Washington Wizards: Preview

Il destino degli Wizards è legato a filo doppio a quello di Gilberto…

Obbiettivi

L'obiettivo dei Wizards è tornare ai playoffs e superare il primo turno. Lo scorso anno, gli infortuni sul finale di regular season hanno negato ai capitolini di giocarsi ad armi pari la rivincita coi Cavs, causa le forzate assenze di Butler e di Arenas, due dei Big Three.

Il presidente Grunfeld non ha sostanzialmente preso nessuno in questa offseason anzi, ha lasciato partire, direzione Detroit, il tiratore Jarvis Hayes per lasciare spazio al rookie da USC Nick Young e alla grande promessa Andray Blatche, rifirmato dopo il grande interesse verso di lui dei Dallas Mavs. Roger Mason, brillante negli ultimi sfortunati playoffs, è stato rifirmato come "polizza assicurativa" nel caso i due giovanotti di cui sopra fallissero, almeno all'inzio. Il front office è comunque consapevole che tutto gira attorno alle lune di Agent Zero e dei suoi due cecchini, Jamison e Butler.

Conference: Eastern Conference
Division: Southeast Division

Arrivi: Tony Massenburg(FA)
Partenze: Jarvis Hayes (Detroit Pistons); Calvin Booth(Philadelphia 76ers); Michael Ruffin(Milwaukee Bucks)
Rookie: Nick Young, Dominic McGuire, Willie Deane, Oleksiy Pecherov

Probabile quintetto base:
Playmaker: Gilbert Arenas
Guardia: DeShawn Stevenson
Ala piccola: Caron Butler
Ala grande: Antawn Jamison
Centro: Brendan Haywood

ROSTER

Guardie:Gilbert Arenas, DeShawn Stevenson, Antonio Daniels, Roger Mason, Willie Deane, Donell Taylor

Ali:Antawn Jamison, Caron Butler, Andray Blatche, Dominic McGuire, Oleksiy Pecherov, Darius Songaila, Nick Young

Centri:Brendan Haywood, Etan Thomas, Tony Massenburg

Head coach
Eddie Jordan (College – Rutgers)

Assistant coaches
Mike O'Koren (College - North Carolina)
Phil Hubbard (College - Michigan)
Wes Unseld Jr (College - John Hopkins)
Randy Ayers (College - Miami of Ohio)

Strenght-and-Conditioning coach
Drew Cleary (College - Lewis Clark, Idaho)

Athletic trainer
Eric Waters (College - Iowa)

Assistant trainer
Ernest Eugene (College - George Washington)

Commento

Stagione da "Rollercoaster" , ottovolante, quella dei Wizards lo scorso anno, terminata con un bilancio pari, 41-41, e una prematura uscita dalla post-season, rovinata dagli infortuni di Arenas e Butler. Squadra forte e determinata in casa, molto meno in trasferta, lo dimostra il record, identico ma opposto: 26-15 al Verizon Center, 15-26 lontano da Capitol City. In quelle 15 vittorie esterne, vanno ricordate quella dello Staples Center contro i Lakers dove Arenas ne mise 60 nel duello con Kobe Bryant, record di franchigia. Poi altre due vittorie rocambolesche, questa volta in casa, contro Bucks e Jazz, con tiro vincente allo scadere del solito Agent Zero.

Queste prestazioni valsero ad Arenas la terza convocazione per la gara delle stelle e a coach Jordan il posto in panchina per l'Est.

La squadra ha però sempre avuto diversi problemi quando non c'erano tutte e tre le stelle: solo una non basta, anche se Jamison ha giocato eccellenti playoffs (32 punti di media), e nemmeno due su tre sono sufficienti, se pensiamo al record di 4-8 nelle 12 gare saltate dall'ex Tar Hell nello scorso febbraio: ecco perché unanimemente nella Lega si pensa che loro sono i veri "Big Three" .

Oltre 28 punti a gara per Arenas, un battito di ciglia sotto i 20 sia per Butler che per Jamison. Fanno quasi 70 punti in tre, a cui si aggiungono 20 rimbalzi e 13 assist. Ecco perché è dura limitarli.
La speranza è che si limitino da soli perché, come tutte le squadre che si basano molto sul tiro da fuori, possono trovare una giornata no dal perimetro e in area c'è ben poco, per provare a costruire un minimo di gioco in vernice.

I lunghi a disposizione sono dei giocatori fisici, forti a rimbalzo e abili nella stoppata, Thomas ed Haywood, ma molto limitati in fase offensiva, se non per schiacciare sugli scarichi o segnare a rimbalzo d'attacco.

L'unico che si stacca è il lituano Songaila, buon giocatore di post ma che predilige il tiro dalla media e il gioco fronte a canestro. Lo stesso Blatche, quasi 210 cm di un corpo filiforme, è molto più vicino ad una guardia che ad un centro: ragazzo di grandi doti tecniche ma forse troppo innamorato del tiro da fuori.

Quello che viene contestato a Blatche, che lo scorso anno rischiò di morire in una sparatoria, è ciò che viene anche contestato a tutta la squadra, cioè di essere un po' soft, con dei giocatori che non amano molto il contatto fisico e che per questo prediligono il jump shoot.

Questo non vale certamente per Arenas e Butler, magari di più per Jamison. I primi due, reduci dall'All Star Game, sono i due giocatori più creativi e meno limitabili nell'uno contro uno. Mr Hibachi, così è stato soprannominato Arenas dal compagno Haywood in riferimento alla marca di un forno a microonde giapponese, è ormai una stella assoluta, un giocatore che vale il premio di Mvp e che però potrebbe uscire dal contratto con i Wizards il prossimo anno.

Quindi, per i tifosi di casa al Verizon Center potrebbe essere l'ultima stagione con Agent Zero. Su Butler, c'è da dire che il ragazzo difficile da UConn si integra alla grande con i due compagni, è un eccellente atleta, è un tiratore affidabile ed è il "più difensore" dei tre. La sua solidità  è determinante su entrambi lati del campo: lo testimoniano gli oltre due recuperi ad allacciata di scarpe.

Due giocatori importantissimi negli equilibri di squadra sono le guardie Antonio Daniels e DeShawn Stevenson. Entrambi sono i due "defensive stopper" quelli che solitamente prendono in cura l'estreno avversario più forte. Daniels è il giocatore che dà  riposo ad Arenas o con cui gioca in un backcourt più piccolo ma in cui Agent Zero può giocare da guardia e liberarsi dalle mansioni di regista. AD dà  atletismo, pressione difensiva e voglia: permette ai Wizards di cambiare le gare uscendo dal pino.

Stevenson invece, è stato letteralmente raccolto per strada lo scorso anno: senza contratto, ha firmato al minimo salariale coi capitolini e ha ripagato la fiducia con una grande stagione. Da subito è diventato amico di Arenas, entrambi della West Coast, e hanno mostarto un grande feeling. Memorabile una gara di tiro tra i due a fine allenamento in un video su youtube. Stevenson ha giocato tutte le 82 gare con buone percentuali dal campo, 11 punti di media e quasi tre assist. Spesso è lui che porta la palla per permettere all'amico Gilberto di sfogarsi nel ruolo di guardia.

Per il resto, la squadra è molto giovane e da scoprire. La firma del veterano Massenburg garantisce esperienza e leadership ma è da vedere se sarà  confermato anche dopo il training camp. Mason, come ho già  detto, è il tappabuchi della squadra per gli esterni: ha rinunciato ad un salario da protagonista in Europa per fare il decimo o undicesimo nella Nba ma ha sentito la fiducia del front office che lui ha sempre ripagato, soprattutto nella scorsa post season con tante assenze (6 di media col 50% da tre in 14 minuti).

E poi ci sono i giovani: detto di Blatche, si punta sulla prontezza del rookie Nick Young, sfavillante a USC, sulla crescita di Donell Taylor, da un paio di stagioni progetto di coach Jordan che ne vorrebbe fare il paly del futuro, e sull'altro rookie Dominic McGuire, da Fresno State. Per il training camp è stata chimata anche la scelta dello scorso anno, l'ucraino Pecherov, lungo con ottime mani. Da vedere se resterà  in roster oppure se tornerà  in Europa o verrà  parcheggiato in D-League.

Quindi la squadra è assolutamente da playoffs, magari non nelle prime quattro ma non oltre la sesta testa di serie. Il titolo nella Southeast non dovrebbe essere un gran problema, a meno che Shaq e Wade non tornino a brillare come due anni fa.

Forse manca qualcosa attorno ai Big Three ma Arenas sarà  più carico che mai dopo aver perso l'occasione di sfidare ancora LeBron dopo il fantastico duello del 2006.

Fossi in voi, un euro/dollaro lo rimetterei su Wizards-Cavs al primo turno dei prossimi playoffs, e lì saranno fuochi d'artificio.

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