Zo sarà il solito guerriero, ma Miami non è riuscita a ringiovanire il roster…
Obbiettivi
Mettiamola così: se gli Heat hanno raggiunto i play-off lo scorso anno (quarti ad est), con i due migliori giocatori fuori uso, a turno, per molto tempo, l'impressione è che, sulla carta, anche nella prossima stagione l'obiettivo potrebbe essere raggiungibile.
La condizione perché ciò possa accadere è semplicissima: tutto, ma proprio tutto deve andare per il verso giusto, con l'infermeria vuota e la panchina, o quel che ne resta, che fa il suo onesto dovere.
Ma se da un lato la classe di un paio di giocatori e l'esperienza del gruppo sono il valore aggiunto del gruppo di Riley, sono troppi gli aspetti sui quali restano dubbi: su tutti l'età del roster ed il mercato.
Conference: Eastern
Division: Southeast
Arrivi: Devin Green, Smush Parker, Alexander Johnson.
Partenze: Eddie Jones, Jason Kapono, James Posey.
Rookie: Joel Anthony, Daequan Cook, Marcus Slaughter.
Probabile quintetto base:
Play: Jason Williams (Smush Parker)
Guardia: Dwyane Wade
Ala piccola: Antoine Walker
Ala grande: Udonis Haslem
Centro: Shaquille O'Neal
Roster
Guardie: Daequan Cook, Smush Parker, Gary Payton, Chris Quinn, Jeremy Richardson, Dwyane Wade, Jason Williams.
Ali: Devin Green, Anfernee Hardaway, Udonis Haslem, Alexander Johnson, Wayne Simien, Marcus Slaughter, Antoine Walker, Dorell Wright.
Centri: Joel Anthony, Earl Barron, Michael Doleac, Alonzo Mourning, Shaquille O'Neal.
HEAD COACH: Pat Riley (College – Kentucky)
ASSISTANT COACHES:
Bob McAdoo (College – North Carolina)
Keith Askins (College – Alabama)
Erik Spoelstra (College – Portland)
Ron Rothstein (College – Rhode Island)
Il Presente
L'estate 2007, per Miami, sarà forse ricordata per chissà quali fatti, ma non certamente come una stagione di grandi colpi per la franchigia Nba.
Tutto ciò che poteva saltare, per il team della Florida, è saltato, compresi Charlie Bell e Pietrus, solo gli ultimi in ordine di tempo, con il primo che sembrava ad un passo dalla firma, ed il secondo più volte accostato agli Heat.
Almeno un uomo che abbia punti nelle mani e intelligenza cestistica per supportare Wade sarebbe necessario alla corte di Riley, ma per ora la linea resta piatta.
Con una posizione assai poco produttiva in chiave di scelte al draft, la franchigia della Florida aveva il non facile compito di rinforzare la squadra, allungare la panchina e scovare almeno una spalla alla coppia Wade-Shaq.
Il risultato?
Per ora Miami ha perso Jason Kapono e James Posey, e per una squadra che aveva bisogno di rinforzi non è male"
La società ha firmato l'ex Lakers Smush Parker, che va ad allungare il reparto "piccoli": una scelta che ha fatto storcere il naso a molti e l'unica (flebile) speranza, è che la sua stagione in Florida sia migliore di quella in California. Il saldo, se non altro per la tipologia dei giocatori citati, non è propriamente positivo.
Adesso la parola passa al campo, ma è difficile pensare ad una stagione di successi: se la fortuna deciderà di costruirsi una casa in Florida, si potrà puntare ai play-off, come detto, ma nulla più.
Sfumato anche Bell, guardia lo scorso anno in forza ai Bucks, si cercano rinforzi e si continua a sondare il terreno, con la consapevolezza che a poche settimane dall'avvio ufficiale del campionato, ogni trattativa si complica rispetto all'estate, e le difficoltà si moltiplicano.
Per comprendere la situazione attuale che lascia più di una perplessità ai fans degli Heat, si può partire dalla lettura del roster di Miami versione 2007/2008, prima ancora di analizzare la situazione. E alla fin fine non occorre andare troppo in là : dall'elenco dei giocatori a disposizione di coach Pat Riley sono spariti Kapono e Posey.
Grave, a mio avviso, la perdita del primo: straordinario tiratore, con numeri superiori dalla linea dei tre punti che dal campo (statistiche alla mano), con la miglior media dell'intera Lega. Insomma, il classico cecchino che una squadra, in genere, si tiene stretto.
Dai Lakers, come detto, la franchigia della Florida ha firmato Smush Parker, reduce da una stagione che tutti hanno potuto "ammirare" a Los Angeles: se il suo rendimento non crescerà clamorosamente, questa scelta non sposterà gli equilibri interni, né soprattutto il bilancio della squadra in termini di risultati. Vista l'età si potrebbe pensare ad una scelta in chiave futura, ma dopo l'ultimo anno in gialloviola, come pensare ad una sua totale trasformazione?
Colpisce un dato nel roster della nuova stagione: la presenza di ben 5 giocatori con 11 o più anni di Nba alle spalle: Hardaway (13), Mourning (14), O'Neal (15), Payton (17), Walker (11).
Un dato che fotografa in modo perfetto l'attuale situazione della squadra: si gioca tutto sull'esperienza, che nei momenti chiave della stagione dovrà essere, per forza di cose, l'arma vincente degli Heat.
La sola esperienza, tuttavia, difficilmente basta se intorno non c'è abbastanza qualità . Da sottolineare anche la presenza di Penny Hardaway, che da tempo non calca i palcoscenici della Nba, dopo essere stato tra i protagonisti assoluti negli anni '90. Situazione tutta da valutare, ginocchia permettendo.
Il presente, forse anche mentre leggete, è fatto di programmi e trattative, per rinforzare la squadra e determinare la rosa definitiva per l'inizio della stagione. A Miami il sole splende tutto l'anno, e non è escluso che, alla fine, arrivi anche qualche giocatore importante, perché finora l'estate di Miami è stata contrassegnata più dal gossip e dalle notizie sul divorzio di Shaq che altro.
Il Futuro
Non sarà facile, bisogna essere sinceri.
La mia opinione, espressa in più occasioni, è che la post-season sia un obiettivo comunque credibile e raggiungibile: si punta, strategia obbligata, sull'esperienza dei singoli e sulla classe di Flash: servono tra le 40 e le 45 vittorie in stagione per agguantare la post-season, altrimenti si resta a bocca asciutta, e per di più con una posizione pressoché inutile in chiave draft.
Miami non è una squadra giovane, ma per Shaq, prototipo del centro dominante come pochi, pochissimi se ne vedono negli ultimi tempi, potrebbe essere l'ultima occasione per raggiungere traguardi importanti.
La sua voglia costante di vincere e di stupire, insieme alla sua strapotenza a livello fisico, sono le qualità che hanno fatto di lui, personaggio straordinario anche fuori dal campo, uno dei più grandi centri della storia Nba.
Se regge fisicamente lui, il team della Florida può centrare la qualificazione ai play-off, strada che difficilmente porterebbe più lontano rispetto alla passata stagione.
Per un futuro più a lungo termine, invece, è tutta un'altra storia"
La squadra che poco più di un anno fa festeggiava uno storico titolo Nba, vinto con una grande serie finale, a fine stagione potrebbe, e dovrebbe subire una profonda trasformazione, magari partendo dal mercato dei free-agents, che l'anno prossimo offre un ricco menù.
Insomma, l'Est è cresciuto, e per la coppia D-Wade-Shaq questa sarà l'ultima occasione di far male.
Già a partire dalla prossima stagione, l'All Star nato 25 anni fa a Chicago, con un palmares già ricchissimo di successi, potrebbe cambiare "spalla", ma intanto all'orizzonte c'è un campionato da onorare, in una Southest Division che attende di vedere all'opera i nuovi Magic di Rashard Lewis, tra le poche novità di questa parte di Nba.
Per il resto i conti si faranno con un signore che porta lo zero sulla maglia, e che dalle sue parti vuole lasciare un bel ricordo magari prima di cambiare definitivamente casa.