallas avrebbe tre bocche da fuoco come il tedesco, Kobe e Stackhouse più una serie di comprimari a completamento del team.
Indubbiamente sarebbe una squadra votata all'attacco con l'incognita della coesistenza tra Dirk e Kobe. Di sicuro, almeno sulla carta, i texani sarebbero tra i favoriti per la vittoria dell'anello, con la possibilità concreta di aprire un ciclo. Tra le pretendenti i Mavs sono quelli in grado di fornire più garanzie sulla loro competitività , rimane solo da vedere se ai Lakers faranno pressioni per cercare di impedire una cessione ad Ovest.
Appena dietro i Mavs, come seconda papabile candidata c'è Chicago. Oltre ad essere una meta gradita al giocatore, la Windy city presenta l'ipotesi oltremdo affascinante di vedere il miglior clutch player della lega giocare nella franchigia dhe fu di Jordan. Le basi per lo scambio potrebbero esserci, a condizione che un eventuale trattativa non comporti lo smantellamento del nucleo apparso in crescendo negli ultimi due anni.
Ciò comporta il trattenere Hinrich, Deng (dichiarato incedibile) e Wallace (più per necessità in quanto dubito che i Lakers vogliano un giocatore di quel tipo al quel prezzo), rendendo sacrificabili tutti gli altri. Il package ideale sarebbe composto da Gordon (troppo discontinuo e mai convincente appieno da titolare), Nocioni, Thomas, Duhon o Noah. Se andasse in porto i Bulls avrebbero il leader che manca loro dall'addio del 23. L.A. otterrebbe un interessante pacchetto di giovani per la ricostruzione, che potrebbe garantire da subito una certa competitività . Con Kobe in squadra Chicago punterebbe immediatamente ad un posto in finale ad est, mentre per il titolo potrebbero volerci ancora un paio di stagioni.
New York merita un discorso a parte. Nonostante Dallas e Chicago partano favorite, Kobe ha dichiarato in passato che gli piacerebbe giocare per i Knicks prima di terminare la propria carriera. Delle tre pretendenti la grande mela è sicuramente la meno accreditata, anche se le papabili controparti da inserire in uno scambio ci sono tutte.
I Knicks potrebbero girare ad LA un mix di veterani e di giovani che potrebbe essere interessante per i Lakers. I nomi inseribili in una trade del genere potrebbero essere quelli di Jamal Crawford, Quentin Richardson, Jared Jeffries, Nate Robinson o Fred Jones. I Lakers potrebbero però chiedere uno tra David Lee o Eddie Curry. Il vero problema è legato alla solidità del team newyorkese, in particolare alla sua reale competitività , ancora tutta da dimostrare sul campo.
Con Kobe avrebbero finalmente un leader che si carichi la squadra sulle spalle nei momenti di maggior bisogno. Inizialmente l'obiettivo sarebbe quello dei play off, cercando di arrivare il più avanti possibile, mentre per ambire al titolo si dovrebbe attendere qualche anno" e non sembra essere questa la soluzione auspicata dal giocatore.
Inoltre l'ipotesi di un approdo a NY del 24 sarebbe possibile solo con il già auspicato sign & trade, vista l'impossibilità di firmare il giocatore come free agent in futuro, visti i noti problemi di salary cap dei Knicks. P.S. David Stern farebbe i salti mortali di gioia nel caso in cui il giocatore più forte giocasse a New York..
Da qui a Febbraio si attendono nuovi colpi di scena, in attesa che il diretto interessato scopra le carte in tavola e non si nasconda dietro dichiarazioni secondo le quali è un giocatore dei Lakers ed intende riportare il titolo in California. Bisognerà stare a vedere anche le intenzioni dei gialloviola, per capire se veramente vorrano privarsi del loro miglior giocatore o se cercheranno di convincerlo a rimanere (via Mitch Kupchack??) migliorando la squadra.
Riepilogando la Kobe story:
– Ad ovest un suo cambio di maglia sposterebbe gli equilibri preesistenti. Nel caso in cui i Lakers decidano di lasciarlo andare ed accasarsi ad ovest, Dallas o Phoenix sarebbero destinazioni affascinanti. Di Dallas e della possibilità di coesistenza con Nowitzky abbiamo già parlato. Interessante sarebbe vedere l'inserimento di Kobe in un gioco corale e veloce come quello dei Suns, con i quali potrebbe godere dell'effetto Steve Nash almeno per un paio di stagioni; anche se in questo caso il prezzo da pagare per la squadra dell'Arizona sarebbe altissimo (cessione di almeno due tra Marion\Stoudemire\Diaw\Barbosa).
– Ad est sarebbe un ipotesi affascinante, ed incrementerebbe da subito la competitività e la forza della division. Le favorite Chicago e New York farebbero carte false per avere la leadership di Kobe, ma a quale prezzo?
– Il dubbio è poi legato ad un eventuale inserimento del 24 a metà stagione, quando gli equilibri di squadra sono definiti, e l'arrivo di una primadonna come Bryant non è detto che generi più benefici che malcontenti.
La situazione attuale porta a credere che difficilmente vedremo Kobe in maglia Lakers l'anno prossimo; qualora la rottura con la dirigenza di L.A. sia insanabile il distacco potrebbe avvenire già durante questa stagione, con l'addio a Febbraio. Per i Lakers paradossalmente una cessione potrebbe portare ottimi giocatori e dare nuova stimoli ad un ambiente che attualmente ruota quasi esclusivamente attorno al 24.
Molto, se non tutto, dipenderà dalla reale volontà di Kobe; che a 29 anni, padrone del suo futuro, potrà decidere che svolta dare alla sua carriera, cercando di capitalizzare al massimo le possibilità di aggiungere al suo palmares altri anelli NBA.
Allo stato attuale il giallo è ancora intricato e difficilmente risolvibile, non resta che aspettare che qualcuno rompa gli indugi e nel frattempo cercare di ipotizzare dove possa eventualmente trasferirsi uno dei giocatori più amati\odiati degli ultimi anni, magari sperando che sia il proprio team.
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