Riuscirà Billups a riportare Detroit alle Finali?
Obiettivi
"Win or go home" è un modo di dire americano, che sta ad indicare una partita di playoff in cui una squadra si trova con le spalle al muro, costretta a vincere per tornare a casa. Prendendo in prestito questo detto, e applicandolo alla prossima stagione dei Pistons, si può facilmente mettere in evidenza la situazione di coach Saunders e di alcuni dei giocatori del roster di Detroit.
Dopo le ultime stagioni, concluse tutte con ottimi risultati in stagione regolare, ma affrontate con enorme sufficienza nella post season, venendo sconfitti da Miami e Cleveland in finale di Conference, l'imperativo per la prossima stagione è quello di vincere l'anello, o perlomeno arrivare in finale Nba; il roster è lo stesso degli ultimi anni, e l'aggiunta di Chris Webber a metà stagione l'ha impreziosito di un elemento che è entrato da subito in sintonia con il resto del gruppo.
Per questo, e per il talento dei suoi giocatori, la franchigia del Michigan deve essere inserita tra le favorite dell'Est, dove nessuna squadra si è rafforzata granché, se si escludono i Boston Celtics.
Conference: Eastern Conference
Division: Central
Arrivi: Jarvis Hayes (Washington Wizards), Cheick Samb (Senegal)
Partenze: Will Blalock (Free-Agent), Carlos Delfino (Toronto Raptors), Dale Davis (Free-Agent)
Scelte al draft: Arron Afflalo (UCLA), Sammy Mejia (DePaul), Rodney Stuckey (Eastern Washington)
Probabile quintetto base:
Playmaker: Chauncey Billups
Shooting Guard: Richard Hamilton
Small Forward: Tayshaun Prince
Power Forward: Rasheed Wallace
Center: Chris Webber
ROSTER:
Guardie: Chauncey Billups; Richard Hamilton; Lindsey Hunter; Ronald Murray; Arron Afflalo; Sammy Mejia; Rodney Stuckey
Ali: Rasheed Wallace; Jason Maxiell; Amir Johnson; Ronald Dupree; Antonio McDyess; Tayshaun Prince; Jarvis Hayes
Centri: Chris Webber; Nazr Mohammed; Dale Davis; Cheick Samb
HEAD COACH: Flip Saunders
ASSISTANT COACHES:Igor Kokoskov, Michael Curry, Dave Cowens, Terry Porter
ASSISTANT COACHES / ADVANCED SCOUT: Bill Pope
ATHLETIC TRAINER: Mike Abdenour
Commento
Dopo l'ennesima stagione in vetta alla Eastern Conference, e sconfitti in finale di Conference (seconda volta consecutiva), i Pistons sono ad un bivio, vincere o rifondare la squadra; coach Saunders è all'ultima chiamata, così come Rasheed Wallace e Richard Hamilton, i due maggiori indiziati a cambiare maglia in caso d'insuccesso, visto la firma del nuovo contratto di "Mr. Big Shot" Billups.
Il roster dovrebbe essere lo stesso dell'anno scorso, manca ancora la conferma di Webber, che deve decidere tra la squadra del Michigan e i Dallas Mavs; per il resto, Carlos Delfino è stato rimpiazzato da Jarvis Hayes, free agent ex Washington, mentre gli altri innesti sono solo i rookie Afflalo e Mejia, che andranno a riempire il reparto di guardie. Se la firma di Webber non dovesse arrivare, i Pistons dovranno tornare sul mercato alla ricerca di un centro, visto che il feeling tra Saunders e Mohammed non è di certo dei migliori.
Il quartetto base perciò rimane il medesimo degli ultimi anni, cioè dall'arrivo di Rasheed Wallace, con Chauncey Billups e Richard Hamilton nel reparto guardie e Tayshaun Prince a completare il settore dei lunghi.
Sheed, arrivato alla tredicesima stagione in Nba, ha già più volte dimostrato di poter rientrare nei migliori cinque lunghi del mondo: completissimo sia in difesa che in attacco, nell'ultima stagione, ad ogni modo, ha giocato sotto le sue immense capacità , soprattutto per i suoi problemi di testa e concentrazione, come dimostrano i 12.3 punti, i 7.2 rimbalzi e 1.3 stoppate a partita di media della stagione regolare. Come ogni anno, i Pistons dipenderanno più dalle sue lune che dalle loro capacità .
Chauncey Billups è stato per brevissimo tempo un free-agent quest'estate, e subito firmato da Detroit (60 milioni di dollari per 5 anni), che non poteva prescindere da quello che ormai, è diventato uno dei giocatori più completi e temuti dalle difese avversarie, vista la sua capacità di tirare, penetrare e passare, oltre che la sua proverbiale freddezza, che lo rende un avversario pericolosissimo nei finali di partita, sia per la capacità di tirare i liberi, sia per i tiri decisivi allo scadere, che gli hanno fruttato il nome di "Mr.Big Shot".
"Rip" Hamilton dopo aver ricevuto la seconda chiamata consecutiva all'All Star Game, si è consacrato come uno dei dieci attaccanti più difficili da marcare; scaricato da Michael Jordan ai tempi di Washington, è diventato una stella a tutti gli effetti, abbinando alle sue straordinarie doti di corsa, anche un tiro abbastanza affidabile. L'ultima stagione ha sfiorato i 20 punti di media, oltre ai quasi 4 rimbalzi e 4 assist a partita.
L'ultimo membro del quartetto "intoccabile" è Tayshaun Prince, forse il giocatore più migliorato da quando è arrivato nella Lega nel 2001, braccia lunghissime che gli permettono di difendere su chiunque, tiro che sta diventando sempre più letale (come dimostra il 38.6% dalla lunga distanza), e soprattutto grande voglia di vincere. Negli ultimi anni, si è rivelato il vero giocatore barometro della squadra: per coprire sugli altri giocatori, infatti, a lui viene concesso maggiore spazio, se è in giornata (e nell'ultima stagione, playoff a parte, lo è stato), può far pagare seriamente questa decisione.
Dalla panchina, così come l'anno passato, vengono i maggiori problemi della squadra del Michigan. Sotto canestro, nella posizione di centro, c'è Jason Maxiell, un giocatore cosiddetto "under-size", che però ribalta a suo favore la situazione grazie all'enorme energia e alle doti atletiche spaventose; entrato sotto l'ala protettiva di Rasheed Wallace, l'anno scorso è passato da 12esimo uomo, a sesto per cambiare l'inerzia della partita.
Presenti nel roster ci sono anche Amir Johnson, firmato per la cifra di 4 milioni di dollari l'anno per 3 stagioni (ma con pochissime chance di giocare), e Nazr Mohammed, prelevato l'anno scorso dagli Spurs, ed uscito dalle rotazioni molto presto; resterà da vedere se coach Saunders deciderà di dargli qualche altra possibilità , o se entrerà in qualche possibile scambio (anche se il contratto da 24 milioni per quattro anni, non aiuterà ).
Antonio McDyess può essere considerato come uno dei titolari oppure come un panchinaro di lusso, che negli anni scorsi ha giocato moltissimo, sia al posto di Ben Wallace, che al posto di Webber, per dare maggiore equilibrio, sia in attacco che in difesa. Se l'età (34 primavere) e i problemi avuti nel corso della carriera non gli saranno di peso, allora potrà dare ancora una volta una mano enorme alla sua squadra, altrimenti i problemi per Saunders saranno molto gravi, vista la mancanza di una alternativa all'altezza.
Anche nel backcourt, le cose non differiscono molto dall'anno passato. Come playmaker di riserva dovrebbero giocarsela il buon vecchio Lindsay Hunter, che rimane uno dei migliori difensori sulla palla dell'intera Lega, ma che ha compiuto ben 38 anni! E i giovani Stuckey e Mejia, che però non sembrano ancora così pronti al salto in Nba.
Nel ruolo di guardia invece, Arron Afflalo, scelto all'ultimo draft con la chiamata numero 27, si giocherà il posto con il "Cappellaio matto" Flip Murray, che anche l'anno scorso ha vissuto una stagione di più bassi che alti.
Per finire, il roster dei Pistons è composto anche da Jarvis Hayes, nuovo acquisto da Washington, che rimpiazzerà Delfino (volato in Canada), e che dovrebbe dare, nella testa del suo allenatore, un maggiore apporto sia a livello atletico che balistico come cambio di Prince, e da Ronald Dupree, dotato di grande atletismo, ma ancora molto lontano dall'essere considerato un buon giocatore.
La squadra, quindi, è sempre la stessa degli ultimi anni, così come la situazione tecnica e le possibilità : il talento della squadra è enorme, ma non sempre questo può bastare, com'è stato dimostrato negli ultimi playoff, quando i Pistons hanno perso malamente contro i Cavaliers, squadra con molto meno talento.
La storia si ripete quindi: Miami nel 2006 e Cleveland nel 2007 hanno sfruttato le debolezze mentali della squadra di coach Saunders, che in molti casi pensa più a specchiarsi nel suo bel gioco, lasciando avanzare le avversarie per poi superarle nel finale, giocando uno o due quarti al massimo delle loro capacità . Ma questo, come si è visto, non sempre paga i dividendi sperati.