Sulle orme di papà 

Paul Stastny, figlio d'arte…

Lo straordinario inizio di campionato di Paul Stastny, che già  sul finire della scorsa stagione aveva mostrato i primi lampi di fuoriclasse in divenire, ci offre lo spunto per parlare di una famiglia che ha scritto importanti pagine di storia hockeystica canadese e che ora, con la stessa squadra nel frattempo trasferitasi nel Colorado, sembra apprestarsi a fare lo stesso negli Stati Uniti.

Correva il 1980 quando Peter e Anton Stastny fuggirono da Bratislava e raggiunsero il Canada. Erano tra le prime stelle del disco su ghiaccio che osavano attraversare la cortina di ferro e giocare per il nemico. Il loro apporto alla squadra che li accolse, i Québec Nordiques, fu subito straordinario. Peter, 24enne, realizzò 109 punti in 77 partite, mentre Anton, 21enne, si "accontentò" di 85 punti.

L'anno successivo, Marian Stastny, il più vecchio dei tre, li raggiunse, e il trio per quattro stagioni fece le fortune della franchigia che insieme agli odiati Montréal Canadiens rappresentava il Canada francofono. Le loro strade si divisero nel 1985, quando Marian passò a vestire i colori dei Toronto Maple Leafs, prima di finire la carriera in Svizzera, con la maglia del Sierre.

Anton restò a Québec City per altre quattro stagioni, prima di transitare a sua volta dalla Svizzera per due brillanti stagioni con il Friborgo e l'Olten. Peter Stastny, dopo un nuovo campionato da un punto a partita (62 punti in 62 partite) con i Nordiques, varcò invece la frontiera verso sud e si accasò ai New Jersey Devils. Alla corte dei diavoli disputò quattro stagioni con fortune alterne, prima di concludere una carriera strepitosa (1239 punti in 977 partite, secondo miglior marcatore degli anni '80 dopo Wayne Gretzky) con una manciata di partite sull'arco di due stagioni con i St. Louis Blues.

È proprio a Québec City che, il 27 dicembre 1985, viene al mondo Paul Stastny, figlio del grande Peter. Buon sangue non mente e Paul si mette in luce da subito nei River City Lancers, compagine della United States Hockey League, una delle numerosissime leghe giovanili nordamericane.

Nel 2004, neanche a farlo apposta, si iscrive all'Università  del Colorado, Stato nel quale la vecchia squadra di papà  si era trasferita dieci anni prima. I 98 punti che realizza in 81 partite distribuite su due stagioni attirano l'attenzione proprio dei Colorado Avalanche, che nel 2005 lo scelgono al secondo turno del draft, in 44a posizione assoluta.

È in quel momento che la sua carriera subisce un'incredibile impennata. All'inizio della passata stagione Paul Stastny si presenta al campo d'allenamento delle valanghe. Gli addetti ai lavori sono curiosi di vederlo più che altro per il nome che porta sulle spalle, visto che tutti sono convinti che il talento ancora acerbo necessiti ancora di qualche stagione nelle leghe inferiori per sbocciare. Durante gli allenamenti gli occhi degli appassionati non si staccano da lui, il figlio di Peter Stastny sul ghiaccio con quel Joe Sakic che nel 1988 aveva debuttato nella NHL proprio al fianco dell'illustro genitore.

Ma al momento di tirare le somme, Joà«l Quenneville, allenatore dei Colorado Avalanche, è costretto a trovargli un posto nella rosa per la stagione 2006-07. La visione di gioco di Paul Stastny, proprio come quella del padre, è assolutamente straordinaria, come la personalità  e la maturità  che dimostra nello scendere sul ghiaccio in compagnia di fuoriclasse affermati, quando soli pochi mesi prima militava nel campionato universitario.

Paul entra in squadra e non esce più. Sceglie il numero 62, le cifre invertite rispetto al 26 del papà , numero già  vestito da John-Michael Liles, che però opta ben presto per il 4, lasciando il 26 al giovane compagno di squadra. Stastny conclude la stagione con 28 reti e 50 assist in 82 partite, polverizzando il record di punti realizzati da un rookie con la maglia dei Colorado Avalanche, detenuto da Alex Tanguay con 51.

Gli ultimi mesi della stagione sono addirittura fantascientifici. Il 18 marzo, in una partita contro i San José Sharks, la sua straordinaria striscia di partite consecutive con almeno un punto si arresta a 20, quattro più del record di franchigia detenuto dal padre e tre in più del record della NHL, detenuto da Teemu Selà¤nne.

Le sue prestazioni non bastano a trascinare i Colorado Avalanche ai Play Off e nemmeno a battere Evgeni Malkin nella corsa al Calder Trophy quale miglior rookie, ma sono più che sufficienti a dimostrare che Paul Stastny non è semplicemente il figlio di Peter e il nipote di Marian e Anton. Paul Stastny è uno dei giocatori più intelligenti, più spettacolari e più concreti della Lega.

Da Peter Stastny a Joe Sakic, da Joe Sakic a Paul Stastny. Le montagne innevate del Colorado sono pronte a festeggiare nuovi trionfi.

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