Finalmente Paul Pierce avrà la possibilità di lottare per l'anello
Obiettivi
L'obiettivo è uno solo: titolo!
Non ci sono altre possibilità , altre soluzioni, la squadra è stata assemblata per vincere subito e deve farlo per giustificare la privazione di scelte, giovani e contratti in scadenza. Ovviamente non è un disastro se il titolo non arriva già al primo anno del nuovo corso (anche se il suo arrivo non sarebbe di certo rifiutato), ma nell'arco di 3-4 anni la mancata conquista di almeno un titolo sarebbe un risultato altamente deludente.
I Celtics hanno la possibilità di lottare fino in fondo per l'anello? Sicuramente si, però non si sa con quante probabilità , visto che non è ancora noto il grado di integrazione tra i tre big e tra loro ed il resto della squadra. L'incertezza per il primo anno nasce proprio da questa scarsa integrazione dei nuovi arrivi con i giocatori rimasti a Boston, ma l'anello rimane l'obiettivo fin da subito.
Conference: Eastern Conference
Division: Atlantic Division
Arrivi: Kevin Garnett, Ray Allen, James Posey, Scot Pollard, Eddie House, Jackie Manuel, Brandon Wallace, Esteban Batista, Dahntay Jones
Partenze: Al Jefferson, Delonte West, Wally Szczerbiak, Ryan Gomes, Gerald Green, Allan Ray, Sebastian Telfair, Theo Ratliff, Michael Olowokandi
Rookie: Glen Davis, Gabe Pruitt
Probabile quintetto base
Playmaker: Rajon Rondo
Guardia: Ray Allen
Ala piccola: Paul Pierce
Ala grande: Kevin Garnett
Centro: Kendrick Perkins
Roster
Guardie:Tony Allen, Eddie House, Jackie Manuel, Gabe Pruitt, Dahntay Jones
Ali: Glen Davis, James Posey, Leon Powe, Brian Scalabrine, Brandon Wallace
Centri: Scot Pollard, Esteban Batista
HEAD COACH
Glen "Doc" Rivers (College – Marquette)
ASSISTANT COACHES
Armond Hill (College – Princeton)
Kevin Eastman (College – Richmond)
Clifford Ray (College – Oklahoma)
Tom Thibodeau (College – Salem State)
STRENGTH-AND-CONDITIONING COACH
Bryan Doo (College – Messiah)
Walter Norton (College – Boston University)
ATHLETIC TRAINER
Ed Lacerte (College – Boston University)
Commento
Il giorno dopo l'estrazione delle combinazioni che avrebbero stabilito l'ordine di scelta del draft 2007 è stato mesto. Boston aveva un numero di combinazioni di palline seconda solo a Memphis, ma dopo l'estrazione si ritrova solo con la quinta scelta. Le aspettative erano state disattese e si profilava l'arrivo di un giocatore buono ma non eccellente ed un campionato dove l'obiettivo massimo era il raggiungimento dei play-off ed il superamento di un paio di turni, se tutto andava bene.
Da quel momento il general manager Danny Ainge ha voluto modificare radicalmente il roster e gli obiettivi: via i giovani e dentro veterani affermati, basta alla ricostruzione e via alla conquista dell'anello. Per fare questo aveva individuato come giocatore cardine Kevin Garnett, semplicemente il secondo miglior giocatore in attività nel ruolo di ala grande ed uno dei primi 5 nella Lega. Un obiettivo ambizioso che sembrava sfumato quando Garnett ha rifiutato la destinazione.
Non giriamoci attorno, i motivi per cui Garnett aveva inizialmente rifiutato sono stati sostanzialmente due: voleva giocare in una squadra da titolo e non avere attorno giocatori sgraditi. Purtroppo per Boston in quel momento il suo roster non era da titolo immediato ed aveva un giocatore sgradito a Kevin: Wally Szczerbiak.
Le possibilità per Ainge non mancano: la più illustre (anche se non sappiamo se era la più fattibile) voleva Garnett ai Lakers, Odom a Boston e giovani con scelte a Minnesota. Questa soluzione avrebbe mantenuto Jefferson a Boston, ma ad Ainge non bastava, lui voleva vincere subito e questa ipotesi di trade non garantiva la possibilità di lottare per il titolo. Problemi che L.A. avrebbe cercato di prendersi Garnett non ce n'erano visto il noto immobilismo di Kupchak.
Il buon Danny quindi non si è dato per vinto e, resosi conto che le possibilità di portare Garnett a Boston non erano scarse, ha pensato bene di togliere in un colpo solo tutti e due i paletti che aveva messo Garnett: ecco quindi che al draft di luglio scambia la scelta, West e soprattutto Szczerbiak e porta a Boston Ray Allen.
̉ۡ come se Ainge abbia detto a Garnett: non volevi Szczerbiak? OK, l'ho mandato via.
Volevi meno giovani e più veterani pronti a lottare da subito per il titolo? Ecco Allen e meno giovani.
Volevi giocatori che ti sono anche amici? Pierce ed Allen stesso sono molto amici con te: hai altre motivazioni che ti precludono la possibilità di venire a Boston?
Evidentemente Kevin ha gradito, visto che ai primi di agosto si è concretizzata una delle trade più grandi mai realizzate e che ha privato Boston di giovani buoni ed ottimi, contratti in scadenza e scelte preziose per un solo giocatore: Garnett stesso.
Il cambio di obiettivo è stato radicale: dismessi i panni di cenerentola imbottita di giovani da coltivare, ora si punta al piatto grosso, il titolo. Il bello è che senza i tanto bistrattati giovani dotati di ottimo talento e dall'immenso upset che li rendeva molto appetiti alle altre squadre, Ainge non sarebbe riuscito a compiere quell'autentico miracolo trasformando una squadra da primo, forse secondo turno play-off, a contender.
Come in tutte le cose ci sono anche le critiche. Ovviamente in questo caso è estremamente difficile e veramente molto complicato trovare una critica alle magie di Ainge, ma gli esperti in “se non critico che vivo a fare?” ne hanno trovate ben 3, eccole qua:
1) Lasci un futuro che potrebbe essere roseo per puntare al titolo per pochi anni.
In effetti la finestra temporale per cercare di vincere il titolo NBA non è enorme, diciamo 3-4 anni allungabili a 5, ma neanche piccola perchè in passato le squadre venivano costruite da titolo anche per un solo anno. É inoltre vero che si sono scambiati molti giovani, alcuni molto interessanti, compresa la punta di diamante Jefferson, ma se hai concrete e reali possibilità di vincere il titolo e cercare di conquistarlo per alcuni anni, allora non puoi lasciarti sfuggire questa fantastica occasione.
2) I tre big sono stati i rispettivi leader nelle loro squadre e difficilmente si adatteranno a meno potere per il titolo.
Questo è probabilmente falso per due ragioni: tutti e tre i giocatori sono noti per essere altruisti e per nulla egoisti, inoltre è facile andare d'accordo con loro. La seconda ragione è legata al fatto che i tre sono molto amici fuori dal parquet e questo potrebbe facilitare non poco la cessione di importanza tra i tre big.
3) Il resto del quintetto base e la panchina sono poca cosa dopo gli scambi che hanno portato Allen e Garnett a Boston.
Se questo era vero subito dopo lo scambio, nelle settimane successive Ainge ha portato a Boston tanti giocatori che possono essere utili a supportare i tre big, primo tra tutti James Posey.
Nessuno può vantare delle certezze, la verifica delle nostre ipotesi sarà effettuata nell'arco della prossima stagione, ma non bisogna dimenticare che tutti e tre i big hanno tanta voglia di vincere il titolo dopo aver passato molti anni a guardare le finali NBA alla televisione e dividersi le responsabilità , ma anche le luci della ribalta, non sarà per loro un problema.
Tra i giocatori che non sono stati cambiati troviamo i due che riempiranno i ruoli rimasti in quintetto: Rondo e Perkins.
Rajon Rondo è stato il motivo per cui la trattativa per portare Garnett a Boston è stata prolungata così a lungo: lo voleva fortissimamente McHale, ma anche Ainge non aveva intenzione di lasciarselo fuggire. Alla fine l'ha vinta Ainge, ma perché così tanto accanimento (positivo) verso questo giocatore?
Il motivo è presto detto: può diventare molto bravo nel ruolo di playmaker. Ha eccellente visione di gioco, difende alla morte e possiede anche il vizietto di segnare i tiri decisivi della partita. Con una descrizione del genere si potrebbe considerarlo tra i migliori 20 della Lega, ma a parte la giovane età che lo rende ovviamente poco esperto, c'è un'altra pecca nel suo gioco: una percentuale dal campo decisamente deficitaria. 42% dal campo e 21% da tre punti nel primo anno sono decisamente un risultato scarso ed infatti il giocatore sta passando l'estate e l'autunno a tirare centinaia di volte al giorno per migliorare questo fondamentale aspetto del gioco.
Con i tre big non è di primaria importanza tirare molto, ma è comunque importante far capire agli avversari che se Rondo si troverà libero potrà segnare e punire la difesa.
A completare il quintetto ci sarà Kendrick Perkins, ai margini del roster fino a pochi mesi fa ed ora fondamentale pedina nel ruolo di centro. Giocatore molto grezzo, possiede una tecnica scarsa, ma fa dell'intimidazione e dei rimbalzi la sua arma migliore.
D'altronde anche lui sa benissimo di non essere eccellente nelle conclusioni (l'anno scorso ha preso più rimbalzi che segnato più punti) e ha già fatto capire che si accontenterà delle briciole in attacco. Ha trascorso tutta la stagione passata alle prese con la fascite plantare, ma quando non aveva questo problema ha fatto vedere che può stare benissimo in campo ed offrire il proprio contributo.
Ovviamente Ainge, dopo aver smantellato la squadra per avere i due big da aggiungere a Pierce, è stato costretto a muoversi molto sul mercato dei free-agent per riempire il roster. Tra i nuovi arrivi ci sono tre giocatori che possono essere più utili degli altri, almeno secondo le previsioni iniziali: Posey, Pollard e House.
James Posey è stato campione NBA con Miami e può giocare due ruoli intermedi di guardia ed ala piccola. È il giocatore di maggior talento dopo i tre big e molto probabilmente sarà il sesto uomo della rotazione.
Anche Scot Pollard può giocare in due ruoli, nel suo caso ala grande e centro. È la polizza d'assicurazione nel caso in cui Perkins non sia in grado di tenere in campo come dovrebbe, altrimenti sarà il primo cambio dei lunghi.
Eddie House invece ha tanta voglia di far vedere che è (ancora) bravo nel ruolo di playmaker, dopo tanti anni che gli hanno affidato il ruolo di guardia, ma anche in quest'ultimo ruolo può dire la sua senza sfigurare.
Recentemente sono arrivate altre due firme: Esteban Batista e Dahntay Jones. Il primo aveva inizialmente rifiutato l'offerta dei Celtics, ma poi è stato convinto da Ainge, del quale dice che "mi piace quello che ho visto di lui questa estate, è un giocatore forte fisicamente e può migliorare molto". Su Jones invece Ainge commenta così: "l'abbiamo guardato durante tutta la sua carriera, è un buon atleta, difensore perimetrale e ha avuto buoni allenatori".
Ora l'unica incertezza riguarda chi rimarrà nel roster: come avrete certamente notato i giocatori sotto contratto sono ben 17, quindi 2 sono di troppo, ma questo è un problema secondario, quest'anno la stagione per i Celtics inizia a maggio!